Qualcuno ha letto questo libro di Max Hastings? Pareri? L'idea di raccontare la II GM "dal basso" sembra molto interessante. Ciao.
No, ho un collega che mi decanta la bellezza del libro e sono tentato, volevo un parere da parte degli esperti se vale o meno la pena leggerlo. Mi devo limitare perché sono pieno fino a Natale visto il mio attuale (lentissimo) ritmo di lettura Finito quello che sto leggendo ora, sono indeciso se iniziare "It never snows in september" di Kershaw oppure "Understanding War" di Depuy che ho trovato usato per una decina di euro ed è in viaggio dall'UK (ma ne avrei ancora un paio che mi guardano speranzosi dalla libreria...). Ciao.
Di Hastings ho letto quasi tutto, ma non questo. E' comunque un ottimo narratore e i suoi libri sono sempre molto intriganti : in più, e non guasta, spesso e volentieri esprime pareri personali "fuori dal coro" (vedasi Overlord e Armageddon: The Battle for Germany 1944-45 : un must per i giocatori di BtR ) del tutto apprezzabili, anche solo per il fatto di avere il coraggio di esprimere il proprio libero pensiero. Farò un giretto in libreria a vedere se per caso lo trovo, per 'sfogliarlo' : è un modo del tutto personale per capire se esistono 'affinità elettive' Occhio che Kershaw e Dupuy sono un pò diversi : per Dupuy devi avere la soglia di attenzione 'alta'
Arrivato cazzarola se costa! 19,50 per un edizione davvero ridicola, non ha manco la copertina rigida! una manciata delle solite mappine... Non so mica se l'avrei preso a prezzo pieno... i 7,95 che ho pagato mi sembrano più che abbastanza. Magari mi ricredo una volta in lettura Curiosità: me l'hanno venduto usato ma mi sembra intonso, non c'è manco una piega o un graffio
pag 106 OK, prendetevelo e leggetevelo, vale davvero la pena, è un libro sulla gente più che un libro sulla guerra
questa frase mi ha lasciato davvero perplesso: Nel 1920, quando il colonnello Charles à Court Repington, corrispondente militare del saily telegraph, pubblicò un resocontio di grande successo del conflitto appena concluso, molti considerarono di malaugurio e cattivo gusto che avesse scelto come titolo "The First World War", lasciando ad intendere che ce ne sarebbero state altre. In effetti...
Sto finendo di leggere questo libro. Un commento: per fortuna che l'ho preso in prestito in biblioteca e non l'ho comprato. Mi sembra un autore intriso di retorica filo occidentale in modo troppo troppo smaccato, soprattutto nel capitolo una volta finita la guerra. Affermazioni come (vado a memoria) "Inghilterra e Francia furono le uniche ad entrare in guerra per motivi etici", "le forze del bene" ecc ecc si commentano da sole. Poi è divertente quando una pagina dice che gli Alleati non avrebbero mai dovuto allearsi con un dittatore sanguinario come Stalin, due pagine dopo loda l'alleanza con i russi contro i supercattivi. Quando ho tempo posto le frasi precise.
pag. 817: "La Francia e la Gran Bretagna, domini compresi, furono le uniche nazioni alleate a entrare in guerra per questioni di principio" pag. 817: "Questo punto di vista sembra insostenibile, oltre che estremamente cinico: come avrebbero potuto le democrazie occidentali stabilire obiettivi comuni con un regime sovietico altrettanto brutale e imperialista come quello nazista?" pag. 819: "Churchill si dimostrò saggio accogliendo l'Unione Sovietica come cobelligerante" pag. 821: "Winston Churchill, la personalità più imponente tra le forze del bene" Ironico?? Da un presunto storico mi aspetto altro, sinceramente...
1) non capisco, dov'è la balla ?? 2) E quindi ?? 3) Non fu una mossa saggia ?? 4) Ovviamente... Ma estrapolando dal contesto... E non è una cosa granchè obbiettiva. Tant'è che "Winston Churchill, la personalità più imponente tra le forze del bene" è in paragrafo che parla del ricordo della guerra per gli inglesi, il momento finale dell'impero. Infatti poco sotto, quando parla delle più grandi vittorie inglesi, non cita battaglie ma Bletchley Park, il che la dice davvero lunga sull'efficienza delle forze armate di sua maestà. Poi ti leggi proprio l'unico suo libro che di storico ha ben poco, orientato com'è alle vicende di chi la guerra l'ha vissuta più che alla politica e alle strategie. E lo dice chiaramente anche nell'introduzione... Comunque, de gustibus... prova con Carrell, magari ti sembra più storico
Dov'erano i principi quando Austria e Cecoslovacchia venivano attaccate/invase dai tedeschi? Le guerre non si fanno per "i principi" ma perchè una Germania che conquista mezza Europa diventa una minaccia troppo grande anche per Francia/GB, quindi l'ultimatum della Polonia è stato dato per (tentare di) fermare l'espansionismo tedesco, un bluff malriuscito. 2) e 3) vanno insieme. Non puoi prima affermare una cosa e poi l'esatto opposto due pagine dopo. Se sei dalla parte dei buoni non puoi fare comunella con "un regime brutale e imperialista", anche se è la cosa più saggia da fare, qualcosa per me non torna. Quotare tutta la pagina mi era difficoltoso... Quando sono arrivato a quella frase dopo 800 pagine di libro tutte orientate in un modo (per come la vedo io), questa è stata un po' la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ormai ero prevenuto; ecco, magari qua un po' di ironia c'era. Lo so che dice che vuole parlare più delle persone, ma alla fine mi sembra si dilunghi molto anche su politica e strategia, per questo certe cose non mi vanno giù. Proverò anche con Carrell, e sia (finora una spanna sopra tutti è Giorgerini per me).
E infatti a pagina 21 scrive: Le promesse di entrambe le potenze riflettevano un certo cinismo, perchè nessuna delle due aveva la minima intenzione di mantenerle: queste garanzie erano pensate per dissuadere Hitler, piuttosto che per assicurare un sostegno militare alla Polonia. Erano gesti privi di contenuto, eppure i polacchi scelsero di crederci. Boh, a me è sembrato alquanto illuminante sul dualismo bianco-grigio e grigio-nero Beh, dovrà inquadrare in qualche modo la scena dove si svolgono gli eventi, fa parte della sceneggiatura, è uno scrittore che deve anche vendere.
Lascia perdere Carell !!!!!!!!!!! Era una battuta Carrell è il più antistorico degli scrittori (e ce n'è il motivo) eppure purtroppo viene ancora pubblicato (alla faccia del negazionismo ) e letto, solo perchè i suoi orridi libri sono tradotti in italiano ... E c'è gente che lo cita Hastings non è uno storico; è un giornalista che ama la storia, e si vede ... Non si può pretendere una impostazione accademica, ma proprio qui è il suo pregio, perchè non riesce ad essere ipocrita ... . Questo libro ha un approccio particolare ed un respiro un pò troppo ampio; prova a leggere, di Hastings, Overlord ... e forse ti ricrederai : fu molto criticato per i suoi giudizi sugli Alleati ... Quanto a Giorgerini : è di nicchia ... ha scritto ottimi libri sulla guerra navale nel MED e sulla marina italiana, ma vorrei vederlo alle prese con il problema di analizzare l'intera guerra mondiale ...
Quello che non mi va giù è che se vuoi far la guerra stando dalla parte dei buoni devi farlo fino in fondo, altrimenti anche se sei il più pulito hai cmq la rogna. Quindi se le promesse alla Polonia sono ciniche e prive di contenuti, poi non può ergerle a difesa di alti principi morali, delle due l'una. Anche considerando il controsenso di tutto l'impero coloniale alle loro spalle, cosa che Hastings tocca senza troppo approfondire, IMHO. Stessa cosa la linea di comportamento con Stalin. Ok, forse sono un po' troppo rigido io...