"Prestofatti" è un altro termine che serve per indicare i "Savoiardi", celebri biscotti creati durante il Ducato di Savoia in omaggio ad una visita del re di Francia nel tardo XV secolo. DUCA LUDOVICO I DI SAVOIA Capitolo I: La Liguria Capitolo II: Il Primo attacco a Milano Capitolo III: La Borgogna e il secondo attacco a Milano DUCA AMEDEO IX DI SAVOIA Capitolo IV: La Crisi Capitolo V: Le guerre estere
Capitolo I: La Liguria Anno del Signore 1440. Ludovico I di Savoia, signore di Savoia, aveva un obbiettivo in mente: sconfiggere Milano ed impadronirsi del Nord-Ovest Italiano. Ma per prendersi Milano aveva bisogno di alleati e di ricchezze.Mandò i due diplomatici più fidati, Guido Ludovico Alfieri e Lorenzo d’Attalaya, in giro per l’Europa, per cercare le alleanze forti capaci di supportare e vincere le guerre savoiarde. Austria, Venezia, Roma e Mantova accettarono l’alleanza con il ducato. Ora mancava solo la ricchezza. Genova era una repubblica limitrofa ai territori: ricca e prospera, era sotto attacco da parte delle forze aragonesi. Sfruttando la guerra per il commercio, mando il Diplomatico Alfieri a creare rivendicazioni per ottenere la Liguria. Le rivendicazioni arrivarono velocemente: tre anni dopo, il 30/11/1450, la Liguria divenne ufficialmente considerata come provincia ducale in territorio nemico. Armato del suo esercito di 7k uomini, e della flotta di cinque navi, decise di attaccare Genova il primo dicembre del 50. La conquista della provincia fu immediata: l’esercito di due mila uomini genovese non poté fare nulla contro l’esercito ducale, e il 28 aprile del 51, dopo un breve assedio della capitale, Genova fu costretta a firmare la pace a Nizza.
Capitolo II: Il primo attacco a Milano Con l’acquisto della provincia ora Savoia poté puntare al Ducato di Milano: aveva gli alleati ed aveva una fonte di ricchezza. La domanda a quel punto fu “come”. La risposta fu data dallo stesso ducato avversario: nel 1454 dichiarò, infatti, guerra a Mantova, alleata e protetta di Savoia, la quale entrò in guerra pronta a strappare, insieme alle alleate, il maggior numero di province. Le coalizioni (dalla parte di Milano manca la Provenza) La prima tra le alleate a capitolare fu la Provenza, sotto gli attacchi Austriaci e Savoiardi, il 22 dicembre del 55 firmò la “Pace di Cuneo” dove fu decretato il passaggio del 50% dei commerci della provincia francese al Ducato Pace di Cuneo Durante la guerra, 10k nazionalisti liguri si ribellarono e iniziarono a mettere a ferro e fuoco le province meridionali di Ludovico I. Insieme agli Austriaci essi furono prima sconfitti, e poi spostati in Lombardia dove attaccarono, assediarono e conquistarono Milano, per poi ritrasferirsi a Cuneo, dando vita ad un accenno di rivolta popolare. Con l’esercito milanese oramai sconfitto, e con Cremona e Parma nelle mani, rispettivamente, di Savoia e di Mantova, il duca decise di attaccare l’alleato primario milanese in Italia: Ferrara e Modena, sotto unione personale dei signori di Ferrera. Il ventisei luglio del 56, giorno in cui capitolò Milano sotto le forze savoiarde, fu siglata la “Pace di Ferrara”, tra la coalizione modenese e Ferrara, secondo le stesse modalità di quella di Cuneo: Ferrara dovette rinunciare al 50% dei suoi commerci. Pace di Ferrara Milano rimase sola e senza alleati. Senza alcun territorio libero, dovette accettare la pace imposta da Ludovico e firmata in Piemonte: tramite questa pace, Cremona fu ceduta ai Savoia, mentre Parma a Mantova, e fu ceduto i 50% dei commerci. Con questa pace il ducato ottenne la stabilità territoriale e il ruolo di potenza italiana nord-occidentale. Pace di Piemonte che pose fine alle ostilità
Per ora mi concentro su Milano, che è il ducato più "odiato", quindi non ho problemi circa le alleanze. In più riesco a tenermi buono grazie alla Borgogna che si vuole espandere metà HRE e la Francia sopratutto, quindi gli alleati sono lieti di aiutarmi. Direi che non sono messo maluccio
Capitolo III: La Borgogna e il secondo attacco a Milano Milano a seguito della “Pace di Piemonte” era debole, contrariamente al Ducato che riuscì ad imporre la propria presenza anche nella vicina Francia: la Borgogna aveva infatti attaccato Liegi il 13 luglio del 58, facendo alleare SRI e Francia in una guerra dall’esito devastante per lo stato invasore. Le coalizioni Il primo agosto del 61 la Borgogna mise fine alla guerra con l’inizio dei negoziati per la pace, svolti nella città di Francoforte. Tramite accordo, la Borgogna dovette cedere il 50% dei commerci ai Savoia e pagare 100 ducati a questa. Dovette, inoltre, liberare Lussemburgo, Olanda e Bar, rendendoli stati indipendenti e liberi. Pace di Francoforte Forti di queste vittorie, il Duca si rivolse per l’ultima volta verso Milano, con l’intento di conquistarla. Mandò Lorenzo d’Attalaya a Milano a fabbricare i necessari documenti per la rivendicazione del territorio: il 6 novembre del 61 iniziò la guerra che porterà alla sconfitta totale del Ducato di Milano, nel frattempo divenuto repubblica ambrosiana. Gli schieramenti La battaglia più importante fu combattuta in Liguria, dove i 4mila uomini della Repubblica furono sconfitti dagli 8mila guidati dal Re in persona. Tale battaglia gli fu però fatale: Ludovico I morì il 9 luglio del 62, lasciando il ducato e la guerra in mano ad Amedeo IX. Questo riuscì a condurre in maniera vittoriosa l’esercito contro Siena, aggiuntasi successivamente: anche in questo caso la modalità di pace non variò: Siena dovette cedere il 50% dei commerci ai Savoia e dovette pagare 100 ducati a questi. Milano fu invece annessa il 24 ottobre del 63, dopo un lungo assedio. La vittoria fu immensa così come lo furono i festeggiamenti. Il poema epico scritto per le gesta di Amedeo VIII e il figlio Ludovico L’Europa alla morte del Duca
Il re era inetto, ma inetto forte, quindi ho preso la scelta giusta, anche se ora ne ho uno più inetto di prima
Capitolo IV: La Crisi La vittoria contro Milano rese il ducato ancora più grande, e ancora più culturalmente diverso. Tali differenze ci furono anche quando la Liguria fu annessa, e in quel caso ci fu una rivolta patriottica contadina, sedata subito. Ma questa volta il Duca Amedeo IX dovette affrontare la guerra civile: i contadini si ribellarono all’autorità del duca e chiesero, sotto influenza della scuola fiorentina, più diritti arrivando alle armi per ottenerli. La situazione precipitò. La stabilità del regno arrivò al minimo e il ducato fu invaso da truppe contadine. Gli eserciti erano troppi e troppo numerosi per la sola armata savoiarda, pertanto il Duca decise di alleviare le pene contadine, portando restrizioni alla schiavitù. Tale provvedimento fece calmare buona parte dei contadini. Il tre marzo del 46 ci fu una lieta notizia: la Francia decise di firmare un’alleanza con Savoia, rendendo il ducato totalmente protetto: gli alleati, infatti, erano i più forti dell’epoca, Inghilterra, Francia, Aragona, Austria e Olanda. La guerra interna si aggravò quando, con l’arrivo di 14k contadini, Milano fu messa a ferro e fuoco, Accettò le richieste dei contadini e firmò dunque la tregua. Lo stato si dimostrò debole e diviso, ma almeno i danni furono limitati. La guerra terminò quindi il 14 marzo del 69, lasciando una situazione economica drastica Sfortunatamente vi fu anche una terribile crisi finanziaria all’interno dello stato, portata dai ribelli: lo stato dovette chiedere sei prestiti di 42ducati cadauno, facendo alzare l’inflazione ad un valore record di 1.4%. Per sconfiggere la crisi il Duca dovette togliere i fondi alla marina e all’esercito, inoltre dovette, alla morte del consigliere militare, lasciare la poltrona. La tattica diede i suoi frutti quando la stabilità passò in positivo, portando ricchezza allo stato. Prima della crisi, nel 64, lo stato riusciva a riscuotere 0.5 ducati al mese. Durante il periodo della crisi, dal 64 al 74, invece lo stato si ritrovava a perdere circa 2 ducati. Dal 76 in poi, lo stato si ritrovò a guadagnare 2.8 ducati mensili. La tattica del Duca funzionò in pieno.
Io al posto tuo punterei ad annettere Parma e Mantova per bloccare Venezia. E poi andrei verso la Corsica e se possibile sulla Sardegna.
Di ciò che hai detto per ora ho preso solo la Sardegna. Ora come ora non mi preoccupa molto Venezia, la mia paura sono la toscana e il papato
Per quelli c'è tempo .... cerca di conquistare tutto il nord Italia in modo da isolarli .... fatti amici al sud così da accerchiarli e poi attacca.
Capitolo V: Le guerre estere Il 76 è anche l’anno del ritorno in guerra da parte del Ducato: la Francia decise di attaccare la Borgogna per riprendersi Picardie, e come alleato Savoia entrò di buon grado a fianco dei francesi, con cui le relazioni si erano fermate. Dopo anni di scontri tra le due coalizioni, e di sconfitte per i Savoia nei suoi territori, si raggiunse la pace. La vittoria dei 4k uomini di Savoia contro i 3k del Papa, portò la disfatta totale dell’esercito papale e la sconfitta totale della coalizione: la battaglia avvenne il 25 ottobre del 78, la pace fu siglata il 29 ottobre. Tra gli stati monoprovincia che hanno attaccato la Borgogna vi era anche Lorraine, stato bramoso di potere. A guerra finita decise di attaccare lo stato limitrofo del Lussemburgo, causando così l’entrata in guerra, il 12 agosto 80, dei Savoia, che soccombette il 15 febbraio del 81. L’Austria, poco dopo la sconfitta della coalizione dei Savoia, decise di dichiarare guerra all’Ungheria il 20 settembre 81. Decisa a rispettare l’alleanza, entrò in guerra forte della superiorità dell’esercito non solo Austriaco ma anche del proprio, oltre che alla lontananza degli alleati ungheresi (Danimarca, Svezia e Norvegia). Nonostante il Duca portò alcune vittorie in territorio savoiardo grazie al suo esercito di 12k uomini, l’arrivo dell’esercito della Danimarca, prese totalmente di sorpresa l’esercito ducale: mentre, infatti, il duca si aspettava un attacco dal mare, l’esercito del nord valicò le Alpi, trovando totalmente impreparata la tattica bellica. Inoltre a favore dell’esercito della Danimarca giocò anche il fattore della divisione: prima dell’arrivo del possente esercito, infatti, le truppe arrivate erano di poche migliaia di uomini, non più di 3, ed erano a coppie, mentre l’esercito del nord era uno ed erano 18 mila uomini. Totalmente impreparato accettò la resa il 5 ottobre del 82.