Beh, non sono pochi in fin dei conti: sono ben 24 yen in un anno, abbastanza per reclutare un paio di reggimenti di fanteria oppure uno di cavalleria, oppure ancora costruire due edifici. Per il momento sono questi, i Ming sono un investimento a rischio elevato e non vorrei buttare soldi inutilmente, ecco spiegati dei finanziamenti così bassi. Se tutto va bene, avranno molto di più le prossime volte.
infatti nel gioco sono tanti ... guadagnassi io 2 ducati al mese con la Francia invece che ne perdo sempre tra 4 e 5 .... fortuna che all' anno ho un guadagno di 98 ducati. E ho un esercito di 19.000 uomini
Ujihisa I Kan'in II Parte Ujihisa I cercava una buona occasione per scatenare una guerra contro la Corea, unico vero rivale per il dominio delle terre che si affacciano sul Mar Giallo, ma l'avversario sembrava troppo potente per affrontarlo da soli. Nel 1517 però il vento cominciò a cambiare: sia la Cina che la Corea si trovarono alle prese con dei Consigli di Reggenza, essendo i vecchi sovrani morti e i loro eredi troppo giovani per governare. La Corea era poi alle prese con le ribellioni dei sudditi cinesi e con la crescente pressione dei nomadi dell'Orda Oirat. Che in Corea qualcosa stesse cambiando lo Shogun lo capì quando i reggenti coreani dovettero accettare un'umiliante pace e cedere ai nomadi degli importanti mercati sul Mar Giallo, tra cui quello strategico di Liaoxi. Fu il primo grave smacco per i Coreani (fino ad allora imbattuti). Questa fu l'occasione che diede il via ai preparativi per l'invasione. Per prima cosa, Ujihisa mirò a destabilizzare ulteriormente la Corea fonendo supporto e finanziamento ai ribelli che sognavano l'indipendenza. I sotterfugi dello Shogun vennero però presto scoperti e questo causò un riscaldamento generale della situazione internazionale. Ad aggravare un quadro già teso si aggiunse la stipula di un'alleanza militare tra il Giappone e la Cina dei Ming. La Corea cominciò ad avvertire seriamente la minaccia di un accerchiamento. Insieme a tutto questo, la diplomazia faceva enormi passi in avanti grazie all'istituzione delle ambasciate. Si trattava di sedi fisse situate al di fuori dei confini nazionali destinate alle attività dei diplomatici. In questo modo, le missioni diplomatiche ebbero un carattere meno provvisorio e si cominciò a creare una rete organica di contatti tra i governi. Nel 1519 la parabola della Corea si avviava verso la sua fase discendente: i ribelli cinesi scacciarono dalle loro terre i contingenti coreani e proclamarono, sul modello degli Zhou del sud, la nascita del regno degli Shun, indipendente sia dalla Corea che dall'Imperatore Celeste. Per la Cina era iniziato il periodo cosiddetto dei Tre Regni. Ujihisa ritenne che quella fosse l'occasione buona per attaccare, avendo i Coreani perso quasi metà dei loro possedimenti e con delle ribellioni che ormai stavano dilagando nella stessa penisola coreana. Il 2 Ottobre 1519, lo Shogun mosse guerra alla Corea, alla nazione che da quasi quarant'anni aveva dominato in maniera incontrastata sul Mar Giallo. La Cina, sorprendentemente, si rifiutò di seguire l'alleato. La situazione internazionale al momento dello scoppio delle ostilità Prima Guerra Coreana (2 Ottobre 1519 - 2 Agosto 1523) Ujihisa indossò per la prima volta dopo sette anni di regno l'armatura da battaglia e si mise alla testa delle sue truppe. Divise l'esercito in tre tronconi, due maggiori ed uno più piccolo di supporto. Dal momento che l'intero esercito nemico era impegnato a sedare le rivolte a nord, il piano era quello di creare una linea che dividesse la Corea in due parti, detta linea di contenimento, con i due tronconi maggiori a presidio del confine e i contingenti minori ad assediare tutte le città al di sotto di questa linea. I Giapponesi crearono una solida linea difensiva coast-to-coast, assottigliando i ranghi ma coprendo ogni possibile via d'accesso che i Coreani avrebbero potuto utilizzare per raggiungere il cuore delle operazioni a sud. L'obiettivo era quello di impedire che i Coreani potessero disturbare le operazioni d'assedio calando a sud, cosa che effettivamente provarono a fare venendo respinti nei pressi di Seoul. Dopo un primo assalto fallito alla linea presidiata (che tagliava ai soldati coreani le comunicazioni con la capitale), l'esercito Coreano si ritirò verso nord a reclutare nuove truppe. Quando gli ufficiali si ritennero pronti per una nuova sortita, l'esercito scese nuovamente e venne questa volta sconfitto definitivamente in una sanguinosa battaglia combattuta in una zona collinare della costa est. Gli schieramenti in campo erano 16.000 Giapponesi contro 11.000 Coreani, questi ultimi dotati di rudimentali pezzi d'artiglieria ancora sconosciuti in Giappone. La Naginata, la lunga lancia che il fante giapponese cominciò ad utilizzare nei primi anni del '500, acquerello su carta del 1520 Nel frattempo a Kyoto i progressi nell'amministrazione avevano convinto i burocrati di corte ad adottare un innovativa sistema di rotazione delle colture su base triennale. La presenza di un terreno lasciato a riposo (maggese) permetteva allo stesso di recuperare una fertilità altrimenti deperibile con un'agricoltura intensiva. Gli altri due terreni erano coltivati a cereali e legumi, seguendo un sistema di turni della durata complessiva di tre anni che permetteva all'intero appezzamento di restare produttivo. Fu la soluzione ideale per far fronte alla crescente domanda di alimenti dovuto all'aumento demografico che si registrò in Giappone tra il XV ed il XVI secolo. Nel 1522 tutte le città coreane al di sotto della linea di contenimento erano state espugnate, complice un blocco navale imposto dalla marina imperiale giapponese nel Mar Giallo. Il piano di Ujihisa era stato un successo: ai Coreani era stato impedito di penetrare nel teatro delle operazioni, lasciandoli di fatto confinati nel nord del loro impero e poi erano stati sbaragliati dal congiungimento delle forze giapponesi verso il luogo dello scontro (rivelando una grande abilità logistica nel gestire l'intera operazione). Caduta la necessità di una linea di demarcazione e con quasi tutta la penisola coreana in loro possesso, i Giapponesi furono liberi di marciare verso nord. L'8 Giugno 1522 la Manciuria, che si era vista sottrarre territori non solo dai Coreani, ma anche dai nomadi nei mesi precedenti alla guerra, colse al volo l'occasione del tracollo dell'odiato nemico per riconquistare le terre perdute a sud e dichiarò guerra alla Corea. Se la guerra via terra procedeva a senso unico, per mare le cose andavano molto diversamente. La marina giapponese era impegnata a mantenere i blocco nel Mar Giallo e pertanto i Coreani ne avevano approfittato per organizzare a loro volta un blocco nel Mare Tokai. Ujihisa promosse al grado di ammiraglio un giovane membro del suo seguito, già esperto in materia di navigazione e proveniente da un'agiata famiglia di mercanti: Yoshikatsu Isshiki. Costui convinse lo Shogun a togliere il blocco, dal momento che la guerra via terra era ormai decisa, per portare l'intera flotta a sud e liberare il Giappone dalla presenza del naviglio coreano. Navi giapponesi al largo della Corea Yoshikatsu ordinò quindi di spiegare le vele e di doppiare l'isola di Kyushu procedendo lungo la costa ovest, in direzione delle Isole Seto, dove l'attività marinara della Corea era più intensa. Al largo del piccolo arcipelago dal 3 al 10 Novembre 1522 venne combattuta la prima grande battaglia navale della storia dell'Oriente, la Battaglia delle Isole Seto. Le forze in campo vedevano 25 navi giapponesi, di cui dodici leggere e tre pesanti (che i Coreani non possedevano) contro 24 navi coreane, in gran parte imbarcazioni mercantili male armate e peggio equipaggiate. L'ammiraglio Yoshikatsu riportò una vittoria schiacciante, facendo colare a picco ben sei navi nemiche e catturandone una. La battaglia rappresentò un vero e proprio punto di svolta nella geopolitica della regione, poiché il Giappone era riuscito a piegare la supremazia navale coreana, fino ad allora ritenuta imbattibile, ed era diventato padrone indiscusso del Mar Giallo. La Corea, stremata dalla lunga guerra e in piena crisi politica, accettò di buon grado di sedersi al tavolo della pace dietro suggerimento di Ujihisa. Lo Shogun invitò i reggenti coreani (il re era ancora minorenne) nel rinomato monastero di Himeji per discutere delle clausole del trattato. L'accordo venne raggiunto il 2 Agosto 1523, dopo quasi quattro anni di conflitto. La situazione internazionale al momento della firma della pace La Pace di Himeji prevedeva che la parte meridionale della penisola al di sotto di Seoul dovesse essere ceduta al Giappone e che la Corea avrebbe dovuto pagare un tributo di 45 yen (o meglio di una quantità d'oro corrispondente al valore di 45 yen, visto la Corea utilizzava una valuta diversa). La prima metà del '500 vedeva così un nuovo attore affacciarsi sulla scena politica, il Giappone, che era entrato in grande stile spezzando il dominio coreano, un tempo temuto (ricordiamo che riuscirono a sconfiggere la Cina e la Manciuria nel loro periodo d'oro). Certo, la Corea non era affatto uscita di scena, ma era ormai evidente a tutti che si stava avviando verso un inesorabile declino, avendo perso importanti piazze commerciali (il nodo del Canale di Corea e Liaoxi) e poggiando il proprio potere su una base rivelatasi instabile (l'indipendenza degli Shun e le rivolte in Manciuria). Il Giappone era riuscito a mettere un piede sul continente, ma la partita per il controllo del Mar Giallo non era affatto chiusa e anzi la Cina si stava rivelando sempre di più una polveriera che contribuiva a tenere calda la situazione internazionale. Il 1 Gennaio 1524 il Giappone ha: - il 10° esercito più grande del mondo - l'8° flotta più grande del mondo - Un patrimonio stimato in circa 840 monete d'oro - il 20% della produzione mondiale di porcellana
Ho bisogno di un consiglio da tutti voi colleghi strateghi. I MIng hanno rifiutato di seguirmi in guerra e pertanto li considero alleati inaffidabili (e dire che avevano tutto l'interesse a farlo). Il piano era quello di aiutarli a riconquistare parte delle loro terre, in modo da ristabilire un equilibrio tra le fazioni (ora gli Zhou stanno prevalendo), ma sto meditando di abbandonarli a sé stessi perché non sono per nulla collaborativi. Cosa dovrei fare? Continuare a sostenere i Ming o agire per conto mio? Trovare nuovi alleati? Le mappe vi aiuteranno a farvi un'idea della situazione generale. P.S. I nomadi delle steppe fanno paura.
Abbandonali allora, piuttosto che rafforzare un alleato inaffidabile che può diventare un tuo nemico meglio avere tutti contro... Finisci la conquista della Corea intanto per i cavi tuoi, poi si vedrà...
Concordo con Ronny ... lascia perdere i mangiatori di riso e dedicati al resto della Corea, quando sarà tempo potrà mostrare ai cinesini la tua ira.
Ujihisa I Kan'in III Parte Nonostante il Giappone fosse entrato con forza nel rovente contesto asiatico, per molti la reale minaccia veniva dagli Zhou, tanto che nel 1524 era nata una coalizione contro di loro capeggiata, incredibilmente, dai nomadi delle steppe (anche loro feroci conquistatori) e che riuniva sotto di sé i Ming e il regno Shan dell'Indocina. Questa coalizione, mossa di interessi molto diversi al suo interno, dichiarò ufficialmente guerra agli Zhou lo stesso anno. La reazione dei cinesi fu incredibile: non solo respinsero ogni attacco da molteplici direzioni, ma passarono addirittura all'offensiva, penetrando nel Tibet (controllato di nomadi). Ujihisa comprese che una nazione isolata come il Giappone aveva bisogno di una flotta decorosa, perché la chiave del successo militare era il dominio dei mari e pertanto diede ordine di costruire nuove navi pesanti. Ricostruì interamente la flotta commerciale, che era stata distrutta dai Coreani anni prima. Nel frattempo abbellì le città di Kyoto e Naniwa con dei templi riccamente decorati, seguendo uno stile pittorico molto in voga a quell'epoca presso la Cina dei Tre Regni. Se le pitture parietali erano cinesi, il gusto dei giardini era tipicamente giapponese secondo i dettami dello Zen. Uno dei templi fatti costruire da Ujihisa I nella prima metà del '500 Lo stile della pagoda a sviluppo verticale richiama le mode cinesi in voga in quel periodo Lo Shogun, dopo aver osservato l'atteggiamento contraddittorio della Cina durante la guerra coreana, decise di interrompere ogni relazione diplomatica con i Ming e dichiarò nel 1524 decaduta l'alleanza. Questo evento segnò un inasprimento delle relazioni tra i due regni; gli ambasciatori cinesi a Kyoto furono caldamente invitati ad andarsene con la prima nave. Il neonato regno di Shun, fondato il 22 Settembre 1519, era goveranto dal re Houwei I Zhao, che si era autoproclamato Imperatore dei Cinesi a discapito dei Ming; egli aveva però rinunciato ad ogni giustificazione religiosa del suo potere e di fatto costituiva una figura politica più laica, contrariamente al Celeste Imperatore, che si faceva forte del suo "Mandato del Cielo". Houwei dovette soffocare alcuni moti di rivolta nel sud del suo "impero" (probabilmente douti ad alcuni fedelissimi dei Ming) prima do potersi dedicare totalmente alla politica estera Houwei I propose a sorpresa al Giappone un'alleanza militare e poi anche un matrimonio. Ujihisa scoprì che il re degli Shun non aveva alcun erede e che era vicino alla soglia dei trent'anni, quindi decise di reclmare per sé e per suo figlio Hidehito i diritti su quel trono. Houwei I non era certo uno sprovveduto, ma restò colpito da questa manovra giapponese. Le relazioni tra i due regni si raggelarono per alcuni anni. Nella Cina dei Ming intanto era terminata la reggenza ed era salito al trono nel 1524 il giovanissimo Cixuan I Ava, scarsamente interessato alla guerra e decisamente più incline allo studio della filosofia. Gli Shun chiusero le ostilità con la Corea nel 1525 concluendo una pace bianca; questa decisione era dovuta alla problematica situazione iterna del neonato regno, ancora diviso tra sostenitori degli Shun e nostaligici dei Ming. A combattere contro il decadente impero restò solo la Manciuria, che tutto sommato raccoglieva dei buoni risultati visto che i Coreani sembravano incapaci di reagire. Nel 1526 iniziò il rimpatrio dei contingenti giapponesi in Corea: quando la situazione cominciò a migliorare un primo gruppo di 8.000 uomini venne fatto imbarcare sulle navi in direzione di Naniwa. Un esercito di 20.000 uomini restò nei territori occupati con funzioni di mantenimento dell'ordine. Resoconto brevissimo e purtroppo senza narrazione. Ho un po' di impegni e ho giocato poco.
E' incredibile, anche tu hai la dinastia Zhou...io 2 partite di seguito che finisce per dominare la Cina. Una roba più anti-storica non c'è.
Leggendo un po' di AAR mi sembra abbastanza sbilanciato ancora come gioco... Ma è normale IMHO, qualche patch e potrebbero sistemare le cose
No certo, ma proprio la dinastia Zhou dovevano tirare fuori, che è una dinastia di 2000 anni prima dell'inizio del gioco?
Gli Zhou sono sempre apparsi nelle mie partite e sono molto potenti. E' la prima volta che invece vedo gli Shun. Tra queste lotte interne, le rivolte dei contadini e la pressione dei nomadi i Ming finiscono per collassare sempre.
Innanzitutto complimenti per l'AAR Carlos V...è stato per me fonte d'ispirazione per la partita appena iniziata con il Clan Uesugi. Appassionante devo dire la verità, pensavo fosse più arduo di quello che sto affrontando. La mia tattica è stata semplice...ho iniziato tenendomi buono lo Shogun, alleandomi con il clan più forte del Giappone centrale (appunto gli Hosokawa) annettendo tutti i Clan minori del Nord, una volta arati ero diventato più forte degli Hosokowa stessi che ovviamente si sono ritorti contro per la mia espansione. Espansione che diplomaticamente non è stata avvertita dai Clan del sud...cosi ho stretto alleanza con il clan più forte del sud (gli Oromo) dichiarata guerra agli Hosokowa ho arato anche loro. E' il 1464 e ho 3 divisioni (18-16) più dello Shogun e oramai i Clan mono provincia del Sud non possono più nulla. Prevedo che massimo nel 1480-85 possa formare il Giappone. Detto questo va detto che strategicamente gli Uesugi sono più avvantaggiati degli Hosokawa e che la presa della provincia Kai (oro) ha finanziato la mia rapida espansione...ora ovviamente dovrò trovare il modo di fermare l'inflazione...ma a quello ci penserò a Giappone unito. Grazie anche a tutti gli utenti che postano i loro AAR, credo diano una bella spinta a tutti.
Grazie per i complimenti @DiPla Mi fa piacere che la mia partita sia stata fonte d'ispirazione per qualcuno; dopotutto il Giappone è ora, a mio avviso, più interessente che su EU3 (con 4 mega-clan e i Minamoto che prendevano sempre tutto). Gli Uesugi sono sicuramente nella top five dei clan più potenti, insieme agli Hosokawa, agli Shiba, agli Otomo e forse agli Hatakeyama. Quelle miniere d'oro nel cuore del Giappone (che neppure sapevo che esistessero) stanno iniziando a pesare sul mio bilancio: in vent'anni, dal 1507, anno dell'unificazione del Giappone e dell'acquisizione di quelle miniere, al 1527 l'inflazione derivata dall'attività estrattiva ha oltrepassato l'1%. Si prevede che per la fine del secolo sarà salita al 5% e non so come farla abbassare.
L'unico modo è prendere quel gruppo di idee amministrative, non mi ricordo come si chiama, che, se completi, ti permette di abbassare l'inflazione spendendo punti amministrativi e che, nel suo percorso di idee, ne ha una che ti abbassa automaticamente d'un pochino l'inflazione.
E' il blocco di idee economiche. Comunque 5% in un secolo non è tanto, basta prendere un master of mint quando comincia ad essere alta.
A Giappone unito 1478 la mia inflazione si aggirava intorno al 6%...come prima manovra, ora non so se randoom, ho assunto un ADM che ti abbassa l'inflazione di 0,10...e ho dovuto forzare come prima scelta il gruppo d'idee amministrative che riescono ad abbassartela automaticamente per non essere in balia della vita o morte di tale amministratore...comunque per arrivarci la spesa è di 1200 punti amministrativi...ma alla fine le due idee prima sono molto utili come l'alzamento delle tasse e del minor costo per costruire edifici.
Ujihisa I Kan'in IV Parte A cavallo tra gli anni '20 e gli anni '30 del XVI secolo si registrarono in Giappone significative novità in vari settori: fu la volta prima del comparto agricolo, che venne completamente rivoluzionato grazie all'introduzione di nuove tecniche di irrigazione e di concimazione ed ebbe in quegli anni un vero e proprio boom produttivo. Ujihisa I decise perciò di aumentare le tasse sulle rendite dei terreni agricoli. A seguire ci fu una riforma monetaria, a dire il vero molto osteggiata dalla popolazione, che legava sempre di più il valore del contante a quello dell'oro, svincolandolo così dal tradizionale rapporto con l'agricoltura (fino al 1528 ad uno yen corrispondevano tot. kilogrammi di riso). Il 15 Gennaio 1529 terminò anche la lunga reggenza per la Corea e il giovanissimo Dan I Yi salì al trono di un regno in preda al disordine e alle rivolte dei piccoli latifondisti. Ora tutti i regni dell'Estremo Oriente avevano un sovrano, ma ciò non significò, come molti speravano, una maggiore stabilità. Nello stesso anno, gli ingegneri militari giapponesi svilupparono il primo pezzo d'artiglieria operativo: un cannone in bronzo di forma vascolare con un calibro di 120mm, lungo poco più di un metro e mezzo e dal peso di circa 40 quintali. La bocca di fuoco lanciava proiettili in pietra e veniva utilizzata principalmente negli assedi con un ritmo di fuoco di tre colpi al giorno. Una bombarda giapponese in bronzo di inizio '500, conservata al Museo Militare di Tokyo Il 6 Marzo 1530 Houwei I, Imperatore degli Shun (da poco diventato padre), dichiarò guerra ai Ming con un banale pretesto e chiese aiuto al Giappone. Benché Ujihisa fosse consapevole che c'era il rischio di restare a bocca asciutta (cosa che effettivamente avenne), decise ugualmente di intevenire, ma senza grandi sforzi. Un contingente di 10.000 uomini venne inviato nella regione dove oggi sorge Shangai e la città venne presa per fame dopo pochi mesi. Successivamente lo stesso contingente sbarcò nei pressi di Beijing, la ricca capitale cinese sede della famosa Città Proibita e la cinse d'assedio mentre l'esercito nemico era impegnato altrove. La capitale cadde dopo un lungo e difficile assedio e subito dopo (il 28 Ottobre 1533) giunse a Kyoto la notizia che gli Shun avevano firmato la pace, prendendo per loro alcuni territori di confine e senza lasciare nulla ai Giapponesi. Seconda Guerra Coreana (5 Dicembre 1532 - 18 Luglio 1534) Nonostante fosse amareggiato per il comportamenti di Houwei I, lo Shogun Ujihisa aveva altri progetti in mente: abbattere definitivamente la potenza coreana. Grazie all'aiuto dei ninja del Clan del Loto Blu (nel frattempo Masahiro, il vecchio maestro, era morto e gli era succeduto Yoshiteru) il Giappone aveva acquisito alcune rivendicazioni sulla Corea centrale. Yoshiteru, il nuovo maestro, era però un incompetente e per nulla abile negli intrighi, tanto che questi sotterfugi vennero scoperti più volte, gettando fango sulla corte di Kyoto. L'intera penisola coreana venne stretta da un blocco navale su entrambe le sponde e le truppe giapponesi marciarono verso nord senza incontrare alcuna resistenza. Ujihisa I cinse d'assedio Gyeonggi, la capitale coreana, utilizzando per la prima volta le bombarde in bronzo, che causarono danni di una certa consistenza alle mura; l'assedio di Gangwon procedette invece in maniera più lenta. Il contigente di 10.000 uomini, rimasto in Cina per le operazioni contro i Ming, vene spedito ad assediare Hebei, una città di importanza strategica lungo il Mar Giallo e una delle poche enclavi coreane in territorio cinese. I Giapponesi si spinsero fino nel nord della penisola, quasi ai confini della Manciuria, quando Dan I si convinse ad avviare le trattative il 18 Luglio 1534. Secondo i termini della pace, la Corea centrale passava interamente al Giappone, lasciando la capitale Gyeonggi isolata dal resto del regno, e la città di Hebei diventata il primo possedimento giapponese in Cina. La conquista di Hebei inseriva il Giappone nel convulso quadro delle lotte interne per il dominio sul Celeste Impero: con la presa della città il Giappone aveva infatti pestato i piedi agli Shun, che su quel centro abitato avanzavano dei diritti. Poco dopo la fine del conflitto, tutti i dinamici movimenti artistici e filosofici che erano nati in Giappone tra la fine del '400 e gli inizi del '500 erano stati il preludio per una corrente totalmente nuova e unificante: una corrente definita "umanistica", che metteva l'uomo e il suo operato al centro del cosmo. Era iniziato il Rinascimento Giapponese. L'uomo iniziò gradualmente a liberarsi dall'influenza incombente dei kami, gli spiriti che animavano il mondo giapponese (spesso legati ad elementi naturali, come le foreste e i fiumi) e poté dedicarsi allo studio della natura e del cosmo in maniera più razionale. Si trattava di un processo analogo a quanto era accaduto in Europa già da qualche decennio, ma che in Giappone non si poneva in antitesi alla religiosità tradizionale: il cosmo doveva essere sì compreso attraverso le scienza, ma senza rifiutare gli insegnamenti del Buddhismo e dello Shintoismo (che erano più che altro filosofie, piuttosto che religioni vere e proprie); in questa ottica, la scienza si poneva quindi al servizio della sfera religiosa. Lo studio della natura su basi scientifiche produsse una serie di trattati sulle varie specie animali. Nell'immagine, tratta da un'enciclopedia naturalistica, un passero ed un'aquila (inchiosto su carta di riso, 1535)