Fase di azione . Questa fase è suddivisa in diverse sottofasi, nelle quali vengono eseguite tutta una serie di azioni, dal movimento, al fuoco di fucileria, alla riorganizzazione, ai cambi di formazione, alle cariche ed alle mischie corpo a corpo. Invece di descrivere pedissequamente e dettagliatamente le varie sottofasi (c’è il manuale per questo ), cercherò di dare un’idea generale di che cosa sia il combattimento tattico in questo gioco. A chi volesse invece conoscere le minuzie dell’ engine di gioco, suggerisco di andarsi a leggere le famose tabelle a fine manuale di cui sopra.
Come è noto, gli eserciti dell’epoca sono composti da tre armi fondamentali: fanteria, cavalleria ed artiglieria. Di quest’ultima abbiamo già accennato nella sezione precedente pertanto passeremo ora a dare delle indicazioni sulle unità di fanteria e cavalleria.
Le unità di fanteria nel gioco sono dei battaglioni. Sono composti da qualche centinaio di uomini (il numero esatto varia a seconda dell’esercito, della specialità e delle vicende della campagna in corso) ed hanno aggregati talvolta uno o due cannoni di piccolo calibro che non sono rappresentati graficamente ma il cui effetto viene comunque calcolato. La tipologia di fanteria più numerosa nei vari eserciti è la cosiddetta fanteria di linea. Questa è così chiamata perché, per massimizzare il fuoco, combatte in una formazione chiamata linea , in cui i soldati del battaglione sono schierati su tre ranghi. Quindi, se il battaglione è di 600 uomini, la linea sarà composta tra tre ranghi di soldati uno dietro l’altro, ciascuno con un fronte di 200 uomini. Si era arrivati a questa profondità perché era l’unica che rendeva possibile il fuoco di tutti i soldati: quelli nel primo rango sparavano in ginocchio e quelli del terzo rango negli intervalli dei soldati nel secondo. Tale formazione, ottima per sparare salve di moschettate, era però lenta e goffa, pertanto per l’avvicinamento al campo di battaglia, si utilizzava tipicamente un’altra formazione, chiamata colonna, in cui i soldati marciavano incolonnati per plotone o per sezione. Chiaramente il fuoco sviluppabile da una formazione di questo genere era molto scarso ed anche la possibilità di resistere ad una carica di cavalleria non era granché, a causa dell’impossibilità di presentare un fronte compatto. Inoltre le palle di cannone avevano maggiori possibilità di falciare gli uomini quando erano incolonnati che non in linea. Traduzione: evitate di farvi sorprendere in situazioni di combattimento in una formazione che non sia la linea. Nota: se si è sotto carica di cavalleria la fanteria tenterà di mettersi in quadrato , per fare fronte da tutti i lati alla minaccia. il fatto che ci riesca o meno dipende dalla qualità dell’unità e dalla… fortuna!
Oltre alla fanteria di linea (che costituisce la spina dorsale di ogni esercito) ci sono altri tipi di fanteria: i granatieri, che, avendo perso il loro ruolo originario (mantenuto fino all’inizio del secolo) di lanciatori di rudimentali bombe a mano, vengono conservati negli eserciti come truppe scelte: maggiore morale, maggiore resistenza nelle mische, maggiore precisione di fuoco. Lo status di truppe scelte dei granatieri è anche evidenziato dalla foggia delle loro tenute: mentre la fanteria di linea indossa come copricapo tipicamente il tricorno, i granatieri prussiani invece hanno le loro mitrie metalliche e i granatieri austriaci i loro berrettoni di pelo. La grafica del gioco rende anche alcune di queste differenze uniformologiche.
Poi c’è la fanteria leggera, all’epoca non diffusissima, che, oltre a combattere in ordine chiuso (cioè a ranghi serrati) come la fanteria di linea è anche capace di combattere in ordine aperto . Questo singifica combattere in grosse pattuglie di schermagliatori che si muovono velocemente e bersagliano a distanza le dense formazioni avversarie evitando il contatto. Ad eccellere in questo settore sono gli irregolari austriaci, incluse le truppe di frontiera ungheresi, i temibili Grenzer mentre i prussiani all’epoca non avevano unità di fanteria leggera degne di nota.
Per inciso, sto parlando sempre di prussiani ed austriaci perché Dragoon si focalizza non su tutte le campagne di Federico il Grande, ma su quelle mosse contro l’Impero Asburgico, pertanto gli eserciti disponibili sono principalmente i due citati più qualche stato germanico minore che compare qua e là come alleato dell’uno o dell’altro partito.
Per quanto riguarda la cavalleria , diciamo che essa era divisa in leggera, di linea e pesante. Il gioco permette di manovrare i vari reggimenti di cavalleria, ognuno con le rutilanti uniformi dell’epoca, divisi in unità tattiche chiamate squadroni. Il poter manovrare squadroni e gruppi di squadroni invece di reggimenti interi “monolitici” (come avviene in altri giochi) è un grosso punto a favore del realismo di questa simulazione.
La cavalleria pesante, formata di grossi uomini su grossi cavalli, era concepita per l’urto ed il combattimento in mischia ed era dotata di corazza (solo un pettorale di metallo brunito). Questi reggimenti di corazzieri erano la crema delle cavallerie prussiana ed austriaca. Veniva poi la cavalleria di linea, formata dai dragoni (quelli che danno il nome al gioco!). Queste truppe in origine potevano agire anche appiedate, ma, nell’epoca che stiamo considerando, hanno già perso il ruolo di fanteria a cavallo ed agiscono come cavalleria vera e propria: un po’ più veloce dei corazzieri ma un po’ più debole in mischia. Infine c’è la cavalleria leggera, con la sua espressione tipica: gli ussari. Gli ussari provengono da una specialità di guerrieri a cavallo di origine ungherese (e quindi avrete già capito che è l’esercito austriaco ad averne i migliori) ma col tempo anche l’esercito prussiano si doterà di una cavalleria in grado di reggere il confronto con quella asburgica, ussari compresi… anche se quelli prussiani parlano solo tedesco!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.