Jimena: La croce e la mezzaluna

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da alberto90, 9 Giugno 2013.

  1. alberto90

    alberto90

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    Bè ... peggio di come stava messo .... non ho mai visto un personaggio così malvagio. Fortuna che ha regnato poco.
     
  2. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    sì, -20 con tutti i vassalli de jure di quel titolo. farlo a fine regno però non dà particolari svantaggi, in quanto il malus si annulla con il bonus di lungo regno (sperando che il regno sia stato lungo...). quindi appena distrutto un titolo non hai grossi vantaggi (il malus di -20 "desidera il titolo x" si trasforma in "distruzione del titolo x", poi dalla generazione successiva sparisce. spariscono però anche i bonus al prestigio.
     
  3. alberto90

    alberto90

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    Non è un problema ... l' unica cosa che conta per me è che il mio regno sia compatto e unico.
     
  4. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    consiglio: quando diverrai imperatore di spagna ricrea i regni: non rischierai più di dividere i tuoi domini (in caso di ribellione manterrei comunque il claim de jure) e avrai solo vantaggi: meno vassalli di cui occuparti; la possibilità di dare uno dei regno (o addirittura due) al tuo erede per farsi un po' le ossa prima di ereditare l'impero; bonus nel prestigio.
     
  5. alberto90

    alberto90

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    è esattamente quello che intendo fare infatti .... però credo che lascerò il portogallo indipendente.
     
  6. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    perché?
     
  7. alberto90

    alberto90

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    Perchè sarebbe un vassallo in meno da controllare ed un eventuale alleato .... e poi lo metterei comunque in mano ad uno dei miei figli .... quindi prima o poi tornerebbe inglobato nell' impero.
     
  8. alberto90

    alberto90

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    RAMIRO IV JIMENA detto IL BREVE 1099
    Sesto figlio di Gartzia V di Navarra, cugino primo di Alfonso e Garcia, salì al trono alla morte di Garcia il 19 gennaio 1099.
    Era prigioniero da quasi 3 anni di Sancho I d' Aragona, detto " l' attaccabrighe ", suo acerrimo nemico nonchè parente prossimo, e quando divenne re di Castiglia era già piuttosto anziano e anche malato.
    Sancho non lo liberò nemmeno quando a domandare la grazia in suo favore fu lo stesso pontefice, che pure non lo amava e pertanto Ramiro regnò sulla Castiglia da una cella del castello reale d' Aragona.
    Probabilmente fu per quel motivo che il duca di Galizia, Ferdinando II, rivendicò per se il trono, dichiarando guerra al suo sovrano incarcerato il 20 febbraio.
    Ramiro fece appena in tempo a mobilitare l' esercito e a vederlo vincere sulle truppe galiziane presso Astorga il 3 aprile prima di entrare in coma e morire il 20 aprile, dopo soli 3 mesi di regno.
    Lasciò trono e guerra al figlio Carlo. Fu sepolto nella cattedrale di Toledo accanto ai due cugini e molti sudditi lo rimpiansero a lungo. Probabilmente non avrebbe regnato a lungo ma era opinione comune che il suo avrebbe potuto essere uno dei migliori governi del secolo ormai al termine.
     
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  9. zethani

    zethani

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    Importanti risultati, quelli di Ramiro xD
     
  10. alberto90

    alberto90

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    Eh si .... povero diavolo. Probabilmente pensava di morire prima di salire al trono lasciando il peso al figlio.
     
  11. alberto90

    alberto90

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    CARLO I JIMENA detto IL GRANDE 1099 - 1129
    Il principe Carlo di Castiglia, primogenito di Ramiro nato il 23 maggio 1081, si trovava a Parigi al momento della morte del padre, alla corte reale francese per conoscere la sua futura sposa, sorella del re di Francia.
    Erano fidanzati da 4 anni ma non si erano mai visti prima e il primo incontro avvenne poche ore prima che la morte improvvisa di Ramiro rendesse Carlo sovrano di Castiglia.
    Il giovane sovrano diciottenne dovette fare urgentemente ritorno in patria sopratutto perchè la guerra civile infuriava ancora e le truppe realiste erano in difficoltà contro l' esercito del duca di Galizia.
    Carlo prese con se Egelina, la quasi sposa, un contingente di scorta fornito dal fratello di lei e già il 12 maggio era a Leon, pronto a mettersi alla testa delle sue truppe.
    L' arrivo del sovrano fu provvidenziale: il 14 luglio le truppe realiste battevano i galiziani presso Astorga e il 5 agosto vincevano nuovamente presso La Coruna. I mesi successivi trascorsero di assedio in assedio ed entro febbraio 1100 l' intero ducato di Galizia era stato occupato.
    La pace fu firmata quindi a Santiago de Compostela il 15 marzo. Il duca di Galizia, Ferdinando II finiva imprigionato e Carlo poteva quindi festeggiare l' incoronazione, il matrimonio e la vittoria.
    Poco più di un anno dopo, il 5 aprile 1101, Carlo dichiarava guerra al re d' Aragona rivendicando per se il titolo di conte di Tarragona.
    I due eserciti si scontrarono presso la città il 27 maggio e la vittoria arrise a Carlo. L' assedio alla città duro per quasi 6 mesi e solo a metà novembre potè essere conquista. Vi fu un' altra battaglia campale davanti alle mura di Tarragona il 4 dicembre, ma le truppe aragonesi erano totalmente inferiori in tutto rispetto a quelle castigliane e Carlo ottenne un' altra brillante vittoria.
    La pace fu firmata il 15 aprile 1102 dopo la cattura delle ultime piazzeforti aragonesi nella regione. La contea finiva nelle mani di un amico del re.
    Pochi giorni dopo Egelina, fresca sposa di Carlo, scoprì di essere incinta e 6 mesi più tardi, il 20 ottobre 1102 mise al mondo una figlia che fu chiamata Sancha.
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    Il regno di Castiglia nel 1103
    Dopo aver sistemato le cose con l' arrogante re di Aragona, vendicandosi per altro della prigionia inferta a suo padre proprio da quel miserabile, Carlo volse gli occhi al meridione dove gli emiri arabi sottomessi al sultano Almoravide non aspettavano altro che di essere divorati e catturati dalle truppe castigliane.
    Carlo decise di conquistare l' emirato di Cordova, il cui possesso gli avrebbe permesso di isolare l' emiro di Murcia da quello di Siviglia e aperto la strada alla conquista di Granada.
    Il piano approntato per l' occasione era piuttosto semplice: tre armate avrebbero invaso simultaneamente tutte e tre le contee che formavano l' emirato e in caso di attacco ( Carlo era più che certo che gli Almoravidi avrebbero tentanto di accerchiare le armate più piccole per annientarle separatamente ) correre in soccorso dell' armata minacciata in modo da avere sempre la superiorità numerica.
    Se il piano avesse funzionato sarebbero bastate due o tre battaglie per distruggere quasi completamente ogni esercito musulmano.
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    Le manovre arabo-castigliane durante la guerra santa per Cordova
    La guerra, apertasi il 10 giugno 1103 con l' invasione castigliana dell' emirato di Cordova secondo i piani di Carlo, fu un alternarsi di vittorie brillanti, modeste sconfitte e una brutta batosta subita presso Badajoz il 28 ottobre.
    Tuttavia, nonostante la vittoria, l' esercito del sultano forte di 23.000 uomini fu presto colpito da malattie e diserzioni e mentre le truppe castigliane catturavano parecchie città e castelli, quelle musulmane marciavano sempre più ridotte verso Toledo.
    Carlo mise assieme un' armata di 12.000 uomini presi da tutti e tre gli eserciti in campo e marciò a sua volta verso la capitale davanti alle cui mura sconfisse in un' epica battaglia campale l' esercito del sultano privandolo di quasi 5.000 uomini. Era il 4 dicembre 1103.
    Dopo quella brutta sconfitta il sultano si ritirò verso Granada e lasciò che Carlo conquistasse una dopo l' altra tutte le piazzeforti dell' emirato conteso.
    Per oltre un anno l' esercito castigliano mise a ferro e fuoco Cordova e le altre città e solo alla fine di marzo del 1105 il sultano capì di aver perduto l' ennesima guerra sul fronte spagnolo.
    La pace fu dunque firmata il primo maggio 1105 a Talavera de la Reina.
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    Il regno di Castiglia dopo la conquista di Cordova ( 1103 - 1105 )
    Quell' autunno Carlo divenne padre di una seconda figlia, chiamata Urraca, nata il 25 settembre 1105.
    Galvanizzato dalla sua prima vittoria contro gli infedeli Carlo progettò subito la spedizione contro Granada, con l' obbiettivo di raggiungere le coste meridionali della penisola e isolare i possedimenti almoravidi di Murcia.
    La spedizione ebbe inizio il 15 giugno 1106 e fu la guerra più facile tra quelle affrontate fino a quel momento.
    Già il 3 settembre l' esercito di Granada poteva dirsi distrutto e la capitale cadde il 5 dicembre.
    L' emiro di Granada chiamò in suo aiuto il sultano almoravide e Carlo ne approfittò per infliggere al suo rivale un' altra cocente sconfitta presso Malaga il 3 febbraio 1107. Un esercito di 13.000 arabi fu praticamente distrutto con la perdita di soli 4.000 castigliani.
    L' emiro di Granada attese invano aiuti dal mondo arabo per tutta l' estate, ma quando capì che ormai la battaglia era perduta si arrese e, il 15 settembre 1107 firmò la pace cedendo a Carlo la contea di Granada, che il sovrano trasformò in principato ecclesiastico.
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    Il regno di Castiglia dopo la conquista di Granada ( 1106 - 1107 )
    Il 25 gennaio 1108 Carlo festeggiò la vittoria con la nascita della terza figlia, chiamata in onore alla santa Vergine, Maria.
    4 mesi dopo Carlo entrò nuovamente in guerra con gli Almoravidi contendendo loro il ducato di Murcia, approfittando del fatto che il sultano era in guerra contro i Selgiuchidi.
    La guerra ebbe inizio il 5 maggio 1108, il 25 luglio gli almoravidi sconfissero un contingente castigliano presso Almeria ma il 7 agosto i castigliani sbaragliarono un esercito almoravide forte di 18.000 uomini presso Murcia.
    Dopo quella grande vittoria i castigliani non furono più disturbati e per un anno poterono assediare senza preoccupazioni tutte le città più importanti del ducato.
    Il 5 marzo 1110 gli almoravidi tentarono per l' ennesima volta di difendere Murcia, ma furono sconfitti nuovamente non lontano dalla città perdendo, assieme a 5.000 uomini, anche il loro generale.
    La pace fu firmata il primo aprile a Granada. Carlo aveva respinto gli infedeli verso sud più di tutti gli altri suoi predecessori, mostrandosi al mondo come il più tenace e valoroso difensore della Cristianità. Il Papa gli fece pervenire la sua benedizione assieme allo stendardo di San Pietro e quasi tutti i sovrani d' Europa gli inviarono i loro complimenti per le sue imprese.
    In undici anni di regno tuttavia Carlo non era riuscito a mettere al mondo un figlio maschio a cui consegnare il regno alla sua morte. Era un cruccio lo avrebbe perseguitato ancora per qualche tempo, ma intanto poteva godersi la fama che le sue vittorie gli avevano procurato.

     
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  12. Sir Matthew

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    ottimo, sei in anticipo di circa 300 anni sulla reconquista! magari metti qualche screen della situazione mondiale, così vediamo come va in generale.
     
  13. alberto90

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    Si si ... quelli arriveranno nel 1120 ....
     
  14. Sir Matthew

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  15. SkySpace

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    Ma cosa sono quei grandi spazi bianchi alla fine di ogni dei post di alberto dove racconta l'aar? Per caso ci sono screen che non vedo?
     
  16. alberto90

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    No no ... è che a volte non riesco ad andare accapo ... schiaccio più volte ed evidentemente ci sono problemi nel sistema. Cercherò di non metterli più.
     
  17. SkySpace

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    Non ti preoccupare..solo non capivo se avevo problemi con certi screen ;)
     
  18. zethani

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    E' un problema degli allegati. Scrivi prima tutto l'AAR, lasciando lo spazio per inserire l'immagine e la didascalia: così non dovresti avere problemi ;)

    Sempre dell'idea di avere un Portogallo indipendente?
     
  19. alberto90

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    Penso di si ... ci vorrà solo più tempo del previsto .... vedremo se il regno di Ramiro V sarà più fortunato di quello del nonno.
     
  20. alberto90

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    Il 20 maggio 1113 fu dichiarato giorno di festa in tutto il regno. Era nato il figlio maschio che l' intera Castiglia desiderava da 14 anni e per di più era venuto al mondo assieme alla sorella. Furono chiamati Ramiro e Costanza.
    14 mesi dopo nasceva per altro un altro maschio, a rendere più sicura la prosecuzione della dinastia, che fu chiamato Ferdinando.
    Dopo la lunga fase di pace e di lieti eventi tuttavia, Carlo riprese i piani per l' ulteriore avanzata verso sud a spese degli Almoravidi puntando questa volta alla conquista di ciò che rimaneva del ducato di Granada.
    I suoi piani erano quasi terminati quando, inaspettatamente, furono gli Almoravidi a fare il primo passo dopo 7 anni di convivenza pacifica, dichiarando la jihad per riconquista dell' Andalusia. Era il 30 agosto 1117.
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    L' invasione Almoravide dell' Andalusia ( 1117 - 1119 )
    Carlo fu colto di sorpresa ma riuscì comunque a mobilitare l' esercito prima che gli arabi potessero iniziare l' invasione vera e propria e organizzare una sorta di piano di emergenza per bloccarli o rallentarli nella speranza che qualche re vicino gli venisse in soccorso.
    Nella prima battaglia campale della guerra, svoltasi presso Almeria il 4 novembre, gli Almoravidi ottennero una vittoria di misura che costò ad entrambe le parti un migliaio di vittime.
    Tuttavia le forze castigliane riuscirono a riunirsi a Granada e di li puntarono verso lo stretto di Gibilterra, cercando di bloccare immediatamente l' arrivo inevitabile del grosso delle forze arabe, arrivo che puntuale si concretizzò ai primi di febbraio del 1118. La grande battaglia di Alcesiras del 12 marzo vide i castigliani vincitori, anche se a grave prezzo, ma gli Almoravidi si limitarono ad imbarcarsi a Ceuta e sbarcare pochi giorni più tardi proprio nei pressi di Malaga.
    La situazione rimase stabile fino a quando, il 3 settembre 1118, alla corte di Carlo giunse un messaggero inviato nientemeno che dal Sacro Romano Imperatore, da poco divenuto anche padrone del duca di Barcellona. L' imperatore offriva a Carlo un aiuto per respingere l' invasione araba e gli metteva a disposizione un' armata di 20.000 spade.
    Carlo fu ben lieto di accettare quell' aiuto e già il 23 novembre i primi contingenti imperiali iniziarono a radunarsi, pronti a marciare in soccorso del re di Castiglia.
    Alla corte di Toledo nel frattempo era nato anche Sancho, il terzo figlio maschio di Carlo ed Egelina e il settimo in generale.
    Tuttavia la loro marcia fu più lenta del previsto e nel frattempo Carlo era riuscito a mettere assieme un altro piccolo esercito di 11.000 uomini con i quali sconfisse, il 5 aprile 1119, le forze arabe intente ad assediare Granada.
    Persa ormai l' occasione di mettere paura al re di Castiglia, il sultano almoravide decise di scendere a patti, considerando anche il prossimo arrivo di 20.000 tedeschi che certamente non avrebbe potuto sconfiggere con i 15.000 uomini rimastigli. Mentre le forze imperiali avevano appena varcato i Pirenei, Carlo e il sultano si incontrarono a Gibilterra e dopo una settimana di trattative firmarono la pace che sanciva il fallimento dell' invasione araba. Era il 12 ottobre 1119.
     

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