Anche i movimento delle unità vengono evidenziati sulla mappa tattica, mostrandoci se l’unità dovrà spostarsi tramite un trasporto, e quindi essere a rischio per eventuali attacchi aerei, o se lo spostamento avverrà direttamente, ma sarà meno ampio. Anche questo fattore ci fa capire che il gioco cerca di essere il più possibile user-friendly.
Ma più accessibile non significa meno impegnativo. Ed infatti, già a livello normale, il gioco mostra un certo grado di sfida. Dovremo infatti tener conto dei diversi valori d’attacco delle nostre unità e delle condizioni meteo durante la pianificazione delle nostre offensive. Tutte le unità hanno punti di forza e debolezza, e può accadere sovente di vedersi devastare un’unità a causa di una mossa sbagliata. Anche perché in quasi tutte le mappe trovano impiego anche unità aeree, che sono davvero letali contro unità isolate e senza difese antiaeree.
Durante l’inverno la mappa cambia dinamicamente e la neve rende più difficili gli spostamenti, ma una suddivisione dei terreni più dettagliata e orientata ad uno strategico operazionale non avrebbe guastato, rendendo il gioco un pelo più complicato, ma di sicuro, molto più profondo.
Strategia, estetica, ma il motore?
Come dicevamo, Panzer Corps è un gioco di tutto rispetto. La parte grafica è ben curata, le unità sono molto ben fatte e complessivamente non possiamo rimanerne delusi. L’interfaccia è pulita e l’insieme è quanto di più immediato si possa trovare per un titolo che vuole mettersi a metà strada tra i “nuovi arrivati” e i veterani. Ma ora dobbiamo parlare di quello che alla maggior parte degli utenti navigati interessa: l’intelligenza artificiale.
L’IA di Panzer Corps è buona. Le unità si muovono con intelligenza, però a tratti ho visto alcuni comportamenti che non mi sono piaciuti. Il primo è che troppo spesso le unità vengono arretrate prima che siano allo sbando. Anche questa è una strategia per carità, ma se a 3 turni dalla fine mi sposti le unità che si frapponevano tra me e la vittoria, è come se mi aprissi un’autostrada per la prossima mappa. Questo succede sia con le unità terrestri che con quelle aeree. Per carità, capita di rado e spesso e volentieri queste mosse sono frutto di una strategia di ripiegamento ben congegnata. Però a volte speravo di vedere il computer fare quella mossa “imprevista”, capace di capovolgere le sorti di un’offensiva sancendo la mia vittoria. Diciamo che di base la strategia dell’IA di Panzer Corps è votata al ripiegamento, che può dare i suoi frutti durante le fasi iniziali di una battaglia, ma che nelle sue fasi finali a volte può deludere i giocatori più esperti, che vogliono la sfida fino all’ultimo esagono.
Una piccola parentesi: bisogna dire che anche per il giocatore umano la preservazione delle proprie unità è davvero fondamentale. Un’unità danneggiata si può riparare, al prezzo di una parte dei suoi punti esperienza, guadagnati combattendo; un’unità distrutta deve essere rimpiazzata acquistandone un’altra da zero! A questo servono i punti prestigio, indicati in alto a destra: ad acquistare e a migliorare le unità. E’ perfino possibile dotare la fanteria di veicoli, o dotare un’unità di una versione più recente di equipaggiamento. Sembra che il computer sia stato programmato nel modo descritto proprio per preservare intatto il numero di unità in gioco, anche se a volte come ho detto farebbe meglio a ostacolarci fino in fondo.
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