Democracy

Nonostante la semplicità  del modello di simulazione,  ci troviamo comunque davanti ad un ottimo simulatore di decisioni applicato al mondo politico.

Per tenere sotto controllo l’andamento generale del paese, nella parte superiore dello schermo c’e un sistema di barre molto simile a quello gia analizzato in precedenza e che ci dà informazioni sullo stato delle cose  nel nostro paese: vita media, inquinamento, pil, disoccupazione etc.

Il gioco dispone anche di abbondanti schermate di statistiche e report periodici sul grado di  approvazione del vostro operato. Se non sarete  rieletti non potrete di certo accusare i sondaggisti di non avervi tenuti informati.

L’interfaccia statica è quindi molto buona ma a questo si aggiunge una ulteriore facilitazione: scorrendo con il mouse sopra un qualsiasi fattore (barra di un dato gruppo di interesse, icona di policy o termometro di andamento della nazione) è possibile visualizzare cosa influenza quel dato fattore. Righe verdi o rosse e velocità di scorrimento delle righe stesse ci indicano  rispettivamente segno ed intensità della variazione. Per meglio capire si rimanda all’apposito disegno che ci illustra da cose è influenzata la vita media dei nostri cittadini. Questa indubbiamente è una delle migliori interfacce del mondo ludico mai viste

E così di turno in turno si finisce al fatidico momento: le elezioni.

La campagna elettorale si concretizza con una stesura di un programma elettorale: fra una lista di possibili obiettivi si scelgono quelli che costituiranno il programma di governo.

Ecco  il giorno delle elezioni. Se avrete il 51% dei voti continuerete a giocare e governare  altrimenti la partita sarà terminata.

Emerge forte e chiara la vocazione del gioco come strumento di supporto alla didattica. Non a caso sulla pagina del sito di Democracy 2 è visibile una pagina del sito interamente dedicata all’argomento.

La semplicità del modello e la forte vocazione a simulare il ruolo del “Decision maker” fa sì che il gioco riscuota un certo successo fra i professori di scuole medie e superiori (anglosassoni: la quantità di testo in lingua inglese scoraggia un utilizzo in Italia).

Può essere infatti utilizzato in contesti di analisi di dinamiche di gruppo: il professore può simulare che i membri della classe rappresentino un governo espressione dei gruppi sociali di maggioranza e che vengano chiamati a prendere decisioni collegiali contrapponendo gli obiettivi personali dell’aumento della felicità dei gruppi di  interessi che essi personalmente rappresentano.

Democracy non e’ un capolavoro però è tutt’altro che un gioco “birra e patatine”. Le decisioni sono semplici nella formulazione ma richiedono profondità di analisi e prendono in considerazione un buon numero di fattori. La mancanza di aderenza a qualsiasi realtà oggettiva (politica estera, contesto istituzionale, leggi macro economiche) non fa però perdere il feeling originario della politica: politica del consenso contro buon governo e rispetto degli interessi dei gruppi di potere  trasversali. Le promesse elettorali contro le necessità contingenti degli eventi.

La staticità del gioco a turni “text based” è evidente, ma proprio queste caratteristiche di semplicità lo rendono appetibile come strumento per giochi multiplayer come quelli descritti in precedenza.

Insomma se siete giocatori abituati all’idea del globo terrestre visto come un tabellone di risiko da conquistare, se la grafica 3D dei SIMS vi è entrata nel sangue, se amate i giochi da almeno 250 pagine di regole, allora state lontano da Democracy.

Se non appartenete a queste categorie,  potrete trovare un sottile piacere perverso a vedere l’unica animazione del gioco: la barra dei vostri voti che speriate arrivi al 51% il giorno delle elezioni.

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