A vero, sul pri mi ero sbagliato. Sul psi è vero e infatti avevo detto 2/3 a dx e 1/3 a sx, ma parlavo ovviamente di quelli che sono andati a dx, che poi sono i 9/10 del quadro dirigente sopravissuto, mi sembra.
Non so ho i miei dubbi, penso in particolare al ruolo delle lobbies negli USA, alla difficoltà per Obama di cambiare davvero le cose. Forse questo non succederebbe in un paese in cui è alta la partecipazione alla politica, non intesa solo come istituzionale, ma come manifestazioni di massa, referendum, scioperi etc (una volta ho sentito che la più grande manifestazione politica britannica ha raccolto circa 800.000 persone...in italia la cgil porta in piazza 3 milioni di persone; spero di non ricordare male). E sappiamo qual è stato il ruolo in italia dei sindacati, ad esempio. Sulla frase di Aristotele: ad Atene la democrazia ha sbagliato, ma quando hanno visto il governo dei 30 tiranni nessuno più se l'è sentita di rimpiangere l'oligarchia...ma questa è un'altra storia.
guarda c'è un libro che sto leggendo che lo spiega bene e chiaramente l'evoluzione del voto... il problema e che adesso non ricordo come si intitola, dato che lo leggo sempre nella libreria di termini, mentre aspetto altra gente ( purtroppo ho i brutto vizio di frequentare gente la cui puntualità è uguale a quella delle FS) sto sabato lo guardo e te lo dico
In Italia c'è l'immobilismo più totale. In Francia, dove la partecipazione è anche lì alta, non è molto da meno. I sindacati, gli scioperi, i referendum, le manifestazioni di massa, possono aiutare anch'esse l'immobilismo, anzi, lo sono già, nel caso si cerchi di scardinare non qualche lobby di ricconi ma le lobby dei tassinari, dei farmacisti, ecc ecc. Dipende sempre ovviamente da quanto è forte nel paese il sentimento del "non nel mio giardino". Infatti. Stiamo parlando di un'altro periodo storico. Io non dico meglio la dittatura, dico che i molti spesso sbagliano perchè nei molti si fanno sentire di più chi ci capisce poco, i mass-media ecc ecc. Quella frase sarebbe giusta se tutti capissero della questione per cui vanno a votare. Il mio è un sentimento vagamente tecnocratico.
No vabbè mi sono spiegato male in entrambi i casi. Quando parlo di politica non istituzionale mi riferisco a tante cose anche diverse. penso al ruolo del PCI, che non è mai andato al governo, eppure forte del suo peso nella società ha variamente indirizzato (in maniera indiretta) la politica italiana; penso al ruolo dei sindacati (quelli confederali; i tassisti hanno la licenza, credo sia giusta la liberalizzazione); al ruolo della sinistra extra-parlamentare; l'ambientalismo, il movimento antimafia ecc. Insomma penso sia qualcosa di diverso dal sentimento "non nel mio giardino", tipico delle società anglosassoni; quelle forme di partecipazione politica di massa in Italia hanno avuto una valenza progressista (almeno a mio avviso), non conservatrice. Peraltro in Italia una tipica manifestazione da "not in my backyard", come il no alla tav o alle discariche, diventa una protesta a carattere politico. Non intendevo che tu preferissi la dittatura ovviamente; ma quella massima era una battuta proprio contro la "tecnicizzazione" della politica, che secondo me è una cosa negativa.