E De La Penne? Lo abbiamo lasciato a bordo della Valiant, arenata , con lo sguardo fisso verso la Queen Elisabeth. Ascoltiamo dalla sua voce ciò che vide, come riportato nel suo rapporto al ritorno dalla prigionia: “Passano pochi minuti ed anche la Queen Elisabeth salta. Si solleva dall’acqua per qualche centimetro e dal fumaiolo escono pezzi di ferro,altri oggetti e nafta che arriva in coperta e sporca tutti quanti sono a poppa”.
I nostri assaltatori furono tutti catturati, ma furono trattati con stima e rispetto dagli inglesi, da sempre amanti del fair play a 360°.L’operazione fu quasi del tutto coronata da successo. Le due corazzate furono seriamente danneggiate, con la Queen Elisabeth irrimediabilmente persa e la Valiant in cantiere fino al 1943 e in disarmo subito dopo la guerra.La Sagona resa inservibile e il cacciatorpediniere Jervis che vi si era avvicinato, costretto in cantiere per un mese.L’incendio del porto invece non riuscì.
In una riunione segreta della camera dei comuni, il 24 aprile successivo, Churchill, dopo aver brevemente descritto l’azione commentava “…noi non abbiamo più una squadra navale da battaglia nel mediterraneo…” e “…non vi era alcuna ragione per cui una grande armata italo-tedesca non potesse essere sbarcata per invadere direttamente non solo la Libia, ma la Palestina o la Siria o l’Egitto stesso…”….ma, come sappiamo, non fu così e questa rimase una grande operazione tattica, senza particolare rilevanza strategica nello scacchiere Mediterraneo.