oggi per la prima volta ho partecipato ad una manifestazione con ragazzi del collettivo sinistra per... insieme abbiamo marciato per pisa per manifestare contro la riforma universitaria, questa nuova pensata del governo berlusconi è il definitivo scacco matto alla scuola pubblica. E' stato molto bello soprattutto marciare insieme a ricercatori e professori, insieme con noi perchè anche loro direttamente coinvolti nella vicenda. Prendiamo il caso dell'università di Pisa (uno degli atenei più blasonati d'Italia), ogni anno gli entroiti di questa università erano 210.000.000€ circa (il cui 80% vola in stipendi tra professori, ricercatori, bidelli, tecnici ed altro personale solo il 20% va nella ricerca vera e propria) una cifra appena sufficiente per garantire gli standard minimi di efficienza. Fino ad oggi per legge solo 42.000.000€ corrispondevano agli entroiti dalle tasse universitarie, una somma abbastanza onesta visto l'enorme numero di alunni iscritti al mio stesso ateneo. Con la riforma in atto le università si trasformerebbero in fondazioni a diritto privato, questo significa che gli atenei potranno alzare la soglia delle iscrizioni a loro piacimento, "ovviamente" il governo ha pensato a tutto, infatti le universitarie potranno godrere direttamente dei finiziamenti delle imprese. (Parlo per Pisa) per quanto riguarda, ingegneria siamo tutti contenti. La Piaggio, le aziende chimiche di Santa Croce e delle zone portuali, le piccole aziende informatiche della regione garantiranno un afflusso monetario abbastanza sostenuto per mantenere alto il livello d'istruzione degli ingegneri, qui in toscana siamo abbastanza fortunati perchè si pensa che anche la facoltà di agraria riuscirà a sopravvivere. Ma le facoltà umanistiche, medicina, giurisprudenza, economia... che fine faranno? esistono aziende in grado di provare un minimo d'interesse per questi ambiti scientifici e non? NO! Saranno perciò costrette ad alzare le tasse universitarie che solamente i figli dell'abbienti potranno permettersele. E questa è solo la visione da parte dello studente, anche i ricercatori non se la passano tanto meglio (se si può affermare che prima stavano meglio). Le loro già precarie speranze di assunzione diminuiranno moltissimo quando verrà bloccato il turnover, per ogni 5 pensionamenti ci sarà solo 1 assunzione. Cosa dovremo fare noi giovani studenti? accettare un ritorno all'ancièn regime quando solo i nobili, e i ricchi potevano permettersi di acquisire uno dei più grandi poteri che è la conoscenza? Vorrei sapere cosa ne pensate tutti voi... e di aiutarmi a trovare una lato positivo della faccenda semmai c'è..
Sveglia!!! Data un'occhiata alle stime sul PIL italiano, al debito pubblico, al deficit di bilancio? Perchè con le tasse devo pagare l'istruzione alle facoltà umanistiche che come dici te non interessano a nessuno? Se non interessano a nessuno significa che non produrranno ricchezza per nessuno. E non mi venire a dire che tutti quelli laureati in facoltà umanistiche mettono la loro conoscenza al servizio dell'istruzione e dell'arte. Sai quante persone conosco che prendono queste facoltà come semplice parcheggio, perchè tanto o si fanno mantenere dal papi, o perchè perdono semplicemente tempo o finiranno a fare commessi in negozi, barman, lavori con attitudini economiche e giuridiche???? Solo a Roma è così?
Son daccordo ma iniziamo a tagliare ciò che è inutile e superfluo tipo qualcuno degli 8 ristoranti presenti nel parlamento italiano che sono gratuiti per i parlamentari Non producano ricchezza è vero, ma formano insegnanti che a loro volta formano le menti dei giovani, scrivono libri fantastici che valgano più di un film costosissimo di Hollywood... mi correggo producano una ricchezza ben più grande... la conoscenza questo che vuol dire? lasciamo perdere lo studio della storia tanto non serve a nessuno? buttiamo l'arte nel water che tanto non si può vendere... un paese come l'Italia che campa soprattutto grazie alla sua storia e alla sua bellezza artistica dovrebbe tenere molto in considerazione la formazione dei giovani che intendono seguire la carriera umanistica. E poi non credere i figli di papà si trovano pure ad ingegneria...
Il discorso non è sofisticato. Se devo investire in qualcosa, investo in qualcosa che mi porterà ricchezza e benessere, non in altro. Se il mercato non vuole studenti di Filosofia è perchè al mercato non servono. Il mondo ha sempre funzionato così, o almeno, da quando siamo nel Kali Yuga...
Si poi avvengono i crolli come quelli che viviamo adesso. C'è gente piena di soldi oppure con in mano le leve del potere che non sa un'emerita sega di come funziona il mondo e continua da decenni a fare gli stessi errori. Per ignoranza o per interesse, tanto conta il soldo come dici tu. Senza contare che un mondo di ignoranti è un mondo facile da controllare. Senza contare che le università mandano a puttane gran parte delle loro risorse speculando (spesso nel settore immobiliare). Senza contare che questi tagli sono dovuti alle operazioni di propaganda di Berlusca. @MEsse: è destino che non ci incontriamo mai
ah perchè adesso storia e arte non sono più importanti? io non voglio stare qua a discutere su cosa e meglio e cosa no, io all'università ci devo andare ancora e voglio diventare e diventerò professore d'università di storia , ma piccolo messe hai tutta la mia approvazione se ciò ti può anche minimamente confortare , e se non fosse che sono a 450 km a nord da voi sarei venuto anch'io per protestare contro questa ennesima procata del governo berlusca.
in sostanza si... credo che si voglia ricalcare il tipo di istruzione collegiale americana, per cui chi ha le possibilità può iscriversi a Yale, Harvard... chi non ce l'ha deve deve andare nelle università statali di serie B
Io dico solo che l'Italia mi fa ridere, tutti vogliono tutto. I dipendenti Alitalia vogliono continuare ad avere stipendi stratosferici senza fare un cazzo, c'è una ressa per un'impiego pubblico per ovvi motivi e così via... Poi però ci si lamenta se l'economia va male... Anche io voglio Università pubbliche migliori di Harvard, e non voglio più che la gente soffra la fame nel mondo, ma al contempo sono consapevole che se si hanno risorse limitate bisogna fare delle scelte, quella della riforma non mi sembra male.
lo stato ridimensionerà i propri finanziamenti a favore di un maggiore (e tutto da verificare) integrazione con fondi privati. partendo dal fatto che la cultura è sicuramente un investimento importante, bisogna però spingere un sistema ad una maggiore efficienza. Ci sono alcuni fattori produttivi che non sono appannaggio di un impresa, ma di un sistema territoriale, questi beni in sociologia economica vengono chiamati "beni competitivi territoriali", più un territorio è ricco di queste risorse di sistema, più è competitivo. Faccio un esempio, in qualunque indicatore di competitività c'è un fattore che viene spesso indicato come "qualità della vita", termine molto figo ma che vuol dire? Un indice alto è spesso influenzato dall'offerta di strutture mediche, da biblioteche, da scuole e da questo tipo di strutture. E' stata ampiamente verificata la correlazione tra la numerosità e la qualità di queste strutture è la capacità di un territorio di avere imprese competitive. Però il problema è che queste strutture hanno un costo diretto e un impatto positivo difficilmente quantificabile. E' interesse di un paese un minimo avanzato riuscire quindi a "produrre" medici, filosofi, psicologi e questo tipo di figure accanto a figure più appetibili sul mercato quali ingegneri, fisici, o altro. I problemi sono però due: 1. la formazione di queste figure costa ma poche imprese private sono disposte ad investirci 2. il numero necessario di questo numero di figure è un numero ampio ma non enorme. possibili risposte: 1.A) I fondi pubblici saranno indirizzati maggiormente alle facoltà umanistiche, mentre i fondi privati alle facoltà tecniche. 1.B) Si creano dei fondi di compensazione o si creano delle fondazioni in cui si raccolgono l'ammontare dei fondi che poi vengono ridistributi secondo il bisogno. Questo caso più interessante è però più complesso perchè alle imprese interessa finanziare un settore specifico e non tutta l'univesità, queso è un punto su cui si deve discutere, alcune cose esistono come ad esempio il coinvolgimento delle fondazioni bancarie nel finanziamento le quali hanno come preciso interesse lo sviluppo di un territorio e non la ricerca del profitto. 2. Sarà brutto, antidemocratico e liberticida, però penso che l'università debba essere una struttura profondamente elitaria. prima di venire ucciso, con elitaria intendo che debba essere aperta solo per le persone intelligenti, meritevoli e motivate, tradotto... numero chiuso. Mi spiace ma per molte figure professionali questa sta diventando una scelta obbligata, perchè è molto peggio diventare medico, per poi essere disoccupato o precario, piuttosto che essere respinto a 19 anni dalla facoltà di medicina, vedersi un sogno spezzato, per poi poter farsi un esame di coscienza e ripartire con un'altra strada che magari non ti farà essere dottore, ma almeno a trent'anni ti permetterà di avere una casa e una famiglia scusate la prolissità ps: poi una volta discuto anche sulle spese dell'università e sul costo di quelle strutture
con i tuoi soldi puoi fare ciò che desideri, lo stato può darti alcuni strumenti, sfortunatamente non possiamo permetterci di garantire l'eccellenza generalizzata. Tra l'altro non definirei UCLA, Berkeley o Virginia Tech come università di serie B...
Assolutamente no... erano le prime che mi erano venute in mente... e concordo pienamente con la tua visione dell'università... Numero chiuso per permettere un maggiore livello elitario... certo è che lasciano a desiderare anche i test di ammissione.. una mia amica è bocciata al test d'ammissione a medicina perchè non conosceva lo sponsor del Real Madrid (cultura generale viene equiparata a Chimica e Biologia in quel caso)
volere tutto no... basterebbe -ridurre le auto blu a livelli decenti (ne abbiamo circa 600.000, per fare un paragone gli U.S.A. ne hanno circa 300.000) -perseguire gli evasori fiscali (e non parlo del poveraccio che evade i 100 € a fine anno, ma dell'avvocato\notaio\dottore\ingegnere che fattura un ventesimo di quello che prende in realtà e il resto lo mette all'estero) -ridurre i vantaggi dei politici (rimborsi di viaggio, ristoranti e servizi non essenziali del parlamento) -ridurre il parlamento a un numero ragionevole di individui e ridurre gli stipendi, di modo che i suddetti padri della patria non si pappino quei 20.000 euro al mese, netti... -perseguire seriamente i colpevoli di bancarotta fraudolenta (ne ho visto giusto uno oggi a striscia la notizia... è un sindaco della zona lecco che ha truffato una ancora_non_nata azienda sarda, dichiarando fallimento giusto due giorni dopo il pagamento dei 12.000 € necessari a spese amministrative\burocratiche\di_non_meglio_precisata_specie ) e via dicendo... sicuramente il buco nelle finanze italiane non sono i soldi destinati all'istruzione, sono solo il montone sacrificale a cui staccare una gamba alla volta quando c'è carestia
Esatto... per pagare la propagandata abolizione dell'ICI si tagliano i finanziamenti ad un'istituzione storica come l'università italiana. Mettiamola sotto un'altro aspetto: ci sono città intere (Pisa è un ottimo esempio) la cui economia è in buona parte sostenuta dagli studenti universitari e dagli indotti vari. Se le tasse universitarie schizzano in alto (inevitabile in caso di privatizzazione) gli studenti (specie fuorisede) crolleranno. Altro aspetto: chiunque pensi che una privatizzazione porterà ad una maggiore "selezione" degli studenti si sbaglia alla grande. Lo scopo rimarrà quello di attirare più studenti possibile quindi, casomai, per invogliare gente a entrare nonostante i prezzi aumentati i test di ingresso verranno ulteriormente semplificati o aboliti. Non solo, le università diventeranno come quelle scuole private in cui "basta pagare", altro che maggiore qualità.
Io invece sono d'accordo con la riforma...la società e la ricchezza delle famiglie in genere viene tramandata di padre in figlio da sempre,non cè niente di sbagliato o ingiusto se alcuni hanno più soldi degli altri perchè sono nati in una determinata condizione e possono permettersi università migliori. Una società che vuole essere produttiva,avanzata,ricca, necessita di università private, accanto a quelle statali chiaramnete,che siano costose(e che possano permettersi quindi i migliori docenti) e che formino le figure che "dovrebbero" guidare i settori alti della politica,delle grandi imprese,banche etc(pensiamo alla silicon valley negli USA dove cè uno stretto rapporto tra imprese e università)...Solo così è possibile garantire il ricambio e la continuità di tutto il tessuto produttivo ed economico in un determinato ambito territoriale.
Seguendo il tuo ragionamento il mio destino è essere o operaio o impiegato, posso avere le capacità di Fermi ma visto che mio padre è un semplice operaio e mia madre un'impiegata postale, il mio destino sarà in uno dei due ambiti lavorativi. Mentre il figlio di un ingegnere magari incompetente potrà permettersi anche se privo di ogni qualità di calcare le ombre paterne perchè "non c'è niente di sbagliato". In pratica tu stai dicendo di azzerare ogni forma di diritto del cittadino, mi pare di capire che la tua immagine del potere sia come una stanza a compartimenti stagni dove non si può entrare nè uscire... al quanto aristocratica-autorachica come visione... l'aristocrazia e i suoi diritti feudali sono caduti dal 1789. PS: Non sempre più costoso è sinonimo di migliore
Capisco. Però l'università non è un prodotto. Certamente ultimamente i diversi atenei, sia pubblici sia privati, si sono un pò troppo svenduti, cercando di essere trendy e fare corsi fighi per attirare più studenti. Peccato che l'istruzione non è un prodotto ma un percorso, quindi la cernita iniziale è necessaria per formare persone minimamente utili al sistema produttivo, altrimenti continuiamo ad alimentare un sistema che forma figure non necessarie. Inizio giusto, fine sbagliata. Certamente un paese ha bisogno di una """classe""" dirigente istruita nel modo migliore possibile. Peccato che il censo non è sempre legato all'intelligenza, quindi che cavolo vuol dire che il figlio del ricco debba andare necessariamente nell'università migliore? molto meglio che la persona più dotata venga scelta e formata, un pò come in francia accade con i Politecnique o le Ecole Superior. Poi se uno ha i soldi e vuole andare ugualmente anche se stupido all'università figherrima fai pure, però il censo non dve essere l'unico discrimine no, ma spesso più costoso, nella formazione è sinonimo di migliore. Quindi certamente esistono le eccellenze pubbliche, però alle volte i fondi di tante università private, permettono di fare cose che all'università pubblica non è possibile fare. Se avessi un figlio e dovessi consigliarlo tra due università di economia a milano, anche se sono schifosi fighetti lo consiglierei di andare alla bocconi, perchè le opportunità offerte allo studente sono triple rispetto alla statale che pure ha ottimi professori (anche se i più innovativi e interessanti, insegnano dall'altra parte)