Cento anni fa, l’Italia entrò ufficialmente a fare parte del primo conflitto mondiale, a seguito della dichiarazione di guerra all’Impero Austro-Ungarico, datata 23 maggio 1915. Mi sembrava corretto aprire un thread per ricordare l'inizio della nostra guerra, soprattutto per ricordare il sacrificio di tante persone e famiglie. Il fratello del mio bisnonno partecitpo' alla WWI e purtroppo morì il 19 Giugno 1918. Sicuramente anche voi altri avrete storie di vostri parenti nella WWI, ricordarli oggi mi sembra doveroso.
Non proprio nella WW1, ma nel 1911, il mio bis-pro-zio, tenente d'artiglieria, militare di professione, fermò l'avanzata turca impedendo loro di prendere i cannoni. Finiti i proiettili di pistola e lui, medaglia d'oro di scherma all'accademia, si sacrificò stoppando l'orda araba a colpi di sciabola. Oltre ad un monumento cittadino dedicato a lui, è in possesso del comune la medaglia d'oro e la croce al merito.
Ricordare è doveroso, dici bene. Sebbene la Seconda mi abbia sempre affascinato più della Prima, ci sono un paio di foto dell'epoca che mi hanno sempre colpito. La prima, quella di un fante tedesco, un ragazzino con lo sguardo spaesato in camera, è emblematica, mi fa sempre pensare a come reagirebbe la gioventù d'oggi se venisse chiamata al fronte in massa. E' un discorso troppo lungo che porterebbe OT, quando avrò una connessione decente posterò la foto e aprirò la discussione. La seconda foto è quella di una casa diroccata, probabilmente centrata dall'artiglieria, su cui, chiara a lettere cubitali, campeggia la scritta "TUTTI EROI O TUTTI MORTI". Mi chiedo dove sia finita quella mentalità, se sia un bene che sia ormai morta e sepolta..credo di sì, probabilmente la mia è solo "nostalgia canaglia" e pure ipocrita, visto che quei tempi non li ho certo vissuti. Mio bisnonno paterno era ufficiale, se ricordo bene in Cavalleria, purtroppo l'unico ricordo che mi resta di lui è una foto sbiadita di lui in divisa e mia bisnonna abbigliata come una sciura d'altra tempi, probabilmente il giorno del loro matrimonio. Il bisnonno è morto negli anni '60, mio padre conserva il trafiletto di giornale che dava la notizia della sua morte, fa effetto leggere che fu decorato. Peccato che dopo di lui in famiglia nessuno abbia più fatto il militare, mio nonno all'epoca della Seconda studiava Medicina e non so come scampò il reclutamento, mio padre e mio zio vennero riformati su raccomandazione paterna, capite bene che con questi presupposti chiedere quale medaglia avesse ricevuto il bisnonno diventa un po' arduo.
Qualche mese fa avevo postato le foto di mio nonno al fronte ecco il link: http://www.netwargamingitalia.net/forum/threads/guerra-15-18-le-nostre-foto-di-famiglia.26772/
Il mio bisnonno e suo fratello hanno fatto la Grande Guerra. Mio bisnonno ha ricevuto la medaglia di Cavaliere di Vittorio Veneto, sono tornati entrambi ma il bisnonno ha contratto l'Alzeimer durante la sua vecchiaia e non potevo (io bambino) interrogarlo sulla Guerra. Ci ha pensato suo fratello: passavamo intere serate, lui a parlarmi della vita in trincea, io ad ascoltare con la bocca aperta. Io ho avuto fortuna: entrambi sono tornati, purtroppo molti altri non ce l'hanno fatta
Sono passati più di 40 anni dall'ultima volta che abbiamo parlato di guerra, io e il fratello del mio bisnonno che poi è morto quando io avevo circa 12 anni. Pensandoci, ricordo poche cose. Ricordo che aveva un amico. Lo chiamava Toni Bongian (credo Antonio Buongiovanni o Bongiovanni, in dialetto della Bassa del Po, nel ferrarese. Lui parlava solo in dialetto stretto) erano diventati amici perché questo Toni gli aveva salvato la vita. Questo Toni è poi morto perché si era sporto dalla trincea, un giorno, e un cecchino lo colpì in testa. Me ne parlava spesso e poi piangeva sempre, dopo. Mi aveva parlato delle peripezie che doveva fare quando doveva portare l'acqua, e di come una volta si era salvato da un bombardamento perché lui non era tra i suoi compagni. Qualche salva ben piazzata gli aveva portato via quasi l'intera squadra mentre lui era a "fare acqua" oppure delle reprimende del suo tenente quando un giorno gli avevano sparato lui era scappato, lasciando le taniche per terra. Al momento non ricordo altro, se mi viene in mente ancora qualcosa ve lo scrivo.
Grazie @blubasso per aver esaudito la mia curiosità Comunque non so nulla su come hanno vissuto i miei bis la grande guerra: in famiglia non ci siamo mai tramandati le storie. è già tanto se so qualcosina sulla seconda guerra mondiale.
I miei due bisnonni combatterono invece nelle fila dell'esercito austroungarico e fortunatamente tornarono, ma tantissimi altri trentini caddero nelle terre maledette della Galizia. Purtroppo non ho mai incontrato né l'uno né l'altro (morti rispettivamente nel 1944 e nel 1982 ed io sono classe 1993), ciò che si sa sopravvive grazie a mia madre e al diario di uno dei due.
Il mio bisnonno ha combattuto per quasi tutta la durata della guerra, finchè, verso la fine, prese un avvelenamento da gas, e fu trasportato a messina per il clima favorevole, ma morì dopo pochi mesi
Questo sapora più di vinile rispetto al tuo: II Piave mormorava calmo a placido al passaggio dei primi fanti, il ventiquattro maggio: l’esercito marciava per raggiunger la frontiera, per far contro il nemico una barriera… Muti passaron quella notte i fanti: tacere bisognava, e andare avanti… S’udiva, intanto, dalle amate sponde, sommesso e lieve, il tripudiar dell’ onde. Era un presagio dolce e lusinghiero. Il Piave mormorò: “Non passa te straniero!” Ma in una notte trista si parlò di tradimento, e il Piave udiva l’ira a lo sgomento. Ah, quanta gente ha vista venir giù, lasciare il tetto per l’onta consumata a Caporetto… Profughi.ovunque dai lontani monti venivano a gremir tutti i suoi ponti… S’udiva, allor, dalle violate sponde sommesso e triste il mormorio dell’ onde: come un singhiozzo, in quell’autunno nero il Piave mormorò: “Ritorna lo straniero!” E ritornò il nemico per l’orgoglio e per la fame, volea sfogare tutte le sue brame… Vedeva il piano aprico, di lassù, voleva ancora sfamarsi e tripudiare come allora. “No! - disse il Piave – No! - dissero i fanti…- Mai più il nemico faccia un passo avanti…” Si vide il Piave rigonfiar le sponde, e come i fanti combattevan le onde… Rosso del sangue del nemico altero, il Piave comandò: “Indietro, va’, straniero!” Indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento… E la Vittoria sciolse le ali al vento! Fu sacro il patto antico: tra le schiere furon visti risorgere Oberdan, Sauro a Battisti… Infranse, alfin, l’ italico valore le forche e l’armi dell’ Impiccatore. Sicure l’Alpi… Libere le sponde… E tacque il Piave: si placaron le onde sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi, la Pace non trovò nè oppressi, nè stranieri! Rispetto per i nostri nonni.
L'esercito marciava per raggiungere la frontiera e far contro il nemico, che avevamo attaccato a tradimento il giorno prima, una barriera
Traditore! Traditore! Anti-irredentista! Anti-re! Anti-Presidente! Anti-Demo... non scusate, ora sto proprio inventando.
L'esercito marciava perchè non abbiamo potuto tenere un atteggiamento offensivo PRIMA della dichiarazione di guerra, e questo ha comportato che non abbiamo potuto mobilitare in anticipo e che non potessimo allestire tutti quegli apprestamenti (scali ferroviari con piani di scaricamento, linee ferroviarie - cosa che fecero i tedeschi lungo i loro confini occidentali) necessarie per raggruppare rapidamente l'esercito in Friuli quando il confine era pressochè impresidiato. Il Friuli dal lato italiano era servita solo da due ferrovie delle quali solo una a doppio binario. Al contrario gli austriaci fortificarono il confine e comunque avevano quattro linee ferroviarie per alimentare il fronte, cosa che permise loro di rinforzare il fronte italiano prima della radunata del nostro esercito. PS: Nel 1908 Conrad propose di attaccare l'Italia di sorpresa in concomitanza del terremoto di Messina..... ed eravamo formalmente alleati da quasi trenta anni!