INIZIA LA SFIDA 13 giorni dopo la creazioni di Vichy il presidente decide di dichiararli guerra, perché il loro capo di stato/dittatore (così il nostro presidente la definito) gli fece una pernacchia alla fine di un viaggio diplomatico in Francia. Il presidente decide di fare un discorso a grande stile, chiama tutti i siamesi in piazza e dal suo balcone si affacci e inizia a imprecare:”chi è quell’idiota che ha parcheggiato in seconda fila???”. Poi si calma e inizia il discorso:”Siamesi, oggi 18 giugno abbiamo dichiarato guerra ai colonialisti francesi che da decenni si sono impadroniti delle nostre terre… “. Il popolo esulta. La dichiarazione di guerra consegnata direttamente al capo di stato/dittatore dal nostro futuro imperatore del sud-est Asiatico (gli ambasciatori erano in ferie). Il presidente si ritira in casa per parlare dei piani di conquista per l’Indocina. I suoi generali più fidati li propongono numerosi piani: Il primo piano proposto fu quello di utilizzare il nostro potentissimo satellite per lanciare in testa ai soldati francesi dei chicchi di riso, però era troppo tecnologicamente sviluppato per quegli anni. Il nostro satellite in un disegno, con l'aggiunta del lancia riso automatico. Un altro piano fu quello di uno sbarco di massa, ma poi si accorsero che la loro marina non contava navi da trasporto e cosa più importante non avevano le masse. Quindi il presidente, futuro imperatore del sud-est asiatico, decide di utilizzare un piano semplice ma efficace: una rapida avanzata in Indocina via terra. Piani dell'avanzata siamese in Indocina. Di seguito una foto del nostro presidio che presidia la capitale e la nostra produzione nel ’40.
LA SFIDA NON SOLO UN’IPOTESI Il presidente prima di ordinare l’avanzare in territorio ostile passa in rassegna tutte le sue divisioni regalando dolciumi e opuscoli su come fare dei bambini (sempre per favorire il piano della crescita della Forza Lavoro che sta per raggiunge dei massimi storici quasi il 0,03 al giorno…) a tutti i soldati; così dopo un paio di ore dalla dichiarazione di guerra le truppe siamesi avanzano riportando grandi vittorie: tra cui ricordiamo l’accerchiamento e l’annientamento di ben due divisioni di fanteria francesi. Le perdite del nostro esercito sono minime. Durante la guerra riusciamo pure a creare ben tre divisioni di milizie. I Germanici (così il nostro Imperatore li chiama con disprezzo) non ci dichiararono guerra anzi ci aiutarono economicamente con accordi commerciali. L’avanzata nella giungla funziona, il capo di stato aveva ragione, un piano semplice ma efficace, così lo descrisse nel suo parlamento. Cadono una ad una la città più importante dell’Indocina e a settembre riusciamo ad avere un buona linea di difesa: Ma il presidente non è contento, e ordina di continuare l’avanzata. A ottobre si vedono le prime forze di resistenza coloniali francesi che, come detto sopra, vengono circondate e distrutte: Il 24 gennaio dell’anno 1941 il Presidente, sempre dal suo balcone proclama l’Impero Siamese e si autonomina Imperatore del sud-est Asiatico e presidente a capo del partito anticolonialista: Tutta la popolazione esulta di gioia con l'imperatore.
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LA MINACCIA FRANCESE: REALE O FANTASCIENZA Inizia così il ‘41 con la proclamazione dell’impero siamese. L’imperatore consulta i suoi generali che li propongono un piano anti-sbarco francese: il piano è semplice presidiare tutte le coste, l’ex-presidente risponde hai suoi comandanti dicendo:”Banale…”. Dopo un minuto di riflessione pensa, e poi lo espone a tutti i presenti, un altro piano semplice ma efficace:”basta presidiare i porti principali dell’Indocina, tanto non hanno un porto vicino a noi… E poi hanno altri problemi.” Infatti, nel Medio oriente, in Siria, scoppiarono delle rivolte partigiane e il nostro Imperatore del sud-est Asiatico e presidente del partito comincia a gongolare perché non è l’unico a volere essere libero dalle potenze coloniali: In Europa la situazione è quasi normale, ma un fatto preoccupa l’imperato è la dichiarazione di guerra della Germania alla Russia nel maggio ’41: Dopo qualche mese la situazione in Siria è delle migliori dal nostro punto di vista: Ad aprile arriva anche una nuova divisione di fanteria. In agosto un altro avvenimento sconvolge il piccolo e appena nato impero siamese: l’imperatore è fiero di annunciare (ovviamente dal balcone di casa sua) a tutto l’Impero Siamese che le nostre divisioni hanno a disposizione il primo mezzo a motore su quattro ruote: il blindato. Infatti, è stata prodotta un’intera brigata di questi veicoli. I soldati l’hanno già sopranominato l’elefante a motore oppure l’elefante con il cannone, tutti sono eccitati. Ammirate l'elefante che va a benzina. Adesso per voi alcune foto della situazione in Europa e in Asia nel settembre ‘41:
FINISCE COSI’ IL ‘41 Da settembre a dicembre del 1941 l’avvenimento più importante che crea nuovi disordini all’interno dell’Impero Siamese è l’inaugurazione del nuovo stabilimento industriare nei pressi della capitale, ovviamente c’era anche l’imperatore: lui in persona tagliò il nastro rosso. Tutta la popolazione era esaltata. I vili colonialisti francesi ci proposero più volte delle paci ma il presidente a capo del partito le rifiutò tutte. Fece bene? Speriamo di si… A novembre il Giappone iniziò una guerra mondiale che non poteva vincere da solo. Il 2 dicembre ’41 il Giappone ci propose un’alleanza che avrebbe segnato l’inizio di una guerra contro i cinesi a nord e a sud e a est contro gli inglesi. L’imperatore era convinto che un’alleanza con gli inglesi portasse più vantaggi al suo impero che un’alleanza con il Giappone, quindi rifiutò la loro proposta.
INIZIA COSI’ IL ‘42 Prosegue l’offensiva tedesca in Russia. Il presidente iniziò a chiedere a Babbo Natale come stava e come fosse la situazione in Norvegia, occupata dai nazisti, e se fosse stato perseguitato da questi ultimi (a causa del suo colore, il rosso), ma questi non gli rispose mai; l’imperatore ex-capo di stato credeva che le sue lettere (e quelle del grande vecchio) venissero censurate. Da allora iniziò a farneticare riguardo ad un massiccio sbarco sulle coste norvegesi da parte delle poderose divisioni siamesi dotate di elefanti a benzina (le autoblindo). Ma sono solo buchi nell’acqua (che non c’è). Nel frattempo in Asia… Il presidente-imperatore ex-capo di stato e futuro re della luna è preoccupato riguardo all’espansione nipponica nel Pacifico e progetta un piano assieme ai suoi fidati generali, un piano anti-giapponese che prevede l’impiego in massa di un’enorme massa di navi da trasporto che avrebbero permesso ad una grande massa di uomini di sbarcare in massa in Giappone (o nei territori occupati da quest’ultimo). In agosto viene compiuto un enorme sforzo economico e logistico che amplia ulteriormente l’urbanizzazione del paese. L’imperatore del sud-est Asiatico e presidente a capo del partito anticolonialista si affaccia al solito balcone per prendere una boccata d’aria. Poi, accortosi di una piccola folla radunata sotto alla sua residenza improvvisa su due piedi un discorso in grande stile: “Siamesi! Siamo qui riuniti, anche se non so il perché, per annunciare l’apertura della nuova autostrada Bangkok-Chiang Rai. Grazie a questo poderoso sforzo, reso possibile da una massa di schiavi (che non ci sono) ci si avvicina, passo dopo passo al potenziale industriale tedesco”. La popolazione esulta di gioia, acclamando il futuro re della luna.
E COSI’ ARRIVO’ NOVEMBRE 1942 Il diplomatico inglese raggiunse Bangkok per informare il futuro re della luna che anche l’Inghilterra appoggiava il partito e le sue idee, e per discutere meglio di una futura alleanza lo invitava a bere il tè a Londra. Prima di andarsene l’ambasciatore avvisò l’imperatore (fa anche rima) della dichiarazione di guerra al governo di Vichy. 5 giorni dopo il succhia tè tornò ad informare l’imperatore della caduta di Vichy, il cui territorio metropolitano apparteneva ora alla Germania, mentre l’Indocina diventava di fatto una proprietà personale del presidente ex-capo di stato. Sentendo queste parole il futuro re della luna si affacciò al balcone: “Popolo! Gli infami colonialisti francesi sono stati inseguiti, circondati e distrutti dalle potenti forze del Commonwealth! Ora l’Indocina è nostra…” In seguito il presidente si ritirò per osservare quello che succedeva nel resto dell’Asia in quel momento; con terrore vide che i giapponesi si erano impossessati delle Filippine e avevano annesso le Indie Orientali Olandesi. Ora il Siam era circondato: quale sarebbe stata la sua prossima mossa?
TATAKAI (Per chi non sapesse il giapponese: GUERRA) Il presidente fa riunire il gran consiglio dei generali qualche mese dopo la fine della Franca collaborazionista. La motivazione, parole dell’Imperatore, è:”questi giapponesi sul nostro confine sono ostili. E’ nostro dovere eliminare questa minaccia”. Il presidente poi si accorse che quel reggimento di fanteria nipponica stava avanzando in territorio Siamese, pensò per un istante, e poi disse ai suoi generali:“Noi siamo il Siam! Ma allora siamo in guerra”. Tutti presenti rimasero a bocca aperta e applaudirono l’imperatore per la sua intelligenza. L’ex-capo di stato si mi mise a gongolare. L’imperato del sud-est Asiatico è convinto di vincere questa guerra da solo, poi ci ripesa e opta per una alleanza con la Gran Bretagna, ma ripensandoci forse è meglio stare da soli senza scegliere uno schieramento. A Gennaio gli USA iniziarono una guerra lampo nella penisola italica, con questa manovra a febbraio riescono a controllare mezza Italia. Tra il primo febbraio e il 15 la situazione è critica, l’imperatore deve decide se continuare la guerra con solo le proprie forze o allearsi con gli Alleati. Il futuro re della Luna alla fine cade alle continue richieste di Churchill e dei suoi generali. Quindi il sedici febbraio stringe un’alleanza storica con l’Inghilterra: patto Bangkok-Londra. Il 17 febbraio l’imperatore si affaccia alla finestra della sua residenza e iniziò a parlare al popolo siamese: “Popolo riunito del sud-est Asiatico sono entusiasta di annunciare che il nostro piccolo ma grande impero è di nuovo in guerra contro i nuovi razzisti-colonizzatori: i vili giapponesi. Che con il loro piccolo imperatore vogliono unire tutta l’Asia sotto la loro bandiera. Io, grazie al mio poderoso e immenso esercito glielo impedirò”. L’imperatore concluse il suo discorso con una domanda:”Siete con me?”. Il popolo rispose:”Fidati…” Il presidente a capo del partito anticolonialismo che da domani si chiamerà partito anticolonialisti nipponici prese quella risposta per un sì, e tutto fiero rientrò in casa per definire il piano della conquista siamese delle colonie giapponesi. I generali erano tutti eccitati e li riproposero il piano del lancio del riso dal satellite, ma l’imperatore aveva già in mente il piano d’invasione. Finalmente grazie ad uno sviluppo tecnologico poteva contare di qualche barca da trasporto, aveva in testa il piano delle masse.
PRIMI SPARI: OPERAZIONE “SOLO ANDATA” L’Imperatore è deciso di portare l’ordine nella penisola malese, tutti quei musi gialli non li erano simpatici. Quindi ordinò immediatamente il piano:”Solo andata”; questo piano prevedeva l’utilizzo di tutte le unita presenti sul territorio Siamese più quelle Birmane, dal momento che il loro presidente era solo un fantoccio nelle mani degli inglesi, che ci cedette volentieri il controllo militare del suo piccolo esercito. Con questo brillante piano riusciamo a circondare una divisione giapponese e a raggiungere Singapore che è ancora in mano nemica. Dopo aver annientato la divisione nipponica a Kota Bahru, ora è il momento di quelle che presidiano Singapore. Qualche giorno dopo Singapore è di nuovo nelle mani degli anglosassoni. Il presidente a capo del partito anticolonialisti nipponici è fiero della riuscita del piano “solo andata”, e di conseguenza si affaccia al balcone e inizia un discorso di 5 ore sulle vittorie siamese dall’anno 1000 a.C. Poi rientrò in casa e siccome era ancora eccitato per tutte le vittorie riportate dall’esercito siamese, chiamo sua moglie e si diverti per altre 5 ore. Il giorno dopo mostrò a tutti i suoi generali il piano, che aveva come nome in codice :”Le masse”, per la conquistare tutti i territori giapponesi. Il Feldmaresciallo alzò la mano e chiese la parola al futuro re della luna. L’imperatore allora li chiese:” Che cazzo vuoi?”. Il feldmaresciallo li rispose: ”Posso andare in bagno?”. Il presidente li disse di sì. Tutti i generali erano entusiasti di iniziare il piano “Le masse”. Nel Frattempo gli americani continuano l’avanzata in Italia.
