Capitolo IV (21 agosto 1407 - 25 giugno 1409 ) Durante il trasferimento dei 5000 uomini sulle navi, accade una tragedia. Il Generale Rinaldo de Ferrari viene colto da violenti febbri, causate da una ferita riportata nella battaglia di Imereti, e muore dopo una breve degenza. Nei Balcani il Montenegro fa la fine di Ragusa, venendo annesso dalla Croazia, che ora si estende lungo tutta la costa adriatica. Pochi giorni dopo un'altra notizia sconvolge l'animo del Doge e dei genovesi. Cagliari, in Sardegna, viene messa sotto assedio da 2000 contadini inferociti per le alte tasse. Dalla lontana Georgia, appena sbarcati i 5000 soldati ad Azow per liberarla dai ribelli, la flotta imbarca il resto dell'esercito e si dirige verso l'Italia. Milano intanto, che vede 10000 ribelli assediare e conquistare Brescia, e scorazzare per le campagne lombarde intorno alla capitale milanese, firma una pace bianca con Aquileia. Il momento sarebbe opportuno per i genovesi per sferrare un attacco a Milano, magari con l'aiuto del Papa, ma purtroppo per ora altre questioni interessano il Doge: il pacificamento dei nuovi territori e l'ampliamento dell'esercito. Il 16 ottobre 1407 è un altro triste giorno per Genova: il Doge Vitale Bracelli termina la sua esistenza terrena e, dopo un grande funerale, la nazione è chiamata ad eleggere un nuovo Doge. I candidati sono Rinaldo di Busca, Matteo Durrazzo e Antonio Pallavicini. Ed è proprio quest'ultimo, dalle spiccate doti diplomatiche, ad essere eletto. La flotta diretta in Sardegna era appena salpata da Imereti, quando due notizie turbarono l'elezione del nuovo Doge. In Georgia, ancora priva di fortificazioni, 7000 ribelli nostalgici del vecchio regime georgiano si sollevano in armi ed occupano la provincia, dirigendosi poi verso Imereti. In contemporanea, Venezia istituisce un embargo nei confronti dei genovesi che per tutta risposta fanno lo stesso, e spostano i propri mercanti verso i mercati catalani di Barcellona. Mentre Imereti si trova sotto assedio, la flotta fa dietro front e riconquista la provincia di Georgia, per poi nuovamente dirigersi verso la Sardegna. La dichiarazione veneziana e, sullo sfondo, la Georgia occupata. Il 10 gennaio 1408 viene ordinata la costruzione di due forti, uno nella provincia di Georgia e l'altro in quella di Alania, che grazia alla miniera d'oro frutta quasi 50 ducati annui. Nel mentre la provincia di Wenden, appartenente ai territori dell'Ordine Teutonico, viene annessa dalla Lituania grazie a movimenti separatisti sorti in quella provincia, e la Baviera, sconvolta da una guerra civile, firma una pace bianca con la vicina Svizzera. Finalmente una bella notizia. Giunge alla corte genovese l'informazione che alcune città della provincia del Lugansk, appartenente all'Orda d'Oro, debbano in realtà appartenere alla provincia di Azow, e quindi a Genova. Questa informazione permette al Doge di accampare dei diritti sulla regione, per la durata di 50 anni, considerandola in tutti i termini genovese. Il primo febbraio del 1408 accade che Tolosa, alleata di Inghilterra, Galles e Navarra, dichiari guerra alla Provenza, alleata solamenta ad Angiò. Questa dichirazione interessa Genova, in quanto garantisce l'indipendenza provenzale. Il Doge, pur avendo tutte le truppe ad Oriente, pur avendo 3 regioni in mano o sotto assedio da parte di ribelli, pur conscio di rischiare, decide di appoggiare la Provenza nella guerra. Nessun alleato dei francesi risponde alle loro chiamate, ne da parte provenzale ne da parte della Tolosa che quindi si trova in guerra contro Genova, l'Imperatore di Brunswick corso in aiuto del suo protetto, e appunto la Provenza. 5000 tolosi, supportati da 2 trasporti e 4 galee sono le forze a disposizione dei francesi, circa un quarto rispetto a quelle di Genova e degli alleati. Il Baden intanto accetta la richieste di pace della Lorena, che si espande verso la zona tedesca acquisendo la provincia di Briesgau. Tolosa, nel marzo 1408, mette sotto assedio la capitale della Provenza, Aix-en-Provence, riuscendo ad espugnarla in 20 giorni e ottenendo la completa annessione della regione al proprio stato, mentre la flotta genovese con a bordo 4000 uomini raggiunge la Sardegna, e l'assedio di Azow è quasi giunto a termine. Il 3 aprile i ribelli sardi vengono sconfitti e la provincia di Azow torna ad essere genovese. Subito dopo, viene inviato il primo missionario genovese nella regione, per convertirla dalla religione musulmana sunnita, al cristianesimo. A maggio, mentre i 4000 genovesi stanno per sbarcare in Linguadoca, i 5000 uomini di Tolosa arrivano a mettere sotto assedio Genova stessa, attraversando i territori degli infami Savoia, e 17 giorni dopo la capitale capitola. A giugno, Provenza e Linguadoca sono sotto assedio genovese, la flotta torna ad Azow ad imbarcare gli altri 5000, mentre i francesi restano a Genova. Nei primi di luglio fanno ritorno in Georgia alcuni esploratori che a lungo avevano viaggiato verso est, e portano con loro la notizia di un grande Impero, la cui capitale è sede di un ricco mercato: Samarcanda. Vediamo Genova occupata e la situazione del Regno di Tolosa, con Provenza e Linguadoca occupate. Qui invece la provincia di Samarcanda. A metà luglio l'armata di Tolosa si sposta, inaspettatamente, verso la Lombardia, lontana dai propri territori natii. Gli strateghi genovesi suppongono che si stiano dirigendo verso i territori del Brunswick, ma non comprendono il motivo di tale mossa. Giunge anche una richiesta di pace bianca che viene però rifiutata dai genovesi: si attende il ritorno della flotta per dare una sonora mazzata a Tolosa. Ad agosto oramai è certo, l'armata francese è diretta in Svizzera, e quindi verso i territori imperiali. Negli stessi giorni giunge la notizia della cessione di metà Pelopenneso agli Ottomani da parte dei bizantini e la dichiarazione di guerra portoghese, supportati da un gran numero di nazioni cristiane ( Inghilterra, Aragona, castilla, Catalunia e Braganca ), nei confronti di Marocco, che è ancora in guerra con Algeri e ne occupa metà dei territori, e Tunisia. Poco giorni dopo, difatti, Algeri e Marocco firmano una pace, con la cessione di Tlemcen ed Aures ai marocchini. Mancano pochi giorni all'arrivo della flotta e dei 5000 uomini che erano a Kaffa che il servizio di spionaggio genovese trova l'armata di Tolosa. E' nei pressi di Regensburg, assediata dal Brunswick, ad aiutare la Baviera in guerra contro l'Imperatore, Enrico III di Brunswick. Brunswick in guerra anche contro la Danimarca, che ha da poco annesso ai suoi territori l'Arcivescovado di Brema. A novembre sbarcano in Liguria i 5000 fanti provenienti da Azow, e a marzo Genova è di nuovo libera, proprio quando giunge la notizia della pace bianca tra il Brunswick e Tolosa, ora in guerra contro la sola Genova. Nel frattempo la provincia di Azow viene completamente cristianizzata. Pochissimi giorni dopo una notizia sconvolge l'Europa. Enrico III di Brunswick accetta di diventare vassallo della Danimarca, come richiesto nella pace imposta dai danesi. Questa porta alla sua abdicazione da Imperatore del Sacro Romano Impero e alla nomina di un nuovo Imperatore. Col supporto di Palatinato e Sassonia, Rupert III di Palatinato viene eletto nuovo Imperatore dello SRING. Nel giugno del 1409 la Sicilia dichiara nuovamente guerra a Napoli mentre sul fronte della guerra genovese si ha la caduta del castello di Montpellier e la conseguente occupazione del territorio della Linguadoca. Vediamo sullo sfondo i 7000 fanti attestati in Linguadoca e i 2000 cavalieri in Provenza. Ad ovest, 2000 francesi si dirigono verso i fanti genovesi mentre ad est, dal Piemonte, 5000 francesi si dirigono verso i cavalieri della Superba.
Capitolo V ( 26 giugno 1409 - 16 agosto 1411 ) Per resistere al ritorno dell'esercito di Tolosa, 4000 fanti vengono mandati in supporto dei cavalieri in Provenza, mentre altri 3000 restano il Linguadoca in attesa delle riserve nemiche. Nel golfo di Lione le due flotte vengono allo scontro. Nel frattempo, l'oculata gestione dell'amministrazione centrale porta a un miglioramento della ricerca ( +1 free subjects, ora a 0). Dall'Ungheria giunge la notiza che quest'ultima diploannette il vassallo Transilvania. Le riserve francesi vengono presto sconfitte e vengono inseguite mentre tentano di ricongiungersi al grosso dell'esercito, impegnato in battaglia in Provenza. Mentre l'esercito genovese è impegnato in Europa, nelle provincie orientali fanno ritorno alcuni esploratori, con buone nuove. Portano la scoperta della provincia di Astrakan, appartenente al grande dominio dell'Orda d'Oro e confinante con le terre genovesi, e cosa ancor più importante per i progetti della Superba la provincia si rivela sede di un mercato. La provincia di Astrakan La battaglia navale nel golfo di Lione si risolve con una schiacciante vittoria per i genovesi, che affondano la totalità delle barche nemiche ( 4 galee 2 trasporti ) senza subire nessuna perdita. Dalle provincie georgiane, dove Imereti è ancora assediata da ribelli, arriva la notizia di una grande rivolta dei georgiani. 15000 ribelli sono pronti a sollevarsi in armi, ma il Doge decide di piegarsi alle loro richieste. Vengono pagati ai ribelli 39 ducati e in tutta la nazione per circa un anno le tasse verranno ridotte del 5%. Questa notizia non viene presa bene dalla maggioranza della popolazione, e si ha quindi un malus anche nel ripristino della stabilità interna. Nei Paesi Bassi alcune ribellioni scoppiate all' interno del regno di Borgogna favoriscono la defezione della provincia di Artois al Ducati di Hainaut. L'Islanda ed il vassallo Mann, firmano una pace bianca con la Scozia. Poco dopo i vichinghi della piccola isola all'estremo nord della GranBretagna vengono riconosciuti come veri e propri islandesi e Mann viene inglobata nei diretti possedimenti dei vichingi d'Islanda. L'Ungheria scende in guerra contro la piccola Moldavia, che può usufruire del supporto della Moscovia. la Borgogna, molto in difficoltà, accetta le richieste lorene: viene liberata come indipendente la provincia di Nevers, che va a formare il Ducato omonimo, e alla Lorena vengono dati 40 ducati e la Franca Contea. I territori della Lorena Nel febbraio 1410 viene definitivamente annientato l'esercito di Tolosa, e vengono messe sotto assedio tutte le sue provincie. Sempre in febbraio, viene rifiutata una richiesta di pace bianca. Negli stesso giorni, dal Medio Oriente, giunge la tremenda notizia, per i cristiani, dell'attacco dei Mamelucchi a Gerusalemme. I musulmani sono supportati da Orda d'Oro, Najd e Kazah, mentre al fianco della cristiana Gerusalemme si schierano l'Imperatore Rupert III di Palatinato, i Cavalieri di Rodi, i Cavalieri di Acri e il Regno di Cipro. Sempre nello stesso mese la Francia dichiara guerra all'ex vassallo ed ora alleato angioino, la Normandia. La guerra è totalmente squilibrata: le due monoregioni Angio' e Normandia sono da sole contro la molto più grande Francia e i suoi soliti 4 vassalli. Muore intanto Rupert III, l'Imperatore, e come suo successore viene nominato Giorgio I di Palatinato, con i voti dello stesso Palatina e della Sassonia. Mentre tutto lo stato di Tolosa viene occupato e le città messe sotto assedio, dalle provine orientali giunge la notizia della caduta di Imereti in mano ai ribelli georgiani, che ora si dirigono verso la Georgia. Sullo sfondo Tolosa occupata. Come successe alla precedente aggressione francese nei confronti della Normandia, la Bretagna prova ad approfittarne, dichiarndo lei stessa guerra alla Normandia e all'Angiò. Il Papato invece, collassa contro dei ribelli, e viene quindi annullata l'alleanza con Genova. Prontamente il Doge ripropone la stessa, che viene accettata seduta stante dal nuovo Papa Nicolaus V. Anche la Cornovaglia approfitta del nuova Papa, facendo scomunicare il Conte di Kent. Il 10 di settembre del 1410 è un pessimo giorno per la cristianità. Dopo più di 6 mesi d'assedio cade in mano musulmana la città santa di Gerusalemme. La notiza della conquista di Gerusalemme A novembre nel nord della regione francese la Francia ha la meglio sugli angioini, e ne annette la regione ai suoi territori, e poco dopo la Normandia subisce la stessa sorte. Verso la fine del mese, anche la provincia di Georgia cade in mano ai ribelli, mentre nella bassa Francia continuano gli assedi alle città tolose. Diventa fondamentale per il Doge chiudere in fretta la questione con Tolosa, e spostare le truppe ad Oriente per scacciare dai territori genovesi i ribelli, che ora si dirigono verso l'Alania, mettendola sotto assedio. Sullo sfondo i territori occupati dai ribelli Il primo castello a cadere è quello di Rodez, e il Rouergue viene occupato dalle truppe della Superba. Nel mentre l'Ungheria riduce a monoregione la Moldavia, vassallizzandola e togliendole lo sbocco sul mare, annettendo ai diretti domini ungheresi la provincia di Budjak. Il primo febbraio 1411 le risorse impegnate nella ricerca governativa danno i loro frutti e vengono apprese nuove conoscenze che permettono sia la costruzioni di templi nelle varie regioni genovesi, che la scoperta di una nuova idea nazionale. Considerando l'importanza del mare per la Superba, e il dover ampliare la flotta per competere dapprima con i rivali veneziani, e successivamente con le forti flotte portoghesi ed inglesi, viene scelta l'idea della "Press Gangs", che consente di pagare le navi la metà del loro costo originario. Due navi al prezzo di una: come dicono in Inghilterra, two is meglio che one. Nei primi giorni di marzo anche la stessa Tolosa cade nella mani genovesi, che aspettano solo la conquista della Provenza per fare le loro richieste di pace ai francesi. Purtroppo, negli stessi giorni, 10000 contadini inferociti mettono sotto assedio la capitale Genova: 5000 cavalieri genovesi provano a rompere l'assedio. Nel frattempo, la Lituania viene sconvolta da una guerra civile e Catalogna e Marocco firmano una pace bianca. Subito dopo la Catalogna dichiara guerra all'Andalusia e a Granada, ancora arroccate nel sud spagnolo, e tutti i cattolici di Spagna, tranne la Castiglia, seguono i catalani in guerra: Aragona, Navarra, Portogallo e Maiorca. La situazione religiosa del sud spagnolo I 5000 genovesi impegnati in Liguria non riescono a rompere l'assedio, ma solamente a diminuire le forze avvesarie. Dopo un breve scontro si ritirano sulle navi genovesi e sbarcano in Corsica, per riprendere le forze in vista dell'attacco finale contro i ribelli liguri. Ad oriente, anche la provincia di Alania cade in mano ai ribelli. Ad Agosto viene rifiutata la pace offerta dalla Tolosa, che comprendeva un indennizzo in denaro e la cessione delle provincie di Linguadoca e Rouergue. Pochi giorni dopo il castello di Aix cade e la Provenza viene occupata da Genova, che subitamente invia le proprie richieste di pace ai francesi. Tolosa viene costretta a cedere i territori costieri di Provenza e Linguadoca, e a pagare un indennizzo di 25 ducati. Prima, i territori francesi occupati, e Genova assedita dai ribelli Dopo, la pace accettata e sullo sfondo i nuovi territori genovesi. Terminato finalmente il conflitto, il Doge decide di concetrasi sulla situazione interna dello stato. Per qualche anno, forse, non saranno dichiarate guerra, e si cercherà di partecipare anche il meno possibile a guerre portate dagli alleati. Molto lavoro resta da fare al Doge: la stabilità interna deve essere migliorata, essendo ferma a +1; la reputazione che lo stato ha all'estero deve anch'essa essere migliorata in chiave guerre future ( 6,70 su 33 ); esercito e marina sono da ampliare e, cosa piu importante di tutte, bisogna riconquistare in breve tempo i territori orientali in mano ai ribelli, per evitare che tornino alla Georgia. I due prossimi obbiettivi del Doge sono il superamento di Venezia in ambito marittimo, economico e militare e il raggiungimento dell'unità territoriale sul continente, strappando la provincia di Nizza alla Savoia.
Capitolo VI ( 17 agosto 1411 - 5 marzo 1413 ) Mentre l'esercito genovese è impegnato contro i ribelli liguri, e la flotta è pronta per il successivo trasferimento di parte di esso in Georgia, giunge dal Medio Oriente la notizia che anche i Cavalieri di Acri vengono sconfitti ed annientati dai Mamelucchi: tutto il mondo cristiano si chiede se giungerà un giorno la vendetta. Nell'ottobre del 1411 termina la sua vita il Doge Antonio Pallavicini, e viene eletto come suo successore il fratello Pietro Pallavicini, esperto di burocrazia, scelto al posto degli altri due candidati, Battista Gattilusio e Battista Imperiale. A novembre i ribelli liguri sono sconfitti, e incomincia il trasferimento di uomini verso la Georgia. Intanto l'Inghilterra si riappacifica con il Marocco e la Francia, che sta prendendo il predominio sulle regioni francesi, dichiara guerra alla Borgogna, che viene affiancata da Milano, dall'Arcivescovo di Utrecht, da Tolosa e dal Baden. La Sicilia invece viene costretta da Napoli a cedere la regione di Messina, e dividere proprio con i napoletani il controllo dell'isola. Giunge poi inaspettato un avvertimento da parte dell'Impero Ottomano. Nel febbraio 1412, proprio quando la flotta genovese giunge in vista delle coste georgiane, dalla capitale Genova giunge anche la noriza della morte di uno dei diplomatici di corte, Cesare Aldobrandini. Al suo posto viene assunto Gregor von Roth Rosthof, pittore amburghese, che aiuterà il Doge a migliorare più rapidamente la stabilità interna. A marzo le truppe genovesi sbarcano ad Imereti, e ne mettono sotto assedio la Capitale. I Mamelucchi firmano una pace bianca con i Cavalieri di Rodi e con il Palatinato, la Moscovia firma una pace bianca con l'Ungheria e subito dopo dichiara guerra al Ryazan. Al fianco di quest'ultimo, contro la Moscovia, scendono in campo tutti gli altri principati russi: Tver, Pskov e il più potente Principato di Novgord, alleato anche dei genovesi. Pochi giorni dopo l'Orda d'Oro dichiara guerra alla Moscovia, rimasta senza alleati e forse facile preda per le orde mongole. Gli Ottomani, insieme ai vassalli Bosnia e Serbia e agli alleati Jalayridi e Qara Koyunlu dichiarano guerra a Rodi. Purtroppo, per i turchi, al fianco di Rodi si schiera la Spagna unita: Portogallo, Aragona, Castiglia e Catalogna. In Georgia, i fanti genovesi hanno la meglio sui ribelli georgiani, proprio mentre 5000 cavalieri genovesi raggiungono la zona. Ora, i fanti si occuperanno degli assedi mentre i cavalieri ripuliranno i territori genovesi dalle ultime truppe ribelli. Vediamo l'esito dello scontro e lo sbarco delle nuove truppe genovesi. In Spagna, Andalusia e Granada respingono gli attacchi cristiani e riescono ad ottenere una pace pagando solamente 11 ducati agli attaccanti. La Borgogna raggiunge un accordo di pace con la Francia, cedendo la regione di Picardie e concludendo quindi la guerra. Gli esploratori genovesi riportano la notizia della scoperta di due nuove regioni, una delle quali confinate con i territori genovesi, appartententi entrambe allo stato musulmano sciita denominata Qara Koyunlu, finora sconosciuto a Genova, se non per sentito dire. La scoperta delle due regioni del Qara Koyunlu, il Dagestan e il Murgan, sede della capitale Baku. In Italia lo status quo viene infranto da Venezia. I veneti infatti, supportati dal vassallo Trento e dalla Croazia, dichiarano guerra al Patriarcato di Aquileia, che viene appoggiato da Ungheria e l'Imperatore di Palatinato. In GranBretagna l'Inghilterra dichiara guerra alla Scozia: la guerra assume dimensioni europee e non più regionali quando al fianco della Scozia si schiera la Francia, eterno nemico inglese. Gli alleati inglesi non stanno a guardare e il duo franco-scozzese si ritrova contro, oltre all'Inghilterra, anche i suoi vassalli il Duca di York, il Principe di Cornovaglia ed il Conte di Kent, e gli alleati Olanda e Portogallo. La situazione moscovita non è delle migliori. Viene costretta dall'Orda d'Oro alla cessione della regione di Tula e al pagamento di 100 ducati, e vede il suo territorio quasi interamento occupato dai diversi principati russi mentre le sue truppe, ben 14000 cavalieri, sono impegnate nell'assedio di Kazimov, capitale del Ryazan. La situazione moscovita La Croazia, scesa in guerra al fianco di Venezia, maledice l'alleato per averla trascinata in quella che si rivela una disfatta. I croati devono infatti soccombere all'Ungheria e, oltre a lasciare da sola Venezia in guerra, pagare 25 ducati, cedere Osijek e acconsentire a ridare l'indipendenza a Montenegro e Ragusa, che solo pochi anni prima erano state annesse. Al contempo la Polonia annette diplomaticamente il vassallo Mazovia. Nei territori georgiani appartenenti a Genova, ma sotto controllo di patrioti, finalmente viene sconfitto l'esercito ribelle, e tutte le provincie messe sotto assedio.
Pinky piu' espansionista dove? E soprattutto quando? non son stato in pace neanche un anno.. i ribelli in Georgia gli ho fatti espandere forzatamente, avevo le truppe impegnate ed un manpower troppo basso per reclutarne di nuove.
Capitolo VII ( 5 marzo 1413 - 13 aprile 1416 ) Situazione europea nel 1413 Sconfitte le forze ribelli, vengono iniziate delle manovre di arruolamento massiccio, di modo da raddoppiare e quasi triplicare le forze terrestri a disposizione della Superba, e vengono anche messa in cantiere numerose navi sia da trasporto che da guerra. Visto anche il buon momento economico e la pace che sembra durare, vengono avviate le costruzioni di due templi, in Liguria e sull'isola di Corsica. A maggio, mentre la Scozia cede la regione di Ayrshire all'Inghilterra, la regione di Imereti viene completamente liberata e la guarnigione che ne sosteneva l'assedio si sposta ad assediare la provincia di Alania. I Mamelucchi intanto, appoggiato dal Najd, attaccano l'Algeria e il suo alleato Tripoli, col chiaro intento di espandersi lungo la costa libica. A luglio cade anche la fortezza di Alania, e anche quella regione torna sotto il controllo genovese. Mentre prosegue l'assedio di Georgia, i 5000 cavalieri genovesi li presenti vengono premiati e nominati come primi arruolati in quella che è stata chiamata l' "Armata Orientale", col primo compito di controllare la regione. Inaspettatamente alcune città sotto il controllo genovese fanno sentire la loro voce, chiedendo il ripristino di antichi diritti, aboliti sotto la dominazione genovese. Il Doge, subendo una perdità di stabilità, rifiuta le richieste, per non rendere meno centralizzato lo stato. Intanto la Moscovia esce dalla brutta situazione in cui si era cacciata, cedendo la provincia di Vladimir al Principato di Tver. A novembre anche la provincia di Georgia viene riconquistata e negli stessi giorni la stabilità torna a +2. I 5000 fanti che hanno portato gli assedi, vengono imbarcati e riportatati a Genova, a casa. Il primo di dicembre è un giorno importante per la Superba. Infatti, il Papa Nicolaus V dichiara guerra al vicino Granducato di Toscana, e Genova, in quanto alleata dei papali e garantendo l'indipendenza toscana, è chiamata alla dura decisione di dover scegliere chi supportare in guerra. Supportare l'alleato papale significherebbe la perdità di molta stabilità interna e ritrovarsi in guerra con la moltidudine di nazioni che garantiscono l'indipendenza del Granducato. D'altro canto, supportare il Papa, significherebbe la probabile guerra con i suoi alleati: Napoli e la Savoia. Inoltre, a causa della dichiarazione di guerra, le relazioni del Papa con gli altri stati sono scese e, nonostante sia alleato, quelle con la Superba sono a -11. A causa di ciò il Doge Pietro Pallavicini ha la possibilità di firmare lo Statute in Restraint of Appeals (Statuto per la limitazione degli appelli) che di fatto aveva il potere di proibire i ricorsi delle corti ecclesiastiche genovesi al Papa. Il Doge prende quindi una decisione drastica. Scioglie l'alleanza con il Papa, e accetta la richiesta d'aiuto toscana. Allo stesso tempo firma lo Statuto peggiorando, forse per sempre ma di sicuro per lungo tempo, le relazioni con lo Stato Pontificio. Il dilemma della scelta tra Toscana e Stato Pontificio. Il testo dello Statuto. La firma dello Statuto ha sullo stato genovese diverse ripercussioni: peggiorano di 100 le relazioni con lo Stato Pontificio, e di 60 quelle con la Francia e gli altri stati cattolici confinanti ( Savoia, Milano, Tolosa, Maiorca ed Auvergne), si guadagnano 10 punti di prestigio più un +1 annuo, crescerà più rapidamente la stabilità interna, il rischio nazionale di rivolte diminuisce di 1, l'arrivo di diplomatici a corte diminiusce di 0,5 e la reputazione con gli stati esteri aumenta di 0,05. La scelta di appoggiare la Toscana si rivela molto fortunata: la sola Savoia si schiera al suo fianco, con estrema felicità da parte del Doge, mentre a difesa della toscana si schierano, oltre a Genova, l'Imperatore del Palatinato, Milano, Ferrara, la Svizzera, la Serenissima Repubblica di Venezia, la Sicilia e il Patriarcato di Aquileia. Un totale di 60.000 uomini tra fanti e cavalieri e 70 navi, di cui 20 da guerra, contro i 10000 uomini papali e savoiardi, appoggiati dalla flotta composta da 16 galee e 4 trasporti. In Oriente intanto l'Orda d'Oro dichiara guerra a Lituania e Polonia. Subito i 2000 uomini di stanza in Linguadoca vengono inviati verso Nizza. Dopo circa 2 mesi giungono i 5000 fanti imbarcati in Georgia, come maggior forza d'attacco genovese. Mentre la flotta velegga al largo del Lazio, le vedette scorgono aspri combattimenti tra papali e milanesi: 11.000 lombardi guidati dal Duca GianGaleazzo I Visconti in persona fronteggiano i 7000 soldati papali guidati direttamente sul campo di battaglia da Papa Nicolaus V. Nel frattempo Nizza è messa sotto assedio dai 2000 genovesi, mentre 5000 milanesi assediano Torino, capitale savoiarda. Possiamo vedere gli scontri tra milanesi e papali a Roma, le provincie savoiarde messe sotto assedio e uno scontro navale tra Milano e Savoia. Nella provincia di Treviso, un esercito imperiale del Palatinato mette sotto assedio la regione, dopo aver conquistato la vicina Trento che, insieme a Venezia, è ancora in guerra contro l'Imperatore, l'Ungheria ed Aquileia. Durante l'aprile del 1414 numerose paci bianche vengono firmate tra i partecipanti alla guerra musulmano-cristiana tra Ottomani e i regni cristiani iberici. Dopo aver firmato una di questa paci il Qara Koyunlu, insieme a Nogai e Kazahk dichiara guerra alla piccola Georgia, supportata da Impero Bizantino e Trebisonda. In giugno viene rifiutata una pace bianca offerta dal Papa, mentre sulla costa africana del Mediterrano si ha l'espansione mamelucca ai danni di Tripoli, che diventano vassalli degli egiziani e cedono loro le regioni di Cyrenaica e Sirt. A luglio, dopo aver fatto pace con gli Ottomani, la Castiglia dichiara guerra Granada, sempre con l'intento di scacciare per sempre i musulmani dalla Spagna e da quella parte di Europa. Con la Castiglia si schiera il solo Portogallo, mentre con Granada il Sultanato di Andalusia. il 6 agosto 1414 Nizza cade in mano genovese. I 7000 fanti genovesi si dirigono quindi verso la provincia di Savoia, essendo il Piemonte già assediato da milanesi, svizzeri ed imperiali. L'inizio di ottobre vede il raggiungimento del +3 in stabilità interna per Genova, e la cessione di Cadice da parte dell'Andalusia alla Castiglia in cambio della cessazione delle ostilità contro se stessi e Granada. Cade anche in mano savoiarda la provincia svizzera di Berna, e 4000 cavalieri di Savoia si dirigono verso Milano, capita della Lombardia, sguarnita da difese. La Svizzera è proprio la prima nazione a ritirarsi dal conflitto, pagando 67 ducati allo Stato Pontificio. A novembre viene registrata sulle mappe la scomparsa del Regno di Georgia, inglobato dai turcomanni del Qara Koyunlu. Orda d'Oro e Lituania firmano invece una pace bianca. Gli Ottomani invece, appena usciti dal conflitto contro i cristiani di Spagna, dichiarano guerra all'Impero Bizantino, supportato dalla Valacchia. Con i turchi si schierano Jalayridi, Orda d'Oro, Serbia e Bosnia. Negli stessi giorni arriva una richiesta di alleanza da parte della Lorena, che il Doge accetta di buon grado, in futura chiava antifrancese. A marzo cadono le ultime resistenze savoiarde e la Savoia viene conquistata dai genovesi mentre il Piemonte viene occupato dagli uomini di Milano, mentre la flotta della Superba affonda quella savoiarda in due brevi battaglie. Intanto le forze papali assediano Siena, mentre sulla costa adriatica l'esercito toscano riesce ad occupare la Romagna. La pace imposta alla Savoia è dura: cessione della provincia costiera di Nizza, pagamento di 25 ducati, e vassalizzazione nei confronti della Superba. Le forze genovesi ora si concentrano sullo Stato Pontificio. Sullo sfondo, l'unità territoriale per Genova è stata raggiunta. Pietro Pallavicini, il Doge, alla testa delle sue truppe, 7000 uomini, si imbarca dal porto di Genova, pronto a sbarcare nel Lazio, a Roma, già assediata da 1000 soldati imperiali. Anche la provincia di Ancona è messa sotto assedio da ferraresi, toscani e imperiali. Non appena possibile viene siglata un alleanza con il neo vassallo Savoia, di modo da sfruttarne l'esercito in futuro. A giugno dall'Ungheria giunge la notizia dello scoppio di una guerra civile, risolta in brevissiomo tempo, mentre Venezia, forse invidiosa del successo genovese, con grandi sforzi riesce ad ottenere di firmare una pace con il Patriarcato di Aquileia, che cede ai veneziani 16 ducati e la provincia di Gorz, molto ricca per la presenza di miniere d'oro. Ad ottobre i soldati pontifici vengono sconfitti a Siena e ripiegano su Roma, dove trovano ad attenderli i 7000 genovesi ed inoltre la provincia di Ancona cade in possesso dei toscani che insieme alle altre truppe che mantenevano l'assedio, si spostano verso la provincia di Roma. Il 15 di ottobre succedono due cose. La prima, è la pace firmata tra Stato Pontificio e GranDucato di Toscana, che vede quest'ultimo appropriarsi delle province di Romagna e Ancona, oltre che di 20 ducati. L'altra notizia, è la scadenza del mandato del Doge Pietro Pallavicini, che viene però riconfermato a furor di popolo. Nel marzo del 1416 Roma cade, occupata dalle forze del Palatinato e di Genova. Due giorni dopo il Papa firma la pace con la Superba: d'ora in avanti lo Stato Pontificio sarà vassallo genovese, e Genova si impegnerà a favorirne l'espansione nel centro Italia. Appena possibile viene anche firmata un alleanza tra Stato Pontificio e Genova. Sullo sfondo l'espansione toscana e lo Stato Pontificio vassallo di Genova. Giunge insieme all'alleana con lo Stato Pontificio anche la notizia del superamento come grandezza di esercito di Genova rispetto a Venezia: si suppone che quest'ultima abbia subito una pesante disfatta contro le truppe imperiali. Insieme alla gioia delle piu alte sfere militari, giungono nuove richieste al Doge. La regione di Lugansk, occupata dall'Orda d'Oro e precedentemente reclamata da Genova, viene ormai ritenuta totalmente di appartenenza genovese, e il popolo vuole la sua conquista. Per concludere il capitolo, una panoramica sui possedimenti genovesi. Territori orientali Territori, e vassalli, europei
Volevo farti i complimenti per la tua partita e le tue descrizioni dettagliate. In pratica sembra quasi di giocare in prima in persona leggendo le tue avventure con Genova! Riusciresti ad inserire ogni tanto la situazione delle casse del tesoro di Genova (tipo income finale annuale e fondi residui)? A dispetto di quello che dice Pinky ho notato che hai puntato molto sull'espansione territoriale. Pensi di continuare così o poi di sfruttare il fatto di essere una Repubblica Mercantile ed ampliare la Lega Commerciale ???.
Capitolo VIII ( 13 aprile 1416 - 6 marzo 1420 ) Terminata la guerra contro Savoia e Papato, entrambi vassallizati, il Doge si concentra sul miglioramento dell'esercito e sull'invio di missionari nelle regioni orientali a maggioranza ortodossa. Gli Ottomani si riappacificano con la Walacchia, guadagnando la provincia di Oltenia. I Veneziani invece raggiungono finalmente un accordo di pace con l'Ungheria, e sono costretti a rompere il legame di vassallaggio che li univa a Trento ed anche a ridare l'indipendenza alla piccola isola di Rodi. In patria, la crescita delle città più importanti richiama contadini dalla campagne che, a fronte di una perdita di stabilità interna, vengono comunque ben accolti. In particolare la neo conquistata Nizza vede la migrazione di suoi cittadini verso la Liguria. Ora l'esercito è composto da 10000 cavalieri, di cui 5000 nelle province orientali, e 10000 fanti, tutti attestati tra la Provenza e la Liguria. La flotta ha raggiunto il discreto numero delle 20 unità, di cui 5 navi da guerra e 10 da trasporto. La provincia di Kaffa è la prima a perdere la maggioranza ortodossa e divenire a maggioranza cattolica. Intanto la tecnologia militare e quella agricola raggiungono il livello 4. Dall'estremo nord inglese arriva lo notizia che l'isola di Mann, come chiamata dagli islandesi, o le isole dell'ovest, come chiamate dagli scozzesi, per via di forti ribellioni della popolazione scosseze contro i dominatori vichinghi, passa dal controllo islandese a quello scozzese. Napoli, per la terza volta, dichiara guerra alla Sicilia, già occupata per metà dai napoletani. In Russia, il Principato di Tver dichiara guerra al piu piccolo Principato di Yarolsaw. Al fianco di quest'ultimo si schierano tutti gli altri Principati russi: Novgorod, Moscovia e Pskov. Dopo anni di guerra, Francia ed Inghilterra firmano una pace bianca. In Asia Minore gli Ottomani firmano una pace con l'Impero Bizantino ed ottengono da esso la liberazione nel Peloponneso dello stato greco ortodosso di Morea. Ora l'unico territorio in mano a Bisanzio è la città di Bisanzio stessa, regione fondamentale per controllare lo stretto dei Dardanelli. Lo stretto dei Dardanelli Il Doge vorrebbe dichiarare da subito guerra all'ormai minuscolo Impero Bizantino ma l'avvertimento lanciato anni prima dagli Ottomani pende sulla testa della Superba come una spada di Damocle: dichiarare guerra ai bizantini significherebbe anche trovarsi in guerra contro gli Ottomani, e forse Genova non è ancora pronta per questo. L'esercito Ottomano conta circa 10000 uomini in più di quello genovese, mentre la flotta turca è inferiore, essendo composta da sole galee. Per il momento il Doge si limita a garantire l'indipendenza bizantina. Nel maggio del 1417 la Francia annette il vassallo Armagnac, il Portogallo il vassallo Braganca mentre l'Inghilterra fa scomunicare la Northumbria. A luglio la stabilità interna di Genova torna a +3 ed in Europa viene eletto un nuovo Imperatore, Giorgio I di Baden, grazie ai voti degli Arcivescovi di Trier e Colonia. L'elezione di Giorgio I di Baden Incredibilmente, contro ogni sensata aspettativa, il primo Principato russo a soccombere nella guerra dichiarata dal Tver non è il Tver stesso ma lo Moscovia che viene costretta a cedere al Principato attaccante la regione di Orel ed allo stesso tempo viene costretta a rinunciare ai suoi diritti sulla regione di Vladimir. Nell'agosto del 1417, mentre lo stato sta risparmiando ducati per un ambizioso progetto nella mente del Doge, 7000 georgiani, nostalgici del vecchio Regno di Georgia, si sollevano in armi nella provincia di Alania, dove sono pronti ad accorrere i 5000 dell'Armata Orientale. Sullo sfondo, i ribelli georgiani e l'Armata Orientale genovese Verso la fine dell'anno i ribelli vengono sconfitti, e la tecnologia navale raggiunge il livello 4. Il primo gennaio 1418 è il giorno scelto dal Doge per attuare il suo piano. Spiee vengono mandate nella provincia di Trento, e dopo aver fabbricato dei documenti compromettenti per quello stato, il Doge dichiara guerra, perdendo solamente 1 punto di stabilità. Come previsto al fianco dei trentini scendono l'Imperatore del Baden, gli Ottomani e il vero obbiettivo genovese: Venezia. Dalla parte della Superba la sola Lorena non risponde alla chiamata in guerra, mentre Svizzera e i vassalli Savoia e Stato Pontificio non si fanno pregare. E' l'inizio della guerra veneto-genovese. Le forze in campo piu o meno si equivalgono, unico piccolo vantaggio per i veneziani è l'avere un maggior numero di navi da guerra. Gli obbiettivi genovesi sono di facile individuazione: l'isola di Creta e la penisola ateniese devono cambiare padrone. Creta e la Grecia Il piando di attacco genovese prevede di non concetrasi sul nemico ottomano, impegnato in una guerra che non è la sua e che presto si spera accetti una pace bianca, e nemmeno di attaccare via mare, vista la maggior forza navale veneziana. La flotta genovese viene fatta ripiegare nel porto di Bastia, in Corsica, prima di attaccare via mare bisogna fiaccare il nemico, e studiare le sue forze. 15000 uomini tra fanti e cavalieri vengono quindi fatti marciare attraverso la lombardia, diretti verso i territori veneziani e trentini. Nel mare prospicente ad Azow la flotta orientale genovese, 2 caracche e 6 galee, viene sorpresa dalla flotta ottomana, 16 galee, ed inizia un cruento scontro navale. Giunti nella provincia di Treviso, lasciando che Savoia e Svizzera si occupino di Trento, i 15000 genovesi affrontano e sconfiggono con facilità 6000 veneziani che ripiegano entro le mura di Venezia, impossibile da raggiungere per i genovesi, vista la presenza dell'intera flotta veneta a bloccare l'ingresso alla regione. Venezia che è anche sotto assedio da parte di 8000 ribelli, che si scontrano presto con i veneziani in ritirata. Questa, anche se non sembra, è la miglior notizia per i genovesi: lasciati i 5000 cavalieri ad assediare Treviso i fanti prima si dirigono verso Gorz, occupata da 4000 ribelli veneziani, e poi tornano in Liguria, pronti ad imbarcarsi direzione Creta. La situazione di guerra nell'area veneta. La battaglia navale di Azow si conclude con una pesante sconfitta causata dalla volontà dell'Ammiraglio in capo di non ritirarsi nei vicini porti amici. Tutte le galee genovesi vengono affondate e dai turchi viene anche catturata la caracca Provence, mentre l'altra caracca si rifugia in porto. In Italia la situazione volge però al meglio. Viene messa sotto assedio Gorz, dopo aver sconfitto i ribelli li presenti e l'esercito veneziano, scacciato da Venezia dai ribelli che assediano la capitale, torna a Treviso, dove viene annientato dalla cavalleria genovese. Il massacro dei veneziani In Inghilterra intanto si registra la diploannessione della Cornovaglia alla corona inglese. Purtroppo una notizia sconvolege Genova: il Doge Pietro Pallavicini, è morto. Come suo successore viene scelto il candidato diplomatico Bendetto Adorno, che era candidato insieme a Donato Bracelli ed Ambrogio Campi. Adorno, dalle spiccate doti anche militari e burocratiche, è il nipote del Doge del 1399, Antonio Adorno. A luglio, mentre viene inviato l'ultimo missionario ad Imereti e sconfitti gli ultimi ribelli georgiani, si ha la richiesta di pace da parte prima veneziana e poi trentina, e vengono entrambe rifiutate. Sempre in Italia la Sicilia è costretta a cedere Malta al Regno di Napoli, che regna incontrastato sul sud della penisola. Si registra anche la caduta della città di Trento in mani savoiarde, che consegnano la città a Genova, e spostano le truppe ad aiutare quelle genovesi nell'assedio di Treviso. A metà agosto una notizia sconvolge la Spagna. Il Portogallo, padrone della costa ovest della penisola iberica, volendo espandersi oltre in quella regione, dichiara guerra al piccolo Principato di Asturia. Al fianco portoghese si schiera l'eterno alleato inglese, mentre a favore dell'indipendenza degli asturiani si schierano le altre nazioni iberiche: Catalogna, Castiglia e Aragona. Giunge anche sui tavoli della diplomazia genovese la richiesta di alleanza da parte del grande stato di Lituania e, dopo aver valutato i possibili aiuti e favori che potrebbero essere scambiati tra genovesi e lituani in vista di un futuro conflitto contro l'Orda d'Oro, l'alleanza viene accettata. L'Asturia viene presto annessa al Portogallo, che ora concetra le sue forze per resistere agli attacchi spagnoli. Nelle regione orientali genovesi, la provincia di Imereti si converte al cristianesimo. A fine novembre il castello di Treviso cade in mano genovese, e i 5000 cavalieri li prensenti si spostano verso la Liguria per essere imbarcati, essendo i fanti ancora impegnati nell'assedio di Gorz. Nelle vicinanze della zona di guerra un altro conflitto si sta svolgendo: la Croazia riannette la regione di Ragusa, però è costretta a subire l'invasione ungherese. In Russia il Principato di Novgord ha la meglio su quello di Tver e ottiene la fine delle ostilità vassallizando quest'ultimo. Ora Novgorod è senza dubbio il più forte Principato russo. La situazione russa con l'egemonia di Novgorod e il vassallo Tver Ai primi di gennaio anche la fortezza di Gorz cade e, mentre la flotta porta i cavalieri a Creta, i 10000 fanti si dirigono verso i territori imperiali del Baden, già sotto assedio da parte degli svizzeri. I fanti sono appena entrati in territorio austriaco quando la fortezza di Baden cade in mano svizzera, e l'Imperatore viene costretto a firmare una pace bianca con Genova. La pace con l'Imperatore, sullo sfondo le regioni veneziane occupate da Genova o da ribelli, e la Croazia occupata dagli ungheresi. Emissari timuridi giungono a Genova con la notizia che i mercanti della Superba non sono più i ben accetti nei mercati dell'Impero Timuride. Nel nord Europa la Danimarca espande la sua egemonia, annettendo i territori tedesci del Brunswick, suo vassallo, mentre in Spagna giunge la notiza della prima pace firmata tra portoghesi e spagnoli, per la precisione con Aragona. Termina anche il conflitto croato-ungherese con la Croazia che concede nuovamente l'indipendenza a Ragusa, paga 25 ducati e diventa vassalla della grande Ungheria. Durante il mese di luglio, miglioramenti amministrativi portano ad una maggiore libertà di pensiero in tutta la Repubblica, e quindi ad una migliore ricerca tecnologica ( +1 free subject ). Ad agosto, per permettere i movimenti alla flotta occidentale e lo sbarco dei fanti in Atene, l'ultima caracca rimasta in forze alla flotta orientale si fa carico di una missione suicida, andanto ad impegnare la flotta ottomana al gran completo il tempo necessario per permettere lo sbarco dei genovesi ad Atene. Dalla Russia arriva la notizia dell'indipendenza del Kanato di Qasim, che strappa una regione all'Orda d'Oro. Dopo il sacrificio della caracca orientale, e visto avvicinarsi l'esercito ottomano alle zone di combattimento, con uno sforzo diplomatico non indifferente si riesce a convincere il Sultano a firmare una pace, pagando 25 ducati ai turchi. A dicembre muore Gregor von Roth-Rostof e al suo posto viene assunto Giannettino Grimaldi di Busca, ingeniere militare. La tecnologia commerciale raggiunge il livello 4. Intanto la Francia insieme ai suoi vassalli dichiara guerra a Borgongna, Nevers ed Hainaut. A marzo, dopo che vengono rifiutate due paci offerte da Venezia, la città di Atene cade in mano genovese e non resta che conquistare l'isola di Creta. Segue la situazione del conflitto al marzo 1420 Situazione nord italiana Situazione greca
Grazie per i complimenti! L'obbiettivo e' proprio quello di fare un resoconto dettagliato al massimo livello. Non inserisco la cassa perche' non lo ritengo un dato interessante, fondi residui non ce ne sono quasi mai ^^ Penso di continuare ad espandermi via terra, senza pero' esagerare e strafare: non voglio controllare mezza europa dopo 200 anni. Al momento controllo tre o quattro mercati, ma non capisco cosa intendi con Lega Commerciale, forse ti riferisci ad HTTT?
Capitolo IX ( 20 marzo 1420 - 20 giugno 1422 ) Nei primi giorni di aprile, oltre a concedere il diritto di passaggio sui propri territori al regno di Tolosa, viene sia ultimato l'assedio di Creta, che cade in mano genovese, sia costretto l'Arcivescovo di Trento a divenire vassallo genovese. La caduta di Creta e la pace con Trento Pochi giorni dopo anche Venezia viene costretta ad un pesante resa. Le regioni di Atene, Creta e Treviso passano sotto il controllo della Superba. La regione di Treviso, al momento fuori dalla zona di controllo genovese, viene regalata al vassallo ed ora alleato Trento. La firma della pace con Venezia e sullo sfondo i nuovi territori genovesi. Sotto, i territori del nuovo Arcivescovado di Trento, vassallo di Genova. Lo storico nemico veneziano è caduto, probabilmente per sempre. Altra notiza positiva per Genova è il raggungimento del livello 5 nella tecnologia governativa. Viene riorganizzata dal Doge la sistemazione delle truppe, con la creazione di una armata di Grecia, composta da 5000 cavalieri, come quella presente nei territori orientali. In Italia, per ora, restano 10000 fanti. Viene anche divisa la flotta, metà in Grecia e metà in Georgia, e messe in cantiere altre navi, soprattutto trasporti. Verso la fine di giugno l'alleato lituano dichiara guerra a Riga e il Doge, pur pensando di non intervenire nel conflitto, per evitare la perdità di prestigio internazionale, risponde alla chiamata del Re lituano Svitrigaila I, trovandosi in guerra quindi insieme ai lituani contro la piccola Riga e l'Imperatore di Baden. Subito i 10000 fanti italiani vengono inviati ad occupare i territori imperiali, con l'obbiettivo di vassallizarli. Prima però l'esercito genovese è costretto a dirigersi a Trento, dove 3000 ribelli milanesi stanno tenendo in scacco la regione. Intanto la vicina Milano annette Verona ai suoi domini, allargando il suo spazio vitale nella pianura padana. In ottobre la Francia conquista ed annette il Nevers, sconfigge l'Hainaut costringendolo a cedere 250 ducati e la regione di Artois, oltre a diventare vassallo francese, e sconfigge anche la Borgogna, costringendola a cedere proprio la regione natia del Regno, la Borgogna appunto, e a spostare la capitale a Bruges, nelle Fiandre. Nella provincia di Georgia invece la religione principale diventa il cristianesimo, mentre si aspetta l'arrivo di nuovi missionari per mandarli a predicare ad Atene e Creta, entrambe di religione ortodossa. In Russia l'Orda d'Oro annette il Kanato Qasim, a pochi anni dalla sua indipendenza. Nei primi giorni del gennaio 1421, mentre il Baden si vede assediato dalle truppe genovesi, in Spagna i due schieramenti portoghese e spagnolo raggiungono un accordo di pace: la regione di Galizia passa dal controllo portoghese ai territori appartenenti alla Catalogna. In concomitanza, la Castiglia, spendendo non pochi ducati, corrompre un Cardinale porteghese e, avevendo ora il giusto appeal sul Papa, chiama un Santa Crociata contro gli infedeli di Granada e nello stesso tempo fa scomunicare il Principe di Cantabria. La guerra è da poco terminata, quando la Catalogna annette il suo vassallo Maiorca. Giunge una richiesta di pace da parte di Riga, che chiede la svassalizazione di Trento e il pagamento di 30 ducati. Il Doge Adorno prende per pazzo il diplomatico del piccolo stato monastico baltico, e lo fa rinchiudere in una delle prigioni genovesi. E' il 9 aprile 1421 quando Milano dichiara guerra allo Stato Pontificio, costringendo Genova a scendere in guerra al fianco del suo vassallo. Subito, le truppe dislocate all'estero vengono fatte riunire ed inviate in Italia mentre i fanti che hanno da poco terminato l'assedio del Baden, si spostano verso il nord Italia. Sullo sfondo la situazione italiana alla dichiarazione di guerra. Accettando quindi la guerra contro Milano, la Superba si trova in guerra anche contro il potente Regno di Napoli. Il 21 aprile termina la guerra contro Riga, che viene annessa dalla Lituania. E' il 5 maggio quando 14000 milanesi si portano in Liguria e mettono sotto assedio Genova mentre altri 5000 milanesi supportati da 9000 truppe di Napoli stanno già assediando Roma. Nel mar Egeo 14 galee napoletane vengono allo scontro con 3 caracche e 5 trasporti genovesi, che poco dopo vengono rinforzati da altre 3 caracche e 5 trasporti. Vista la presenza dei milanesi il Liguria i 10000 fanti che stanno rientrando dalla Germania si recano verso Verona, per mettere sotto assedio quella regione. Dal nord Europa giunge la notizia dell'attacco olandese al Principato del Lussemburgo. A fianco degli olandesi si schierano solo i fiamminghi di Liegi, mentre l'indipendenza lussemburghese viene difesa da Inghilterra, Borgogna, Baden e Brandeburgo. La Borgogna, fantasma del grande stato che era solo 20 anni prima, è la prima a cedere, lasciando sotto il controllo olandese il grande e fiorente mercato di Antwerpen. Ad agosto i fanti genovesi raggiungono Verona e la mettono sotto assedio, mentre continuano gli assedi nemici a Genova e Roma, e la battaglia navale nell'Egeo si sta rivelando favorevole alla flotta della Superba. Nella vassalla Trento 8000 separatisti veneziani insorgono mettendo sotto assedio la città di Treviso. Il 6 ottobre, mentre infuriano ancora i combattimenti navali che tengono bloccata la flotta genovese, e con essa i 10000 cavalieri della Superba, cadono quasi in simultanea i castelli di Genova in mano milanese e di Verona in mano genovese. I due eserciti si spostano ad assediare rispettivamente Nizza e Brescia. Cade anche Roma, in mano milanese, mentre nel mar Ligure si svolge uno scontro navale tra la flotta pontifica e quella di Milano. Come se non bastasse, scoppia una rivolta nazionalista a Creta. Sullo sfondo lo scontro navale tra genovesi e veneziani nell'Egeo. Nel gennaio del 1422 l'esercito napoletano giunge a Verona, cercando di rinconquistare la città, controllata dai genovesi. Finalmente lo scontro navale viene ultimato, e la flotta napoletana batte in ritirata. Sfortunatemente negli stessi giorni i napoletani riconquistano Verona. La caduta di Verona e lo scontro nell'Egeo. Le navi genovesi mancanti all'appello si sono ritirate nel porto sicuro di Atene durante lo scontro. I napoletani sono ora diretti verso Brescia, ma l'esercito genovese cerca di sfuggire allo scontro, dirigendosi verso la Liguria sperando di riuscire ad imbarcarsi e trovare riparo in Corsica. Giunti a Genova, invece di imbarcarsi subito, pongono l'assedio alla città. Dalla Grecia intano la flotta si dirige verso l'Italia. A marzo, l'Ungheria annette la Moldavia. Il mese successivo, mentre i fanti genovesi continuano l'assedio di Genova, annientando anche 1000 napoletani che avevano cercato di infastidere le truppe, e mentre i 10000 cavalieri sbarcano in Corsica per riprendere le forze pronti a scagliarsi contro i milanesi che assediano Nizza, giunge da Napoli una richiesta di pagamento di 16 ducati in cambio della pace. Il Doge chiama a se i suoi consiglieri militari per decidere il da farsi. Dopo un breve colloquio si decide di accettare la richiesta napoletana: difatti, seppur sicuri di riuscire a sconfiggere milanesi e napoletani alleati, il Doge preferisce concentrarsi solo sui primi. Il 25 aprile Nizza cade in possesso dei milanesi, che tornano il Liguria convinti di sopraffare i genovesi intenti ad assediare la città. Per sfortuna milanese però, Genova non aspettava altro. Appena i milanesi raggiungono la Liguria, sbarcano alle loro spalle 10000 cavalieri genovesi. Nei Paesi Bassi la città di Liegi si chiama fuori dalla guerra pagando pochi ducati al Principato di Lussemburgo. Quella che è stata finora forse la più grande battaglia europea, di sicuro la più grande battaglia genovese e italiana, 20000 genovesi si sono scontrati con 14000 milanesi si conclude a favore della Superba. Mentre i fanti restano in zona per riconquistare Genova e Nizza, i cavalieri si lanciano all'inseguimento dei milanesi, diretti a Parma. Il 20 di giugno muore il Doge genovese, a seguito delle ferite riportate nell'assedio di Genova. Il governo repubblicano, insediato momentaneamente in Corsica, procede con la nuova elezione: i tre candidati sono Carlo Durazzo, Giampiero Longo e Alessandro Promontorio. Come da tradizione genovese è il candidato di maggior doti diplomatiche ad essere eletto. L'elezione del Doge e sullo sfondo, gli assedi nei territori occupati da Milano e gli scontri a Parma.
Seguo questo AAR dall'inizio, molto bella l'impostazione, scorrevole la lettura e come inizio è buono, avanti così
ora devi fare una cosa importante: cercare di ottenere 7 in trade, se non ce l'hai già. Devi ASSOLUTAMENTE colonizzare.
Capitolo X ( 20 giugno 1422 - 1 gennaio 1424 ) Situazione europea nel 1422 Si noti l'espansionismo danese in Germania e il raggiungimento dell'unità territoriale da parte della Francia. Continuano gli scontri contro il nemico milanese. A Parma i cavalieri della Superba constringono ad una nuova ritirata l'esercito milanese, e si mettono al suo inseguimento, diretti verso la Lombardia. Due notizie poi giungono al Doge, la prima buona e la seconda cattiva. Nizza viene riconquistata dai genovesi, mentre in Alania scoppia una rivolta di nazionalisti georgiani. Milano, visto che la guerra sta per cambiare prospettiva, tutta a vantaggio genovese, prova a concluderla, chiedendo la pace con la cessione di Roma. Il Doge, ovviamente, rifiuta. Nell'alleata Lituania scoppia una guerra civile, mentre in Italia succede una cosa strana. L'Arcivescovado di Trento, vassallo genovese, collassa sotto i colpi di ribelli veneziani. Il Doge genovese pensava, una volta sistemata la questione milanese, di dirigersi in quel di Trento e sconfiggere i ribelli. Purtroppo, accade l'impensabile. La regione di Treviso torno sotto il dominio veneziano mentre la regione di Trento, capitale del piccolo stato, defeziona in favore dei milanesi. Scompare cosi dalla cartina l'Arcivescovado di Trento. La notizia del collasso di Trento, e sullo sfondo le due regioni passate a Milano e Venezia. Il 28 ottobre è giorno di festa, Genova è di nuovo una città libera. L'esercito si sposta quindi verso Parma, mentre i cavalieri, stanchi per le continue battaglie in terra milanese, tornano il Liguria per riprendere le forze. Verso la fine di dicembre l'esercito milanese accorre in aiuto dei propri compatrioti assediati a Parma ma, ancora una volta, il genio strategico genovese ha avuto la giusta pensata. Difatti, mentre i milanesi giungono dalla Lombardia attaccando i fanti genovesi, dalla Liguria, prendendo alle spalle l'esercito di Milano, giungo i cavalieri della Superba: 17000 genovesi si scontrano con 7000 milanesi. Ovviamente la battaglia si conclude favorevolmente per Genova e mentre i fanti restano a Parma, i cavalieri si lanciano di nuovo all'inseguimento dei milanesi in fuga. Dai Baltici giunge la notizia della dichiarazione di guerra portata dai cavalieri dell'Ordine Teutonico nei confronti della piccola isola di Gotland, che anni prima aveva ottenuto l'indipendenza dall'Ordine. A fianco della piccola isola si schierano Islanda e Danimarca, che ne garantivano l'indipendenza. Mentre proseguono gli scontri in Italia, e i milanesi sconfitti anche in Lombardia cercano di fuggire in Liguria, dove vengono annientati dai cavalieri genovesi, i ribelli cretesi hanno la meglio sulla guarnigione locale e conquistano l'isola. Il massacro ligure Creta in mano ai ribelli Avendo sconfitto il piu grande esercito milanese, il Doge decide di imbarcare metà dei cavalieri, dirigendoli verso la Georgia, dove la provincia di Alania è ancora sotto assedio da parte dei nazionalisti. I cavalieri rimasti in Italia, si dirigono nuovamente verso i territori milanesi, per annientare le eventuali nuove truppe reclutate da Milano. L'8 di aprile, la Polonia dichiara guerra alla Lituania. Come la volta precedente, quando i lituani dichiararono guerra a Riga, il Doge onora l'alleanza e, essendo una guerra difensiva, non subisce nemmeno malus di stabilità interna. Per fortuna Moscovia, ma soprattutto Austria e Baviera, non rispondono alla chiamata polacca e quindi Lituania e Genova si trovano a fronteggiare Polonia e il Principato russo di Novgorod. Come nella guerra precedente il Doge cercherà di non parteciparvi attivamente. La prima conseguenza del conflitto è l'embargo posto da Novgorod nei confronti di Genova, che gentilmente contraccambia. Sei giorni prima dell'arrivo delle truppe genovesi ad Alania, la città soccombe contro i ribelli, che prendono il controllo della regione. A luglio l'Andalusia dichiara guerra al piccolo Principato di Cantabria. Decisione suicida in quanto al fianco del regno cristiano si schierano i suoi fratelli spagnoli di Catalogna, Castiglia e Aragona. Con gli andalusi, si schiera il califfato di Granada, che si ritira subito pagando 7 ducati ai catalani. Il 7 di agosto Parma cade, e i fanti genovesi si preparano a dilagare nel nord Italia, mentre 3000 di loro vengono inviati a Creta, con lo scopo di riconquistare l'isola. La conquista di Parma, sullo sfondo il nord Italia. Giunge però una pessima notiza da Alania. Dopo aver conquistato la regione, i ribelli sconfiggono ed annientano anche l'armata genovese mandata la per la riconquista della zona. La disfatta genovese Il basso manpower non consente al Doge di rimpiazzare subito le truppe perse. Decide quindi che lascerà campo libero ai ribelli, come già fatto da un suo predecessore anni addietro, sperando di conludere il conflitto con Milano in tempo per tornare nelle regioni orientali prima della rinascita dello stato georgiano. A dicembre, nella stessa giornata, vengono sconfitti i ribelli cretesi e messa sotto assedio la capitale dell'isola, e viene conquistata Milano, capitale dello stato omonimo. I cavalieri che avevano partecipato all'assedio, si spostano verso Roma, ancora occupata dai milanesi. Il primo gennaio 1424 la situazione di Genova e degli alleati (Lituania, Svizzera, Savoia, Stato Pontificio) è la seguente La situazione italiana, con i territori milanesi occupati e sotto assedio. La situazione greca, con Creta sotto assedio genovese. La situazione georgiana, con Alania occupata e Imereti sotto assedio dei ribelli nazionalisti. La situazione della Lituania, in guerra con Polonia e Novgorod, ed anche in guerra civile.