Disastri ambientali [Petrolio]

Discussione in 'Off Topic' iniziata da maie, 31 Maggio 2010.

  1. maie

    maie

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    Ciao

    È ormai più di un mese che ci piallano le pelotas ad ogni telegiornale con ultime notizie, news sui tentativi fallimentari a riguardo del disastro ambientale nel golfo del Messico.

    Milioni di galloni di preziosissimo greggio si sono riversati nel golfo del Messico. Il danno all'ecosistema è enorme. Il danno alle comunità costiere altrettanto: pescatori rimasti senza lavoro, il turismo estivo è a serio rischio. L'economia locale, già duramente colpita dalla crisi e quindi sottoposta ad una notevole pressione, stenta a reggere anche a questo ulteriore colpo.
    La British Petroleum, che gestisce l'impianto dove ha avuto origine il disastro, sta fronteggiando danni incalcolabili. Oltre ai mld di $ che sta spendendo nel tentativo di risolvere il problema, fornisce aiuti e compensazioni a tutte le possibili vittime del caso (ad esempio pescatori senza più lavoro che vengono impiegati per altri compiti), ma soprattutto è sotto i riflettori della stampa: una campagna mediatica fortemente critica nei confronti della società (in buona parte giustificata), basata principalmente sull'incompetenza della compagnia petrolifera stessa, ma anche su fattori "populisti".

    Infatti, siamo tutti commossi dalle foto dei poveri uccelli con le ali e il corpo
    ricoperti di petrolio.

    [​IMG]

    C'è un però: pare che gli stessi americani siano più interessanti al prezzo della benzina che alla salute dell'ambiente e degli animali (è un dato di cui non saprei fornire la fonte, è stato dato al telegiornale quindi bisogna considerarlo con il massimo sospetto: è tuttavia plausibile che sia veritiero, dato il bassissimo prezzo che gli americani attualmente pagano alla pompa di benzina).

    Lo stesso Barack Obama, il ragazzo prodigio, se ne esce con slogan contro la British Petroleum, nel mal celato tentativo di guadagnare qualche voto.
    L'homo novus dell'Illinois, infatti, sembra aver già perso tutto il suo smalto pre-elettorale, rivelandosi più un caso mediatico che altro (il pallone s'è sgonfiato, insomma). E così, tra guerre in giro per il mondo e guerre interne al Paese, deviare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla effettiva incompetenza della compagnia petrolifera assomiglia molto a un "prendere una boccata d'aria".
    L'obiettivo è ovviamente quella di mostrarsi estremamente duro contro i cattivoni di turno, nella speranza di ottenere qualche voto in più, magari annunciando sanzioni contro la British Petroleum e affermando restrizioni sulle future trivellazioni petrolifere nel Golfo del Messico.

    Che sia una scusa per andare a prendere il petrolio da qualche altra parte? E sappiamo tutti che quando gli americani vogliono il petrolio non lo pagano mica in sonanti e verdi dollari $$$.

    Nella vicenda c'è un'altro protagonista: la British Petroleum, una delle maggiori (se non la prima) delle maggiori compagnie attive nel campo energetico e petrolifero.

    British Petroleum che è evidentemente in imbarazzo, oltre che in mala fede. Notizie false circolano nel tentativo di far sembrare che la società sta affrontando il problema seriamente e che è in grado di risolverlo.
    Sta di fatto che non è così: innumerevoli tentativi sono falliti. D'altronde c'era da aspettarselo: devono averli progettati usando i mattoncini dei Lego, come le due cupole...
    O forse avranno chiesto il parere professionale della camorra? Mi riferisco al tentativo di tappare la falla con rifiuti, in puro stile "munnezza".
    Il tentativo di arginare la falla con melma e cemento è fallito, ora si sta cercando di risucchiare il petrolio. Forse sperano che finisca prima il petrolio che i loro soldi...
    Nel mentre si scava un pozzo secondario, poco lontano, da cui aspirare il greggio. Ma sarà pronto solo ad agosto. Nel mentre il petrolio si avvicina alle coste.


    A questo punto la domanda fondamentale è una sola:

    << Americani, quanto volete pagare il pieno di benzina? >>

    Ho come l'impressione di sapere già la risposta... voi?

    Ciao
     
  2. Caronte

    Caronte

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    Articolo minestrone.
    Ovviamente è tutta colpa di Obbama e della lobby dei petrolieri che lo supporta e delle guerre che la sua amministrazione ha cominciato e della crisi che ha provocato. Sinceramente questo articolo è un'accozzaglia di luoghi comuni che si salva solo per la conclusione: agli americani interessa il prezzo del petrolio sono abituati a pagare cifre ridicole (per i nostri std).
     
  3. maie

    maie

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    Era il mio obiettivo, vista la qualità dell'informazione che ci viene fornita quotidianamente. :contratto:

    :D Se la si vuole vedere così... resta il fatto che Obama è molto presente, se non altro mediaticamente, nella faccenda.

    Dai come luogo comune ho messo solo quello degli americani guerrafondai... :cautious: :p

    È il fulcro del problema secondo me.

    Ciao
     
  4. GyJeX

    GyJeX

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    Quante storie... Ricordo sempre che nella WW2 quel quantitativo di idrocarburi si perdeva giornalmente per colpa degli uboat e da qualche parte finiva... Almeno fino a metà '43. Se poi pensiamo che la sola Neosho trasportava tanta nafta quanto metà della Exxon valdez ed è affondata di fronte alla grande barriera corallina... E che dire della missisinewa che giace nel mezzo della rada di Ulithi con ancora milioni di litri di gasolio e nafta ??
     
  5. maie

    maie

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    Forse appunto l'attenzione mediatica eccessiva (in effetti c'hanno rotto ai tiggi) è voluta... senza scadere nel complottismo, ovvio.
     
  6. Armilio

    Armilio

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    Non ho capito il senso di questo articolo. Cosa vuole dimostrare? che agli americani (e a tutto il mondo) interessino di più i $$$ dell'ambiente? bella scoperta. Che Obama non può con il suo gran numero midiclorian bloccare da solo con la forza la fuoriuscita di petrolio? altra bella scoperta.
     
  7. maie

    maie

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    <<... voglio trovare un senso a questo topic anche se questo topic un senso non ce l'ha... >> :D e Vasco non mi piace nemmeno...

    Scherzi a parte, si potrebbe approfondire la discussione ben oltre quello che viene fatto comunemente dai normali canali d'informazione. Perchè se volevo sentirmi dire che i gabbiani stanno morendo accendevo la tv e mettevo sul tg1... lo so benissimo anche io.

    Tipo si potrebbe argomentare sull'economia petrolifera americana e la difficile conciliazione con gli interessi ecologisti... tanto per dire eh...

    Ciao
     
  8. kaiser85

    kaiser85

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    Guarda che i disastri ecologici avvengono in tutto il mondo, si dovrebbe argomentare su tutti e tutto a parte il fatto che proprio gli Usa sono gli unici fra le grandi potenze ad avere una politica ambientale propria (i primi ad averla avuta tra le altre cose).
    Pensa alla Cina dove esplodono miniere di carbone come fossero noccioline e il fiume giallo è inquinatissimo o ai NIC che avviano complessi industriali senza nessun accorgimento riguardo politiche di smaltimento rifiuti e depurazione di scarichi industriali in nome del "voi lo avete fatto per decenni, adesso tocca a noi"...
    Mi sembra sto topic la solita salsa anti-americana senza nessun fondamento. Io lo vedo come un semplice e disastroso incidente.
     
  9. maie

    maie

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    E allora discutiamone :contratto:

    Ad esempio si potrebbe inserire il tema del protocollo di Kyoto, che gli USA non ratificano e del perchè.

    Oppure quello che dici tu:

    Quindi le economie di recente sviluppo, neo industrializzate (come ad esempio la Cina da te citata) e il loro, se vogliamo chiamarlo così, diritto all'industrializzazione e allo sviluppo.

    Dai! ce la sto mettendo tutta per far funzionare sto topic, che forse ho cominciato male :D

    Non voleva essere una critica gratuita agli americani, ma è inevitabile che facciano parte dei protagonisti della discussione, visto che sono al centro del problema.
     
  10. kaiser85

    kaiser85

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    Il protocollo di kyoto come qualunque altro trattato internazionale sull'ambiente è solo una copertura dei paesi meno sviluppati e di quelli in via di sviluppo (che di fatto sono la maggioranza all'onu, vedi il gruppo dei 77, o in qualunque altra organizzazione internazionale) al fine di guadagnarsi l'appoggo dell'opinione mondiale senza rimetterci.
    Gli usa non ratificano giustamente, perchè essendo i più industrializzati sono anche i più inquinatori, quindi la riduzione del loro 5% significherebbe disoccupazione e recessione non solo per loro, ma per tutto l'emisfero occidentale più di quanto non stia accadendo adesso.
    Di contro i paesi in via di sviluppo e quelli meno sviluppati, hanno firmato, ma per loro sono previste clausole flessibili che di fatto li esonerano da queste riduzioni per non ostacolare la loro crescita. India e Cina ad esempio con una popolazione di circa 3 miliardi, circa il 50%, di quela mondiale, non sono tenute a ridurre le emissioni perchè non sono considerate sviluppate.
    Di fatto, solo i paesi sviluppati e quindi Usa, Europa, oceania e Giappone sono tenuti a ridurre.
    Qual'è il senso di tutto questo? ognuno non deve fare la propria parte?
    Noi non siamo governanti o industriali che devono rendere conto di milioni di posti di lavoro, sviluppo e politiche governative, ma semplici persone a cui incautamente andrebbe bene tutto anche di porre fine al petrolio o alle auto instantaneamente, senza però fare i conti con ciò che ne deriverebbe.
    Le politiche ambientali vanno prese esclusivamente a livello nazionale e implementate a quello locale.
     
  11. archita

    archita

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    anche la Russia è uno dei paesi più inquinanti del mondo, ai tempi sovietici ha pure quasi annichilito il lago d'Aral e usava nientemeno che bombe atomiche per chiudere falle petrolifere :D

    inoltre ha ratificato Kyoto ( perdendoci anche ) più che altro perchè così avrebbe ottenuto l'appoggio UE ( già dipendente dall'inquinatissima energia russa ) per la candidatura al WTO...

    comunque Kyoto colpirà i paesi industrializzati che si troveranno obbligati a ricercare energie alternative per mantenere un alto livello industriale per mantenere il passo con i paesi emergenti che sono, nonostante siano esentati da gravose condizioni del trattato, fra i più inquinanti e carichi di ambizioni di crescita e sviluppo. Non si fino a che punto l'Europa potrà guadagnarci da Kyoto considerando che ha una forte vulnerabilità energetica e un industria poco competitiva :humm:
     
  12. GyJeX

    GyJeX

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    e grazie... è anche il paese che scava la maggior quantità di materie prime nel mondo. Poi mi spieghi che differenza c'è tra un test nucleare per testare una bomba e una bomba usata per fare un'altra cosa, per me la differenza è che una è una bomba usata per "vedere" e l'altra una bomba usata per "fare".

    già

    già
     
  13. archita

    archita

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    chiudere falle petrolifere con bombe atomiche non è certo uno dei metodi migliori che si possa concepire, a parte che, come i test veri e propri, sono pur sempre fonti di inquinamento, se non di olio, di radiazioni e ugualmente danni alla fauna, insomma "fare" si ma in modo piuttosto grezzo :contratto:

    scavare materie prime non è giustificato, la gestione delle risorse e dell'ambiente ai tempi dell'URSS era l'ultima preoccupazione considerando il carattere dirigistico e i fini dei loro piani quinquennali basati sull'industria pesante e forme di sviluppo artificiale come è stato un esempio il lago d'aral e il Volga e la stessa cosa stà ripetendo in Cina con il medesimo zelo dirigistico per lo sviluppo a dispregio degli equilibri naturali. Certo, anche il mondo occidentale ha avuto la sua fase simile e difatti penso che possa guadagnarci poco da Kyoto a questo punto, non credo che forme di energie alternative saranno applicabili su vasta scala entro i prossimi 50 anni :humm:
     
  14. Tasso

    Tasso

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    l' economia petrolifera americana?
    https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/2174rank.html

    http://translate.google.it/translate?hl=it&langpair=en|it&u=http://www.eia.doe.gov/basics/quickoil.html

    consumano circa 20 milioni di barili al giorno e ne producono 5 milioni, di cui il 30% circa dal golfo del Messico.

    quanto agli ineterssi ecologici: se devo scegliere tra il rischio di incidenti come questo, e la certezza dell' inquinamento prodotto dallo sfruttamento delle sabbie bitubinose http://www.missioni-africane.org/130__Economia?IDarticolo=352

    personalmente preferischio rischiare. e in ogni caso gli americani non hanno scelta: o lo tirano fuori o stanno a secco: l' attuale produzione mondiale è di 85 milioni di barili, il consumo più o meno equivalente, e la capacità residua è forse,ma molto forse, di 10 milioni di barili (al giorno).

    "Entro il 2012 il surplus della capacità produttiva mondiale scomparirà e non più tardi del 2015 la scarsità raggiungerà i 10 milioni di barili al giorno.."
    Joint Operating Environment study
    United States Department of Defense, 19 marzo 2010
    pochi giorni dopo Obama aveva autorizzato nuove perforazioni lungo le coste americane, poi tutto bloccato, inizialmente per 6 mesi, ieri stop prolungato a un anno

    per le compagnie petrolifere, anche per la necessità di Obama, di recuperare immagine, sarà una bella sberla(relativa è ovvio: solo nel 2008 la BP ha venduto ai soli USA 600mila barili al giorno), non solo per la BP. ieri è stata cancellata una legge che offriva incentivi fiscali alle compagnie petrolifere "per diversi miliardi di dollari" e la legge per la riduzione delle emissioni "è diventata prioritaria" .
     
  15. Tasso

    Tasso

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    abbiamo inquinato impunemente per una quarantina d' anni dovrebbero pagare loro il conto? o rimanere sottosviluppati per farci un favore?
     
  16. archita

    archita

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    più che fare un favore significa uscire fuori di scena e quel che è peggio è proprio l'europa e non l'odiata america a perire, tsk questi terzomondisti chic :p
     

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