“La guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi” recita un celebre motto di Carl von Clausewitz. Eppure da sempre gli appassionati di giochi strategici si concentrano per gran parte del proprio tempo libero su simulazioni di tipo militare. Le dinamiche che governano le lotte di potere politiche invece rappresentano invece una sfida molto interessante e forse più difficili da modellare di quanto non siano gli scontri militari
Questo anno di presidenziali americane ha fatto fiorire una serie di giochi sul tema, quasi tutti di tipo “Birra e patatine”: poco impegno e molto divertimento.
Anche Matrix Games non si è tirata indietro da questa opportunità di marketing. Ha acquistato i diritti di Democracy e lo ha commercializzato in questo “election year”.
E’ gia da tempo che è commercializzato anche “Democracy 2”, ma il fatto che una potenza commerciale come Matrix Games abbia acquistato i diritti di “Democracy (1)” sta generando parecchi fraintendimenti sulle versioni. A scanso di equivoci quindi, si fa presente che questa recensione si riferisce a Democracy commercializzato da Matrix Games.
Il gioco disegna un modello di DEMOCRAZIA estremamente semplificato ed altamente astratto.
Volendo fare un parallelo con un classico wargame, il nostro livello tattico ci vedrà alle prese con scelte impopolari (pagare le tasse, vietare il fumo o il gioco d’azzardo etc) ed altre mirate a mantenere alto il consenso, mentre il livello strategico avrà, ovviamente, come fine quello di vincere la battaglia di tutti i politici ed essere rieletto capo del governo.
Gli studiosi di diritto costituzionale non troveranno quindi alcun interesse nel gioco. Nessuna possibilità di simulare il modello presidenziale americano o il modello bicamerale italiano. Le forme di governo non sono in alcun modo modellate. Ogni numero variabile di anni (dipende dalle nazioni) ci sono le elezioni, chi prende il 51% vince.
Democracy appartiene ad una categoria di giochi che ho sempre amato molto, ovvero quella dei “text based” (chissà perchè certi termini si esprimono meglio in inglese). Il susseguirsi degli eventi è seguito da lunghe descrizioni testuali a video con buona pace degli aspetti grafici. Questo genere di giochi affonda le radici nella notte dei tempi (spectrum sinclair/commodore 64) ma non si pensi che nell’epoca del dual core questo tipo di giochi debba essere per forza di cose obsoleto e superato dalla potenza dei processori. Il gioco che annualmente contende ai SIMS il primato di copie vendute nel mondo ancor oggi è un gioco di questo tipo: Championship Manager (la grafica inserita in CM negli ultimi anni e’ un ornamento più o meno apprezzato…).
Rinunciando alla descrizione grafica degli accadimenti e’ possibile aumentare a dismisura la varietà delle situazioni a costo praticamente zero, fornendo uno spettro ampio e dinamico della gestione del sistema “causa” (decisione del giocatore) ed “effetto” (conseguenza della decisione).
Eccoci dunque al paradosso di Democracy: “Zero” Grafica e “Zero” realismo non sono per forza sinonimo di un gioco scadente. Possono essere le premesse per un gioco estremamente intrigante, basato sui meccanismi decisionali di una nazione o più in generale sui meccanismi decisionali cosi importanti anche nella vita di tutti i giorni di ciascuno di noi.
La prima sorpresa che vi riserva il gioco è lo spazio occupato su HD. Soltanto 100 MB! Lanciate quindi il gioco senza alcuna speranza di avere una intro animata.
E’ invece presente un tutorial che è in realtà una presentazione statica con scarsa interattività ma molto ben fatta che vi spiega interfaccia e game play. Siamo abituati a cose migliori, ma questa presentazione è esauriente nel far capire le meccaniche di base del gioco.
Il gioco non e’ compatibile direct X e quindi non tutte le risoluzioni sono supportate a schermo intero. Esistono inoltre parecchie opportunità invece di inserire o togliere tipologie di eventi e variare il livello di difficoltà.