Qualche paese già senza forze armate c'è, oltre a quelli piccolissimi anche stati come la Costa Rica, Haiti e l'Islanda.
Secondo me anche il concetto di "esercito" o di "forza armata" oggi deve essere rivisto. In un mondo a senso unico, in cui si può parlare di divergenze ma mai di veri e propri conflitti, gli eserciti sono forze di polizia in difesa dei consumatori. Anche le guerra in Iraq, in Afghanistan e in Libia sono state operazioni di polizia. Non si parla più di fare trionfare un ordine su un altro, come durante la Guerra Fredda, ma di intervenire dove l'imposizione dell'ordine mondiale suscita problemi. Per questi compiti, le forze armate euro-americane sono anche troppo numerose.
Secondo me i caschi blu dell'ONU dovrebbero svolgere questi compiti, nel caso scoppiasse un confitto, e non le forze armate di singoli stati al fianco delle forze ONU
Ni.. La fase che ha seguito la conquista del territorio, ovvero la ricerca di potenziali terroristi, l'addestramento di forze locali, la messa in sicurezza del Paese occupato tramite elezioni ecc ecc rientra in semi operazioni di polizia, perchè comunque i mezzi utilizzati e le tattiche sono diversi da quelli delle classiche FdO. Ma in ogni caso un Paese prima di subire il processo di "democratizzazione" va occupato e per quello ci va l'esercito, ci va l'aviazione (specialmente), magari la marina e comunque un apparato che solo uno Stato Maggiore riesce ad imbastire. Per il discorso Stati senza esercito..quelli citati avrebbero comunque qualche speranza di resistere ad un'invasione? A meno che Haiti non si metta a produrre Gundam la vedo dura, l'Islanda poi..chi cazzo se la va a prendere l'Islanda?! E per cosa poi? Basta vedere la Svizzera, nonostante tutto (e in questo tutto è compresa l'arma più temibile: il cash) ha un esercito.
Ma nel caso in cui si parli di uno stato mondiale, situato nella zona euro-americana, che ha un esercito di dimensioni enormi sproporzionate ai suoi compiti, il problema della guerra e dell'occupazione passa totalmente in secondo piano. In una sproporzione di forze tali, come nel caso Iraq-Occidente, si parla di una guerra che è già decisa e che è già vinta. Le vere problematiche invece saltano fuori all'interno delle operazioni di polizia, nelle quali invece si imbastisce il vero scontro e la vera possibilità di vittoria o di sconfitta. I terroristi hanno capito che non bisogna vincere la guerra, ma sabotare l'operazione di polizia.
Dimentichi il terzo attore, il più importante, la politica. Le operazioni di polizia possono funzionare se supportate da una condivisione politica all'interno dello stato in cui agisci. I combattenti hanno capito che non bisogna vincere la guerra, ma sabotare l'operazione politica.