All´inizio del 1942 l´imponente massa di armate germaniche che dal giugno 1941 avevano invaso la Russia, suscitando l´impressione di una potenza invincibile e travolgente, sembra abbia assunto la consistenza del colosso dai piedi d´argilla, del quale è possibile il crollo.
Dopo la fallita Operazione Typhoon verso Mosca, lo schieramento tedesco è costretto a subire un durissimo contrattacco, e il 5-6 Dicembre 1941 il logorato Gruppo Armate Centro è travolto dall´assalto di 34 divisioni siberiane fresche e rifnornite; queste truppe riescono a dilagare nelle retrovie nemiche, avendo mezzi più adatti ad operare nel gelido inverno russo. L´offensiva russa si sviluppa anche in altri settori, per tenere impegnato l´intero fronte ed evitare l´affluire di riserve da altri settori, e viene ingaggiato anche il C.S.I.R. , che mantiene a duro prezzo le posizioni conquistate nell´estate precedente.
L´offensiva viene ripristinata nel Gennaio 1942, da nord e da sud di Mosca. L´obiettivo è l´accerchiamento del Gruppo Armate Centro, e in pochi giorni i russi avanzano di 300Km, conquistando Malojaroslavetz il 2 e Mojaisk il 20, ma non riescono a raggiungere l´asse stradale Mosca-Smolensk. Nell´avanzata si sono formate numerose sacche di resistenza, in cui i tedeschi resistono strenuamente (Suchinici).
Più a nord la situazione non è differente, dove i russi sfondano il fronte di una divisione e riescono ad accerchiare nella sacca di Demiansk ben 6 divisioni tedesche, più altre in quella di Kholm. La resistenza di queste unità sarà tenacissima (verranno liberate in Aprile dalla controffensiva tedesca) nonchè cruciale, perchè impedisce alle truppe russe di servirsi delle uniche linee di comunicazioni usufruibili in quel clima. Il 13 Gennaio anche la Seconda Armata d´Urto attacca nel settore di Volkow (sud-est di Leningrado): dopo soli 8 giorni queste forze sono avanzate di 90Km, ma sono “imbrigliate” dalla fortissima reazione tedesca. Una volta esaurita la spinta iniziale, i tedeschi possono attaccare con 2 sole divisioni la base del saliente russo, imprigionando così ben 14 divisioni di fanteria, 3 di cavalleria, 3 brigate autonome ed una corazzata. La lotta si concluderà alla fine di Maggio, con la sconfitta della sacca russa.
Ad ogni modo, i sovietici sono riusciti ad allontanare per sempre il pericolo incombente su Mosca, e a logorare incredibilmente l´intera macchina bellica tedesca (Più di 357.000 morti e un innumerevole quantitativo di materiali).
Il gigantesco cannone tedesco
In Aprile la situazione può esser così riassunta: a nord continua l´assedio di Leningrado, al centro si è dovuto retrocedere di centinaia di kilometri, in Crimea si prosegue l´assedio alla fortezza di Sebastopoli. Hitler sta preparando i piani dell´offensiva “Fridericus”, volta ad eliminare il profondo saliente di Izyum presso Kharkov. Questa dovrebbe partire il 28 Maggio, ma il 12 il generale russo Timoscenko decide di attaccare per prevenire l´iniziativa tedesca. Il suo obiettivo è l´accerchiamento della famosa 6°Armata tedesca, impiegando ben 43 divisioni e i potenti carri KV I da 43 tonnellate.Questa offensiva, preparata con cura, ha un inizio brillante e la profonda avanzata rischia seriamente di tagliare fuori gran parte delle truppe tedesche. I sovietici però non sono in grado di proteggersi i fianchi, e più avanzano più si trovano esposti agli assalti nemici. Il generale Von Reichenau, comandante del Gruppo Armate Sud, decide di iniziare l´operazione “Fridericus”, pur non avendo ancora a disposizione tutte le truppe preventivate. Il 17 Maggio la 6°Armata da Nord (Paulus) e 2 Armate Corazzate da Sud (Kleist), attaccano la base del saliente ed il 23 Maggio la manovra avvolgente è compiuta, presso il fiume Donetz. La durissima battaglia si conclude il 31 Maggio con la distruzione di 20 divisioni di fanteria e 7 di cavalleria russe.
Tornando un secondo alla situazione in Crimea, conviene fare qualche passo indietro: dal Novembre ´41 l´11°Armata di Von Manstein assedia Sebastopoli quando, il 29 Dicembre, la 51°Armata sovietica del generale Lvov mette piede nella penisola passando dallo stretto di Kerch, e la 44°Armata (gen. Pervuscin) sbarca a Feodosia.Manstein non esita: fronteggia e scofigge la 44°Armata, rioccupando Feodosia il 15 Gennaio e costringendo il nemico ad arretrare nella penisola di Kerch; in Maggio riesce ad occupare anche questa zona, avendo annientato 19 divisioni di fanteria e 7 brigate corazzate. Il 2 giugno può così dedicarsi nuovamente all´assedio della piazzaforte, impiegando i cannoni più potenti prodotti durante la guerra: il mortaio “Gamma” da 427mm (con proiettili da 923Kg); il mortaio “Karl” o “Thor” da 600mm (proiettili da 2500Kg); il mortaio Dora, da 800mm, in grado di sparare proiettili di 488Kg alla distanza di 47Km, distanza che si riduce a 38Km con proiettili da 700Kg. Per il servizio del “Dora” sono necessari 4120 uomini, compresi quelli adibiti al servizio antiaereo. Sulla piazzaforte, difesa da 125.000 uomini, si abbatte quindi un fuoco infernale. Nonostante il valore dei difensori, e la modernità delle fortificazioni, il 3 luglio la battaglia è conclusa con la conquista della città e del suo porto.