La diminuzione del numero medio dei figli per famiglia è sì presente dagli anni del boom (anche se ha avuto la maggiore decrescita nel quindicennio tra la metà degli anni '70 e la fine degli anni '80). Ma io non ho scritto che dieci anni c'è stata la prima diminuzione sostanziale delle nascite, ho scritto che da dieci anni le famiglie "tradizionali" (madre, padre ed uno o più figli) sono diventate percentualmente minoritarie nel nostro Paese. E questo non era mai accaduto prima. Certo. C'è l'eccessiva medicalizzazione della maternità, l'aumento dell'età media a cui ci si sposa, la minore propensione dell'ultima generazione a prendersi responsabilità e ad accettare rischi etc. Quello che mi premeva evidenziare è che un ipotetico difensore della famiglia "tradizionale" (definita come sopra) che si dicesse preoccupato del possibile declino di questa famiglia nella nostra società: 1) Si dovrebbe rendere conto che la sua preoccupazione è tardiva, perché quello che teme (la marginalizzazione numerica di un certo tipo di famiglia) è già avvenuto. 2) Si dovrebbe rendere conto che anche ad una prima analisi superficiale, è insensato dare la responsabilità di tutto all'immigrazione. Immagino ti riferisca ad accordi con i paesi di provenienza che prevedano che questi detenuti scontino la pena nelle loro carceri. La cittadinanza e l'etnia non sono sovrapponibili come concetti. Intendo di fatto. Poi si potrebbe anche pensare di voler dipendere la cittadinanza dall'etnia. Ma mi sembrerebbe un enorme regresso. Già i romani si resero conto che era una stronzata (ed infatti, per molti versi, erano meno provinciali e razzisti di noi... ma loro erano un grande impero). Mi vengono in mente due modelli in cui questo è storicamente avvenuto (i proprietari formali delle risorse e dei mezzi di produzione del paese sono tutti e soli i cittadini). Il primo è quello in cui i cittadini sono praticamente tutti imprenditori (tipi Emirati Arabi Uniti) e la bassa manovalanza la fanno gli immigrati. Il secondo è quello in cui non ci sono imprenditori ed i cittadini sono tutti salariati statali (tipo URSS e stati da "socialismo reale"). In entrambi i casi mi sembrano modelli un po' singolari per un tradizionalista antiislamico. Da come lo dici sembrerebbe che il problema risieda unicamente nell'aumento assoluto della popolazione. Ma se spingi per fare più figli questo aumento lo avrai comunque, anche in assenza di immigrati. Qualche tempo fa il New York Times pubblicò un articolo in cui si citavano degli studi che evidenziavano come i figli di coppie omosessuali non mostrassero più problemi (psicologici, cognitivi, comportamentali etc.) rispetto ai figli di coppie eterosessuali. Quindi potrebbe non essere tutto questo disastro permettere alle coppie omosessuali di avere figli o di adottarli. Anche perché, è chiaro che Tizio non puà pretendere di avere i vantaggi del veterano senza aver fatto la guerra, ma se a Tizio viene impedito di arruolarsi... Non che ritenga, comunque, un problema prioritario quello delle lotte per i diritti civili delle minoranze. Non perché le monoranze vadano discriminate ed aggredite anziché tutelate ma perché promuovere queste rivendicazioni in un certo modo evidenzia tutta una serie di problemi e limitazioni paragonabili, mutatis mutandis a ciò che scriveva Karl Marx nella critica alla posizione di Bauer sulla questione ebraica.
Un po' di attenzione Enok: Amadeus mi pare uso all'esser chiaro... Magari adesso ti metterà anche il dettaglio così potrai darci un'occhiata diretta e non mediata da quei noti puzzoni del NYT.
Sì, ho letto bene come ha scritto, ma è che di solito gli studi si pubblicano sulle riviste accademiche (tipo Nature oppure Science) e non sui giornali. Forse voleva intendere che New York Times ha citato una pubblicazione di uno studio? Allora in quel caso aspettiamo ulteriori dettagli. Ma se la pubblicazione arriva direttamente dal giornale newyorkese, senza revisione paritaria e scientifica, ha poco valore anche se basata su studi scientifici. Non bastano mica un paio di laureati in camice a dare valore alle scoperte.
Ed infatti non ho scritto che il NYT ha pubblicato studi di alcun genere. Be' se uso il verbo citare, probabilmente intendo quello che scrivo. Se è per questo le scemenze possono apparire anche su articoli sottoposti a peer review. Battute a parte, mi sembra che quello che ho scritto fosse abbastanza chiaro, come già sottolineato. Non ho citato direttamente i riferimenti degli studi in questione perché l'articolo del New York Times rimandava ad una analisi che traeva le sue conclusioni dalla comparazione di più di un centinaio di studi accademici. Mi sarei aspettato di più un'obiezione sul fatto che il NYT, essendo un giornale dichiaratamente liberal, avrebbe potuto aver interpretato in maniera parziale i risultati di tali studi accademici, ma che di studi accademici si trattasse (e non di autocitazioni di articoli tipo "Le inchieste dell'Espresso") mi sembrava palese. Ad ogni modo, i riferimenti di molti di questi studi sono rapidamente ottenibili tramite Google Scholar mettendo nel campo di ricerca la stringa "Lesbian and Gay Parents". Ne indico un paio tra tutti: http://www.rsu.edu/Faculty/RBoughner/courses/Intro/Alternative%20activities/Children%20of%20gays.pdf in quanto riporta conclusioni simili a quelle dell'articolo da me originalmente citato http://faculty.spokanefalls.edu/Ine...icles/Children of Lesbian and Gay Parents.pdf in quanto contiene una estesa bibliografia (anche se un po' datata), per chi volesse approfondire la questione Sia ben chiaro che sto indicando questo materiale unicamente come spunto informativo. Non sto affermando di volere o poter dare patenti di affidabilità al contenuto di tale materiale.
Beh, e allora dov'è questo studio pubblicato da almeno una delle maggiori riviste accademiche internazionali? Hai postato quattro paginette in PDF prese dal motore di ricerca. Un compitino della professoressa dell'università pubblica della Virginia, che ha anche la cattiva abitudine di autocitarsi, non cambia un secolo di psicologia infantile. Comunque di studi migliori di questi te ne dò atto che ce ne sono, d'altronde di associazioni che spingono in quel senso ce ne sono parecchie, ma - ripeto - per rivoluzionare una branca della psicologia (il nucleo familiare) ci vuole ben altro.
Beh cavolo ci credo che esistono persone come breivik, i musulmani vogliono davvero colonizzare il pianeta http://it.peacereporter.net/articol...gruppo+islamico+fuori+legge+predica+la+Sharia
Usciamo dall'OT, dalle coppie di fatto, dalla chiesa ecc... Domanda, avete visto che razza di prigione ha il nostro amico? Ha pure INTERNET!!!! Se mettono internet anche nelle prigioni italiane ammazzo il primo che trovo, così passo la vita a non fare una mazza, scarico/gioco/vi rompo le balle su nwi!
Mi sembrava di aver specificato che avevo indicato quei due tra tanti per il loro carattere "divulgativo" e quindi per far capire a chi stava seguendo la discussione di che cosa si parlava, e non perché fossero i migliori. Giusto per curiosità: riviste accademiche quali, per citarne alcune, Pediatrics, Journal of Marriage and Family, Family Relations, sono, a tuo avviso, sufficientemente blasonate per poter essere considerate degne di attenzione? Ad ogni modo, come convieni anche tu, gli articoli accademici esistono e si tratta di pubblicazioni peer reviewed, non dei pensieri in libertà di qualche opinionista del NYT. Chissà perché mi sono venuti in mente quei filosofi (tipo Spinoza) accusati contemporaneamente di panteismo e di ateismo. In un caso li si accusa di aver messo troppo dio nella loro filosofia, nell'altro di averne messo troppo poco. Ricapitoliamo: 1) Gli articoli a sostegno della "non dannosità", per lo sviluppo del bambino, dell'essere allevato all'interno di una famiglia con genitori omosessuali, esistono, sono aumentati di numero negli ultimi anni e sono presenti su riviste scientifiche di diffusione internazionale in cui viene praticata la selezione dei materiali da pubblicare attraverso revisione paritaria. 2) Questi articoli non hanno ancora raggiunto una "massa critica" tale da far sì che le tesi da loro sostenute possano essere considerate mainstream. Prima di proseguire la discussione, posso ritenere che entrambi concordiamo sulla sostanziale veridicità di queste due affermazioni?
Francamente la massa critica mi pare ampiamente raggiunta anche per assoluta mancanza di tesi avverse (di analoga scientifica provenienza o per dirla con Amadeus, non pensierini in libertà...). O mi sbaglio?
al di là delle vostre discussioni voglio sottolineare un servizio che ho visto su studioaperto (per caso... la tv la guardo raramente). mostravano l'intervista ad un amico di lunga data del killer di oslo e in sequenza foto di repertorio di breivniak o come cavolo si scrive. si sono fissati su una foto della sua cresima in cui affermavano che egli, il killer, avesse lo sguardo già "pronto" al successivo massacro quasi stupiti "ma non ve ne siete accorti?". ora, di fronte a questo, non regge nessun filosofo o trattato...
e non hai ancora visto la perizia calligrafica del tg5 stanno lavorando sul pdf di 1500 pagine per entrare nella mente del killer tramite il times new roman
No, a me risulta che il punto 1 non è vero. Sono quasi due giorni che ti sto chiedendo una pubblicazione su Pediatrics e compagnia accademica. Se il sito internet non ha un motore di ricerca interno, mi basta il numero della rivista e l'anno. Io ho semplicemente affermato che studi indipendenti, finanziati da associazioni partigiane, migliori di quelle 4 paginette che hai postato in questa discussione, esisteranno pure, ma non dimostrano nulla. In sintesi ti ho solo chiesto di evitare un'altra ricerca su Google e di citare la stessa cosa che ha citato il New York Times (oppure data del quotidiano).
La riforma del diritto di famiglia è del '75, e pensare, ancora nel 2011, di non equiparare i DICO al matrimonio è qualcosa di veramente "aberrante", per certi punti di vista. Pensare ad un legame testamentario, laddove si sta parlando, lo ricordo, di una dichiarazione di volontà (equiparata, in alcuni punti, ai contratti) e disposizione, quasi totale, dei propri beni, collegato, ma soprattutto legato ad istituto, il matrimonio, è una forte limitazione alla piena disponibilità e capacità di scelta del singolo cittadino. E' impensabile che io non possa costituire un legame stabile e duraturo con una donna, senza aver la sicurezza, che semmai mi dovesse succedere qualcosa, lei non possa disporre dei miei beni, semplicemente perché non siamo sposati. La sovranità sta al popolo, un popolo formato da singolo cittadino, che a loro volta formano una società. Qualora la società dovesse cambiare, così come in effetti sta facendo, i delegati della nostra sovranità devono tutelare, ogni singolo aspetto della società che li sta delegando. Tutelare in qualsiasi modo. Io non concepisco, piuttosto, questo esclusivismo derivante da alcune parti della società ma, soprattutto, dalla classe politica e da alcune entità politiche che con noi hanno un rapporto esclusivamente metafisico (lo Stato del Vaticano). Il non riconoscersi vicendevolmente, è una linea di pensiero che lascia il tempo che trova. La società sta cambiando. Ci sono sempre meno matrimoni. Ci sono gli omosessuali che reclamano sempre più diritti (giustamente). Non vedo perché la società stessa non possa venire incontro a certe richieste. Il progresso materiale non avviene esclusivamente attraverso l'istituto del matrimonio uomo/donna perché, mi dispiace dirlo, se il progresso materiale che l'Italia ha da questo unico istituto lo consideriamo ancora progresso, alla luce della società odierna, ragazzi miei, aprite gli occhi e rendetevi conto che questo è, per lo più, regresso, sotto molti punti di vista. L'aperura mentale è la via per un vero progresso materiale. Qualora questa dovesse restare rinchiusa in una bolla di dogmi e pregiudizi, vedremo con il tempo i frutti di queste scelte.
Ma perché io non posso decidere ciò che voglio? Perché devo essere costretto, per alcuni vincoli legali, a sposarmela? Perché non posso essere tutelato nella mia libertà di scelta?