Come si userebbero in una vera guerra* le armi batteriologiche? Mi pare impossibile riuscire a controllare efficacemente un'arma batteriologica, una volta liberato l'agente patogeno non hai garanzie né che non infetti i tuoi uomini né che non si estenda molto oltre le tue intenzioni né che non coinvolga paesi neutrali. Anche usarla lontano dal fronte sui civili nemici, anche distanti oceani, non assicura di non vederla tornare indietro, in un mondo dai rapidi spostamenti umani come il nostro. Insomma, mi sembra totalmente ingestibile un utilizzo bellico razionale. Voi che dite? *no terrorismo, no conflitti asimmetrici, no eccessivo squilibrio di forze
Le armi chimiche e batteriologiche sono armi potenti ma incontrollabili. È impensabile un uso di esse in una guerra di frontiera, dove i belligeranti sono stati confinanti. Più plausibile invece l'uso a lungo raggio, magari di uno stato lontano migliaia di chilometri. Attualmente, i paesi che possiedono armi del genere e con la coscienza per lanciarli, sono Iran e Nord Corea, mentre le prede più ambite sono gli Usa, con tutti i vari alleati. Tuttavia, un uso di tali armi è comunque un ultima risorsa, se così vogliamo dire. Infatti, non solo tutti, prima o poi, pagherebbero le conseguenze dell'utilizzo di tali armi, ma il paese colpito, sarebbe autorizzato ad utilizzare a sua volta armi di quel genere...
Le armi batteriologiche sono perfettamente controllabili da chi ne fa eventualmente uso, la creazione di vaccini e agenti di controllo va di pari passo allo sviluppo dell'organismo patogeno, ovviamente non è una scienza esatta, le mutazioni improvvise sono sempre dietro l'angolo... Anni fa si vociferava di arsenali batteriologici "etnici" prodotti in sud africa e pakistan, mirati a colpire solo determinati individui con determinate caratteristiche genetiche. Questo "libricino" qui (allegato) è ESTREMAMENTE illuminante per quanto è dettagliato, ma ancora di più lo è il rapporto annuale del USAMRIID che ricorda come il fattaccio del maggio 1992 di Sverdlovsk sia stata la prima vera guerra batteriologica occulta... Questo è l'estratto dell'ultimo rapporto del USAMRIID che salta di più all'occhio:
Hai voglia a gestire un virus letale solo coi vaccini, alla prima mutazione sei condannato. Il rischio mutazione potrebbe valere solo in caso di armi debilitanti ma non letali. Piuttosto che la letalità vedrei più utile in un'arma batteriologica la debilitazione senza sintomi letali e invalidanti, sarebbe molto più efficace ed 'umana', quest'ultimo utile non tanto per un fattore etico quanto politico.
I russi prevedevano in alternativa alle armi nucleari di spianare con armi chimiche e batteriologiche le linee di difesa della NATO in Europa, infatti tutti i loro battaglioni erano equipaggiati con efficaci sistemi NBC. Si vede che si erano fatti due conti e prevedevano di riuscire a tenere sotto controllo il virus, non erano dei pazzi suicidi.
I virus per potersi diffondere devono essere poco letali... Non per niente i virus "naturali" più evoluti sono virus non letali come gli Herpesvirus, mentre i virus più letali sono virus che non hanno nell'uomo il proprio serbatoio d'infezione ma sono virus animali che compiono il salto di specie, come l'Evola... con l'ingegneria genetica immagino che sia possibile creare virus altamente letali ma che dopo l'infezione iniziale rimangano confinati nell'organismo (penso ad un virus che infetta per inoculazione che dopo passa in circolo e non torna più nei polmoni)... Se il virus perde la sua infettività uomo-uomo diventa relativamente sicuro...
Non vorrei dire una cazzata, ma finché c'è Dustin Hoffman in circolazione non credo proprio che un arma del genere possa essere efficace.