PROLOGO Mar Morto, anno domini 633. Ero in pieno deserto e stavo morendo; il mio cavallo lo avevo lasciato agli avvoltoi 4 giorni prima, la mia armatura, abbandonata al calore del sole.Fu a quel punto che tra le dune scorsi lontano 4 cavalieri, pensavo fossero Lakmidi, i tirapiedi dei Persiani venuti a giocare con la loro preda, ma mi sbagliavo....erano Arabi, i predoni del deserto..... Di solito noi Romaioi appena catturiamo uno dei loro guerieri lo giustiziamo come un volgare bandito, ma essi mi diedero da bere e mi condussero nella tenda del loro comandante : fu così che conobbi Abu Bakr.Subito i suoi servitori mi vestirono e saziarono, ed esso mi fece visitare l' intero campo dei suoi silenti guerieri annunciandomi che lui era il successore di un tal profeta e che in suo nome presto avrebbe fatto conoscere a i miei fratelli infedeli il verbo di Allah e che le pianure della Palestina presto si sarebbere arrossate di sangue come il cielo al crepuscolo....Che ironia: ero solo, prigioniero, a molte leghe da Gerusalemme ed in compagnia dei miei nemici.... La spada dell' Islam Per mesi e mesi si è combattuto attorno al Mar Morto; la cavalleria araba è abilissima nelle scaramucce e troppo agile per essere imprigionata in qualche accerchiamento dalle lente legioni di Bisanzio, ma l' esercito bizantino al completo con tanto di imperatore Eraclio in testa love era troppo potente per essere sfidato in una battaglia risolutiva Ma grazie ad Allah, come dice il mio illustre carceriere, la sorte sblocca la situazione: con l' egitto e l' illirico in rivolta ( e poi secessionisti ) e continue rivolte in Palestina e nel caucaso l' esercito imperiale si dissolve come neve al sole e tutta la fascia costiera da Gaza sino ad Antioca viene occupata, mentre la furente cavalleria del califfo insegue le armate sbandate sino in Anatolia dove trova negli insorti armeni dei validi alleati.Ormai la guerra diventa una grande cavalcata verso il mare Egeo fino a che, ad ottobre dell' anno domini 635, La Mia Città,Costantinopoli,Regina di tutte le altre, ci apparve al di là dello stretto, sorvegliata dall' invincibile flotta bizantina; Abu Bakr, La Spada dell' Islam, che non aveva mai visto il mare nè tantomeno una città talmente splendida, si commosse e, togliendosi l' elmo, si inginocchiò seguito da undicimila beduini, e cantando pregò:-Allah Akbar!!!Dio è grande!!!-
Bello........continua così in modalità racconto.....così almeno sarà diverso da un classico AAR PS. Giochi a Aetas Tenebrarum no?
bel post e bella anche la tua idea! se qualche storico vedesse il nostro forum scambierebbe i nostri AAR per veri e prorpi racconti!
E il bello è che l' ho pure riletto non ditelo alla mia maestra delle elementari che se no mi crocifigge in sala mensa come monito agli altri scolari
PERSIA Bisanzio uscì prostrata dalla guerra: ora la bandiera verde del profeta sventolava su Damasco, la nuova capitale del neonato impero.Avevo sempre pensato che gli interessi degli Arabi si limitassero solo alla guerra e alle razzie ma mi sbagliavo: furono aperte scuole di pensiero, templi e alla sua corte di Damasco Abu Bakr incoraggiava dotti greci e siriani e la classe dirigente autoctona ad entrare al suo servizio e i risultati non si fecero attendere: l’ intero Medio Oriente abbracciò la nuova religione islamica mentre ora i nomadi del deserto portavano vesti di seta e le loro tende erano fatte di pietra e marmo e da un’ accozzaglia di tribù semi-barbare nacque il califfato… Ora lo sguardo di Abu Bakr volgeva verso il ricco Egitto : ma quando le armate arabe avevano appena forzato i passi del Sinai , giunse tutto trafelato un messaggero che annunciò al califfo di non ricercare il nemico ad Occidente in quanto esso incombeva in Oriente; i Sassanidi infatti, approfittando della guerra nel lontano Egitto avevano varcato l’ Eufrate , mentre le loro spie avevano fomentato le rivolte tra le tribù Yemenite e dell’ Oman. Con un rapido dietro front l’ esercito del califfo ( fortunatamente è solo formato da cavalleria ) riportò l’ ordine in Arabia : fu la prima volta che vidi Abu Bakr nel pieno della sua collera, come potevano i propri fratelli di sangue e di fede arrivare ad un tal tradimento ? Interi villaggi furono messi a ferro e a fuoco mentre per chi veniva catturato non vi era quartiere. Chiuso il fronte a Sud, come il vento del deserto , la cavalleria araba risalì velocemente l’ Iraq sgominando i drappelli persiani che si erano sparpagliati per il territorio.Lo scontro decisivo avvenne presso Agbatana dove vi erano radunati 30'000 Sassanidi. Ancora una volta l’ impeto delle cariche della cavalleria beduina fu inarrestabile e lo stesso Scià cadde in battaglia. La Mesopotamia cadde in mano Araba ; ma ciò non fu abbastanza per Abu Bakr: gli infidi Persiani che per secoli avevano umiliato e vessato l’ Arabia meritavano una punizione ben più dura , così, appena fu scaduta la tregua , l’ altopiano iranico venne nuovamente invaso, Fars , la capitale nemica, fu conquistata mentre a Ctesifonte il Tempio del Fuoco , simbolo del paganesimo nemico , venne dato alle fiamme. Il glorioso impero di Dario e di Serse fu confinato alla Parthia e reso l’ ombra di se stesso. Raggiante, Abu Bakr , il califfo vittorioso, mi sciolse del vincolo della prigionia e mi concesse di tornare presso la mia patria che ormai non vedevo da 6 anni ; tuttavia con suo imenso stupore, rifiutai e decisi di rimanere e di continuare ad essere testimone di questa grande avventura….
Wow ottima narrazzione e mi raccomando risali la spagna e sconfiggi i franchi a Poiters così dilagherai in Europa
Mi sà che continuerò la narrazione per via ereditaria , anche perchè la pista del Graal è un po' inverosimile
è un po fftopic: ma te lo chiedo lo stesso come te la cavi con i temi scolastici? no perchè sei bravissimo a narrare!
Dai se una cosa mi prende la faccio bene , ma come tutti i comuni mortali nei temi a scuola vengo inesorabilmente piallato dalle solite compagne di classe precisine, secchie e esibizioniste
Complimenti, bell'AAR. Ma l'incipit...l'hai preso dall'incipit della Campagna di Saladino di AoE2, vero? *_*
LA VIA CHE CONDUCE IN OCCIDENTE La Persia e soprattutto la Mesopotamia, è sempre stata considerata una regione tra le più ricche e felici dell’ intero Oriente: la fertilità della terra dovuta alla presenza dei 2 possenti fiumi, il Tigri e l’ Eufrate, provoca un surplus di risorse che vengono assorbite dalle fiorenti e popolose città di mercanti ed artigiani, rotte carovaniere provenienti da lontani regni attraversano la regione importando spezie, tessuti e beni di lusso mentre le fiere popolazioni dell’ altopiano iranico offrono un importante serbatoi o di forti guerrieri sia a cavallo che appiedati. – La Persia vale quattro Palestine- ripeteva Abu Bakr. Di fatti con questa conquista il califfato da pericoloso vicino divenne la potenza egemone dell’ intero Oriente che non temeva né uno stravolto Impero d’ Oriente, ridotto all’ Anatolia e alla Grecia, né il fantasma dell’ Impero Sassanide che si aggirava nell’ ombra dei monti attorno a Samarcanda : finalmente il califfo poteva rivolgersi a una questione che aveva tanto rimandato, l’ Egitto , la chiave del Mediterraneo…. Questa volta chiesi ad Abu Bakr una scimitarra e un cavallo: volevo anch’ io combattere contro i traditori Egiziani, che alla prima occasione avevano abiurato ogni legame con la madre patria Bisanzio massacrando il loro governatore e tutta la sua famiglia con sassi e bastoni come un volgare ladro o adultero e in più avevano rigettato la buona novella del Nazareno ritornando a venerare idoli dalla testa animalesca e luciferina…..questa guerra non era solo Araba ma anche mia personale…. Ci vollero tre lunghi anni per piegare questi fanatici pagani: le armate egizie erano addestrate e numerose mentre l’ oro aveva convinto le tribù della lontana Etiopia ad attraversare in massa il mar Rosso, ora chiamato così anche di fatto, mentre le fortificazioni di Pelusio precludevano alla cavalleria araba ogni possibilità di manovrare nelle pianure nilotiche. Fortunatamente il costante flusso di rifornimenti e di uomini dalla Persia fu determinante: un nuovo esercito fu creato e spazzò via gli invasori abissini a Mocha, poi, a tappe forzate, ricongiungendosi all’ esercito del califfo a Pelusio fu decisivo nello sconfiggere l ‘ Armata del Nilo: il Delta fu conquistato in un bagno di sangue. Tre anni di privazioni, lontano da casa accesero nei guerrieri dell’ Islam un furore quasi fanatico e non ci fu città che non venne risparmiata dai saccheggi; ma Abu Bakr non era un brigante né uno stolto : non poteva lasciare agli sconfitti il tempo per riorganizzarsi e fu così che al cupo rintocco dei tamburi di pelle di cammello la cavalleria beduina ( a cui si erano aggiunti degli insorti Mori provenienti dalla Libia) si volse a Sud verso le Piramidi. Uno spettacolo inimmaginabile si presentava ai miei occhi: la sola mole delle tre costruzioni a forma piramidale era già una visione molto suggestiva ma il deserto trasformato in giardino dalle bandiere verdi del Profeta avrebbe fatto gelare il sangue a qualsiasi nemico; l’ esercito egiziano attendeva rassegnato il proprio cupo destino….-Allah Akbar!!!- fu il possente grido di migliaia di voci e migliaia di spade scintillarono tutte insieme al sole come tante stelle mentre come antichi Dei della guerra gli Arabi cavalcavano verso la battaglia…..non un egiziano sopravvisse alla giornata…. -Allah è davvero grande, amico mio…- mi disse raggiante il califfo, di nuovo vittorioso, mentre entrava ad Alessandria a reclamare la sua sovranità : l’ intero Egitto fu sottomesso mentre tutte le tribù dalla Nubia fino alla Somalia giurarono fedeltà al califfato, - Si- dissi io –Allah è veramente grande!-