operai cinesi in sciopero

Discussione in 'Off Topic' iniziata da archita, 18 Giugno 2010.

  1. Armilio

    Armilio

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    Ma non è vero, se il PCCC si sentirà costretto ad alzare gli stipendi ai cinesi la classe media si formerà da sè (nel caso avvenisse "il salto di qualità"), mica c'è bisogno di qualcuno che l'appoggia a quel punto, visto che il PCCC appoggia sempre, prima di tutto, tutto ciò che fa girare l'economia.
     
  2. archita

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    però per far girare l'economia devi sviluppare una classe imprenditoriale che possa agire autonomamente dal governo e se si vuole questo va fatta la liberalizzazione politica che è stato il requisito storico essenziale nei paesi anglossasoni di più radicate tradizioni imprenditoriali e commerciali. indirizzare lo sviluppo economico sembra efficiente su breve periodo ma che non offre sempre garanzie di competitività e innovazione sul lungo periodo.
     
  3. Armilio

    Armilio

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    Ma la Cina lascia libertà imprenditoriali. Il tuo è il solito ragionamento capitalismo=democrazia, come facce della stessa medaglia, della stessa "legge naturale" oserei dire. Ma non è vero, e lo sta dimostrando la Cina se c'era bisogno. In Cina lo stato possiede ancora tante grandi aziende ma la libertà imprenditoriale (per i cinesi) è comunque garantita.
     
  4. morfeo89

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    certo che shanghai è shanghai, la cina è un continente,ma confronto Sahnghai con Città del Messico mica con le campagne messicane...
    la legge sul lavoro prevede massimo 8 ore settimanali più 3 di straordinario e 5 giorni lavorativi in più che

    1. Che gli stipendi non possano essere inferiori ad un minimo stabilito a livello di città, oppure regione.
    2. Assicurazione pensionistica
    3. Assicurazione infortunistica (assolutamente obbligatoria e pagata integralmente dal datore di lavoro)
    4. Assicurazione di disoccupazione
    5. Contributo al sindacato per l'acquisto di abitazioni da parte dei lavoratori
    6. Contributi al mantenimento del sindacato in azienda

    i punti 3,5,6 sono interamente a carico del datore di lavoro.
    i punti 2 e 4 sono per un terzo a carico del lavoratore.


    questi vengono rispettati tassativamente nelle grandi aziende statali e straniere (che si non pure lamentate della rigidità dei controlli), poi nelle imprese private cinesi di cui la grande parte non supera i 30 lavoratori, vedendo pure l'andazzo che c'è in italia, credo che sia presa molto alla larga
     
  5. morfeo89

    morfeo89

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    la cina è inadatta alla democrazia, che è retaggio della cultura occidentale, non cinese, se la cina ci fossero libere elezioni collasserebbe su se stessa, troppo grande, troppo popolosa, etnie e interessi troppo diversi, nel giro di 5-10 c'è la ritroveremmo trasformata ad un ammasso di staterelli...
    e questo lo sanno oltre che quelli del PCCC, anche i cittadini cinesi, che infatti non si lamentano dell'assenza di democrazia
     
  6. Armilio

    Armilio

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    Più che cinesi vorrai dire mandarini, perchè se son tutti contenti di stare sotto la Cina non si spaccherebbe il mille staterelli in caso di libere elezioni...:contratto:

    In effetti io non credo che le libere elezioni la farebbe frantumare, alla fine le regioni autonomiste non sono così tante, larga parte della Cina di adesso è "nazione" da millenni. Più che altro si potrebbe temere lo scontro politico, quello sì che in passato ha creato casini alla Cina.
     
  7. Tasso

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    poi arriva berly e la classe media sparisce:D

    stai parlando della cina del futuro o dell' italia di oggi:D:D
     
  8. archita

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    arriva l'offtopic e il thread sparisce :contratto:

    e non lamentarti di elezioni farlocche italiane, perlomeno in Italia puoi votare liberamente, in Cina no :p

    comunque a parte l'offtopic è scritto nella costituzione cinese il divieto agli operai e a rappresentanze di aggregarsi in organizzazioni sindacali al di fuori dell'unico "sindacato" riconosciuto che è l'ACFTU che è rigidamente controllato dal PCCC alla faccia del comunismo dichiarato. In pratica sarebbe simnile a quel tipo di sindacati "legali" tipici dei regimi paternalistici europei come la Germania prussiana.

    Inoltre la prima autentica legislazione del diritto del lavoro è piuttosto recente ( in pratica dal 2007-2008 ) e come una forma di "concessione" tipica dei regimi assolutistici con il corpo sociale dell'epoca feudale europea ( assenza appunto di rappresentanze politiche autonome come tramite fra il sovrano e i lavoratori ) e che appunto non ammette ancora il diritto libero di associazione indipendente.

    In pratica la Cina è nella fase che ha caratterizzato il periodo tardo-ottocentesco della rivoluzione industriale inglese cioè prime elaborazioni del diritto del lavoro e sindacati legali ai fini di mitigare le tensioni sociali e ridurre gli abusi del liberismo. Concessioni tta l'altro obbligatorie per le conseguenze della crisi del lavoro che ha provocato anche in Cina disoccupazione ai livelli allarmanti ( 20 milioni di posti di lavoro perduti negli ultimi anni sopratutto per lavoratori dipendenti pubblici, una goccia per un miliardo in apparenza ).

    Insomma penso che siamo ancora agli inizi di un processo storico importante per la Cina per i prossimi anni.

    La democrazia poi non è "roba occidentale" non compatibile per altre parti del mondo, perchè tale idea è solo una scusa per giustificare i regimi autoritari poichè è indiscutibile ( e riconosciuto da molte costituzioni democratiche ) che la libertà è un diritto inalienabile e naturale per qualsiasi essere umano compreso i cinesi se essi stessi lo vorranno ( lo scontro politico poi è il sale della democrazia e impedisce al sistema sociale di mummificarsi di fronte ai mutamenti culturali,economici e sociali della Storia )
     
  9. Armilio

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    La democrazia è compatibile (in Cina, in altre parti del mondo un pò meno senza una evoluzione culturale), ma non necessaria. Che la libertà è un diritto inalienabile dell'uomo ci sarebbe da discutere di che libertà stiamo parlando: Di quella di poter fare soldi come si vuole sì, in effetti tutti gli uomini vogliono avere la possibilità di arricchirsi o comunque di studiare quello che vogliono e sognare di fare il lavoro che più gli piace. Ma la libertà politica ahimè interessa ad un gruppo ristretto di persone, agli altri interessa solo nella misura in cui quella libertà politica (la democrazia) tuteli le loro libertà "private", che sono oggi abbastanza riconosciute in Cina.

    Poi, concordo sullo scontro politico, ma il sale su una ferita può far male... ;)
     
  10. archita

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    le libertà private non sarebbero garantite da libertà pubbliche perchè senza diritti politici sanciti e riconosciuti e tutelati da legge scritta fa sì che il cittadino rimanga "suddito" del sovrano "buon padre di famiglia" e in tal caso la dipendenza della sua vita privata da decisioni dall'alto. Inoltre senza diritti politici non possono esserci validi contropoteri in caso appunto di revoca dei diritti privati. In pratica il riconoscimento e incoraggiamento a costituire partiti politici protetti dalla legge è fondamentale per far sì che le varie parti sociali e individuali,gruppi di interesse e comunità varie possano essere rappresentate e protette in caso di revoche dei diritti conquistati.
     
  11. morfeo89

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    8 ore settimanali più 3 di straordinario e 5 giorni lavorativi
    non mi sembra da tardo ottocento
     
  12. Armilio

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    Scusa, ma durante il 3° reich, uno non poteva studiare quanto voleva (ovviamente se aveva i soldi per farlo), arricchirsi se riusciva a farlo, far carriera nell'esercito se era bravo, comprarsi quello che voleva a seconda delle proprie disponibilità economiche? eppure era un regime totalitario. Anche sotto il regime sovietico, che era quello più limitante sotto questo aspetto, uno poteva spendere come voleva il proprio stipendio e sognare di fare carriera, anche se la cosa passava obbligatoriamente da appoggi politici. E i 2 dittatori non hanno mai limitato queste libertà fondamentali, almeno prima dello scoppio della guerra, ma anche durante la ww2 la Germania per esempio visse per molto tempo come se fosse ancora in pace. Queste libertà sono garantite dai dittatori per loro personale egoismo. Ovvio che poi non c'è nessun contrappeso che scongiuri la possibilità che vengano tolte, ma le 2 cose, nella storia del '900 ma anche dell'800, si son dimostrate largamente separabili.
     
  13. archita

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    intendo da tardo ottocento il regime di concessione in assenza di maturi istituti sindacali e contropoteri istituzionali, in pratica sono sempre diritti potenzialmente revocabili considerando l'ininfluenza del parlamento cinese che si riunisce una volta l'anno.

    @armilio: certo ma i diritti politici sono una garanzia in più e poi scusa tu accettersti, ammetiamo, di rinunciare a diritto di voto e di espressione in cambio di una vita garantita dal Partito? è una bella tentazione ma degradante dal punto di vista etico e di certo non ti protegge dall'arresto notturno :contratto:
     
  14. Armilio

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    Io no, ma io mi interesso di politica, della res publica, c'è gente che farebbe facilmente a meno della democrazia e della politica italiana, non avrebbe paura di arresti notturni visto che di politica non ne parlerebbe come non ne ha mai parlato e anzi, sentirebbe tutto questo come un sollievo. E' già successo purtroppo, e il fatto che adesso ci siano più contrappeso sia politici che istituzionali e che tutte le forme alternative di governo siano "morte" non vuol dire che il "peccato originale" non rimanga.
     
  15. morfeo89

    morfeo89

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