Ciao, vi riporto questa notizia letta oggi sul giornale l'Arena di un articolo scritto da Alberto Pasolini Zanelli: <<... E' degli ultimi giorni la voce (non ancora una notizia, ma una voce considerata con qualche fondamento) secondo cui Mosca sarebbe sul punto di proporre alla Grecia un sussidio che sia anche un baratto: soldi contro un porto. La Russia scucirebbe un credito (una tantum o, più probabilmente, rateale) pagabile non in moneta, ma mediante l'affitto di uno "sbocco sul mare". Un porto, appunto, che passerebbe ad essere amministrato dal Cremlino e diventerebbe in pratica una base, per ora commerciale, di cui i russi soffrono la mancanza da oltre un secolo. ...>> Che ve ne pare?
sembra il realizzarsi di un vecchissimo sogno russo, uno sbocco nel Mediterraneo quando l'Impero zarista tentò varie volte a riguardo dello stretto del Bosforo e poi ripreso da Stalin nell'immediato dopoguerra quando propose avamposti alla Turchia provocando una delle prime crisi della guerra fredda. Comunque probabilmente non sarà usato anche come base militare se i rapporti NATO-Russia non migliorano o non verranno fatti altri tipi di "baratto" di alto livello.
Credo che sia proprio perchè la situazione in Siria è molto instabile, con il rischio di perdere le partnership commerciali, che la Russia punti su di un porto Greco. D'altronde quale miglior congiuntura economica mondiale per azzardare un colpo del genere?
Secondo me c'è poco azzardo in tutto questo. Se riescono ad ottenere un porto in Grecia è solo con il consenso degli Stati Uniti, dell'Europa e della NATO (Turchia compresa).
dopotutto i russi abbandonarono già al suo destino i comunisti greci durante la guerra civile ad un certo punto quando si resero conto, insieme con la crisi dei Dardanelli, che gli angloamericani non avrebbero mai accettato un altro avamposto sul mediterraneo dopo Albania e ( all'inizio ) Iugoslavia. Comunque per tutta la guerra fredda ci sono stati passaggi di unità navali sovietiche come un intera squadra in mediterraneo orientale durante la guerra del Kippur o sottomarini nei pressi di Taranto che tra l'altro ha più di una volta dato il benvenuto ufficiale a navi russe di passaggio.
La Grecia finì nella zona occidentale dopo gli accordi di Malta. I russi abbandonarono i comunisti greci di comune accordo con gli angloamericani, in cambio dell'Europa orientale. Nè allora e nè oggi nulla si decide unilateralmente...
A meno che per "unilateralmente" non si intenda "senza sentire il parere delle popolazioni interessate"...
la divisione dell'europa era già decisa prima che la guerra civile greca raggiungesse il suo apice, l'interruzione degli aiuti avvenne in seguito alla capacità angloamericana di reagire durante la crisi turca e già alle prime "incomprensioni" ( non ancora ufficiali ) con Tito. Va da sè che i russi nell'immediato dopoguerra hanno provato a sondare le possibilità di modificare l'assetto di Yalta ma avevano già capito che più in là non potevano andare in Europa senza rischi di guerra aperta.
Beh, anche in Italia hanno sondato a lungo, ma come hai ben detto: o ci si accorda, o è guerra. P.S. Sì, ovviamente intendevo Yalta. Lapsus freudiano... ?
Anche la Cina, a modo suo, si muove: http://www.presseurop.eu/it/content/article/289621-la-cina-fa-shopping-grecia Ancora Grecia-Russia: http://italian.ruvr.ru/2012_04_10/71278977/ Io propongo il porto della mia città, d'altronde c'è anche una certa 'affinità politica'... Russi, Cinesi, perchè non portate un pò di rubli/yen in Italia? vi si fa tanto schifo? ...non pensate però di farci lavorare come i cinesi, qui cascate male; diciamo che il metodo di lavoro italiano è più simile a quello messicano...mattone, birra; altro mattone, altra birra; birra; birra; mattone, birra; altro mattone, altra birra; e così via...
ci sono stati anche forti investimenti cinesi per il porto di Taranto che è ora per la metà in proprietà di grosse società dell'Impero di Mezzo...
Resta sempre e comunque la dipendenza dai Turchi, se questi chiudessero i Dardanelli alla Russia un qualsiasi porto nel Mediterranneo resterebbe isolato e diventerebbe presto quasi inutile, visto che sarebbe rifornibile, forse, solo con un ponte aereo.