“I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.”
DIAZ.
Con queste parole alle ore 12 del 4 novembre 1918 L’Italia usciva, devastata, dal primo conflitto mondiale. Quel comunicato con cui si annunciava l’esito vittorioso è ormai entrato nella memoria collettiva: da 89 anni è inciso sulle lapidi di tutti i nostri municipi, e il testo, fuso nel bronzo delle artiglierie catturate al nemico, è esposto in tutte le Caserme d’Italia.
Ancora oggi quindi si sente l’eco lontano di quanto quel conflitto segnò profondamente la storia d’Italia e del mondo. Perché un evento cosi devastante, con oltre 8.000.000 di sole perdite militari, ha prodotto in quarant’anni di storia del boardgame un numero ridicolo di giochi importanti e in 20 anni di storia di simulazione digitale (a turni), “Guns of August” e’ il primo gioco importante (salve qualche scenario non particolarmente brillante per giochi generici come steel panther e TOAW) ad occuparsi dell’argomento?
I giochi di simulazione non amano la prima guerra mondiale. Dal punto di vista operazionale sono quasi sempre battaglie molto statiche dove le difese passive sono estremamente paganti e gli scontri tattici spesso rappresentano feroci bagni di sangue contro posizioni immobili. Le battaglie di trincea diventano quindi poco divertenti per essere simulate. La simulazione di battaglia più giocata della prima guerra mondiale e’ lo scontro navale dello Jutland: il controllo dei mari e delle rotte di navigazione verso le colonie rivestì una grande importanza.
Cosa simula “guns of August”?
In calce alla recensione e’ stata aggiunta un’appendice storica che risponde alla domanda in modo approfondito. Chi avesse lacune storiche potrà utilizzarla per capire il difficile contesto storico che Guns of August va a modellare: una guerra di logoramento economico, la corsa alle tecnologie, l’estrema attenzione nell’uso della logistica, l’interdizione navale delle rotte economiche, ed anche i molti aspetti di diplomazia politica che permise agli alleati di aprire altri fronti come quello italiano.
Questo gioco è una simulazione a livello strategico ma l’aspetto militare mantiene un ruolo principale. L’aspetto bellico si astrae moltissimo al punto che le unità di artiglieria non rappresentano corpi o divisioni ma, astrattamente, un certo numero di bocche da fuoco di grosso calibro. Il fronte italiano, con oltre un 1.000.000 di morti, si estende per non più di 4 esagoni e gli sforzi italiani che misero in ginocchio una nazione hanno come obiettivo la conquista di 2 esagoni (tale e’ la distanza che sulla mappa separa Venezia da Trieste che diventano quasi 3 se conteggiamo l’Istria). Battaglie come la Marna, capaci di produrre 50.000 morti al giorno, saranno scontri fra poche decine di pezzi (ogni punto di forza corrisponde a circa 2000 unità combattenti ed alcune unità possono rappresentare anche 55.000 uomini.).
Quindi, Guns of August riprende non solo il nome del vecchio, mitico gioco (boardgame) degli anni ’70 dell’Avalon Hill. Modella esattamente lo stesso soggetto (la prima guerra mondiale) allo stesso medesimo livello (gran strategico) con la stessa peculiarità di avere un livello di difficoltà molto contenuto (circa 4/10) per questo tipo di gioco (esempi: Heart of Iron (Computer games) e Third Reich (Board games)). Ma non fatevi ingannare dall’ “omonimia”. I Due giochi non hanno nulla in comune sotto il profilo del gameplay.
Il gioco è stato pensato e programmato da Frank Hunter, che vanta un curriculum di primissimo piano e la gestazione del gioco e’ stato molto più lunga della guerra che simula. Frank Hunter ha dichiarato sui forum Matrix che dei 6 lunghi anni di incubazione, oltre la metà sono stati spesi per la programmazione dell’intelligenza artificiale.
Le aspettative rispetto a questo gioco sono quindi elevatissime.
Questa recensione si riferisce alla versione 1.20 del gioco rilasciata i 27/11/07.
Nel giro di pochi mesi dalla pubblicazione del gioco sono state rilasciate già 2 patch che hanno apportato modifiche importanti. Da un po’ di tempo alla Matrix le nuove uscite hanno questa peculiarità: il gioco viene messo in vendita con un livello di definizione finale abbastanza basso.
Va comunque detto che il gioco fin dalla prima versione era giocabile, godibile e divertente e così sui forum si sono scatenate discussioni e suggerimenti che hanno inciso profondamente su quanto poi i programmatori hanno reso disponibile nelle successive patch.
Poter essere in qualche modo compartecipi tramite i forum delle caratteristiche finali del gioco e’ un fatto molto positivo anche se spesso, acquistando il gioco troppo presto, ci si trova di fronte a sbavature e problemi evitabilissimi. Imparato il meccanismo, starà a ciascun acquirente decidere se caricarsi l’onore e l’onore di acquistare il gioco appena uscito od aspettare qualche mese per giocare un prodotto maturo ed affidabile al 100%.