Invece questo tuo passaggio mi ha fatto pensare una cosa: Non è che forse il vero segreto del successo sia stata la mobilità europea, e quindi sebbene con minor risorse la possibilità di fare concentrazione la dove servisse in breve tempo "relativamente all'epoca s'intende" .
D'accordo che ancora nel 1700 gli europei non dominavano i campi di battaglia, ma con l'esclusione degli Ottomani nell'età moderna è l'Europa ad andare ad aggredire il resto del mondo, con risultati alterni. Perché anche civiltà potenti ed evolute come gli indiani, i cinesi, gli ottomani avevano una visione strategica limitata alle immediate vicinanze mentre l'Europa pensava a livello globale?
Possibile anche l'idea di superiorità dovuta al cristianesimo? La missione evangelizzatrice, ecc? Uno dei vari fattori, non dico che sia il principale. Ps sono mie riflessioni che prendono input dalla vostra discussione, nessuna fonte
No, anche perchè già da metà '500 agli europei non fregava più nulla del cristianesimo, mentre il mondo islamico era molto attivo a livello di proselitismo (tassa di sangue), gli Hindu avevano il loro grande nemico musulmano da combattere, il buddismo è stato usato poù volte come scusa in Cina per tentare di rovesciare il potere imperiale
Forse la mancanza di risorse, e la consapevolezza che chi sarebbe riuscito ad assicurarsi commerci con l'oriente avrebbe potuto dominare il commercio (e quindi avere potere economico) spinsero gli europei (portoghesi in primis) ad uscire fuori dal guscio. Dopo il viaggio di colombo, e la successiva scoperta di grandissimi giacimenti di oro e soprattutto argento, da parte degli esploratori, si capì l'importanza di dominare un territorio ricco di risorse. La rivalità fra gli stati europei, li spinse a "non rimanere indietro" quindi vedendo che la spagna si arricchiva a dismisura, importando oro e argento, le altre potenze corsero ai ripari, cercando di colonizzare il nuovo mondo. Fu proprio questa la genesi degli imperi coloniali europei: aver compreso che dallo sfruttamento di un territorio e della sua popolazione se ne traevano enormi vantaggi, spinsero gli individui a cercare fortuna altrove. Gente che in patria era al limite della povertà, poteva invece (grazie alla scoperta di nuove terre da colonizzare) migliorare la propria posizione, nacque così il "capitalismo" inteso come intraprendenza del singolo, che grazie alle sue capacità si faceva strada. Le armi ovviamente fecero la loro parte, quando Cortés sbaragliò un impero e riuscì ad imprigionare il suo imperatore facendosi riempire una stanza d'oro, gran parte del lavoro (oltre alla furbizia) lo deve a un manipolo di uomini e cavalli, e ad armi e corazzature di ferro, contro il vetro usato dagli aztechi.
Analizzerei questo. In Europa c'è stata una fortissima "selezione naturale", chi non riusciva a mantenere il passo dei concorrenti non poteva comunque sopravvivere nella propria arretratezza (=incapacità di sfruttare le proprie potenzialità) grazie all'isolamento geografico o alla potenza numerica. Il caso della Polonia è emblematico, uno Stato una volta potente non è riuscito a progredire e invece di spegnersi lentamente come altri grandi entità statali in giro per il mondo è stato rapidamente conquistato da chi sfruttava al meglio le proprie potenzialità. Il risultato è che le risorse dell'Europa nel suo complesso finivano per essere sempre sfruttate al massimo e sempre cercando nuovi modi per sfruttarle meglio. Durante l'età moderna come erano messe Cina, India, Persia in quanto a frazionamento politico?
La Cina era molto isolazionista e di fatto tutte le guerre che ha combattuto erano conflitti interni, aggressioni a regni limitrofi (Vietnam), spesso con scarso successo, o guerre difensive contro i Mongoli e prima ancora gli Unni. Lo dimostra anche la costruzione della Grande Muraglia, che testimonia la volontà di preservare lo status quo piuttosto che l'espansione. E, infine, la Cina per i suoi bisogni era autosufficiente e non aveva necessità di commerciare (e comunque esportava solamente seta e porcellana, mentre dall'Europa non riceveva nulla). La società cinese non presentava una borghesia cittadina ed era divisa essenzialmente tra un'aristocrazia elitaria e isolata e il resto della popolazione ridotto in povertà. I "borghesi" in senso lato erano i Mandarini, i dotti e i filosofi, ma erano totalmente asserviti alla corte imperiale. L'India, come già detto prima, era minacciata dall'Islam e per un certo periodo restò divisa tra sultanati islamici a nord e regni induisti a sud, per cui mancò anche una certa unità socio-politica. Oltre a qualche guerra di conquista negli odierni Pakistan e Afghanistan, gli Indiani sono rimasti sempre nel loro territorio e hanno sempre individuato nei fiumi Indo e Brahamaputra i confini del loro mondo. La società indiana era divisa in caste e non offriva alcuna occasione di miglioramento sociale; a questa immobilità contribuivano differenze culturali, religiose e settarie che accendevano i conflitti perlopiù sul versante interno. La Persia era sempre attraversata da orde di invasori: Arabi, Mongoli, Timuridi e via dicendo. Se escludiamo l'Impero Achemenide, la Persia non ha più condotto guerre di conquista perchè tutto sommato aveva già un certo controllo sui commerci con l'Europa (la via della seta passava per le città persiane). I Persiani erano interessati più ad imporre la supremazia della fede sciita sui loro cugini sunniti, che ad imporsi realmente sul piano politico. La Persia era anche un territorio vasto e scarsamente popolato, dove la circolazione delle idee era assai limitata. In generale erano gli Europei a richiedere le merci asiatiche e non il contrario, un gusto per l'esotico ereditato dal mondo romano imperiale. L'Europa riceveva seta, porcellana e avorio, ma la Cina non riceveva certo ceramica decorata, maiolica italiana o vini pregiati. Quando i tradizionali canali di comunicazione si sono interrotti, gli Europei hanno cercato nuove strade, questa volta però senza affidarsi ad intermediari (il mondo islamico). La Cina non ha mai cercato di esplorare il Pacifico per raggiungere l'Europa ed appropriarsi direttamente di vino e ceramica semplicemente perchè non ne aveva il bisogno. E mentre gli Europei subivano il fascino delle culture esotiche e le indagavano con curiosità, alcuni popoli asiatici si ritenevano superiori a chiunque altro (anche agli occidentali) per cui in un certo senso non avvertivano il bisogno di stabilire forti contatti al di fuori del loro mondo.
Quindi è stata la povertà europea, ulteriormente acuita dalla divisione, a darle la spinta per superare nettamente i propri concorrenti? https://it.wikipedia.org/wiki/Zheng_He Anche la Cina ha avuto un esploratore pari a Vespucci, ai Caboto e via dicendo, ma proprio la sua ricchezza frenò lo slancio che ebbe. Con più di 300 navi Zheng He portò alcuni cinesi perfino a visitare la Mecca (ad un passo dal contatto con i mercanti europei ad Alessandria), ma ad un certo punto i Ming semplicemente decisero di ignorare i risultati ottenuti e addirittura di distruggere ogni nave oceaniche dell'Impero. Per qualsiasi nazione europea una volta armata una flotta di 300 navi (l'armada di Filippo II ne contava meno della metà) ci sarebbe stata la necessità di sfruttare al massimo ogni possibilità offerta da un investimento così immenso, pena il tracollo economico. La Cina poté semplicemente dire "si, bello, ma non ho più voglia". Magari con una Cina divisa in molti regni ed un'Europa unificata la Storia sarebbe stata opposta... e qui occorre pensare alla sostanziale unità cinese e all'immensa varietà di popoli europea che smorzò ogni tentativo di unione. Nonché alla peculiare geografia europea, per la quale avere una flotta almeno mercantile era necessario per coprire in breve tempo distanze assai più lunghe via terra (pensiamo Puglia-Albania o Galizia-Bretagna), per Cina ed India era l'opposto, i viaggi via terra erano più corti dei lunghi viaggi per mare.
Be! Andare, ad esempio, da Shangai a Madras dubito che fosse più rapido via terra che via mare. Che poi nessuno fosse interessato ad andare da Shangai a Madras o viceversa è un'altra faccenda.
Non esattamente, dipende da come sviluppi i rapporti con gli "altri". Diciamo che se fossimo ancora sotto l'Impero romano sicuramente saremmo indietro a livello tecnologico di boh, 50 anni almeno? Se invece fossimo sotto l'Impero Carolingio saremmo ancora con le spade e i sassi
Principalmente sono le guerre medioevali che danno la spinta evoluzionistica agli eserciti, che insieme a densità demografica(la più alta al mondo) crea esplorazione e colonizzazione ecc.... Quindi è ovvio che i rapporti non possono essere amichevoli...
1)superiorità tecnologica: varietà di specie vegetali e animali: l'Eurasia è collegata da est a ovest, mentre gli altri continenti lo sono da nord a sud, e spesso la diffusione delle nuove scoperte o animali o piante è bloccata da deserti, catene montuose o altro 2)presenza di grandi animali addomesticabili: fuori da europa-asia-nord africa c' era solo il lama, utilizzabili per comunicare, spostarsi, agricoltura, guerra. 3)città: la presenza di grandi animali e la facilità di diffusione delle nuove scoperte ha permesso il nascere dell' agricoltura e quindi di una società complessa, che poteva permettersi una classe politica e una artigianale 4)malattie: malattie estremamente contagiose verso le quali si è sviluppata una parziale immunità: il 90% delle popolazioni extraeuroasiatiche è stata uccisa dalle epidemie non dalle armi 5)geografia: la Cina non aveva vicini particolarmente pericolosi (eccezione marginale di Unni e Mongoli) e non aveva barriere geografiche interne: non c'era ragione di cambiare la scelta strategica dell' isolamento a differenza dell' europa dove una scelta sbagliata poneva una nazione in svantaggio rispetto ai suoi vicini Jared Diamond, Guns, Germs, and Steel: The Fates of Human Societies
1- Beh, perdere qualche battaglia può capitare, soprattutto quando, per la facilità con cui si sono condotte le varie campagne, si finisce per sottovalutare l'avversario e si assegnano a truppe esigue compiti eccessivi contro un avversario numericamente superiore e nel suo territorio (oltre agli inglesi con le loro Isandlwana ecc. possiamo metterci anche le nostre Adua, ecc.). Quando ciò non avveniva si avevano battaglie come quella di Omdurman: circa 10000 (dieci mila) morti sudanesi contro una cinquantina scarsa di anglo-egiziani (o, per rimanere in sudafrica, la battaglia di Ulundi che conclude la guerra con gli Zulù: almeno 1500 morti zulù contro una decina d'inglesi, o, molto più in piccolo, Rorke'sdrift). Nel XIX secolo la supremazia tecnologica occidentale (armi ma anche navi ed organizzazione logistica) raggiunge l'apice. 2- già all'inizio XVI secolo i portoghesi avevano spazzato via gli ottomani dall'oceano indiano, acquisendo anche il controllo degli stretti che portano al golfo persico ed al mar rosso (interessante notare che in questo caso i veneziani parteggiava per i turco-mamelucchi, incitandoli ad agire contro i portoghesi ed aiutandoli, in quanto ciò finiva per danneggiare anche loro). Dalla fine del XVI secolo sul mare gli ottomani erano in regresso anche nel mediterraneo.
Sì però bisogna anche tenere conto che la presenza navale ottomana nel Pacifico era a dir poco esigua e anche che il loro interesse per l'area era a dir poco nullo, pur con l'incitamento dei veneziani. Oltre a ciò l'innovazione navale europea nel periodo riguardò soprattutto la navigazione oceanica, pertanto la supremazia delle caracche portoghesi nel Pacifico ed europee negli Oceani era sì indiscussa, ma molto meno nel Mediterraneo, dove ancora si continuavano ad usare le galee molto più adatte alla navigazione marittima; per questo gli Ottomani avevano gioco facile ad essere i padroni del Mediterraneo, non potendo le grandi navi oceaniche battersi in questo mare e non essendoci quel gap tecnologico che invece sull'Oceano era più sentito.
Su questo non sono d'accordo. Le grandi navi oceaniche potevano benissimo battersi nel mediterraneo, lo faranno qualche secolo dopo nelle guerre tra nazioni Europee. Più che altro erano le potenze navali Europee che non utilizzavano le navi oceaniche, al posto delle galee e galeazze, nel mediterraneo, probabilmente perché chi aveva navi oceaniche aveva pure galee e galeazze e preferiva utilizzare queste ultime nel mediterraneo e risevare le prime, che non erano ancora molte, per l'oceano.
Anche lì: perché gli ottomani si sono lasciati spazzare via? In fondo essendo ai confini dell'Europa, volendo, potevano carpire la tecnologia dei galeoni.
i cantieri navali turchi erano in Turchia. il resto dell' impero era composto fondamentalmente da stati vassalli. attorno al 1650 hanno cominciato a costruire navi oceaniche anche a Suez o a Basra, ma in quantità limitata e con la difficoltà di trasportare i cannoni che venivano costuiti solo a Istanbul http://www.turkishculture.org/military/naval/ottoman-ships-758.htm?type=1