Risolti i combattimenti eccoci ripiombare in soluzioni tipiche della storia dei wargames.
Come già dai tempi dei capolavori della SPI, alcune unità possono muovere dopo il combattimento, una soluzione vecchia come il boardgame ma che da sempre garantisce una buona simulazione delle capacità di infiltrazione delle unità meccanizzate oltre le linee nemiche.
Ancora una volta alla evidente ortodossia verso i classici del boardgame, il sistema di gioco utilizza il computer per aggiungere altre complicate e sofisticate regole, come “ritirate ed inseguimenti”, attacchi che prevengono la ritirata del nemico e cosi via.
Non vi è dubbio che se fosse un boardgame il livello di difficoltà di MDE sarebbe davvero molto elevato. Il computer ci aiuta a gestire tutte le regole con semplicità, ma le difficoltà oggettive di essere padrone di ogni sfumatura del gioco sono le medesime di un gioco da tavolo. Giocare bene a MDE è davvero difficile.
Anche le condizioni di vittoria sono tradizionali quanto sofisticate. Come ogni boardgame tradizionale città (e pozzi di petrolio) sono obiettivi da raggiungere, e il loro possesso alla fine del gioco garantisce una discreta quantità di punti vittoria. Le perdite inflitte e subite influiscono anch’esse sulla valutazione delle performance. Alla fine il risultato viene comparato con i risultati storici dell’evento simulato e l’esito determina il vincitore del gioco.
Bottom Line
Cosa dire di un gioco che prevede di poter usare reparti specializzati di sciatori (con relative regole e modificatori) in una simulazione delle guerre del medio oriente? Con quali parametri si può giudicare un produttore che utilizza con convinzione la stampa a colori su cartoncino come efficace arma antipirateria?
(Alla faccia dei drm di ultima generazione, Ron Dockal -vero e proprio “deus ex machina” della Schwerpunkt games- ammette sui forum che questa è la strategia antipirateria scelta e pertanto queste stampe non sono disponibili on line in formato digitale) .
MDE è un prodotto totalmente atipico non giudicabile secondo i tradizionali canoni di giudizio.
Il gioco e’ ampiamente sotto la sufficienza in termini di interfaccia. In tema di “game experience” a volte è difficile distinguere tra eleganza della tradizione del boardgaming e il vecchio stantio delle meccaniche anni 70/80 da tempo abbandonate anche dai boardgames stessi.
Però, unico caso nei giochi per computer, il solo possesso del manufatto (alla fine di questo si tratta) può dare al collezionista e all’appassionato un forte appagamento. Simula battaglie spesso dimenticate dal wargaming (guerra Iran- Iraq o la prima guerra arabo israeliana del 48) e risulta comunque un ottimo prodotto anche su altri temi, dove regge la concorrenza di giochi “specializzati” su altri teatri più battuti dai wargame tradizionali, come la Guerra dei 6 Giorni o la guerra dello Yom Kippur (1973).
Per scala di gioco ha un diretto concorrente in ”The operational art of war”, che è nettamente superiore per interfaccia ed usabilità. Sarà la mia formazione classica in fatto di wargames, ma il motore di gioco di MDE è nettamente più sofisticato e completo degli standard proposti da TOAW.