La semplificazione delle operazioni più semplici non conduce ad una perdita di dettaglio, come spesso invece accade per altri giochi: possiamo sempre gestire manualmente le nostre unità quando la situazione lo richiede, e anche i gruppi prestabiliti all’inizio della missione possono essere suddivisi e ricomposti a piacere attraverso apposite funzioni.
In buona parte delle missioni avrete solo una vaga idea di dove si trovi il nemico e quale siano le forze a sua disposizione. Il vostro compito sarà quello di individuare il nemico prima che lui rilevi le vostre forze, una posizione di estremo vantaggio in caso di combattimento. A tale scopo dovrete utilizzare al meglio le vostre unità, tenuto conto che, come accennato in precedenza, ogni metodo di rilevamento attivo utilizzato (radar, sonar attivi ecc) vi espone alla possibilità di un’individuazione passiva da parte del nemico. La ripetibilità delle missioni è ottima: spesso e volentieri la posizione di partenza delle proprie forze e di quelle nemiche è variabile (entro certi parametri stabiliti dall’autore dello scenario). Anche il numero delle forze a disposizione può essere variabile, dato che nello scenario editor è possibile impostare una probabilità di inclusione nella missione di una specifica unità o di un gruppo.
L’impressione che ho avuto sull’intelligenza artificiale è, come spesso accade, duplice: in alcuni casi è riuscita a sorprendermi, in altri si è comportata in maniera molto anomala per i parametri umani. Ad esempio, con una pattuglia di due Su-27 ho intercettato un gruppo di 6 Harrier II diretti verso un gruppo navale sovietico. Sfruttando l’assoluta superiorità dei caccia della Sukhoi, ho lanciato i miei missili a lungo raggio contro gli aerei nemici. Questi hanno continuato imperterriti il loro avvicinamento alle mie navi senza accorgersi di nulla invece di – realisticamente – darsela a gambe a tutta birra. Il risultato è che sono stati abbattuti uno ad uno senza troppi problemi.
In generale va comunque detto che, se lo scenario è bilanciato, l’IA fa il suo dovere e che il team di sviluppo di HCE continua a lavorare sia sul database che sul gioco per apportare miglioramenti, ma ovviamente non ci si può aspettare dall’IA l’imprevedibilità e l’astuzia di un giocatore umano. A questo proposito va sottolineata una grossa pecca del gioco, ovvero l’assenza di una modalità multigiocatore. Se questa limitazione poteva ancora essere accettabile una decina di anni fa, oggi è un difetto quasi imperdonabile.
Il gioco contiene anche un potente editor di missioni e di piattaforme. E’ possibile, in maniera molto intuitiva e con pochi click del mouse, creare la propria missione senza troppe difficoltà oppure andare a modificare le caratteristiche delle unità esistenti (tramite MS Access).
In conclusione, si può dire che HCE è un gioco rivolto a tutti coloro che amano la sostanza e non badano troppo alla forma. Se volete impressionare gli amici con scene hollywoodiane in computergrafica, esplosioni ed effetti speciali, avete sbagliato gioco: in Harpoon per la maggior parte del tempo guarderete un monitor popolato da iconcine blu o rosse con un livello grafico e sonoro degno di un 486. Se però riuscite ad andare oltre questo aspetto superficiale, vi troverete di fronte un gioco estremamente valido, che può contare su una ventina d’anni di sviluppo e le cui basi si fondano su un regolamento di successo e ampiamente testato. Le regole di Harpoon sono infatti relativamente semplici, ma riescono appieno a riprodurre in maniera realistica i problemi a cui si trova di fronte un moderno ammiraglio. Il database è un altro punto di forza del gioco: al suo interno troverete moltissime informazioni sulle unità aeree, navali e sottomarine di buona parte dei Paesi del globo. Già solo per la quantità di informazioni che vi verranno messe a disposizione, il titolo merita il prezzo d’acquisto.Non mancano i difetti: estetica a parte, l’assenza del multiplayer è sicuramente l’aspetto negativo più grave. C’è da dire che la quantità di scenari a disposizione è immensa e che quindi il gioco non vi annoierà in fretta, ma sicuramente la possibilità di giocare contro un altro essere umano non potrebbe che essere gradita. Non esiste una vera e propria “campagna” ma solo missioni singole. E’ vero che in alcuni battleset le missioni sono organizzate secondo una sorta di “trama”, ma rimangono l’una indipendente dall’altra (gli effetti di una missione non influenzano il risultato delle altre) e giocabili secondo l’ordine che vuole il giocatore. Sono presenti limitazioni anche forti nel gioco, come ad esempio il fatto che tutte le unità della stessa fazione siano costantemente “in contatto” fra loro ed abbiano le stesse informazioni: se rilevo un gruppo navale nemico con un ricognitore anche il mio sottomarino che opera nelle profondità dell’oceano saprà immediatamente la cosa. Per poter dare un giudizio finale, occorre in ultima cosa confrontare il gioco con titoli simili. Me ne vengono in mente solo due, Jane’s Fleet Command e Global Conflict Blue. Il primo è un gioco dall’impostazione molto arcade, con buona grafica (per l’epoca) ma decisamente scarsa sostanza, per cui il paragone con un “mostro sacro” come Harpoon sarebbe a dir poco impietoso. Il secondo titolo è sviluppato secondo il modello dell’open source e promette molto bene. La prima versione di GCB però non ha mai raggiunto una fase di maturità e presentava limitazioni e bug evidenti nell’interfaccia, oltre ad un numero limitatissimo di missioni. E’ recentemente uscita una seconda versione che dovrebbe ovviare ai problemi del primo, ma siamo ancora in fase di beta, quindi almeno per ora non è possibile fare un paragone significativo. Viene infine naturale chiedersi se convenga per chi possiede una vecchia versione di Harpoon sborsare circa 30 euro per procurarsi la versione più aggiornata. Rispetto ai suoi predecessori, HCE vanta un nuovo battleset (il westpac), una IA migliorata, la correzione di parecchi bug e alcune migliorie nella gestione degli aerei e dei sensori. Interessante inoltre l’introduzione di nuovi elementi quali un primitivo supporto alle unità di terra e l’introduzione delle unità neutrali. Queste ultime aggiunte tuttavia le troviamo soltanto nelle nuove missioni appositamente create per HCE, che attualmente sono solo 9 e tutte contenute nel nuovo battleset. Se avete già un titolo della serie, non aspettatevi quindi novità rivoluzionarie, ma semplicemente un aggiornamento. In conclusione, se non avete mai provato la serie e vi interessa la guerra aeronavale moderna, il mio consiglio è di non lasciarvi scappare questo titolo. Harpoon è un grande classico che, nonostante gli anni e lo scarso appeal estetico, resta decisamente insuperato in termini di profondità ed esperienza di gioco. Come giustamente recita un detto che circola fra i fan, “gli altri giochi passano, Harpoon resta”.
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