E dalla consapevolezza che ci sono tanti che ne sanno più di te [inteso in generale, non te Diego] e che leggendo da loro puoi solo imparare.
Infatti non credo di essere più colto, anzi, degli altri qui sul forum, i quali, magari, non hanno nessun titolo che li qualifica come storici ma nel loro"ambiente" hanno più conoscenze e maggiore comprensione. Magari avessi talento come storico, per quello purtroppo non bisogna solo studiare! Però, ribadisco, sarebbe interessante fare un censimento non sul presunto livello, ma degli argomenti sui cui la "popolazione" del forum si sente ferrata.
Corretta puntualizzazione!! Mi sono semplicemente dimenticato di inserire almeno una quindicina di punti interrogativi
EEhh io sono Laureato in Storia Moderna (110 e lode cum laude), Tesi: La Nascita della Diplomazia Gonzaghesca, e poi pure Dottorato in Storia D'Europa all'universitá di Bologna. Ora mi occupo di storia in maniera amatoriale e ho un occupazione del tutto scollegata ai miei studi visto che sono il CEO di un azienda alimentare in Ungheria. Continuo ad amare la storia ma come professione la sconsiglio, l'ambiente accademico italiano é di una mediocritá sconcertante.
Non posso che sottoscrivere la tua affermazione al riguardo del mondo accademico italiano...e complimentarmi per la posizione raggiunta! Cotesta missiva giunge da Tapatalco IV^
Calorosamente ti ringrazio e auguri per il tuo futuro! Quello per la Storia é un amore che non svanisce mai, indipendentemente dalla carriera lavorativa che si sceglie. Su cosa stai facendo il dottorato?
Un po' me ne vergogno, ma sono ancora laureando alla veneranda età di quasi 28 anni (a settembre); avevo tanti sogni e decisi di fare una tesi di ricerca, sperando di riuscirmene a occupare anche con un lavoro part time...poi ho trovato un altro lavoro e i tempi si sono prolungati. Quando iniziai a studiare il mio intento era fare il dottorato e poi, in seguito, insegnare come assistente-ricercatore; però diciamo che non è un sogno che si realizza per tutti... Ho deciso di rendermi indipendente...un po' la mancanza di talento, un po' per questioni personali e decisamente il peggiorare della situazione nel mondo accademico...un ambiente che conosco solo parzialmente in prima persona e di cui ho anche esperienze di svariati "colleghi". Continuo a sognare una fuga all'estero, anche se ormai sarà troppo tardi per il phd, in Italia non è proprio cosa... Comunque riguarda dei documenti relativi a soldati d'inizio trecento in lombardia
ma assolutamente no ... sono solo interessato a capire le dinamiche dell'ambiente accademico delle facoltà di storia in Italia ...
alla mia età ? mi sono laureato (in tutt'altra materia) lustri e lustri or sono ... curiosità ... da vecchio appassionato di storia mi stupisco sempre della scarsa (in quantità e qualità) saggistica italiana in materia, rispetto al mondo anglo-sassone (o anche tedesco) ... I giudizi che avete dato sul livello dell'ambiente accademico mi sembrano una conferma ...
Purtroppo c'è una sorta d'immobilità nel mondo accademico italiano e se da una parte la "Vecchia guardia" si attacca ai privilegi, dall'altra è anche vero che è l'unica a contribuire attivamente alla ricerca senza dover sopravvivere a borse di studio. Mi spiego, io giovane storico sconosciuto ai più ho bisogno di soldi per finanziarie i miei progetti e formarmi. Il professore con molta più esperienza, invece, ha la formazione, i contatti e la possibilità finanziaria per condurre la sua opera di ricerca. Per carità, è giusto che i giovinastri facciano la fame e che siano "guidati" da un mentore..però in una situazione di estrema scarsità di opportunità, nessuno orma tenta. Io ho la fortuna di lavorare con uno storico medievalista della "nuova generazione", è un genio ed è per quello che ha fatto carriera. Ma nonostante questo, ho visto aspiranti ricercatori molto bravi e da lui aiutati che si sono dovuti scontrare dinnanzi alla realtà dei pochissimi posti aperti. La prassi, in Italia, è rimanere un paio di anni fermi tentando i contorsi per dottorati...una cosa ridicola in altri paesi... Tutto ciò è iniziato ben prima della crisi economica, poiché essa è stata preceduta da una crisi culturale e dei valori i cui effetti si possono notare anche nei recenti avvenimenti da "stadio". Ormai la storia non è più un patrimonio culturale nella quale possiamo riconoscerci come italiani, non è anche più un patrimonio economico. Ormai la storia è solo una materia palesa che non serve a nulla. Una paio di volte due "imprenditori" mi han detto chiaramente che una laurea in Lettere e Filosofia invalida, che non si è più buoni neanche per fare un lavoro da impiegato. Ecco, questa è la situazione che di certo non si che rispecchiare nel mondo accademico: O sei Barbero (che stimo tantissimo) o non hai possibilità. Per quanto riguarda la tradizione di studi storici, ci si potrebbe fare un topic a parte. La nostra impostazione - per quanto io vorrei abbracciarne un'altra - è sempre volta al ricordo dell'impero Romano. Siamo più antiquari che storici e qui sbagliamo in senso più lato; la Storia dell'Italia non ha le sue radici nella storia romana...non più di quanto non le trovi quella francese... L'impostazione britannica, invece, mi piace maggiormente. E' più equilibrata e hanno una profonda stima per il proprio passato e, inoltre, un gran interesse anche per quella italiana. Si possono trovare ancora molti testi di origine britannica, poiché la vivacità di ricerca degli inglesi è maggiore. Discorso diverso, invece, per la tradizione tedesca. Lungi da me fare di ogni erba un fascio, ma l'attività storica germanica è tradizionalmente la più retorica, annalista e intrisa di nazionalismo. Il concetto di "Volkswanderung" è ancora molto radicato ad esempio.
Il problema dell'università e della scuola in generale in Italia è che la facciamo da troppo giovani! Il livello di una nostra università media merita un cervello cresciuto dai 30 anni in su, che nel frattempo si è già formato magari sul campo.
ma cosa dici ?? guarda che c'è stato uno studio che dimostra quanto siano efficienti i neuroni per scavare i tunnel, quello del gran sasso-Svizzera ne è l'esempio più lampante!
Esattamente i percorsi celebrali si fossilizzano e la nostra mente tende a fare gli stessi percorsi logici. Cioè tendiamo ad applicare all'imparando i metodi dell'imparato. Ma è solo dopo i 30 anni (soggettivao poi...)che si ha la maturità per seguire con profitto massimo.