Inglese...

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Zio Adolf, 21 Giugno 2008.

  1. Sker

    Sker

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    Andiamo ragazzi oggettivamente l'inglese è una lingua abbastanza semplice da apprendere, purchè si inizi a farlo da giovani.
    La grammatica è semplicissima se paragonata a una qualsiasi lingua latina, talmente semplice che la cosa migliore è non darci troppo peso se il vostro obiettivo è solo comprendere e sapersi esprimere e non parlare/scrivere come un madrelingua.
    Una volta che avete le basi minime iniziate a leggere in inglese (almeno il 50% dei contenuti di internet è in inglese) e a guardare film, telefilm, cartoni animati insomma quello che vi pare in lingua originale.
    Il parlare in inglese è cosa un pochino più difficile dato che stando in Italia avrete poche occasioni per farlo: per imparare bene bisogna andare all'estero e non per forza solo in paesi anglofoni, ormai l'inglese è la lingua franca per comunicare con persone di qualsiasi nazionalità.
    Vi assicuro che anche sforzarsi a parlare in un inglese stentato con uno spagnolo aiuta a imparare.

    Va ammesso che, almeno nella mia esperienza personale, il livello di insegnamento dell'inglese in Italia è purtroppo abbastanza scarso: una volta imparate le basi dalla scuola (più o meno bene a seconda dei professori) conviene fare da sè per approfondire la conoscenza.
    Tuttavia ritengo che, per quanto si possa essere più o meno portati per le lingue, un'abilità discreta con l'inglese sia raggiungibile da tutti: basta volersi impegnare
     
  2. SkySpace

    SkySpace

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    dai mi fido..:)
     
  3. morfeo89

    morfeo89

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    in ogni caso giro sempre con il dizionario a portata di mano ;)
     
  4. andy

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    Orco non è mica facile il past perfect e i vari futuri :cautious:
     
  5. TFT

    TFT

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    tanto alla fine ti servono solo 3 tempi

    Il simple present

    Il past simple

    il present continuous

    gli altri sono cose che fai a livello scolastico ma che non usarai mai. Anche a scuola quando dovevo scrivere qualcosa mettevo sempre tutto al simple present
     
  6. Enok

    Enok

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    Beh, aspetta, anche il futuro serve parecchio. In alcuni casi va bene il present continuous, ma non sempre. Però è altrettanto semplice: basta aggiungere will.
     
  7. MrBrightside

    MrBrightside

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    La cosa più difficile della sintassi/grammatica inglese IMHO è la correlazione fra i tempi nei periodi ipotetici di secondo e terzo tipo (il primo tipo viene naturale), e in qualche frase la scelta fra present perfect/present continuous/to be going to e fra i vari verbi modali per il futuro, più che altro per una questione di forma; e visto e considerato che sono tutto sommato cose piuttosto semplici, l'inglese non è molto complicato. Però non è vero che son cose che tanto non s'useranno mai, di rado non è mai, e l'inglese è già così semplice che semplificarlo ulteriormente mi sembra un'offesa alla lingua.
    Per quel che mi riguarda ho studiato inglese per mi sembra una quindicina d'anni (mi obbligò mia madre che non andavo ancora a scuola), e di questi gli unici utili sono stati sei mesi del terzultimo (il periodo del PET, con un insegnante inglese bravissimo) e l'ultimo, l'anno della letteratura moderna e contemporanea con un insegnante competente e che ci teneva che imparassimo (gli altri erano dei cialtroni o abitavano in un universo parallelo), per il resto io in quelle ore di scuola, mai meno di otto in pagella e un paio di volte dieci, ho imparato a giocare al biliardo.

    !? Magari un consiglio potrebbe essere quello di scrivere usando sempre solo un tempo evitando flashback e programmi per il futuro nella stessa frase, se non è strettamente indispensabile.
     
  8. kaiser29

    kaiser29

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    pensa che io a livello teorico non mi ricordo nulla (il nome dei tempi), eppure avevo sempre la media del 9 :asd:

    l'importante non è riconoscere i tempi, ma saperli usare senza ragionarci troppo su. quando ti viene tutto naturale vuol dire che sei sulla buona strada :approved:
     
  9. TFT

    TFT

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    :asd: le insegnanti di linglese della nostra zona sono i migliori, magari abbiamo anche avuto la stessa mentecatta/o
     
  10. andy

    andy

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    La fai un troppo semplice.
    Serve molto anche il present perfect(have + past part----> I have done=Io ho fatto) e il futuro con will e going to anche se preferisco il will.
     
  11. vota dc

    vota dc

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    Il problema è che il popolo che l'ha generato (noto per 1)la scarsa simpatia che portò gli indigeni dell'isola a trasferirsi in Bretagna pur di non mescolarsi con loro 2)avere rubato persino la bandiera 3)avere bisogno di mangiare cinque volte al giorno) mette un sacco di parole uguali con significato completamente diverso. Hai presente pesca in italiano? L'inglese è completamente così. Quindi sono gli stessi inglesi che parlando tra loro non lo capiscono ed è il motivo per il quale la lingua ha tanto successo: ognuno la modifica come vuole per ragioni pratiche e nessuno si arrabbia mentre per chi storpiava l'italiano prima dell'invasione del messaggese c'erano solo bacchettate.
     
  12. Sker

    Sker

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    Onestamente mi pare una visione semplicistica delle ragioni della grande diffusione dell'inglese.
    Può essere che il fatto che negli ultimi secoli paesi anglofoni abbiano dominato dal punto di vista economico e spesso anche militare (Inghilterra prima e Stati Uniti poi) c'entri qualcosa con il fatto che l'inglese sia la seconda lingua parlata al mondo?
    E anche la diffusione dei computer che hanno l'inglese come lingua primaria di sviluppo dei contenuti.

    Inoltre non mi pare che l'italiano sia l'esempio ideale di lingua compresa da tutta la popolazione. Per esempio io non capirei nulla se un siciliano o un napoletano o un bergamasco o un veneto o chiunque abiti a più di 50 km da casa mia parlasse nel proprio dialetto locale.
    E non solo conoscendo gente di altre regioni mi capita ogni tanto di sentire termini a me sconosciuti perchè dalle mie parti non si usano.
    Direi che l'inglese ha le stesse, se non meno, sfumature di accento e di significato dell'italiano o di qualsiasi altra lingua
     
  13. GyJeX

    GyJeX

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    leggere PET ha evocato in me rimembranze di coca cola e razzi... bei tempi...
     
  14. vota dc

    vota dc

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    Ma i dialetti in Italia derivano direttamente dal latino, quindi è ovvio che sono parecchio diversi. Però l'italiano in Italia si parla in maniera uniforme, al massimo cambia l'accento.
    Il caso dell'inglese è diverso perchè è proprio l'inglese che appare nei vari paesi rimanendo sempre inglese (ci sono anche i dialetti non ufficiali e solo parlati come l'inglese degli afroamericani) ma con variazioni: a scuola non spacciano il veneto per italiano, ma spacciano l'americano per l'inglese.
     
  15. archita

    archita

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    l'inglese utilizzato in Asia è bizzarro ed originale talvolta e in Giappone, come in Italia, viene insegnato male nelle scuole e usato mal volentieri per orgoglio nazionale ( difatti parlare in inglese non sempre aiuta a Tokyo ) :D

    i dialetti ci sono anche nel Giapponese, ad esempio Osaka è la "Napoli" del Giappone dal punto di vista linguistico e in generale varia moltissimo l'accento persino fra un settore e l'altro di una prefettura rendendo impossibile la vita a chi vorrebbe imparare il Giapponese al di fuori di quello classico scritto e parlato quasi solo negli istituti di lingua :contratto:
     
  16. Megalomane

    Megalomane

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    va bè una cosa è l'accento un' altra è il dialetto
     
  17. archita

    archita

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    dipende, il confine fra accento e dialetto è abbastanza sfumato,non bisogna dimenticare che l'Italiano attuale deriva da una rielaborazione del fiorentino e del milanese, all'epoca una delle forme dell'italiano derivato dalla volgarizzazione del latino misto al francese e allo spagnolo attraverso i secoli, in un periodo in cui le barriere linguistiche erano molto marcate anche per i confini stessi degli stati della penisola con forti probabilità di incomprensione reciproca come se fossero quasi vere e proprie lingue locali ( un classico esempio è stato a Lissa, piemontesi che non capivano il napoletano e viceversa )

    ora si tende a definire "accenti" perchè i moderni strumenti audio-visivi hanno notevolmente ridotto le barriere e reso comune a tutti gli strati sociali l'uso dell'italiano corrente ma appena un secolo fa specialmente per gli strati bassi della società era tutto ben diverso ( e tuttora il localismo riemerge con iniziative talvolta bizzarre di conservazione di dialetti ).
     

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