Gli atenei in profondo rosso: "Qui rischiamo la bancarotta"

Discussione in 'Off Topic' iniziata da qwetry, 19 Febbraio 2010.

  1. qwetry

    qwetry

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  2. Puzzola

    Puzzola

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    La situazione era drammatica 10 anni fa...adesso è pure peggio...
    Ci sono due drammi:
    1) non ci son più soldi per insegnare ai ragazzi...
    2) la ricerca universitaria in italia è finita...morta e sepolta...
    Ormai i ricercatori italiani o scappano all'estero o son pagati da università e centri di ricerca esteri o da privati...
    Ma che italia lasceremo ai nostri figli? E chi ci governa è così che fa il bene del paese?
     
  3. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    3- i rettorati spendono alla cazzo in maniera assurda: Pisa è andata in profondo rosso per acquisti e affitti di edifici inutilizzati per motivi di prestigio, e per risparmiare hanno ridotto l'orario di apertura delle biblioteche e chiuso diversi corsi.

    Poi la gente dice gli studenti manifestano perché non hanno voglia di fare niente...
     
  4. Long Tom

    Long Tom

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    4) In un Italia indirizzata verso la privatizzazione è più che normale.
     
  5. Puzzola

    Puzzola

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    ...chi dice certe cose lo fa solo per riempirsi la bocca...
    l'ambiente universitario italiano è uno schifo...e gli studenti sono le prime vittime...
     
  6. Puzzola

    Puzzola

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    Si...la privatizzazione del sapere è uno dei grandi mali del nostro tempo...ma la gente se ne frega e le cose continuano a peggiorare...:wall:
     
  7. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Beh oddio c'è modo e modo. In America questo sistema garantisce una fracca di brevetti portati avanti da università finanziate da aziende e smili, se non erro. Se gestita bene, è una cosa positiva, ma se viene svenduta è la morte del futuro.
     
  8. Armilio

    Armilio

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    Certo, ma risultati simili si potrebbero ottenere con tanti finanziamenti pubblici alla ricerca e con l'introduzione (come è stato fatto recentemente) dei finanziamenti privati da parte di imprese interessate. In Francia la gran parte della spesa per ricerca universitaria deriva dallo stato, che spende molto in questo, e le cose vanno abbastanza bene lo stesso.
     
  9. Megalomane

    Megalomane

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    pienamente d'accordo...
     
  10. Megalomane

    Megalomane

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    per curiosità..studi ingegneria?
     
  11. Puzzola

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    In america funziona in maniera totalmente diversa...
    E comunque anche lì ci sono situazioni allarmanti...soprattutto nel campo della ricerca medica.
     
  12. Puzzola

    Puzzola

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    Vanno anche meglio...
     
  13. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Certo, lungi da me considerarlo un sistema perfetto, però se proprio il governo non vuole investire nella ricerca, potrebbe "compensare" con una regolamentazione sensata dei finanziamenti privati. Fantascienza, lo so...

    @Megalomane- no, ma la mia ex è rappresentante di facoltà di Lingue. Almeno lo era fino a novembre scorso, e la situazione era quella.
     
  14. Invernomuto

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    No, il problema vero non è la privatizzazione. E' il perché siamo arrivati a dover privatizzare tutto. Con uno dei debiti pubblici più alti al mondo, c'é ancora gente che crede in un intervento massiccio dello Stato per rimettere in sesto Atenei e Scuola italiana? Ma che vi aspettate? Come le pensioni. Pensate davvero che ci sia una forza politica, di destra o di sinistra, che possa non intervenire di nuovo sul tema?
    Io sono contrario alla privatizzazione massiccia, specie in certi settori (medicina in primis), ma è innegabile che la situazione attuale è frutto di 60 anni di sprechi del Pubblico e la privatizzazione consente, se non altro, di introdurre logiche di finanziamento basate su criteri di ritorni economici (non sempre funziona, ma ormai non c'é molto altro da fare in uno stato dove non ci sono i soldi per la benzina per le volanti della polizia).
     
  15. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Vero, però c'è modo e modo di privatizzare. Guarda come sono state privatizzate Telecom, ferrovie e Alitalia: le perdite scaricate sullo Stato (e in ultima analisi noi) e i guadagni ai privati. Se questo è il modo di privatizzare, meglio il nulla!
     
  16. ToX

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    *
    Nella mia uni, con il rettore precendete, si spendeva tutto in pubblicità per attirare frotte di studenti che chiaramente dopo 3 mesi di studi abbandonavano, mentre si aumentavano le tasse universitare e i locali erano fatiscenti.
    Ora indovinate dove sta il rettore? Si è buttato in politica :contratto:
     
  17. Invernomuto

    Invernomuto -

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    D'accordo con te su ciò che dici, ma devi anche trovare persone disposte ad accollarsi i vecchi debiti e a mettere i loro capitali in delle aziende che sono - in sostanza - delle voragini che divorano risorse a tutto spiano (vedi alitalia). Posso comprendere che l'imprenditore cerchi di accollarsi il meno possibile della "passata gestione". Anche sul caso Alitalia (che io avrei venduto ai francesi tanto per intenderci e non mi è piaciuta lo "show" fatto dal PDL dopo), non è che ci fosse la coda di offerenti; la stessa Air France ha offerto una miseria per azione. Chi rischierebbe i propri soldi in un'azienda iper sindacalizzata dove dovresti tagliare il personale al 50% e rinegoziare tutti i contratti per tornare ad essere competitivi con la concorrenza - agguerritissima - a livello internazionale? Se guardiamo al debito Alitalia valeva zero, tanto vale che lo Stato la regalasse, anche perché stava per fallire...
    Insomma, il problema principale non mi sembra la privatizzazione in sé, ma la gestione pubblica che c'é stata di queste aziende, spesso e volentieri gestite con logiche clientelari molto italiane (vedi le Ferrovie) che non sono sostenibili nel lungo periodo: se è vero che non bisogna avere sempre una logica incentrata sempre sul profitto e anche vero che è impossibile gestire la cosa pubblica - specie se è un'azienda - con una politica avulsa da ogni principio economico.
    Ci sarebbe anche da dire che - finora (anche se le cose stanno cambiando, vedi Moretti alle Ferrovie) - i manager di aziende pubbliche sono stati messi lì da politici e si sono ben guardati dall'affrontare i problemi delle aziende che dovevano gestire (demandando ai contribuenti il ripianamento dei debiti che continuavano ad accumularsi).

    Un saluto
     
  18. Puzzola

    Puzzola

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    Io posso essere anche d'accordo conte.. a grandi linee...
    Però poi cerco di analizzare e i conti non tornano.
    Ora...la premessa è che uno stato ha un bilancio complessivo e si può (in teoria) permettere conti in rosso in determinati settori considerandoli investimenti sul futuro o necessità primarie (per esempio istruzione e sanità).
    Il concetto dovrebbe essere: tutti paghiamo le tasse e con quei soldi manteniamo la nostra società sana, livellando i tenori di vita e sostenendo i più deboli (malati e anziani...per esempio...).
    Questa è la teoria...
    Nella pratica il sistema viene usato per lucrarci e per gestire il consenso politico...
    Questo è il cancro...
    Ora...smantellare lo stato sociale per motivi di bilancio dovrebbe portare a risanare i conti pubblici e permettere da una parte un livello minimo di assistenza statale ai più deboli e dall'altra dovrebbe impedire che con i soldi di tutti pochi facciano fortuna e/o carriera politica.
    In teoria...
    Perchè in pratica succede che i poveri si attaccano al cazzo, lo stato continua ad avere conti in rosso perchè i soldi vengono lo stesso sperperati da chi li dovrebbe amministrare per il bene comune e chi lucrava prima con i fondi dello stato ora si prende gli utili e i vantaggi delle privatizzazioni scaricando nuovamente le perdite sullo stato.
    Sarà un'eresia...ma pretendere ed ottenere che possano esistere amministratori pubblici che non si inculano i nostri soldi no?
    Faccio una metafora:
    io ho una macchina e mi serve per vivere...non posso farne a meno...
    Solo che la manutenzione costa e il benzinaio e il meccanico mi derubano e mi rendono impossibile mantenere la macchina...per farlo ho accumulato debiti enormi.
    Io che faccio? vendo a loro la macchina (sottocosto) e poi la riaffitto da loro spendendo gli stessi soldi che spendevo prima per mantenerla...solo che adesso la macchina me la danno solo 4 giorni alla settimana...e continuo a pagare gli interessi sui debiti...
    Bel guadagno...
    la questione è ovviamente più complessa ma il disegno generale non si discosta molto.
    Ora...Alitalia è una questione un po' a parte...non rientra nei servizi pubblici essenziale avere una compagnia di bandiera e io non conosco una persona che badi al nome della compagnia quando va a comprare un biglietto...
    Inoltre, grazie al corporativismo miope dei sindacati italiani, i costi di gestione del personale erano diventati ingestibili.
    Poi anche lì c'è chi ha lucrato...ma non era il problema primario di alitalia...
    Ma guardando alle grandi privatizzazioni italiane non posso non constatare come si siano tutte rivelate un grosso affare solo per chi ha comprato e non per lo stato che ha venduto settori importanti da un punto di vista strategico e tecnologico.
    Quello che poi succede nelle università italiane è ancora peggio...
    Gli sprechi continuano, le dinastie di baroni continuano a controllare gli atenei e il livello formativo è sceso a livelli imbarazzanti...
    Ormai i primi tre anni di università sono una sorta di liceo...e se gli studenti fanno fatica a finire i tre anni è solo perchè arrivano dai licei che sono emeriti ignoranti.
    Io non sono anziano ma ho potuto constatare come in soli 15 anni il livello di sapere richiesto negli atenei è crollato in maniera drastica.
    Non è solo colpa delle privatizzazioni...è il sistema intero che fa schifo...
    Però si ha l'impressione, dall'interno, che si stiam imboccando la strada delle nicchie di eccellenza...pochi atenei di alto livello, privati e non accessibili a tutti per motivi economici...e il resto, la massa, a far corsi di laurea da idioti...con insegnanti malpagati e sempre meno incoraggiati a lavorare bene e studenti sempre più ignoranti...
     
  19. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    E prendendosi pure scandalose buone uscite milionarie...
     
  20. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Fin qui siamo d'accordissimo. Se credi che sia un fanatico delle privatizzazioni, specie su scuola o sanità, ti sbagli di grosso.
    Gli investimenti però devono avere un ritorno. Con oltre 1.600 miliardi di euro di debito pubblico mi sembra che abbiamo "investito" abbastanza o forse abbiamo investito male, basta rendersene conto prima di finire come l'argentina (anche perché se poi i tuoi "investimenti" se ne vanno all'estero a lavorare e a creare brevetti, non ci siamo).

    Il punto è: dato che "il cancro" non puoi evitarlo, anzi, conoscendo gli itaGliani, è genetico (il fatto che sia Berlusconi a varare la legge anticorruzione non so se fa ridere o piangere), perché non lo limitiamo al minimo lasciando allo stato solo quei settori che _veramente_ servono? Tipo, Alitalia perché dovrebbe essere pubblica (o cmq per forza italiana?)?
    La RAI deve per forza avere tre reti che - salvo forse solo raitre - sono la fotocopia di reti commerciali?
    Per le ferrovie lo stato perché non deve liberalizzare il servizio mantenendo solo la proprietà dei binari e lasciando che i convogli siano gestiti da privati a livello regionale?


    Distinguerei la corruzione dalle privatizzazioni, non vedo cosa c'entrino. Sono due cose distinte.
    Salvo la crisi, negli ultimi 10 anni con l'entrata graduale nella UE ci sono vincoli di bilancio precisi che vanno rispettati. Diciamo che fino al 2008 si è cercato di stare nei limiti di stabilità dettati dalla UE e ci si è riusciti abbastanza bene. Con l'euro non puoi svalutare, quindi o trovi le risorse (tasse) oppure tagli. Le tasse in Italia sono a livelli elevati e difficilmente puoi aumentarle ancora. E' normale quindi che negli ultimi 15 anni lo Stato sia intervenuto tagliando il tagliabile e alienando quei settori che ormai erano diventati dei buchi neri di risorse.
    Dire che però la colpa è della UE o dell'euro o delle privatizzazioni è una bella scusa dal mio punto di vista. La colpa sono 50 anni di "debito pubblico" e sprechi, che altro non sono che rimandare alle generazioni future spese attuali. Ma "nessun pasto è gratis", quello che tu mangi oggi se non lo paghi tu lo pagheranno i tuoi figli o i tuoi nipoti, non si scappa.

    Il pubblico ha sperperato per 60 anni. Solo che all'epoca si potevano fare debiti e si notava meno.
    Oggi non puoi più e devi tagliare (e i tagli li vedi subito perché si riflettono sul tuo bilancio/qualità della vita), è questa l'unica differenza. Oggi la questione non è più pubblico o privato. Le ASL non sono private, però o le regioni hanno un costo del servizio commisurato ai ricavi oppure vengono commissariate.
    Io abito in piemonte e ti assicuro che oggi se devi fare qualche visita il ticket si sente in bilancio... Lombardia idem. 20 anni fa non era così. Colpa delle privatizzazioni anche qui?

    Senz'altro, ma finché non cambia la mentalità degli italiani difficilmente. Sicuramente non finché andiamo a votare come si va allo stadio. Quando considereremo i nostri governanti dei dipendenti da noi pagati forse ci sarà qualche spiraglio...

    NOn è proprio così, diciamo che io ho un garage che è pieno di macchine, alcune di lusso, sono tutte mie. Mi costano un botto di manutenzione ma io non bado a spese, perché ho un mucchio di persone che mi prestano denaro o mi fanno credito. Dopo qualche anno però inizio a trovare difficoltà a farmi fare credito. Io me ne sbatto, in qualche modo si tira avanti lo stesso (eppoi tutti magiano se io spendo tanto e son tutti contenti).
    La pacchia però finisce, arrivo a farmi quasi sequestrare delle auto, io me ne devo assolutamnete disfare il prima possibile perché altrimenti perdo macchine e garage, non posso indebitarmi oltre: ovvio che non posso pretendere di dettare io le condizioni per le cessioni. Se vuoi una privatizzazione dove vuoi incassare bene devi vendere un'azienda sana...

    Come non era il problema primario di alitalia? Il problema di alitalia è che era fuori mercato perché nessuno degli amminsitratori pubblici si è mai preso la briga di rendere la compagnia competitiva. Perché dovevi tagliare il personale e scontrarti con i sindacati. Chi me lo fa fare? Tanto lo stipendio lo prendo lo stesso e chi mi ha messo lì è più contento se procrastino piuttosto che se faccio licenziare 10.000 esuberi.
    La gente viaggiava con RyanAir partendo da Bergamo o da aeroporti sconosciuti ai più pur di evitare alitalia a Malpensa.

    Sicuramente ci sono state delle collusioni, non lo nego. Ma in altri casi è già un miracolo che qualcuno se le sia accollate quelle aziende (togliendo peraltro al Governo una bella patata bollente).

    No, non stiamo imboccando la strada dell'eccellenza, perché l'eccellenza privata e cara c'era già. Io ho frequentato economia: testuali parole di un tizio di McKinsey: su 100 selezionati da loro, 80 Bocconi e 10 Luiss. Il restante 10 università pubbliche. Un posto di un certo livello alla McKinsey (se sopravvivi) vuol dire stipendi annuali a 6 cifre (in euro). Oggi stiamo imboccando la strada del "si salvi chi può": non ci sono più soldi, quindi lo stato non può "fare investimenti", o gli atenei si adeguano e tagliano i costi o si fanno pagare per quello che a loro costa il servizio. Potrà non piacere, ma è così.

    Un saluto
     

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