Girando per il web ho trovato questo bellissimo video: E' un riepilogo di tutti gli avvenimenti accaduti nel corso del 2011 e l'anno che si sta chiudendo ne ha visti veramente tanti, molti dei quali finiranno sui libri di storia. Potrei citare la Primavera Araba, che ha visto la fine delle tirannie trentennali in Tunisia ed Egitto (discorso un po' diverso per la Libia); oppure potrei parlare della fine della Guerra in Iraq a cui tra l'altro ho già dedicato un post; la nascita di un nuovo Stato: il Sud Sudan. Ancora, l'ultimo volo dello Shuttle che proprio quest'anno è andato in pensione; la scomparsa di Steve Jobs, che ha cambiato il modo di comunicare, e quella della cantante Amy Whinehouse; per l'Italia la fine dell'ultimo governo Berlusconi. Ci sono anche il movimento Occupy Wall Street, una grande manifestazione di massa che ha coinvolto migliaia di persone, e quello degli Indignados che ha avuto ripercussioni in tutta Europa, Italia compresa. Non a caso la rivista "Times" ha eletto personaggio dell'anno "The Protester", il Manifestante.
La primavera araba è sicuramente un evento importante, anche se non è detto che con l'abbattimento di regimi autoritari si verifichino in questi Stati la nascita di governi liberali... In Libia c'è il forte rischio di una situazione stile ex Yugoslavia, con guerre interne fra le varie fazioni/tribù. Vabbé, questi non mi sembrano eventi epocali e manco lontanamente paragonabili ai precedenti... Vedremo gli effetti... Visti i "disastri" del '68, alle grandi manifestazioni preferisco la gente che si rimbocca le maniche e cerchi veramente di cambiare la società. I banchieri/politici di oggi erano i 68ini di ieri... La società di oggi presenza distanze maggiori fra ricchi e poveri rispetto a quella degli anni 70, il che la dice lunga su quanto servano gli slogan e le manifestazioni di piazza... Scusate lo scetticismo! Saluti
Un anno di crisi e di tasse,non senza sofferenza e cadute,ma è proprio da ciò che si impara e ci si rialza più forti.
Ovvio che non cambi niente se prima vai a manifestare in piazza per un giorno e dopo vai a comprare l'ipod e mangi al McDonald. La stessa cosa era nel 68'. Per cambiare sta situazione bisogna proprio spazzare via tutta la classe politica, altro che andare in piazza per chiederle di cambiare sè stessa. A mio dire, finchè la classe politica continua a stare al potere, che sia Berlusconi o Monti al potere è sempre la stessa merda.
D'accordissimo. Rispetto per Jobs che non c'è più, ma ha fatto fortuna vendendo gingilli belli da vedere, ma che non hanno certo rivoluzionato le comunicazioni.
A mio avviso più che rivoluzione della comunicazione, è il "padre" della rivoluzione dell'interfaccia. Se il "click" e le finestre lo associamo a windows, il "touch" e lo sfiorare lo schermo lo associamo all'iPhone. Ora gli altri rincorrono (e in alcuni casi superano), ma è innegabile che sia stata una rivoluzione e lo stesso windows 8 sarà completamente progettato per essere touch. Job ha "rivoluzionato" il cellulare (il cui mercato era totalmente saturo, mentre questo natale è stato un boom di smartphone), l'iPhone è stato il primo vero cellulare che ti ha permesso di avere un internet (utilizzabile) in tasca. Quello che c'era prima non offriva la stessa esperienza (e non faceva guadagnare gli sviluppatori quanto la piattaforma di Apple). Tablet, altra grande invenzione, finalmente ci siamo accorti che al 90% delle persone per navigare e scrivere quattro parole in croce non serve un miniPC con tastiera e mouse... Io non sono un fan di Apple e della sua politica di prezzi, però diamo a Cesare quel che è di Cesare: per me era un visionario e ha realizzato dispositivi che, a breve, cambieranno il nostro modo di vivere. Come tutte le tecnologie, non necessariamente in positivo... Saluti e buon anno.
Il mouse e l'interfaccia l'hanno inventato quelli della Apple. Non quella dei gingilli alla Steve Jobs, ma quella dei pionieri alla Steve Wozniak. Chissà perchè non sono stati loro ad imporsi come Microsoft... forse all'epoca si guardava di più ai contenuti che alla presentazione di essi.