UN PO DI STORIA
Una recensione di un wargame non e’ un articolo di storia. Questo gioco però modella un evento generalmente alieno a molti wargamer e con caratteristiche uniche e molto particolari. Le righe che seguono tentano di spiegare gli aspetti che sono simulati nel gioco e NON rappresentano una rilettura completa del conflitto.
La prima guerra mondiale e’ un passaggio epocale verso la guerra come oggi noi la intendiamo. Alcuni elementi strategici estremamente moderni assunsero in quell’occasione un’importanza vitale.
La capillare diffusione delle armi a “canna rigata” permise di costruire artiglierie dai calibri fino ad allora impensabili e con gittate utili senza precedenti. Fucili e pistole aumentarono la precisione di tiro anche a grandi distanze e, grazie ai sistemi di retrocarica, migliorarono i ratei di fuoco. Le nuove tecnologie resero inoltre possibile la diffusione sistematica delle armi automatiche (mitragliatrici) e delle bombe a mano. A questi improvvisi, enormi, aumenti di efficienza delle armi da fuoco, già dalla guerra civile americana, si era scoperto che la più efficace ed efficiente difesa erano i trinceramenti scavati in terra.
Tutto questo rappresentava la fine della guerra come intesa fino ad allora. Ad un enorme aumento delle capacità di difesa non corrispondeva un adeguato aumento delle capacità offensive. Per rendere inefficaci gli attacchi alla baionetta effettuati ad ondate successive (la tecnica offensiva più diffusa) erano sufficienti pochi fucilieri trincerati, un paio di mitragliatrici ben appostate e qualche sbarramento di filo spinato.
Ad inizio del conflitto, gli stati maggiori erano in gran parte legati ai valori, agli ideali e alle dottrine militari divenuti improvvisamente obsoleti. L’illusione tedesca di una guerra di movimento in grado di raggiungere Parigi in pochi mesi svanì in fretta e il conflitto si trasformò in uno stallo militare. L’orrore della guerra di trincea divenne un gorgo senza fondo capace di divorare milioni di vite umane e di tonnellate di materiale bellico e logistico. L’anno successivo, con l’ingresso in guerra dell’Italia, le nostre illusioni di raccogliere facile gloria in quella che idealmente rappresentava l’ultima guerra del risorgimento italiano, si infranse con lo stesso devastante prezzo di vite umane.
Con un cosi evidente vantaggio delle tecniche difensive, pianificare un’offensiva diventava uno sforzo logistico enorme. Bisognava far affluire al fronte truppe in quantità fino a pochi anni prima impensabili, fornire loro la logistica, ed alimentare lunghi bombardamenti preventivi di artiglieria. Nel caso piuttosto raro che si riuscisse ad avanzare, dovevano poi essere forniti immediati supporti alla difesa delle posizioni appena conquistate. Quando possibile infatti i contrattacchi venivano portati celermente per evitare di concedere il tempo di consolidare nelle difese i reparti attaccanti immancabilmente disorganizzati e dissanguati.
Anche sul fronte economico-logistico erano molte le novità strategiche. Le industrie europee erano ormai mature e potevano produrre una quantità senza precedenti di materiale bellico in grado di raggiungere il fronte in modo rapido attraverso le prime efficienti dorsali ferroviarie. Gli eserciti non disponevano di armi capaci di offendere la produzione e la logistica nemica e cosi la guerra di trincea nella sua esasperante staticità finiva per assorbire e distruggere questi fattori produttivi senza però riuscire quasi mai a produrre vittorie militari sul campo.
Le capacita di resistenza delle macchine belliche alle spalle del fronte assunse così un ruolo dominante sulle sorti del conflitto. Fu quindi una guerra di logoramento dove l’affaticamento del sistema produttivo fu più importante del turnover al fronte. L’esempio più eclatante fu certamente Caporetto, da dove l’esercito italiano uscì massacrato nei mezzi e nel morale. Nel breve volgere di un anno l’esercito Italiano a Vittorio Veneto consegui una vittoria netta e definitiva. L’economia Italiana, totalmente dedicata a quel fronte di poche centinaia di km, fu in grado di reagire alla disfatta mentre l’economia degli imperi centrali, impegnata su più fronti, non potè giovarsi di quella netta vittoria militare.
Se la scintilla che fece scoppiare la guerra fu l’attentato di Sarajevo, le vere cause del conflitto furono le dispute per le ricche colonie. Esse rivestivano un’importanza fondamentale (reale o potenziale) nei PIL di tutti le grandi potenze coinvolte. L’esempio più eclatante era l’Inghilterra che senza l’enorme apporto delle colonie non era in grado neppure di garantire il cibo ai sudditi di Sua maestà. Strettamente associate alle colonie, vi era il controllo del mare e delle rotte di navigazione. Le marine Civili e Militari svolsero un ruolo di protagonisti. Anche i debuttanti sommergibili assunsero un ruolo importantissimo nel loro perenne tentativo di intercettare trasporti militari e civili. In Francia, nel 1917, alcune devastanti offensive di terra furono portate nel tentativo di togliere ai tedeschi il controllo di alcuni porti Belgi. Centinaia di migliaia di fanti morirono per contendersi l’obiettivo strategico di rendere meno facile l’uso dei sommergibili.
Se le truppe in trincea subivano perdite feroci per conquistare e perdere qualche metro e le economie erano impegnate in un lento e progressivo logoramento, la ricerca e lo sviluppo fu invece per molti aspetti molto vivace. Quando gli eserciti si accorsero delle difficoltà per uscire dallo stallo cercarono nuove soluzioni.
Col passare degli anni l’ingegneria venne applicata alle trincee e rese possibile trasformare semplici buche in più sofisticate roccaforti in grado di sopportare gli urti dei grossi calibri d’artiglieria. A loro volta le artiglierie aumentarono calibri e gittata, i proiettili aumentarono di efficienza.
La più eclatante e la più tristemente nota delle tecnologie fu quella dell’uso dei gas. Ad inizio guerra era poco di più che un’ipotesi ma poi i gas vennero usati con tecnologie sempre più sofisticate. Il primo utilizzo sul fronte Italiano fu quello del 29 giugno 1916, sul monte san Michele (si trattava di una mistura di cloro e fosgene). La tecnica utilizzata per diffonderlo fu sostanzialmente quella di attendere “il vento a favore” (con pesanti perdite anche tra gli ungheresi che lo immisero nell’aria). Soltanto 16 mesi dopo, a Caporetto, si fece uso di lanciarazzi con gittate utili di 2 km che diffusero gas diversi e più letali. Le maschere antigas anch’esse in pochi mesi subirono un’evoluzione consistente. Purtroppo per gli italiani al progresso tecnologico delle maschere non seguì un altrettante capillare diffusione ed addestramento all’uso.
Negli ultimi anni di guerra l’uso di gas fu sistematico e diffuso per quasi tutti i belligeranti.
Altre importanti innovazioni vennero portate nelle tecniche di assalto. Preso atto che le ondate successive di attacchi alla baionetta erano pressoché inutili, si cominciarono a perfezionare tecniche preparatorie. Per l’Italia, il primo inutile tentativo fu l’introduzione delle famigerate “Corazze Farina”. Armature dalle sembianze medioevali, nella sola teoria proteggevano dai proiettili nemici per permettere di arrivare a recidere i fili spinati della terra di nessuno. Poi verso la fine della guerra tutti gli eserciti impararono ad apprezzare l’azione silenziosa di truppe molto agili e ben addestrate in grado di neutralizzare filo spinato o posizioni nemiche particolarmente pericolose. Nacquero cosi gli antenati dei primi corpi speciali che in Italia presero il nome di “Arditi” che conseguirono nel 1918 parecchi brillanti successi.
A fine guerra si introdusse (non sul fronte italiano) anche un altro nuovo strumento di assalto cosi sconvolgete che cambierà completamente il modo di intendere la guerra. L’uso dei “Tanks”, i primi mezzi corazzati della storia, ebbero un loro ruolo militare ed anche psicologico. Tale nome del tutto inappropriato (taniche) e’ ancora oggi spesso utilizzato per indicare i mezzi corazzati e deriva dal fatto che furono trasportati a mezzo treno al fronte e, per mantenere la totale segretezza, furono mascherati da scorte di carburante. cosi per evitare di riferirsi ai carri in modo esplicito, chi conosceva il segreto cominciò a chiamare “tanks” questi pachidermi d’acciaio. Anche i tedeschi ebbero modo e tempo di costruire alcuni carri ma essi non furono mai prodotti in numero sufficiente per poter incidere sul conflitto.
Ultime ma non ultime, le aviazioni militari. Questi Corpi specialistici iniziarono la guerra senza un ruolo preciso, con organici ridotti e con aerei pressoché incapaci di combattere. Progressivamente aumentarono considerevolmente l’efficienza: Nel luglio del 1917 lo Sopwith Camel, (famoso per essere l’aereo con cui Snoopy di Charlie Brown ingaggia da sempre immaginari duelli con il barone rosso) montavano per la prima volta mitragliatrici sincronizzate con l’elica e un anno dopo (1918) i primi aerei monoplano comparvero nei cieli. Nacque cosi l’aviazione militare, che ancora non era in grado di giocare un ruolo strategico determinante ma che seppe presto ritagliarsi ruoli di interdizione e di ricognizione.
Quando possibile questa recensione ha fatto riferimento ai fatti del fronte italiano. Contando poco oltre il 10% del totale dei caduti, questo teatro di operazioni fu certamente secondario. Si sviluppò su una linea del fronte molto ridotta (dalle Dolomiti al mar adriatico), e i suoi principali protagonisti furono gli eserciti che possiamo definire “minori” (italiano ed austrungarico). Spesso poi gli scontri si svolsero su terreni particolarmente difficili rendendo per certi versi questo fronte diverso da tutti gli altri. Ciononostante, le vicende del nostro esercito erano in grado di mostrare comunque gran parte delle peculiarità di quel conflitto.
Si e’ deciso così di rendere questo piccolo omaggio ai nostri nonni e bisnonni, senza retoriche e nazionalismi di sorta.
Chi scrive ebbe un nonno arruolato nel 1917 nel Regio Esercito Italiano e l’altro nonno che combatteva quale sergente di fanteria nell’esercito austriaco. Forse, da qualche parte sul Carso, si spararono addosso inconsapevoli che un giorno sarebbero divenuti consuoceri!!
Guns of August
– 24.01.2008