[DH 1.04 b] Germania 1936 - Lebensraum

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Il Maresciallo Rocca, 8 Marzo 2015.

  1. Il Maresciallo Rocca

    Il Maresciallo Rocca

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    Buongiorno a tutti. Inizio la mia partecipazione al forum con un AAR di Darkest Hour, cui avevo iniziato a giocare molto tempo fa provenendo dal mitico Hearts of Iron 2 e poi Doomsday. Non ho molta esperienza con questo nuovo sistema, ho fatto solo qualche partita di prova per prendeci dimistichezza e sfogliato alcuni ARR. Speriamo bene... :D

    Scenario: 1936
    Nazione: Germania
    Versione: Darkest Hour 1.04 beta
    Difficoltà: Normale
    Aggressività: Normale
    Full IC takeover: No
    Tech Team Takeover: No
    Everyone can start war: No

    Indice

    Premessa - La calda Estate del ‘39

    CAP.1 - Fall Weiss (1 - 22 Settembre 1939)

    CAP.2 - Il Riarmo della Wehrmacht (Gennaio 1936 - Settembre 1939)
    CAP.3 - La politica del Reich (Gennaio 1936 - Settembre 1939)
    CAP.4 - La guerra ferma (22 Settembre 1939 - 10 Maggio 1940)
    Cap.5 - Fall Weserübung (3 Aprile- 12 Maggio 1940)
    Cap.6 - Fall Gelb (10 Maggio - 28 Giugno 1940)
    Cap.7 - Gli italiani scendono in campo (Maggio - Dicembre 1940)
    CAP.8 - La dura lotta per dominio del Mare del Nord
    (Maggio - Dicembre 1940)
    CAP.9 - Il rafforzamento dell’asse nel vecchio continente (Maggio 1940 - Maggio 1941)
     
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    Ultima modifica: 26 Marzo 2015
  2. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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  3. Il Maresciallo Rocca

    Il Maresciallo Rocca

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    Premessa - La calda Estate del ‘39

    Quella del 1939 si è rivelata un estate caldissima. Le diplomazie del vecchio continente sono in subbuglio per la questione di Danzica. La nostra decisione a risolvere la questione polacca una volta per tutte si è scontrata con la ferma volontà inglese di difendere fino alle estreme conseguenze l’indipendenza del paese. E’ evidente che a Londra, dopo le pavide reazioni degli ultimi anni davanti all’affermazione tedesca in Europa, qualcosa è cambiato. Anche Parigi, pur con molta riluttanza, sembra pronta a marciare al fianco dell’alleato.

    Preso atto di non poter ancora contare sull’aiuto dell’Italia, per sua stessa ammissione del tutto impreparata, né tantomeno su quello della Spagna, uscita da pochi mesi da un sanguinoso conflitto civile, la Germania il 23 Agosto firma un accordo con i sovietici, nel tentativo di scongiurare che la scintilla dell’imminente blitz in Polonia faccia divampare il fuoco nell’intero continente europeo.

    Vana speranza perché Inghilterra e Francia rimangono ferme sulle loro posizioni. Fallito ogni altro tentativo di conciliazione, la Germania il 1 settembre del 1939 procede all’invasione della Polonia. Tre giorni dopo una delegazione congiunta degli ambasciatori di Inghilterra e Francia consegna a von Ribbentrop la loro dichiarazione di guerra alla Germania. Iniziò così la seconda guerra mondiale.

    CAP.1 - Fall Weiss
    1 - 22 Settembre 1939

    Benché i polacchi si dichiarassero pronti ad una strenua resistenza, la campagna di Polonia si preannunciava una passeggiata militare per la Wehrmacht. Ma Hitler non voleva una vittoria, voleva un trionfo, un capolavoro militare che dimostrasse al mondo la superiorità tedesca nell’arte della guerra. Il brillante piano strategico preparato da von Rundstedt dimostrò di andare al di la delle migliori aspettative del suo committente che gli aveva messo a disposizione ben 90 divisioni, 3 flotte della Luftwaffe e la flotta navale del Baltico.


    Fall Weiss.png

    Gli sfondamenti del fronte (1-5 Settembre)

    Dopo uno sfondamento mirato dei rispettivi fronti, le punte corazzate delle armate di von Kluge e di von Reichenau convergono verso il centro, conquistando rapidissimamente Bydgoszcz, Czestochowa e Lodz. L’armata nemica di Poznan (gen. Sosnkowsici) è circondata e i suoi uomini cominciano ad arrendersi alle truppe del generale Blaskowitz.

    Nel settore nord il II. Panzer-Korps di Rommel inizialmente mira a sud-est conquistando Bialystock, dopodiché non può più procedere nella sua manovra per giungere alle spalle della capitale perché, spostatosi troppo velocemente in avanti, viene investito da un forte contrattacco della più grande armata polacca nella zona a nord della capitale comandata dal maresciallo Smigly-Rydz.

    A sud le armate di von Leeb e di von Wietersheim sono appiedate ma conquistano Katowice e spingono il nemico a ripiegare verso Cracovia.

    Al generale List è stato assegnata l’armata più eterogenea di tutta la Wehrmacht: reparti di gebirgsjäger austriaci e bavaresi, reparti obsoleti di cavalleria e un corpo d’armata slovacco. Ma il generale, si fa onore avanzando spedito verso nord conquistando Nowysacz e allungando il passo sul versante meridionale della Vistola per tagliare la strada alle spalle di Cracovia.

    Il dominio della Vistola (6-9 Settembre)

    E’ proprio nel settore meridionale che cominciano ad affluire le prime riserve dall’est del paese. Una grossa armata (gen. Orlik-Kveckemann) sbarra la strada a List nella provincia di Tarnow, nodo strategico che i polacchi sembrano decisi a tenere. Data la delicatezza del settore von Rundstedt concede a List la 1. Divisione Fallschirmjäger (gen. Student) che viene paracadutata nella zona la notte del 7, prende possesso dei ponti sulla Vistola e crea scompiglio tra l retrovie nemiche portando in breve alla vittoria.

    Intanto nel settore centrale continua il dilagare delle truppe corazzate, dopo aver preso le città di Torun e Radom, vengono messi in sicurezza i ponti sul versante nord della Vistola. Il nemico è stato così chiuso in due così due grosse sacche: a nord (nel corridoio polacco) e al centro (nella zona di Poznan).

    Questi enormi successi fanno desistere il maresciallo Smigly-Rydz dalla sua controffensiva volta a respingere il II Panzer-Korps di Rommel che per tre giorni si è improvvisato magnificamente in manovre ritardanti sotto il tiro concentrato delle artiglierie nemiche, a loro martellate dalla Luftwaffe. Ora il suo piccolo corpo d’armata può finalmente riorganizzare le sue forze per riprendere la sua corsa verso sud.

    A questo punto ci sono già i presupposti per cominciare l’assalto verso i due maggiori centri nemici: Cracovia (von Leeb e von Wietersheim) e Varsavia (von Kluge).

    fall weiss-comb.png

    La battaglia di Plock e la fine dell’esercito polacco (9-14 Settembre).

    Il “contrattempo” del II. Panzer-Korps di Rommel, ha dato vita a dure discussioni nell’ambito del Heeresgruppe Nord tra von Bock, von Küchler e i rispettivi comandi. Rommel viene infine lodato da entrambi ed incitato a riprendere l’avvolgimento di Varsavia. Per consentire questa manovra von Bock decide di ingaggiare battaglia con la grande armata del maresciallo Smigly-Rydz. Squadroni di cavalleria si infrangono inutilmente contro i piccoli panzer tedeschi. Dopo tre giorni il nemico lascerà sul campo 20.000 uomini tra morti e feriti e si ritirerà disordinatamente. Nulla di essa rimarrà intatto: una parte si ritira verso est dove la via di fuga gli è tagliata da von Kuchler, una parte parte rimarrà intrappolata ad ovest dove poco a poco le truppe polacche si arrenderanno al generale Wodrig.

    Rommel dunque riesce raggiungere le spalle di Varsavia il 13 settembre isolandola completamente, quando la resistenza delle truppe in città, comandate dal generale Sikorski, si va già affielendo. Infatti all’armata assediante di von Kluge proveniente da ovest si è aggiunta da sud quella di von Reichenau, che è anche riuscita a tagliare fuori Cracovia da ogni collegamento. Se ciò non bastasse dall’11 settembre i sovietici iniziano ad occupare l'est del paese. E’ chiaro per tutti che è la fine per Polonia. Il Presidendte Ignacy Moscicky ha gia abbandonato il paese.

    Cracovia cade il 14 Settembre, mentre il generale Sikorski firmerà la resa di Varsavia solo il giorno successivo. Il numero di soldati fatti prigionieri dai tedeschi nel giro di 15 giorni è impressioniante:

    Varsavia: 110.000 prigionieri
    Cracovia: 100.0000 prigionieri
    Corridoio polacco: 83.000 prigionieri
    Poznan: 20.000 prigionieri​

    Diversi altri reparti rimasti isolati si arrenderanno nei giorni seguenti.

    L’ epilogo (15-22 Settembre)

    Nei giorni seguenti vengono sviluppate ancora delle offensive nella parte orientale del paese, non ancora in mano ai sovietici.

    L'armata di von Küchler occupa Suwalki ma si ferma a Wolkowysk dove il nemico riesce a fare qualche azione di resistenza degna di questo nome, in compenso poco più a sud si occupa la città di Brest.

    Il 19 le truppe di List occupano Lwow, il 20 settembre si ha il primo congiungimento delle truppe tedesco-sovietiche nei pressi di Brest. La fine della campagna è già stata già annunciata dalle radio tedesche da diversi giorni ma il discorso ufficiale della vittoria viene tenuto da Hitler davanti al Reichstag solo il 22, quando scompare ogni possibilità di attrito con i russi per il rispetto dei confini stabiliti. Le truppe tedesche si ritirano dalla parte orientale del paese.
     
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  4. Djmitri

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    Ti seguo anchio... Sto facendo anchio una partita con i crucchi... :cool:

    Però sono un po più avanti, ho già iniziato l'Op. Fall Gelb. :rolleyes:
     
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  5. Il Maresciallo Rocca

    Il Maresciallo Rocca

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    Grazie a tutti. Penso che prima di proseguire con la guerra mi convega spiegare nel prossimo capitolo le scelte fatte nella fase precedente, anche per capire se ho fatto bene.
     
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  6. alberto90

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    Ti seguo ...
     
  7. ronnybonny

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    Bravo ;)
     
  8. Il Maresciallo Rocca

    Il Maresciallo Rocca

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    CAP.2 - Il Riarmo della Wehrmacht
    Gennaio 1936 - Settembre 1939

    La mobilitazione generale della Germania fu ufficialmente dichiarata solo il 2 ottobre del 1939, quando la campagna di Polonia era già finita e divenne chiaro che Francia e Inghilterra non avevano alcuna intenzione ad accettare il fatto compiuto e si preparavano quindi ad un’altra grande guerra sul continente europeo. Il successo fu quindi possibile grazie ad una graduale ma costante mobilitazione avvenuta durante gli anni precedenti.

    Tutto cominciò nel gennaio del 1936 con la rimilitarizzazione della Renania. La mancata reazione di Francia e Inghilterra, al di la delle condanne ufficiali, da inizio per la Germania alla stagione della conquista del suo spazio vitale (Lebensraum) che si reputa indispensabile per diventare realmente un grande potenza.

    In quel periodo Hitler dovette affrontare la questione del piano quadriennale di politica economico-militare. L'iniziale proposta del ministro dell'economia Göring fu soggetta a varie critiche da alcuni settori dello stato maggiore dell'esercito che infine riuscì, attraverso il ministro della difesa Von Blomberg, a far accettare ad Hitler una propria controproposta. Il progetto andò avanti a pieno regime fino al febbraio del 1938, anno dei grandi scandali von Fritsch e von Blomberg. Da quel momento il neo-maresciallo Göring riuscì, rientrando nel grande gioco della politica tedesca, ad apportarvi dei correttivi in suo favore.

    Heer
    L’esercito costituivsa il fulcro del progetto von Blomberg, coerentemente con le aspirazioni espanzionistiche del Führer più orientate verso i territori del continente europeo.

    Le tre linee guida del progetto erano:
    • Immediato prolungamento della leva obbligatoria a 2 anni.
    • Costituzione di almeno 10 nuove divisioni ogni anno.
    • Costituzione di un nucleo di truppe corazzate e motorizzate.

    Riarmo.png

    Grazie a sforzi enormi il piano fu rigorosamente rispettato ed addirittura superato grazie all’incorporazione nella Wehrmacht dell’esercito austriaco e di carri cecoslovacchi. Nei primi mesi del 1938 leva fu estesa a 3 anni e in estate, in vista dell'Anshluss, fu dichiarata la mobilitazione parziale della popolazione che, in seguito ai successi della politica territoriale della nuova Germania, dimostrarono di non risentirsi eccessivamente per queste decisioni.

    Ciò nonostante si imponevano una serie di scelte di economia nei pur cospicui stanziamenti per le forze terrestri.

    Per prima cosa si prese atto che solo ad una parte dell’esercito poteva essere assegnato materiale moderno, dunque circa 1/3 delle divisioni disponibili in ogni momento dovevano essere assegnate a corpi d’armata di riserva cui sarebbero spettati in caso di guerra compiti prettamente difensivi. Queste divisioni venivano dunque escluse da ogni consegna di attrezzature e mezzi che non fossero quelli previsti dalle dotazioni standard del 1936.

    In secondo luogo si ritenne non attuabile la produzione di brigate aggiuntive di artiglieria o mezzi da combattimento. Benché gli studi tecnologici in questo settore non vennero mai meno, si giudicò prioritaria la costituzione di nuove divisioni all’irrobustimento di quelle esistenti.

    In questo modo il Reich poteva ambire a condurre un espansione territoriale nell'est europa tenendo forze sufficienti sul fronte francese per contrastare offensive nemiche. Il mantenimento di un forte presidio militare nella Ruhr veniva considerato un presupposto necessario per la politica espansionistica ad oriente.

    Kriegsmarine

    Nel dibattito all’interno della marina tedesca si contrapposero le due scuole della marina di superficie e della guerra sottomarina. L’ammiraglio Reader, già capo di stato maggiore della repubblica di Weimar, propendeva per la costituzione di grandi navi da battaglia ma la differenza di tonnellaggio disponibile tra la marina tedesca e la concorrente marina inglese era troppo elevato per essere superato senza stanziamenti straordinari ed Hitler non era disposto a concederli. Lo stato maggiore ottenne comunque di poter procedere al varo di alcune grandi navi gia in cantiere ed al loro termine di metterne in cantiere altre dello stesso tipo.

    Incrociatori da guerra
    : Gneisenaur (22 Aprile 1938) e Scarnhorst (23 ottobre 1938)
    Incrociatori pesanti: Graf Spee (7 Gennaio 1936), Admiral Hipper (9 Gennaio 1939), Blucher (16 Aprile 1939)
    Incrociatori leggeri: Stutgart (1 Settembre 1939)

    A queste navi si doveva aggiungere un buon numero di moderni sommergibili e cacciatorpediniere, oltre ai fondi necessari per la messa a punto di nuovi modelli navali e piani tattici.

    In questo modo, pur non colmandosi il divario delle forze sui mari, si tentò di avere una flotta capace di competere nel ristretto settore del mare del nord, confidando nella possibilità di estendere in seguito la flotta sottomarina per condurre una guerra di corsa nell'oceano atlantico.

    Luftwaffe

    Le forze aeree tedesche sono probabilmente quelle che più hanno risentito del dirottamento degli stanziamenti verso l'esercito. Se alla marina fu concesso di continuare la produzione delle grandi navi nei cantieri, le fabbriche di aeroplani subirono un sostanziale blocco delle commissioni militari fino alla metà del 1938. Göring si trovava nell'odiosa condizione di essere a capo di un'arma giovane che invecchiava velocemente, con nuovi progetti di aeroplani del tutti inutili perchè non entravano in produzione. Inoltre il piano prevedeva che la luftwaffe dovesse mantenere con i propri miseri fondi le difese anti-aeree volute da Hitler sulle grandi città. Il prestigio personale del grande Hermann ne risultava davvero menomato. Fu così che nel 1938, grazie alla complicità di Heinrich Himmler, decise di scendere in campo con tutto il suo peso facendo montare i grandi scandali verso i membri dello stato maggiore dell'esercito facendoli estromettere e riuscendo finalmente ad ottenere le risorse che gli erano necessarie. E' così che solo nel 1939 entrarono in servizio i primi Messershmitt, Heinkel e Stuka.Ad Himmler, in segno di ringraziamento, fu promesso un posto nel governo che non tardò ad arrivare.

    Tra il 1 Gennaio del 1938 e il 1 settembre 1939 entrano vengono costituiti:

    2 divisioni di caccia multiruolo
    2 divisioni di bombardieri tattici
    3 divisioni di bombardiri in picchiata

    Nell'arma aerea convivevano ora mezzi vecchi e nuovi. Le sue dimensioni erano ritenute unanimamente inappropriate ad una guerra contro Francia e Inghilterra.

    CAP.3 - La politica del Reich
    Gennaio 1936 - Settembre 1939
    La politica estera tedesca si gioca su due piani: quello delle grandi potenze e quello delle piccole potenze.

    La politica delle grandi potenze

    Sono poche le grandi potenze con cui la germania decide di instaurare saldi rapporti commericali:

    • Dall'Unione Sovietica viene acquistato petrolio e materie prime in cambio di rifornimenti.
    • Negli Stati Uniti vengono venduti importanti quantità di rifornimenti per riuscere a costituire una grande riserva valutaria da utilizzare nella poltica estera in europa.
    • Con l'Inghilterra si fanno solo piccoli accordi commerciali finalizzati più a migliorare le reciproche relazioni che al profitto.
    • L'Italia viene rifornita di carbone ed acciaio per le sue industrie in cambio soprattutto di materie prime e rifornimenti. In seguito alla stipula del patto anti-comintern gli vengono venduti diversi progetti tecnologici civili e militari. La Germania interverrà insieme all'Italia della guerra civile in spagna combattuta, tra 17 luglio 1936 e 12 febbraio 1939) e conclusasi con la vittoria dei nazionalisti. Il venir meno della garanzia italiana sull'austria sarà un presupposto fondamentale dell'Anshluss (1 Luglio 1938)
    • Il Giappone è un paese amico ma lontano. Oltre a qualche piccolo scambio commerciale tra i due paesi aderenti all'anti-comintern, la Germania si impegna a non rifornire la Cina Nazionalista e riconoscere il Manchukuo.
    govern.png

    La politica delle piccole potenze

    Questa gioca escluvamente in europa con una serie di trattati commerciali che legano il paese ad una lunga serie di stati che si vuole avvicinare alla propria sfera d'influenza: Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria, Jugoslavia, Grecia, Svezia e Finlandia. Il carbone tedesco si rivela l'arma più forte verso questi paesi si rivolgono a noi per alimentare le loro piccole industrie.

    In molti di questi paesi vengono anche intraprese alcune missioni diplomatiche. Ed al governo svedese vengono venduti alcuni vecchi progetti civili e navali. Il carbone tedesco si rivela l'arma più forte verso questi paesi si rivolgono a noi per alimentare le loro piccole industrie, in questo modo l'influenza inglese e francese nell'Europa centro-orientale diviene pressochè nulla. ciò è stato confermato dal fatto che tra il 1938 e il 1939 l'Austria e i Sudeti vengono incorporati nel Reich, in Boemia e Moravia viene istituito in protettorato e in Slovacchia viene instaurato un governo fantoccio.
     
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    Ultima modifica: 13 Marzo 2015
  9. Djmitri

    Djmitri

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    Bene bene, tutto procede come da programma storico. Ci avviciniamo all' Operazione Weserübung e subito dopo al Fall Gelb e Fall Rot. Vediamo un po come le affronterai.

    Primo vero e proprio banco di prova della guerra. :approved:
     
  10. Il Maresciallo Rocca

    Il Maresciallo Rocca

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    Infatti in una mia prima partita di prova di DH il problema è stato proprio la Francia.

    Abituato a Doomsday avevo cominciato a produrre un po di roba non troppo utile perchè tanto Fall Gelb era pura passeggiata e allora per controbilanciare facevo grossi investimenti nella marina, costruivo i bombardieri strategici, brigate varie e l'impianto per i razzi. Ma in DH una volta fatti fuori belgio e olanda mi sono trovato in grossa inferiorità numerica contro le armate francesi e inglesi nel nord della francia che mi impedivano di sfondare e fare sacche. Insomma avevo impostato davvero male la fase iniziale di produzione e in più avevo lasciato troppe divisioni sul fronte sovietico, linea gustav, norvegia e confini dei balcani...

    Da una parte sono contento che la sfida sia diventata più difficile, dall'altra ho notato un calo degli effetti dei bombardardieri che mi sembra un po eccessivo, con organizzazioni bassisime di tutta l'aeronautica, almeno in questa fase iniziale. Insomma, devo prendere un po la mano con i nuovi bilanciamenti ma in generale sono davvero soddisfattissimo della qualità raggiunta dal gioco. E' davvero un nuovo gioco e mi sento alla mia prima partita, sempre attento a valutare ogni scelta. :D
     
  11. Djmitri

    Djmitri

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    Bè Darkest Hour rispetto a HoI2 e relativi successori è fantastico a mio avviso, proprio perchè non puoi prepararti senza un giusto motivo, vedi la guerra.

    Ti fa un po più sudare, ma le soddisfazioni sono sicuramente maggiori.

    Io mi sto divertendo un sacco. :cool:
     
    Ultima modifica: 11 Marzo 2015
  12. Il Maresciallo Rocca

    Il Maresciallo Rocca

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    CAP.4 - La guerra ferma
    22 settembre 1939 - 10 maggio 1940

    Torniamo al 1939. Durante la campagna di Polonia i francesi sono rimasti schierati al sicuro della linea Maginot senza compiere una grande offensiva terrestre sul ventre industriale della Germania mentre questa è impegnata su due fronti. Probabilmente il nutrito gruppo d’armate di von Weiss, pur se costituito in gran parte di divisioni della riserva, ha funzionato da ottimo deterrente per ogni iniziativa degli avversari. Finita la campagna polacca la Wehrmacht ebbe tutto il tempo di rischierare le proprie truppe dal fronte orientale, ma non fu avviata nessuna grande offensiva terrestre. La strana immagine di due eserciti in guerra schierati l’uno di fronte all’altro senza che nessuno osi fare la prima mossa, fece si che i giornali si riferissero a questo periodo come la guerra ferma. Ma anche se nelle sale da ballo delle capitali la vita andava avanti come in tempo di pace, la guerra c’era e veniva anche combattuta su almeno due scacchieri diversi: il cielo ed il mare.

    L’offensiva aerea alleata

    Se sulla terra i francesi non fecero un solo passo avanti, nei cieli della Germania il dominio degli alleati fu schiacciante. Intere flotte di bombardieri francesi, inglesi e progressivamente anche dei paesi del Commonwealth, violarono incontrastate i cieli tedeschi. Vista l’esiguità delle forze della Luftwaffe, gran parte dei caccia erano impiegati nel settore orientale ed si decise di occultare i pochi veicoli disponibili per la difesa per un loro impiego successivo al Fall Weiss.

    Se i tentativi nemici di bombardare gli acquartieramenti risultarono d’efficacia pressoché nulla, diverso fu l’esito degli attacchi alle grandi fabbriche della Krupp di Essen che chiaramente non potevano essere nascoste. Ciò nonostante lo Stato Maggiore giudicò soddisfacente l’organizzazione della contraerea approntata dalla Luftwaffe nei pressi dei maggiori stabilimenti il che portò un enorme logorio delle forze nemiche ed elogi formali del Führer al Feldmaresciallo Göring.

    Dal mese di novembre fino al febbraio del ’40 si intrapresero timide missioni di risposta all’aggressione nemica. Pur portando a delle vittorie tattiche ed a l’abbattimento di molti aerei nemici con effetti positivi sul morale del paese, queste missioni comportavano un continuo ed eccessivo assottigliamento delle nostre flotte aeree, dunque si decise di sospenderle per un prossimo impiego più redditizio in supporto dell’offensiva che si stava pianificando. Per ben tre mesi le fabbriche di Essen ed Amburgo poterono contare solo sulla contraerea.

    luft.png

    La stampa franco-britannica non mancò di sottolineare questi successi. Una delle imprese della RAF che destò grande interesse in tutto il mondo, nonostante gli scarsi risultati dal punto di vista dei danni, fu il bombardamento della capitale slovacca di Bratislava. Un chiaro segnale a tutti i paesi che si andavano avvicinando alla Germania.

    Braccio di ferro ai vertici della Kriegsmarine

    La notte del 10 Gennaio 1940 Hitler si reca al comando di Kiel della marina per un acceso vertice con lo Stato Maggiore. Oltre al Grand Ammiraglio Reader sono presenti, Hess, Himmler, Göring, altri gerarchi del partito nonché molti altri ammiragli. Ufficialmente si tratta di una visita di cortesia in occasione della consegna di nuovi siluri alla flotta, in realtà si sta svolgendo un vero e proprio j’accuse per gli esiti delle operazioni navali.

    Dal 1 settembre la flotta di superficie, al di la del limitato appoggio della flotta del baltico alle operazioni in Polonia, è rimasta al sicuro nei porti. Tutto il carico dell’offensiva era sostenuto dai 75 U-boot che, già schierati nell’Oceano Atlantico, avevano l’ordine di affondare qualunque convoglio su cui battesse l’odiato Union Jack. Le grandi aspettative riposte su questo settore, l’unico in cui almeno attualmente la Germania aveva qualche carta da giocare contro gli alleati, furono totalmente tradite. In tre mesi dalla dichiarazione di guerra meno di venti erano state le navi colate a picco. Spesso anche in occasione di questi limitati successi i mezzi subirono seri danni per la pronta reazione delle torpediniere di scorta nemiche e furono costretti a rientrare nei porti dopo un lungo viaggio. Soprattutto nei mesi di ottobre e dicembre, con la fine del Fall Weiss, il Führer aveva vissuto interminabili ore nell’attesa di comunicati positivi da Kiel ma riceveva solo brutte notizie. Ora si scagliava con astio e rabbia contro i responsabili di questo fallimento.

    Sommerg.png

    Ad essere chiamato in causa è dunque Karl Dönitz, il grande fautore dei miracolosi U-Boot, che prova a schermirsi come può, riconoscendo che gli scarsi risultati sono dovuti alla necessità di migliorie tecniche dei mezzi e dell’addestramento. Appare chiaro che in queste ore si gioca il destino del futuro assetto della Kriegsmarine. Reader, benché in parte responsabile in quanto capo dello Stato Maggiore, riesce abilmente a passare dalla parte di Hitler tornando a chiedere la messa in cantiere di moderni incrociatori e corazzate, vere navi da guerra con le quale si può sperare di rompere denti degli inglesi. Ma sorgono dubbi, si sollevano obiezioni e polemiche sulla guerra imminente e il tempo necessario per tali contromisure.

    Dopo tre ore Hitler si allontana infuriato. Il Vice ammiraglio Fricke, uno dei più abili e stimati ammiragli tedeschi al comando della 3. Unterseebootsflotte, viene sollevato dal suo incarico. Con grande disappunto di Dönitz si decide che le forze sottomarine vengano disperse in tante piccole unità sparpagliate nell’oceano. Nei giorni successivi verranno messe in cantiere due grosse corazzate, fortunatamente senza che vengano meno le attuali produzioni di U-Boot, per i quali anzi sono previsti adeguamenti. Ma un vero ampliamento della produzione era da ritenersi impossibile. Era la vittoria di Reader. Dönitz, che proprio in quei giorni aveva messo a punto nei suoi ultimi dettagli tecnici la sua tattica del branco, era a un passo dal suicidio.

    Primi malumori tra il popolo tedesco

    Un terzo fronte sul quale il Reich sta subendo una forte offensiva è quello legato all’oscuro mondo della guerra delle spie. Sembra che tutti i servizi segreti del mondo si stiano dando da fare per mettere i bastoni tra le ruote della Germania nella speranza di rallentarne la corsa.

    La guerra dell’Unione sovietica alla Finlandia, combattuta tra il 4 novembre ed il 27 dicembre 1939, avrà ripercussioni dirette sulla Germania. Dalla Unione Sovietica esce la notizia, subito smentita da Berlino, che l’attacco è stato concordato con la Germania e rientra in una spartizione delle sfere d’influenza compiuta con il trattato Molotov-Ribbentrop. Diventata di dominio pubblico la notizia desta scandalo anche tra i membri del NSDAP che mal digeriscono accordi del genere con il grande nemico comunista.

    A Gennaio i servizi d’informazione americani e olandesi di comune accordo mettono in atto una grande campagna diffamatoria contro la Germania, accusata di progettare segretamente la cattura della regina Guglielmina dei Paesi Bassi per scopi non esattamente precisati in relazione al conflitto. La falsa notizia rimbalzando tra le maggiori capitali europee crea enorme scalpore negli ambienti diplomatici del vecchio continente con grande imbarazzo dei nostri ambasciatori presso i paesi neutrali e riesce addirittura ad attecchire presso alcuni ignari ed ingenui membri della società civile tedesca.

    Sembrerebbero riconducibili alla Francia, forse con la collaborazione statunitense, una serie di azioni di sabotaggio negli stabilimenti della Opel di Rüsselsheim dove vengono prodotti i fondamentali autocarri militari delle nostre divisioni motorizzate. L’attenzione della Gestapo, attirata dal grande numero di buchi riscontrati tra le scorte degli pneumatici, porta all’arresto di dodici operai.
     
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  13. alberto90

    alberto90

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    Azzolina ... se la storia fosse andata davvero così forse la seconda guerra mondiale sarebbe finita entro il 43.
     
  14. Il Maresciallo Rocca

    Il Maresciallo Rocca

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    Cap.5 - Fall Weserübung
    3 Aprile- 12 maggio 1940

    Uno dei tanti problemi che i mezzi sottomarini avevano dovuto affrontare era la distanza dei porti tedeschi dal teatro d’operazioni nell’atlantico. Ritenendosi impraticabile l’attraversamento della manica, si procedette ad ampie manovre di circumnavigazione della Scozia, passando a nord delle Isole Orcadi, pericolosamente vicino a Scapa Flow. Proprio da questa base dal mese di gennaio erano partiti diversi raggruppamenti di cacciatorpediniere nemiche con lo scopo di interrompere il traffico degli U-Boot che per difendersi cominciarono a sconfinare nelle acque territoriali norvegesi inseguiti dagli inglesi.

    La neutralità del paese scandinavo era appesa ormai ad un filo, così l’Oberkommando decise di porre in atto i suoi piani per un occupazione totale della Norvegia e, contestualmente, della Danimarca per ottenere nuove basi aeronavali e mettere in sicurezza l’accesso del Mar Baltico.

    Essendo già in fase avanzata di preparazione l’imminente offensiva contro la Francia, era necessario impegnare su questo nuovo e vasto fronte un ridottissimo numero di divisioni, anche in virtù dello scarso numero di navi adatte al trasporto delle truppe. In totale furono impiegate appena 9 divisioni, delle quali 4 di gebirgsjäger, appoggiate da una poderosa Luftflotte e da tutte le forze di superficie della Kriegsmarine divise in due gruppi. Per il comando dell’occupazione dei due paesi lo Stato Maggiore propose Kaupish e von Falkenhorst, ma Hitler volle che quest’ultimo, destinato a comandare le truppe in Norvegia fiancheggiato (ma in realtà praticamente sottoposto) agli ordini di Heinz Guderian, il genio dei panzer. Questa bislacca decisione, cui nessuno seppe opporsi, doveva nella mente del grande dittatore assicurare che le operazioni si sarebbero concluse con un blitz fulmineo in modo da anticipare ogni reazione della marina britannica.

    weser map.png
    La breve capitolazione della Danimarca.

    Il piccolo regno del baltico non di premunì di opporre alcuna resistenza, neanche simbolica all’invasione tedesca. Il re Cristiano X firmò dopo solo due giorni accetto tutte le condizioni imposte dalla Germania. Per tutta risposta gli inglesi procedettero all’occupazione delle isole Fær Øer mentre l’Islanda e Groenlandia, pur se non immediatamente occupate, ricadevano inevitabilmente nella loro sfera d’influenza.

    La resistenza della Norvegia

    Dopo aver atteso le indispensabili condizioni climatiche favorevoli, all’alba del 3 aprile la flotta tedesca si trovava schierata nello Skagerrak per procedere allo sbarco del primo contingente a Kristiansand. Preso il sopravvento sulle misere forze norvegesi di presidio, la flotta continuò la sua navigazione verso nord per scortare i convogli che avrebbero portato le truppe tedesche a occupare altri importati centri sulla costa: Ålesund (10 Aprile) e Narvik (17 Aprile).

    I timori maggiori della Kriegsmarine era dati da una reazione della Royal Navy. La flotta norvegese infatti non poté reagire che provando ad interrompere le operazioni di sbarco con il vecchio incrociatore Edisvold ed una manciata di altrettanto vecchie cacciatorpediniere, tutte navi che furono colate a picco senza alcuna difficoltà. Fortunatamente gli inglesi dovettero essere presi molto di sorpresa dato che anche il loro intervento si limitò a minime azioni di disturbo affidate a piccoli nuclei di cacciatorpediniere che ebbero più l’effetto psicologico che pratico, tenendo perennemente sulle spine i comandanti in mare per il timore di un imminente intervento in forze della Royal Navy.

    weser1.png

    Intanto il primo contingente tedesco sbarcato a Kristiansand e comandato da Guderian, dopo essere avanzato verso l’interno del paese ed avendo concluso la propria manovra a tenaglia, seppur con un numero limitato di uomini comincia l’assedio di Oslo con il supporto dalla Luftwaffe. Il presidio della città comandato dal gen. Ruge si rivela agguerrito, più numeroso del previsto e addirittura meglio equipaggiato delle forze impegnate dai tedeschi. Gli uomini di Guderian, pur avendo preso possesso delle vie d’accesso che dalla capitale portano al nord, si vedono sbarrare la strada dal tiro preciso dell’artiglieria nemica mentre l'esercito norvegese tenta addirittura di sfuggire alla morsa tedesca aprendosi un varco a sud. Il generale chiede di in intensificare il bombardamento aereo e l’invio di un paio di divisioni aggiuntive prendendole dalla Danimarca ormai arresasi da tempo. E’ solo in seguito al frettoloso sbarco di quest'ultime a sud della capitale, il 27 Aprile, che il gen. Roge accetta la resa del presidio cittadino.

    Caduta la capitale la campagna poteva dirsi conclusa, ma proprio il giorno successivo, dalla seconda flotta, comandata dall'ammiraglio Lutjen, vengono avvistati nuovamente dei cacciatorpedinieri inglesi, l'intera formazione li insegue ma si tratta di un'astuta trappola per attirare le navi da guerra tedesche verso uno fitto schieramento di sommergili britannici che lanciano in breve sequenza i loro siluri. La corazzata Hannover venendo colpita a prua e su un fianco ne risulta gravemente danneggiata. Le navi tedesche ripiegano ed il Grande Ammiraglio Reader, temendo si tratti solo dell’inizio di una grande controffensiva navale, ordina la cessazione delle operazioni nel mare del nord ed il ritorno delle flotte nei porti nazionali. Nel suo complessso la flotta di superficie della Kriegsmarine ha saputo compiere le sue missioni di bombardamento delle coste e di scorta ai convogli, assicurandosi nuove basi di partenza per gli U-Boot. Ma le riparazioni dell' Hannover si preannunciano gia molto lunghe e costose.

    norv comb.png

    Ormai l’esercito norvegese si è completamente arreso ed i tedeschi possono procedere all’occupazione degli ultimi centri nevralgici del paese che proseguirà fino al 12 maggio, ma in quella data ormai le attenzioni dello Stato Maggiore saranno già rivolte all’inizio dell’offensiva contro la Francia. Nonostante la brevità della campagna militare, il popolo norvegese ha saputo dimostrare la propria voglia di resistere all’invasore tedesco fino all’ultimo. Proprio durante la campagna di Francia le truppe d'occupazione di Narvik dovranno fronteggiare una rivolta del popolo che con le armi in pugno sfiderà gli occupanti scatenando la loro aggressiva reazione.
     
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  15. Il Maresciallo Rocca

    Il Maresciallo Rocca

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    CAP. 6 - Fall Gelb
    10 maggio - 28 giugno 1940

    Con l’avvicinarsi della primavera lo Stato Maggiore stava ultimando i preparativi per l’offensiva contro la Francia. Le fortificazioni della Linea Maginot rendevano indispensabile il rispolvero del vecchio Piano Schlieffen adottato nell’ultima guerra, con alcune modifiche: le Ardenne sarebbero state il punto di maggiore penetrazione dello schieramento nemico, ne sarebbe seguita una manovra avvolgente verso nord in modo da isolare e distruggere tutte le forze nemiche in quel settore. La conquista di Parigi e un offensiva verso sud avrebbero infine permesso la vittoria finale.

    fall gelb.png

    La rapida caduta del Belgio e dei Paesi bassi

    Gli eserciti dei due piccoli paesi, grazie alla grande offensiva più a sud, dovevano essere isolati e dunque facile preda delle meglio armate truppe tedesche, che potevano contare su piccoli ma efficientissimi corpi moto-corazzati.

    All’alba del 12 maggio i paracadutisti di Student conquistano la città di Rotterdam mentre le armate di von Reichenau puntano sulla capitale potendo contare sul sostegno della Kriegsmarine, che effettua dei bombardamenti sulle coste, e della Luftwaffe. Dopo la fuga della famiglia reale a Londra il morale dell’esercito olandese è a terra. Il 27 maggio si arrende Amsterdam, seguita nei giorni seguenti dai vari presidi rimasti isolati nel paese. In tutto 70.000 uomini fuori combattimento, cui si aggiungono le unità della flotta civile e militare che, nel tentativo di fuggire oltre la manica, vengono colate a picco o catturate.

    Parallelamente si sviluppa l’offensiva in Belgio. Le colonne corazzate dell’armata di von Kluge, avanzando rapidissime attraverso il paese, il 15 maggio sono già alle porte di Bruxelles. Grazie ai successi sul fronte delle Ardenne, i francesi non riescono a soccorrere il paese, cosicché le forze tedesche dopo la presa della capitale nemica possono continuare la loro marcia verso la manica mentre si procede a sopprimere le sacche di resistenza nei sistemi fortilizi di Liegi e Namur. Qui, tra il 19 e il 22 maggio, saranno fatti prigionieri 80.000 uomini.

    Le rapide vittorie in questo settore permisero il confluire tempestivo di truppe verso sud.

    gelb1.png

    L’operazione Sichelschnitt

    Grazie alla tattica della guerra lampo i successi dell'offensiva principale contro la Francia sono rapidissimi e sorprendenti. Passando attraverso il Lussemburgo, le truppe moto-corazzate di von Kleist attraversano rapidamente i ponti sulla Mosa e, mentre affluiscono le fanterie appiedate, si dirigono verso nord seguendo il confine franco-belga. Il 15 maggio si è già alle porte di Lille che, cadendo dopo tre giorni, apre la strada verso Amiens. Il 22 le avanguardie tedesche raggiungono il mare chiudendo in una sacca il contingente di spedizione inglese nella zona di Calais e Dunkerque.

    I francesi intanto reagiscono, si assiste alla prima controffensiva in forze verso Lille nell’ovvio tentativo di scompaginare le truppe tedesche tutte protese in avanti. L’armata di Wiethersheim, che ha il compito di tenere i collegamenti tra le punte corazzate ed il resto delle forze tedesche, è messa in serio pericolo e deve operare diversi ripiegamenti tattici per evitare il logorio delle proprie forze motorizzate nell'attesa delle divisioni appiedate.

    Si rende necessaria una controffensiva in modo da immobilizzare il rischieramento dell’esercito francese. E’ così che il 25 maggio inizia una grande offensiva tedesca nei pressi di Sedan e Verdun che vede contrapposte le armate del generale von Leeb a quelle del generale Garchery. Sembra di assistere di nuovo alle orride stragi del conflitto precedente, con i carri impiegati a penetrare lo schieramento nemico a nord, tutto il peso della battaglia campale è affidato alla fanteria. Né decisivo può essere il sostegno dato dalla Luftwaffe le cui iniziative sono ben contrastate dalle forze aeree francesi.

    battle.png

    Intanto nel settore nord si assiste alla resa nei pressi di Calais dei 75.000 uomini appartenenti al primo corpo di spedizione britannico comandato dal Generale Dill. I panzer tedeschi possono procedere alla conquista di Parigi che, senza troppe resistenze, viene occupata il 6 giugno. Ma non è ancora tempo per cantare vittoria, lo Stato Maggiore ordina a von Kleist di sfruttare il successo e quindi dilagare in territorio francese. Si procede dunque su due nuove direttrici, verso la Normandia e la Bretagna e verso Orleans. La corsa dei carri tedeschi sembra non avere fine.

    gelb2.png

    E’ il 17 giugno quando i francesi ordinano la ritirata delle loro truppe da Sedan e Verdun. Quasi un mese di sanguinosissimi combattimenti ha portato all'isolamento e alla resa di 66.000 soldati nemici. La Francia è ormai in rotta totale, il 27 di maggio una sua delegazione chiede le condizioni per la resa firmata in tutta fretta il giorno successivo. Hitler oltre all’annessione dell’Alsazia-Lorena, ottiene l’istituzione di una zona di occupazione della Francia nord-occidentale, in vista della guerra contro gli inglesi. Il governo francese del maresciallo Petain può consolarsi con il mantenimento della sovranità sulla Francia meridionale e il mantenimento di tutte le colonie nonché della flotta. La defezione della Francia coglierà di sorpresa il secondo corpo di spedizione inglese che rimarrà isolato nei pressi del Rodano. Le sei divisioni comandate dal generale inglese Kirle non potranno che chiedere la resa nei giorni seguenti.
     
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    Ultima modifica: 17 Marzo 2015
  16. Il Maresciallo Rocca

    Il Maresciallo Rocca

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    Studi strategici per la lotta contro l’Inghilterra.

    Dopo la sconfitta della Francia in poco più che sei settimane la Germania aveva la possibilità di assumere il totale predominio del continentale. Gli inglesi non solo avevano perso i loro corpi di spedizione nel continente, ma ora non potevano che assistere in silenziosa preoccupazione alla grande euforia dei festeggiamenti tedeschi, con l’immancabile marcia delle truppe sotto l’arco di trionfo della capitale ex-alleata. L'enorme peso della protezione dell’isola britannica era ora affidato alle forze aeree e navali. Erano queste all’altezza del loro compito?

    L’Oberkommando, incaricato di rispondere al quesito, si accinge a studiare le proprie informazioni sullo stato delle forze inglesi. Ci si trova di fronte ad un esercito di circa 90 divisioni di fanteria, la Royal Navy può contare su 8 corazzate e 4 portaerei mentre la RAF dispone di 16 squadriglie aeree. In sostanza l'invasione dell'isola non è praticabile alle attuali condizioni. Hitler a malincuore deve accettare la realtà, ordina di predisporre uno schieramento difensivo lungo la costa atlantica e di accelerare i piani per la conquista dell’isola. Fino a quella data bisognerà far in modo che lo scorrere del tempo non vada a vantaggio dell’Inghilterra. Per questo bisogna trovare tutti i modi per colpirla.

    CAP.7 - Gli italiani scendono in campo
    maggio - dicembre 1940

    Le prime timide offensive

    Nel settembre del 1940 il Duce usò la formula della non belligeranza per nascondere la forte imprecazione del suo esercito. Ma quando il successo dell’offensiva tedesca in Francia cominciò ad essere palese l’atteggiamento dell’Italia si fece più disponibile, era infatti un ottima occasione per delle facili conquiste territoriali. Fu così che il 25 maggio del 1940 (data oltraggiosamente vicina a quella dichiarazione di guerra del 1915) il paese scese in campo ponendo in atto una doppia offensiva: sulle alpi e sulla Tunisia. Se quest’ultima fu occupata integralmente, e dunque con il trattato di pace passò all’Italia, sul territorio metropolitano la resistenza francese si dimostrò molto più efficace, soprattutto nel nizzardo. Per questa ragione il governo di Pétain pur essendo costretto a cedere al re d’Italia Grenoble e la Savoia non volle assolutamente cedere Nizza agli italiani. Qualcuno nel paese parlava già di un’altra vittoria mutilata quando in realtà la guerra era appena cominciata e doveva combattersi contro un nemico ben più ostico: l’inghilterra.

    Le forze dell’esercito italiano sulla carta erano di 85 divisioni, con scarsissima motorizzazione e armamento parzialmente obsoleto. Inoltre la Regia Marina aveva certamente un forza non trascurabile se rapportata al teatro del mediterraneo. Lo Stato Maggiore tedesco decise la costituzione della II Luftfotte, affidata al generale Kesserling che nei primi di agosto raggiunse gli aeroporti di Tobruk per supportare l’offensiva.

    Se infatti l’Impero italiano era stato praticamente abbandonato alla mercé del nemico, dalla Libia le armate del maresciallo Graziani avevano avviato la loro lenta ma costante offensiva che li aveva portati ai primi di luglio alla conquista di Sidi el Barrani. Pur trovandosi dinanzi un misero contingente di truppe inglesi e del Commonwealth, i comandi italiani sembravano voler procedere a passo d’elefante, preoccupandosi di consolidare il fronte dopo ogni minima avanzata. Fu così che solo agli inizi di settembre si concluse l’offensiva di Marsa Matruth. Kesserling spingeva gli italiani ad incalzare velocemente il nemico, ma ignorava che nei comandi italiani stava maturando qualcosa in seguito alle recenti vittorie navali nel mediterraneo.

    I grandi successi navali

    Nel giugno del 1940 la Mediterranean Fleet dell’ammiraglio Sommervile non ha avuto un attimo di respiro. Le grandi navi della Regia Marina si sono scagliate all’attacco degli inglesi dimostrando un eccezionale spirito aggressivo mentre l’aeronautica italiana non gli lasciava un solo attimo di respiro. Nel giro di poco più di un mese gli inglesi si fanno colare a picco un enorme numero di navi tra le quali è il caso di ricordare:

    3 Corazzate (Royal Sovereign, Remilles, Royal Oak, Valiant, Malaya)
    3 Portaerei leggere (Hermes, Pegasus, Argus)
    8 Incrociatori pesanti (London, Shropshire, Danae, Hawkins, Frobisher, Dorsetshire, Effingham)
    5 Incrociatori leggeri (Achilles, Cardiff, Dauntilles, Penelope, Galatea)​

    A queste perdite possono opporre solamente l’affondamento della corazzata Littorio e di un incrociatore leggero oltre ad un certo numero di naviglio minore. La Flotta di Sommerville, ridotta a due sole portaerei, sarà costretta ad oltrepassare le colonne d’ercole per rifuggiarsi nei porti sicuri della madrepatria.

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    Lo sbarco ad Alessandria e la rivolta egiziana.


    Finalmente liberi di agire nel loro mare, gli italiani organizzarono un ardito sbarco di una testa di ponte nel ventre del nemico: nell'ormai desolato porto di Alessandria. Ed a comandarlo c’è niente poco di meno che il principe Umberto in persona. Il 28 settembre la città è conquistata, gli inglesi presi alle spalle sono inseguiti dalle armate di Graziani. Gli echi di questa vittoria scuotono il mondo intero. Gli egiziani, dopo aver preso contratti con italiani e tedeschi, pensano che sia giunta finalmente l’ora della fine del dominio inglese in medio oriente. Il 13 ottobre re Faruk dichiara al mondo la sua adesione all’asse, il piccolo esercito egiziano scaccia gli inglesi dal Cairo e Tel Aviv, dopodiché attende l’imminente avanzata italiana. Kesserling decide di trasferire il suo comando al Cairo dove il generale Kemal, che comanda la resistenza, si mette a sua completa disposizione.

    Ma gli italiani non dispongono di abbastanza autocarri per sfruttare il successo, dopo chilometri di lenta marcia nel deserto le avanguardie non riescono ad agganciare le truppe inglesi che quindi riescono abilmente a ripiegare ed a sfuggire alla tenaglia. Non solo, ad inizio novembre sembrano ben intenzionati a porre fine all’insubordinazione egiziana cingendo d'assedio il Cairo e Tel Aviv. La resistenza del piccolo e malandato esercito è gloriosa, ma il 5 novembre il Cairo viene riconquistato mentre gli italiani mentre gli italiani sono contenuti ad Alessandria. Quindici giorni dopo cadrà anche il presidio egizino di Tel Aviv, ponendo fine alla breve ma gloriosa epopea di questo paese.

    ita1.png ita2.png

    Kesserling, avendo intuito l’enorme tragedia che si stava consumando, si era intanto trasferito ad Alessandria, portando con se lo sconsolato re Faruk. I due inveiscono contro gli italiani per l’occasione perduta e per il triste avvenire dei prigionieri egiziani. Kesserling è deciso a dare battaglia nella valle del Nilo, avendo ottenuto l’invio di molti bombardieri stukas a supporto della sua Luftflotte. Ma gli italiani continuano la guerra a modo loro: ai proclami di fulminee avanzate si oppone sempre la cruda realtà della marcia a passo d’elefante.
     
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    Ultima modifica: 17 Marzo 2015
  17. Djmitri

    Djmitri

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    La cosa inizia a farsi interessante.:cool:

    Vedi se riesci a sbarazzarti dell'Inghilterra, altrimenti sarà una spina del fianco per tuta la campagna. :approved:
     
  18. alberto90

    alberto90

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    Dovresti prendere il controllo militare dell' Italia se vuoi che le marce accelerino.
     
  19. Il Maresciallo Rocca

    Il Maresciallo Rocca

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    I tempi non sono ancora maturi, prima volevo logorarli un po per altre vie e fare i preparativi per bene dello sbarco. Che ora come ora sarebbe un vero azzardo. In DH ci sono una serie di dottrine della marina che sono fondamentali per i grandi sbarchi e ci vuole un po' di tempo.

    Per il momento li lascio diverire, prenderne il controllo militare e trattarli alla stregua della Slovacchia mi sembra eccessivo per il momento anche in ragione dei loro successi. Quando la Germania vorrà scendere davvero in forze sul mediterraneo allora se ne parlerà. Comunque mi sembra che l'IA rispetto al passato tenda molto di più a infilarsi in infinite marce nelle zone dell'entroterra desertico.
     
  20. Il Maresciallo Rocca

    Il Maresciallo Rocca

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    CAP.8 - La dura lotta per dominio del Mare del Nord
    maggio - dicembre 1940

    Abbiamo visto come nel la guerra ai convogli nella prima fase del conflitto si sia rivelata un fallimento e di come Reader abbia sfruttato l’insuccesso per ottenere nuovi fondi per la flotta di superficie. Gli U-Boots dopo il successo dell’operazione Weserübung ebbero a disposizione i porti di Ålesund e Narvik, cui in seguito si aggiungerò i porti della costa atlantica francese.

    L’operazione Pferdeschwanz

    Intanto ai vertici della Kriegsmarine si discuteva l’opportunità dell’utilizzo della flotta da guerra per un’incursione in forze nel Mare del Nord e nell’Atlantico finalizzata all’alleggerimento della pressione britannica sugli U-Boots. Si trattava di una missione certo temeraria, che metteva a rischio la flotta e per quale doveva essere consumato un grande quantitativo di nafta ma le vittorie della Regia Marina nel Mediterraneo incoraggiarono i tedeschi che non volevano essere da meno.

    Così nei primi di agosto con il favore del bel tempo la flotta abbandona le ancore, vengono utilizzati anche i moderni incrociatori leggeri Dresden e Stettin varati nel luglio del 1940. La spedizione andrà a buon fine. La scorta del traffico commerciale del nemico era stata affidata a piccoli contingenti navali che allo scorgere della flotta da guerra tedesca hanno tentato un eroica resistenza. Seppur in inferiorità schiacciante che rendeva scontato l’esito di questi scontri, la Royal Navy farà onore al suo nome, serrando le distanze contrapponendosi tra le navi da guerre tedesche ed i convogli. Al termine di due grandi battaglie navali e qualche scontro minore, oltre da ad un numero imprecisato di cacciatorpediniere e di convogli saranno affondate alcune grandi navi:

    1 Corazzata: Nelson
    1 Incrociatore da Guerra: Hood
    5 Incrociatori Leggeri: Dauntess, Carlisle, Aurora, Sheffield e Cairo.​

    Purtroppo la Corazzata Schelestwig-Holsten e l’incrociatore da battaglia Gneisenau verranno colpiti più volte, costringendo l’ammiraglio Bohm ad ordinare l’interruzione delle operazioni ed il rientro alle basi.

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    La Norvegia nel mirino.

    Tutto comincia nell’ottobre del 1940 con bombardamenti aerei sul porto di Ålesund. Lo stato maggiore ritiene che si tratti di veicoli partiti da portaerei nemiche posizionate nel Mare del Nord che vogliono vendicare con qualche piccola incursione i recenti successi navali tedeschi. Ed invece il 6 ottobre dalla base navale viene lanciato l’allarme. Durante una tremenda tempesta un piccolo contingente britannico sta sbarcando sugli aspri scogli. Lo Stato Maggiore dirama l’allerta generale, ordinando alla flotta di prendere il mare mentre i bombardieri della Luftwaffe si affrettano a decollare dagli aeroporti di Oslo. Passano i giorni e non c’è ancora modo di individuare l’esatta posizione delle portaerei nemiche. Intanto vengono intercettati molti convogli di truppe, stranamente privi di adeguata scorta, che sembravano diretti verso Kristiansand.

    norv1.png

    Ma ecco che all'improvviso vengono avvistati in cielo degli aerosiluranti, le portaerei Furious e Ark Royal da lunga distanza sferrano il loro colpo contro le inermi navi tedesche. Si spara con la contraerea di bordo e con i grossi calibri, ma il tiro è troppo impreciso mentre i siluri investono le grandi navi. La Corazzata Schlesien e l’incrociatore Scharnhorst vengono danneggiati gravemente. Il primo deve essere abbandonato dall’equipaggio e poco dopo si inabissa nelle fredde acque del nord con il suo capitano a bordo, il secondo riesce miracolosamente a stare a galla ma grandi incendi divampano a bordo. Deve venire evaquato e rimorchiato dai cacciatorpediniere verso il porto di Kiev dove arriverrà in condizioni disastrofe facendo pessima impressione sulla popolazone civile.. Ad Ålesund intanto si arrende il piccolo corpo di spedizione britannico, comandato da Sir Hubert Gough, figura di spicco della grande guerra.

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    Sul finire di ottobre lo Stato Maggiore tedesco ha molte gatte da pelare. La flotta di superficie è stata messa a dura prova e molte delle navi maggiori devono affrontare delle lunghe riparazioni rendendo l’impiego del resto della flotta molto rischioso. Ed intanto il Mare del Nord è in balia del nemico, almeno due portaerei nemiche stazionano probabilmente nelle sue acque esponendo la Norvegia a nuove incursioni. Le perlustrazioni della Luftwaffe e degli U-Boots danno esisti negativi. E’ così che il 6 novembre il nemico torna all’attacco, questa volta con un tentativo di sbarco in forze nell’area di Kristiansand. Le navi nemiche bombardano incessamente la costa. E mentre accorrono le riserve dall’entroterra norvegese, il Grand Ammiraglio Reader da l’ordine alla flotta di prendere nuovamente il mare.

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    Al contrario dell’ultima volta gli incrociatori tedeschi sparano sui convogli nemici dalla lunga distanza, gli effetti sono egualmente devastanti ma in questo modo possono tenersi a debita distanza dalle portaerei che, seppur non avvistate, stazionano certamente nelle acque circostanti. Inflitti danni sufficientemente pesanti da interrompere i tentativi di sbarco nemico, le navi si allontanano prima che gli aerosiluranti nemici possano reagire. L'offensiva britannica in Norvegia sembra esser stata respinta, ma ora la Kriegsmarine ha assoluto bisogno di tempo per poter riprendere fiato.

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