Ci mancherebbe solo che abolissero questo articolo, ma mi sà che tu parli dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Perchè il Presidente della Repubblica possa sciogliere le Camere occorre prima che ci sia una crisi di governo e che appaia evidente che non è possibile esprimerne uno nuovo che abbia la fiducia in parlamento. A quel punto il coverno sfiduaciato resta al suo posto per gestire l'ordinaria amministrazione, si sciolgono le camere e si indicono le elezioni. Una volta concluse le elezioni il Presidente della Repubblica si consulta con i partiti ed assegna l'incarico a qualcuno di formare un governo, il governo si presenta alle camere per ottenere la fiducia ed il resto lo sapete. Quindi per poter cambiare il parlamento ma tenere l'attuale governo bisognerebbe : 1° Sfiduciare in parlamento l'attuale governo. 2° Mettere il Presidente della Repubblica davanti al fatto che nessun governo ha la possibilità di ottenere la fiducia. 3° Dopo le elezioni il parlamento si rende disponibile a votare al fiducia solo ad una compagine di governo uguale a quella uscente. Quindi oserei dire che anche se ipoteticamente è fattibile, praticamente è impossibile da ottenersi.
Adesso non esageriamo, la costituzione non è certo perfetta (per esempio ci sarebbe da rivedere la parte che riguarda l'influenza della Chiesa, che è stabilita ancora dai patti lateranensi salvo alcune modifiche del concordato fatto ai tempi di Craxi). Poi tra l'altro già il precedente governo non era proprio laico, in quello attuale addirittura ci sono dei ministri indicati appositamente dal cardinal Bagnasco. E chissà perchè non sono ancora state toccate le esenzioni alla Chiesa.
Non occorre intervenire sulla costituzione per rivedere le regole con la chiesa cattolica, basta solo la volontà politica, a quanto pare però è mancata sempre quella. Comunque a chi dice che la nostra costituzione è vecchia e superata, vorrei ricordare che quella degli USA e molto più vecchia della nostra, ma li nessuno si sogna di definirla superata.
esagerato !!! le costituzioni americane e francesi sono i fondamenti stessi del costuzionalismo moderno ed entrambi derivati dall'esperienza anglosassone comunque a dire il vero la costituzione italiana è in parte derivata dalla classica costituzione "rigida" alla francese e in parte un "guazzabuglio" di ideologie diverse dei partiti cattolici,comunisti e liberali dell'ìmmediato dopoguerra. La costituzione non è così clericale, anzi gli articoli 7 e 8 regolano i rapporti fra i due enti in rapporto assolutamente paritario, che poi la consuetudine è diversa è un altro paio di maniche. io penso che si dovrebbe innanzitutto ridurre i componenti delle due camere oppure accorparle e farne una sola facendone una sorta di congresso nazionale e istituire un sistema elettorale che possa dare agli elettori il diritto di scegliere il proprio candidato nelle liste ed eleggere il capo del governo direttamente tramite sistema presidenziale. La scelta libera dei candidati sarebbe un buon modo per ridurre il potere discrezionale delle segreterie e presidenti dei partiti che nonostante la cattiva scopiazzatura delle primarie americane hanno ancora l'abitudine di regolare loro chi deve essere il candidato eletto.
Attenzione che a toccare i vari poteri dello stato si rischia di comprometterne l'equilibrio. In italia si sta, da un pò, cercando di accorpare un pò troppo potere al Governo, sottraendolo al Parlamento. La Costituzione assegna il potere legislativo, che è il più importante perchè è quello che decide, al Parlamento, lasciando al Governo solo quello esecutivo, ossia il mettere in atto le decisioni, ed alla Magistratura quello Giudiziario, ossia controllare che tutti rispettino le decisioni prese. Il problema alla base di tutto è che i parlamentari non rispondono più, in realtà non hanno mai risposto ma prima per lo meno facevano finta di farlo, ai propri elettori ma solo ai dirigenti di partito, che sono poi quelli che finiscono al Governo. Questo fa si che il Governo si trovi in una posizione di forza sul Parlamento e quindi possa imporgli delle scelte legislative, un esempio è il palese uso indiscriminato della fiducia. Una seria riforma dovrebbe realizzare una legge elettorale che ponga ciascun parlamentare in condizione di dover rispondere in primis al proprio elettorato del suo comportamento e poi al partito. Un'esempio di legge elettorale di questo tipo potrebbe essere la seguente : - Si riorganizzano le circoscrizioni in modo che a ciascuna di esse corrisponda un seggio in parlamento. - Ciascun partito presenta 3 candidati in ogni circoscrizione. - Ciascun candidato deve risiedere nel comune, a cui appartiene la circoscrizione a cui si candida, da almeno 7 anni. - Non ci si può candidare in più di 1 circoscrizione. - Le elezioni si svolgono come nel caso dei sindaci, ossia si va al ballottaggio tra i due candidati con più voti, indipendentemente dal partito di appartenenza, se nessuno dei candidati ha superato il 50% dei voti al primo turno. Questa tipologia di legge produrrebbe, molto probabilmente, un parlamento piuttosto svincolato dai partiti, almeno finchè questi non si accorpano in 2 o 3 megapartiti all'Americana. Ciò comporterebbe gran parte delle volte la formazione di un governo tecnico, che dopo tutto non è poi una cosa negativa, che non potrebbe e vorrebbe forzare la mano al parlamento, visot che questi lo può sostituire piuttosto facilmente, con continue fiduce, ma si limiterebbe ad operare nei limiti assegantegli dalla costituzione. Oltre a ciò ogni parlamentare dovrebbe rispondere del suo operato direttamente ai suoi elettori, almeno se vuole sperare di essere rieletto alle elezioni successive, visto che dovrà per forza ricandidarsi nella località dove è stato eletto. (legislatura perlamentare 5 anni, minimo di residenza per potersi candidare 7 anni, 2 anni di differenza per potersi candidare in un'altra città gli fanno saltare una legislatura) Questo dovrebbe far si che non ci sia una maggioranza fissa, ma piuttosto una maggioranza variabile dettata dalla valutazione personale della legge discussa al momento, il che penso potrebbe solo far bene alla dialettica parlamentare e probabilmente anche alla dialettica politica in generale. Chairamente queste sono solo ipotesi ed opinioni personali.
Ma soprattutto perché? Per "fare fuori" il PDL? Oltretutto Monti è un governo tecnico, se si va ad elezioni mi aspetto che venisse espressa una maggioranza politica altrimenti che senso ha eleggere nuovi governanti? Siamo una democrazia parlamentare, il parlamento sta in carica una legislatura (5 anni) finché si riesce ad esprimere una maggioranza di governo. Monti ha una larga maggioranza, per cui... E' la stessa forzatura dell'indicazione del premier sulla scheda elettorale volta ad "evitare i ribaltoni": non esiste nel nostro sistema, è un'americanata che se si vuole inserire va benissimo, ma lo si faccia modificando le opportune leggi e stando attenti alle conseguenze (se si decidesse la necessità di andare ad elezioni ogni volta che salta un governo, Monti non avrebbe potuto governare). Saluti
Sono d'accordo. Due camere e circa 1000 parlamentari sono un lusso che non ci possiamo più permettere. Oltretutto l'abuso dello strumento dei decreti è emblematico che un sistema bicamerale non è più sostenibile se si vuole governare in maniera efficiente. Si chiede la discussione in aula ma se una legge viene approvata alla camera e al senato ad un gruppo di senatori di maggioranza viene la voglia di cambiare qualche articolo deve ritornare alla camera per la nuova approvazione. A mio avviso è un sistema assurdo: 630 deputati non sono sufficienti a discutere una legge? Altra parte da rivedere, anche se ammetto che non ho più seguito il discorso sul federalismo, è quello spingere per le autonomie regionali, già peraltro previste dalla costituzione del dopoguerra e del tutto ignorata fino ai recenti sviluppi. CIao
però il fatto di creare un rapporto fra candidato e l'area in cui è eletto contraddice con il principio costituzionale ( "alla francese" ) in cui gli eletti non devono avere vincolo di mandato elettorale di provenienza ma solo conseguire ( in modo volutamente vago ) l'"interesse nazionale". Comunque si tornerebbe ai "notabili" e l'Italia si spaccherebbe ancora di più nei localismi e campanilismi più di quanto lo si fa già. Più che indebolire i partiti sarebbe opportuno democraticizzarli impedendo alle segreterie di bloccare le liste e trasferire la competizione fra i candidati degli stessi partiti in campagna elettorale vera e propria dando la possibilità di eliminare accordi di tavolino fra i partiti anche se con il rischio pur sempre alto di populismo o estremismo a danno della nazione specie nelle questioni non di mera politica interna.
Il numero cosi alto di parlamentari è stato stabilito quanto vigeva il proporzionale e poichè ogni parlamentare può cambiare schieramento in qualsiasi momento, un numero di parlamentari elevato serve ad attenuare il rischio che pochi riescano ad influenzare gli equilibri usciti dalle urne. Rischio che invece rimane elevato se il numero di parlamentari viene ridotto. Io credo che il problema vero non è il numero dei parlamentari ma la loro moralità e competenza nel lavoro che fanno. Anche se fossero solo 100 ma continuano a rimanere corrotti e beatamente ignoranti sui temi dove sono chiamati a decidere allora cambia ben poco. Ciao ps: in italia la laicità dello stato è un'illusione!
io penso che 1000 stipendi d'oro con portaborse e segretari e sottosegretari sono un costo assurdo visto la bassa efficienza, è come comprare qualcosa che rende solo la metà del prezzo ^^° comunque a parte tutto questo Monti ha il coraggio di dire "che monotonia" sul posto fisso...è il modo più infantile e irresponsabile da parte della classe politica italiana di liquidare lo statuto dei lavoratori, i sindacati e sopratutto la maggior parte dei giovani XD Addio Monti...
Infatti non impongo alcun vincolo di mandato al candidato. Lo metto solo in condizione, qualora si ricandidasse al termine del mandato, di dover rispondere del suo operato agli elettori che lo hanno eletto. I "notabili" esistono anche adesso, come credi che li scelgano i candidati i partiti? Solo che ora i candidati rispondono del loro operato solo al partito, perchè l'elettore non ha modo di controllarli non avendo la possibilità di decidere chi votare. Nella mia idea i candidati si scontravano tra loro in modo diretto, con pure delle pseudo primaria visto che ogni partito deve esprimere tre candidati per un solo posto, e quello che più è gradito agli elettori vince. Il tutto ottenibile per legge ordinaria, ossia senza la necessità di modificare la Costituzione. Volendo poi si potrebbe anche abolire la Camera dei Deputati e tenerci solo il Senato della Repubblica, emendandolo dei senatori a vita. Qui però occorre modificare la costituzione. Ho scelto il Senato per due motivi. Primo come nome è più evocativo risalendo all'antica Roma. Secondo i senatori sono poco più di 300 mentre i deputati sono il doppio.
bisognerebbe modificare però l'età minima di eleggibilità dei senatori che deve essere pari a quella della camera dei deputati, comunque io ritengo che sarebbe meglio fare una nuova dandole nome di Congresso Nazionale per enfatizzare anche lo statuto federale ( mantenere le regioni e abolire le province ) e promuovere il presidenzialismo a beneficio di un più rapido processo decisionale.
Troppe modifiche alla Costituzione. Eliminare una camera, ridefinendo eventualmente l'età di eleggibilità, non turba gli attuali equilibri tra poteri. Inserire il presidenzialismo, invece rischia di farlo, visto che obbliga ad una pesante revisione costituzionale.
http://www.ilsole24ore.com/art/fina...-tornare-categoria-094904.shtml?uuid=AaAGRn0E Basta fare come dicono loro.
Ma io non ho ancora capito chi è che decide il rating dei paesi. Perchè la Gran Bretagna ha sempre un rating elevatissimo nonostante non produca niente e sia in crisi sociale?
In termini di sostenibilità del debito pubblico l'UK è messa meglio. Il rating esprime una probabilità di andare in default (= il governo italiano non ripaga il suo debito): a far abbassare il rating italiano c'é al primo posto le preoccupazioni sull'enorme debito pubblico che non accenna a ridursi in un contesto economico difficile, una politica fiscale restrittiva e una struttura produttiva molto "ingessata". Per ora lo spread verso i titoli tedeschi si è ridotto, per cui ci indebitiamo a tassi migliori di quelli (insostenibili) di 4-5 mesi fa, ma da qui a dire che è finita ce ne passa... PS Con questo non voglio negare l'esistenza di macroscopici conflitti di interessi delle agenzie di rating e l'opportunità che soggetti privati (che ovviamente hanno interessi propri) assegnino un rating ad altri soggetti sovrani.