Chi fu il migliore fra Alessandro e Cesare?

Discussione in 'Antichità' iniziata da Pandrea, 19 Marzo 2013.

  1. Silvan

    Silvan

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    Se con una macchina del tempo, quindi senza mutare nulla, si rigioca Italia-Brasile del '82 come va a finire?

    Io credo che il capolavoro di Cesare sia stata la guerra civile, in cui non solo ha vinto, ma ha dimostrato un'eccellente visione strategica. La guerra in Gallia e l'invasione dell'impero persiano non sono direttamente confrontabili, ovvio, ma va detto che nel secondo caso ho come l'impressione che Alessandro si trovi costretto a sbilanciarsi in avanti per non cadere indietro (specialmente dall'Iran in poi), nella mischia ne ha date piu di quelle che ha preso. Cesare invece anche negli imprevisti aveva sempre una chiave di lettura strategica della situazione che gli consentiva piu' opzioni.
    Come condottiero (leadership) Alessandro era il massimo, pur riconoscendo a Cesare qualità molto superiori alla media. Ciao

    IMHO
     
  2. Giank56

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    Ma qui entra in gioco pure la tattica militare, la legione era sicuramente uno strumento ben più flessibile della falange, a Cesare sarebbe bastato trovare un terreno non pianeggiante per ottenere un vantaggio, non credo sinceramente che un confronto tra i due sia così scontato a favore di Alessandro, ma anche come già detto da me e da altri Cesare avrebbe magari perso la battaglia, ma alla fine in un modo o nell'altro avrebbe vinto la guerra (escludendo ovviamente la morte in battaglia:))
     
  3. Zaiik

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    Se non sbaglio Caio Giulio Cesare ammirava Alessandro Magno proprio per le sue conquiste in oriente:Mentre osservava poi la statua di Alessandro Magno a Cadice , Cesare fu folgorato e scoppiò in lacrime,commentando: "Non vi sembra che ci sia motivo di addolorarsi se alla mia età Alessandro regnava già su tante persone, mentre io non ho fatto ancora nulla di notevole?"
    Ma il mio pensiero è in qualche modo orientato: sono un macedone, e anche se mi spiegherete che i macedoni odierni sono quasi tutti slavi non posso negare uno spirito in qualche modo "nazionalista".
     
  4. Amadeus

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    Secondo me il tuo paragone non regge: l'impero persiano era la superpotenza che, con il suo contributo in termini di soldi, equipaggiamento (aveva fornito un'intera flotta!) ed appoggio politico aveva consentito a Sparta la vittoria contro Atene nella guerra del Peloponneso. Non era uno stato da terzo mondo ante litteram capeggiato da un buffone.

    Quello che avevano fatto i greci prima di Alessandro era, mutatis mutandis, qualcosa di inaspettato (come poteva essere inaspettata la vittoria del Viet Nam del nord contro gli USA) ma comprensibile, quello che ha fatto Alessandro è equivalente a partire da Hanoi e conquistare Washington. Lo so che questo paragone è iperbolico, ma, secondo me, è più azzeccato il paragone Persia=superpotenza, stati greci=potenze regionali che non il paragone Macedonia=USA, Persia=Iraq.
     
  5. Armilio

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    Non ho paragonato la Macedonia agli USA, solo la Persia all'Iraq.

    Comunque hai centrato il punto: militarmente i persiani le hanno prese, e allora hanno fatto pesare il loro peso economico con il divide et impera. Ma la condotta strategica dei persiani è stata quasi inesistente, l'unica cosa a cui hanno pensato è radunare eserciti e perdere contro il genio tattico di Alessandro e le falangi macedoni. :asd: Non pensarono minimamente a sfruttare la loro conoscenza del territorio e il loro numero per disturbare con una lenta guerriglia l'avanzata di Alessandro verso l'Egitto. Perché ripeto: Alessandro a livello tattico, sia nelle battaglie sie negli assedi (come l'assedio di Tiro), fu un genio. Ma a livello strategico non fu niente di particolarmente eclatante. E un sacco di città si arresero senza combattere, perché in fondo non gliene fregava molto di passare dai persiani ai macedoni.
     
  6. Silvan

    Silvan

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    Concordo sul giudizio, ma non credo che i Persiani fossero cosi sprovveduti. Certo la storia tende sempre a far fare delle figure da pirla ai perdenti, ma se penso a Gaugamela vedo che i Persiani si prepararoro ottimamente... c'è voluto fegato per i Macedoni a scendere su quella pianura e qui la leadership di Alessandro è stata decisiva.
     
  7. TheDOC

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    Infatti specificai "1000 uomini equipaggiati allo stesso modo". Non sono d'accordo neanche sul fatto che cesare avrebbe vinto una guerra ipotetica, perchè se fosse stato un solo teatro sarebbe stata una battaglia incredibile.

    In generale, io direi:

    Tattica: Alessandro.
    Strategia: Cesare.
     
  8. Giank56

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    Non ha senso dire "armati allo stesso modo", le tattiche romane e macedoni erano totalmente diverse, se vogliamo guardare questo singolo aspetto bisogna discutere sui ponti di forza e debolezza delle Legioni e delle Falangi, ma è un altro discorso da quello affrontato in questa discussione.
    A parità di "numeri" credo che la Legione sia superiore alla Falange, ma ovviamente il genio di Alessandro avrebbe potuto benissimo compensare i difetti, ma resto del parere che Cesare avrebbe vinto alla fine, lo ha dimostrato numerose volte, anche perdendo alcune battaglie ha sempre vinto le guerre.

    La tattica ti fa vincere una battaglia.
    La strategia ti fa vincere la guerra.
     
  9. Armilio

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    Il fatto è che, come dicevo, cercarono lo scontro decisivo, e alla fine sbagliarono a farlo. Capisco la loro sicurezza nel cercarlo, pensavano che la superiorità numerica avrebbe fatto il suo lavoro, sopratutto nelle piane di Gaugamela. Ma sostanzialmente non sfruttarono bene ne lo spazio ne il tempo di cui parla la tua firma, e sbagliarono per "arroganza". ;) Un po' come i Romani che prima di imparare che Annibale era meglio non affrontarlo a viso aperto si sono dissanguati, e se Cartagine avesse appoggiato meglio Annibale e Roma non avesse avuto istituzioni così solide...

    Non gli dò degli sprovveduti, ma certamente non misero in grandi difficoltà Alessandro nella condotta strategica della campagna.
     
  10. TheDOC

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    Infatti la mia era un'astrazione, dato che è impossibile trovare 2000 uomini esattamente uguali.
    Mettiamola così. Entrambi hanno 1000 androidi dotati di armi moderne, e qualcuno gli ha spiegato come funzionano.
    Si sono incontrati su una piana e nessuno ha avuto possibilità di trovare posizioni difensive.

    Chi vince? Secondo me Alessandro, perchè tatticamente è molto più intraprendente.
    Poi che un'eventuale guerra la vinca cesare è probabile, come è probabile che la battaglia la vinca alessandro, ma non siamo sicuri di nulla. Potrebbe anche vincere cesare la battaglia e alessandro la guerra, ma quello che ritengo più probabile, e su cui sono d'accordo con te, è che alessandro avrebbe vinto questa battaglia, ma cesare una guerra su larga scala.
     
  11. Silvan

    Silvan

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    Alessandro usa il suo esercito come una lama affilata per colpire in profondità l'impero Persiano. La sua punta di diamante sono le falangi tatticamente superiori a qualsiasi cosa il nemico possa usare. Dario non può fare una guerra di logoramento contro le retrovie di Alessandro perchè non ci sono retrovie. Alessandro conquista, con la forza o con le minacce, una città dopo l'altra dove prende ciò che gli serve. I signori locali evitano lo scontro con lui almenoche non sono costretti dall'autorità di Dario. E' una situazione caotica con continui volta faccia, ma tutto sommato è la casa di Dario ad andare a fuoco il tempo lavora per Alessandro. A Dario non resta che cercare uno scontro decisivo radunando a se tutti i signori ancora a lui leali e sotto la sua influenza, questo scontro gli serve sia per liberarsi di Alessandro ma anche per ristabilire il suo potere interno. Raduna il meglio che può, oggi si parla di circa 100.000 uomini e non i roboanti 250.000 tramandati dagli storici classici, ma non è questo il punto. Dario ha un esercito eterogeneo e qualitativamente inferiore a quello di Alessandro, ha bisogno di tenerlo unito perchè le sue truppe e i suoi generali hanno bisogno di sentire la sua presenza e autorità. Un grave svantaggio rispetto ad Alessandro che invece aveva a disposizione un esercito di alevata qualità e ufficiali in grado di agire anche indipendentemente dai suoi ordini. Dario sceglie quindi come campo di battaglia un luogo aperto pianeggiante dove poter tenere unito il suo esercito poterlo controllare al meglio. Inoltre fa pulire il terreno per evitare qualsiasi ostacolo alla cavalleria e ai carri, le uniche carte tattiche nel suo mazzo che può opporre alle falangi. Dario non vuole attaccare per primo, perchè sa che cosi facendo da un vantaggio tattico ad Alessandro (interessante parlare sul perchè attaccare una falange era un errore, l'esperienza romana piu di un secolo dopo è illuminante). Dario quindi non è per nulla arrogante anzi ha un atteggiamento quasi riverente nei confronti di un nemico rispettato e temutissimo. Alessandro scende su quella piana commettendo apperentemente un errore tattico, e Dario infatti non ostacola per nulla le sue operazioni di schieramento (Napoleone diceva mai interrompere il nemico quando commette un errore). Il suo schieramente è più corto di quello di Dario di almeno un miglio, forse meno, la sua cavalleria ha una inferiorità nettissima 1:5 con quella Persiana. Una situazione non favorevole alla Falange che esercità il massimo della sua potenza quando ha i fianchi sicuri, difficile non pensare a manovre di aggiramento in una situazione simile. Ma qui il genio tattico di Alessandro si rivela micidiale ed anche la sua leadership. Lui ha un piano ed è cosi persuasivo da convincere i suoi uomini a seguirlo in una situazione per niente favorevole. Alessandro conosce la struttura dell'esercito nemico e la sua intrinseca fragilità psicologica, a lui serve mettere in fuga Dario. E per far questo elabora un piano complesso e ardito dove lui stesso combatte in prima fila (Dario anche volendo non avrebbe mai potuto farlo), le ali Persiane avvolgono e aggirano l'esercito Macedone fino ad attaccare persino il suo campo ma in questo movimento Alessandro crea una piccola breccia dove colpire direttamente il corpo di guardia di Dario costretto quindi ad arretrare nella confusione dello scontro. I suoi generali perso il contatto con Dario e non vedendo le sue insegne perdono di risolutezza. In questo momento i macedoni rischiano la distruzione totale perchè le falangi non hanno più un fronte e si ritrovano soverchiate da tutti i lati da un nemico più numeroso. Ma Alessandro, il Grande Alessandro, aveva visto bene e in poco tempo la confusione ed il panico fanno quello che le sarisse non sarebbero riscite a fare.
    Dario non ha avuto colpi di genio, ma come un buon generale ed imperatore ha fatto quello che andava fatto, la sua sfortuna è stata quella di incontrare un fuori classe, audace e fortunato.
    Ciao
     
  12. Giank56

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    O non vuoi capire, o non non mi spiego bene io. :asd:
    Inutile dire che siano armati alla stessa maniera, 1000 soldati romani combattono in modo totalmente diverso da 1000 macedoni, possiamo perdere tempo a discutere sul materiale delle armi, ma le tattiche romane sono sempre diverse da quelle macedoni, e per me sono decisamente migliori quelle romane, si la Legione ha subito spesso umilianti sconfitte contro formazioni più "barbariche", ma parliamo più sempre di Cesare, e non sono convinto della scontata vittoria di Alessandro in un'ipotetico scontro.
    Se ti ostini a guardare unicamente il fattore numerico e non le tattiche di guerra dei due eserciti, è un confronto inutile.
     
  13. TheDOC

    TheDOC

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    Visto solo ora sorry.

    Io intendo solo fare un'astrazione, so benissimo che le tattiche sono diverse, e quindi cerco di dare la stessa cosa a entrambi. Ho capito che intendi dire che i romani combattevano meglio dei macedoni, ma io sto ipotizzando un'altra cosa.

    Facciamo così: diamo ad alessandro i romani, e a cesare i macedoni. Chi vince, in condizioni più o meno di parità numerica (magari diamo qualche uomo in più ai macedoni per compensare)? Alessandro, perchè tatticamente imho era molto più intraprendente e veloce a decidere. Questo nella singola battaglia, nella guerra cesare potrebbe vincere.

    Poi come detto da te non è scontato, come non è scontato che cesare vinca la guerra. Dipende dalle situazioni.
     
  14. ivaldi79

    ivaldi79

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    comunque secondo me non si puo fare ipotesi paragoni etc su queste questioni , troppe cose le differenzia ,dall'epoca e la sua situazione , alle formazioni di battaglia diverse con nuovi tipi di unità etc e
     
  15. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    quando roma conquistò la grecia le poleis e la macedonia combattevano ancora con le falangi, e la superiorità delle legioni era evidente...

    detto ciò, il compito di alessandro era infinitamente più semplice: doveva sconfiggere un impero che si riconosceva totalmente nell'imperatore, poteva anche sconfiggerlo in un duello, i "persiani" avrebbero giurato fedeltà al vincitore. come qualcuno faceva già notare prima: bastava tagliare la testa al mostro, ed esso sarebbe caduto. cesare invece doveva combattere contro villaggi di barbari, nella maggior parte dei casi anche invasati: vincere a lutezia non significava per nulla aver vinto la guerra, magari c'era ancora un villaggio sperduto vicino a massilia che tirava fuori 1000 galli e ti attaccava a caso. ma alla lunga sono schermaglie che senti di più di un unico scontro con 100000 uomini. inoltre il terreno per alessandro era molto più favorevole: poteva combattere in campo aperto, ossia vedendo tutte le forze del nemico, cosa che cesare non sempre poteva fare. appena alessandro si trovò in situazioni più sfavorevole (l'india) dovette ritirarsi. poi non dimentichiamoci che cesare era anche un letterato, e non uno degli ultimi arrivati (chi non ha tradotto il de bello gallico?), mentre di alessandro non abbiamo notizie di grossi componimenti. infine, una piccola metafora con gli scacchi: è ben più facile vincere una "battaglia" per una singolo pezzo e quindi vedere la debolezza nella posizione di un singolo pezzo che la debolezza di tutto lo schieramento (ossia: è più facile vedere una debolezza tattica che una strategica)
     
  16. Antigono

    Antigono

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    Ciò è impreciso.
    La punta di diamante di Alessandro sono la cavalleria, compresi i lancieri traci, e le truppe d'elitè che fuori dalla falange. Sono queste che gli permettono manovre tattiche "spericolate".
    La falange ancora al centro e avanza alla fine per il colpo di grazia.
    I diadochi hanno poi preso legnate contro i romani perchè avevano perso di vista questo punto.

    (vedi :Hans Delbrück, History of the Art of War, University of Nebraska Press; Peter Connolly, Greece and Rome at War, Greenhill Books; Robin Lane Fox Alessandro Magno, Einaudi)
     
  17. Pandrea

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    Secondo me sarebbe un pareggio assoluto con modifiche dovute al caso o ad eventi esterni. Personaggi storici di questo calibro non riesco a classificarli, per me sarebbe come a Zama: sfida tra generali di pari livello decisa dal caso, il ritorno all'ultimo della cavalleria di Massinissa.
     

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