No, non è l'ultima dichiarazione di Berlusconi che conclude col botto la carriera di ballista. Per vivere oltre la sussistenza occorre denaro e per avere denaro occorre lavorare. Ma ci saranno mai al mondo i sette miliardi di posti di lavoro necessari? O bisognerà in qualche maniera ripensare l'intera nostra società?
In effetti sarebbe da ripensare, ma al momento non sono certo che ci sia qualcuno, tra quelli che pensano sia necessario, che abbia idea da dove cominciare.
Penso anche io che l'ideale sarebbe che ognuno lavorasse quel tanto che basta per dare alla società ciò che serve per farla andare avanti e non di più. Ovviamente questo vorrebbe dire che le risorse vengano distribuite secondo criteri di necessità (hai bisogno di X, allora tieni X) anziché di possibilità (puoi permetterti X, allora tieni X). Secondo me in un futuro molto lontano si arriverà a questo livello, ovviamente nessuno di noi e forse nemmeno i nostri figli arriveranno a vederlo.
Non so Pandrea. Occorrerebbe cambiare molto la testa della gente perché funzioni, altrimenti va tutto a rotoli. Pochi si accontenterebbero di prendere solo quel che gli serve, gran parte tenderebbe a prendere più che può. Dall'altro lato gran parte della gente tenderebbe a produrre poco o nulla e pochi produrrebbero quello che ci si aspetta da loro.
Bisogna innanzi tutto chiedersi se ci serve una società strutturata dove ognuno crea qualcosa per gli altri e lo interscambia creando mercato ricchezza ecc... , ma dove nessuno sopravvive da solo, o una società di autosufficienti dove ognuno è in grado di autosostenersi senza interscambio necessario, ma solo eventuale, una società di "contadini guerrieri". Questo è il primo punto. Imho , la soluzione come sempre è in mezzo, ed è pure vecchia, polis autosufficienti.
Come già evidenziato da altri, per compiere questo passo (rivoluzionare il mondo del lavoro, calibrandolo per fornire un'occupazione a tutti) occorre innanzitutto un cambiamento mentale, più che economico/sociale/organizzativo. Ma questa rivoluzione, comunque, non tiene conto di quattro fattori: 1 - La popolazione negli anni a venire potrebbe aumentare oltre i 7 miliardi ipotizzati dal modello di @Pandrea, si pensa che per il 2050 la popolazione mondiale sarà salita fino a 9 miliardi, con un'alta percentuale di asiatici. Quindi, la rivoluzione dovrebbe tenere conto di questo cambiamento ed adeguarsi fin dall'inzio a sopportare una nuova pressione demografica. 2 - Non è detto che tutti i lavori siano finalizzati alla produzione, come invece il modello lascerebbe intendere. Ci sono lavori non-produttivi in senso materialistico/economico e sono quelli legati perlopiù alla sfera umanistica (operatori di beni culturali, psicologi, professori, ecc.) senza contare coloro che sono impegnati in campo artistico (scrittori, pittori, musicisti, ecc.). Anche in questi casi si "produce" qualcosa (un servizio alla comunità), ma non è quantificabile in termini produttivi, nè può mai diventarlo (non puoi imporre a nessun musicista di far uscire un album ogni mese, ad esempio). 3 - Le risorse per mantenere un apparato produttivo in cui operano 7 miliardi di persone (senza tenere conto dell'aumento demografico già esposto prima) potrebbero non essere sufficienti. In un futuro lontano saremo costretti e prelevare risorse da altri pianeti per mantenere questa macchina efficiente? 4 - I progressi della robotica stanno rendendo sempre più rari gli impieghi umani nelle fabbriche, in qualsiasi settore. Ipotizzando ulteriori progressi negli anni a venire, e supponendo che ad un imprenditore faccia più comodo un robot (che non paga e non ha diritti sindacali) che un operaio, siamo sicuri che ci saranno miliardi di posti di lavoro nel comparto produttivo? E infine non dimentichiamo che l'uomo cerca sempre di migliorare la sua condizione: dubito che tutti si accontenterebbero solo di ciò di cui hanno strettamente bisogno. Ognuno cercherà sempre di accumulare un surplus sia per soddisfazione personale, sia per sicurezza nei momenti di difficoltà, sia per egoismo. Ritengo più razionale, a mio avviso, negli scenari ipotizzati da Pandrea (quindi non è detto che la cosa necessariamente mi piaccia) tornare ad un sistemo economico di sussitenza ed autosufficienza, come le comunità primitive: ognuno ha il suo orticello e produce ciò che può per sé e per i propri cari. Lo stesso vale per il vestiario, per gli utensili e per la dimora. Non si sarebbe più costretti ad attingere beni materiali da un mercato (quindi con la necessità di utilizzare la moneta - e di lavorare per guadagnare - per acquistare delle merci), ma ognuno provvederebbe da sé ai propri bisogni. Mi serve una casacca per coprirmi l'inverno? La creo utilizzando le pelli degli animali che allevo e un po' di lana. Ho bisogno di un ascia per tagliare la legna? Me la creo utilizzando legno e pietra scheggiata, oppure, se ho le competenze tecniche, la realizzo in metallo. Può il pianeta sopportare questo carico? (una popolazione mondiale di contadini/allevatori autosufficienti) Se oggi produciamo più cibo di quanto consumiamo (molto viene assorbito dall'allevamento) ed utilizziamo più acqua di quanta ce ne serva (molta finisce nelle attività agricole) penso che uno stile di vita di questo tipo, essenziale e ad impatto zero, sia piuttosto fattibile.
Comunque credo che la produzione e il commercio andranno avanti per moltissimo tempo e con i ritmi inumani che si produrranno credo che la produzione manuale andrà a remengo, meglio le macchine che potranno produrre molto di più, in minor tempo e 24/7 senza problemi sindacali e di esurimento di sorta. Quindi i lavori del futuro saranno, immagino, di operai specializzati in mantenimento e uso delle macchine. La bassa forza lavoro intendo. Il resto sarà un esercito di clerks di vari livelli. Quindi diciamo che il lavoro manuale, come il bambino che costruisce il pallone di cuoio o il paio di scarpe, con una paga di un dollaro al giorno, non ci saranno più perchè se una macchina fa il lavoro di 1000 bambini e ti costa 200 dollari al giorno di mantenimento, allora io imprenditore prendo una macchina... Quindi immagino una società mondiale del futuro fatta da gente istruita e (molto) sottopagata. Come si sta verificando ora in India o in Cina. Daltronde ormai i modelli di riferimento sono in Asia...
Il termine "produrre" lo intendevo in forma generica ossia contribuire con il proprio lavoro ai fabbisogni, di qualsiasi tipo, della società, indi per cui vi rientrano anche le attività culturali, assistenziali ecc. Se convertirsi ad un modello in stile comunista come quello ipotizzato da Pandrea è difficile, convertirsi ad un modello di sussistenza/autosufficienza, a mio parere, non è più possibile, specialmente nel mondo civilizzato.
1000 euro per tutti, non ho più voglia di lavorare! Ho un sacco di roba da leggere e da giocare, perchè devo sprecare la mia vita lavorando ? E poi voglio anche entrare nella flotta astrale, checcavolo.
OT Beh, ti diro': qui non e' molto lontano dai tuoi 1000 euro. Anzi, sono 1200... Se hai lavorato in Austria (e sei residente qui) per almeno 2 anni e al momento sei disoccupato, lo Stato ti aiuta dandoti 1200 euro mensili pro nucleo familiare. Cioe': lo Stato riconosce la soglia di 1200 euro mensili come il minimo per poter vivere e ti assicura quella somma, o una porzione di essa, in caso il tuo nucleo familiare non la raggiunga. Se per esempio tu sei disoccupato e tua moglie lavora 20 ore alla settimana (quindi prende 600 euro), lo Stato ci mette i 600 euro mancanti, finche' non trovi un lavoro Full Time, che come paga base ha esattamente 1200 euro. Lavori full time a meno non ce ne sono perche' e' contro la legge far lavorare qualcuno a meno. E qui le leggi le fanno rispettare, oh se le fanno rispettare... ovviamente lo Stato non e' fesso e "ti aiuta" anche a trovare lavoro, proprio per evitare di avere troppi giocatori di Play Station Ti dico questo perche' voglio far capire (non a te, che sicuramente queste cose le sai gia') che il "reddito di cittadinanza" esiste, funziona, e puo' essere introdotto anche da noi, senza impoverire lo Stato e senza far suicidare nessuno....
A me sembra che anzi si cerchi di tenere meno posti di lavoro possibili, perchè meno c'è richiesta di lavoro e più puoi abbassare gli stipendi
Pandrea, che il capitalismo non possa andare avanti all'infinito per il motivo da te citato, come sai, l'aveva già detto Marx, ed aveva anche spiegato perché erano infondate le speranze di superare il capitalismo... tornando indietro! Quindi, invece di reinventare la proverbiale acqua calda ad ogni piè sospinto, penso che sarebbe più interessante andare a capire perché non si è verificato quello che Marx prevedeva, cioè l'azione politica comune dei soggetti attivi della produzione (che è già socializzata, a livello della singola azienda), dall'ultimo manovale all'ingegnere capo (alla faccia dell'operaismo PCIsta del secondo dopoguerra) contro i proprietari, oramai ridotti a rentier parassiti, piuttosto che ri-scoprire per la centesima volta perché l'utopismo, di stampo socialista o reazionario che sia, non è attuabile. Just my two (euro)cents.
mi spieghi la parte in rosso? ciò preconizzato da Marx non si è verificato e laddove si è verificato, ha fallito, semplicemente perchè i proprietari dei mezzi di produzione, gli imprenditori, esistono in quanto messi in condizone di esistere, cioè in un regime di libertà individuale. Libero mercato = libertà individuale che è poi la condizione umana, un diritto naturale. Nel momento in cui poni limiti o restrizioni alla libera impresa, come ad esempio un presunto diritto degli operai a partecipare alle decisioni dell'azienda per esempio presediendo il consiglio di amministrazione senza averne diritto, stai ponendo le basi per la restrizione della libertà economica e quindi quella individuale, per cui alla lunga il sistema collassa perchè ce ne sono altri piu' effcienti. AI soggetti attivi della produzione, che sia un singolo oppure un gruppo, non interessa il bene comune, ma il profitto.
non c'è speranza per l'umanità, non è ancora abbastanza evoluta biologicamente per poter superare l'individualismo dello stato di natura in favore di un razionale senso collettivo dell'esistenza (cosa volgarmente chiamata, scusate la parola, comunismo) che possa rallentare l'aumento entropico del pianeta terra, magari finché la scienza sarà in grado addirittura di rendere "rinnovabile" indefinitamente l'umanità, ma invece le risorse naturali finiranno presto...il futuro sarà come nella fantascienza alla blade runner, non vedo motivi per essere ottimista, la tecnologia non progredisce alla stessa velocità dell'aumento della popolazione e dell'inquinamento. fortunatamente individualisticamente posso dire che per allora non ci sarò più.