Anche l'Austria sta obbligando il Governo a discutere un referendum sull'uscita dall'Euro

Discussione in 'Off Topic' iniziata da blubasso, 7 Luglio 2015.

  1. blubasso

    blubasso

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    http://www.lonesto.it/?p=16807

    La notizia, nonostante io non conosca l'attendibilità della fonte che vi ho linkato, e' verissima: io in Austria ci abito e vi assicuro che e' come e' scritto li'.
    I giornali tipo Wiener Zeitung, Krone, Der Standard ecc, che sono i quotidiani di larga diffusione qui, cercano di minimizzare e parlarne il meno possibile, ma qui e' tutto un fermento: gli austriaci ne parlano al bar, nelle PA e in tutti i luoghi pubblici tranne che nei media.
    Certo, non e' detto che si fara' o semplicemente lo ignoreranno, come e' capitato a noi, col MoVimento 5 Stelle e le sue varie proposte di referendum, ma magari portandolo alla luce dei riflettori si potrà fare.

    Sto alla finestra per vedere che succederà, al massimo verro' in Italia a spendere gli Scellini che ho guadagnato lavorando :p
     
    Ultima modifica: 7 Luglio 2015
  2. GyJeX

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    Non so proprio cosa aspettarmi da una nazione basata sui "keller" :lol::lol:
     
  3. blubasso

    blubasso

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    Io non so cosa aspettarmi dagli austriaci, che sono un misto di "quadrateria" tedesca e caos italiano-slavo...
     
  4. blubasso

    blubasso

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    A proposito di Keller (cantina): NON prendete la birra. Rivolgetevi altrove, altre nazioni. Hanno degli ottimi vini da pasto, quello si :)
     
  5. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Non mi è chiaro come funzioni l'equazione "200.000 firme in 7 giorni, 4 milioni di firme in 14 giorni" :D
     
  6. blubasso

    blubasso

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    Aspè: quel sito lì non mi convince affatto. Io commentavo la notizia in sé.
    Infatti ho premesso la dubbia attendibilità.
     
  7. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Ma gli austriaci vogliono uscire dall'Euro, quasi tutti compatti?
    O è una cosa alla Salveenee?
     
  8. TFT

    TFT

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    Ma adesso va di moda fare tutto col referendum?
    è tipo la moda dei selfie del 2014?
     
  9. ronnybonny

    ronnybonny Moderator Membro dello Staff

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    I referendum sono la cosa più stupida del mondo: si chiede il parere a persone che, mediamente, non hanno la minima idea di cosa stiano votando, ma votano solo a sentimento (banalmente il referendum sul nucleare fatto a poca distanza dall'incidente di Chernobyl).
    Oltretutto, in questo moneto, ci sono moltissime persone che pensano che i greci abbiano votato per uscire dalla moneta unica, quando invece nessuno del governo di Atene ha mai preso in considerazione questa ipotesi. Questa incomprensione potrebbe portare, per spirito di emulazione, un sacco di persone a votare per l'uscita dall'Euro.
    A me dispiace davvero per i greci ma a questo punto spero che escano davvero dall'Euro, così quando la gente vedrà cosa significa tornare ad una valuta nazionale che vale come la carta igienica magari smetterà di invocare il ritorno alla Lira perché l'ha detto INSERIRE_QUI_IL NOME_DI _UN_POLITICO_POPULISTA

    Torniamo alla democrazia diretta! Perché è giusto che persone che si informano solo su complitti&lobbymassoniche.net decidano cosa deve fare il governo.
     
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  10. Rio

    Rio

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    Nell'era della GGente e dei complottari che su internet spopolano, il referendum sarebbe da abolire.
    O meglio, sarebbe da fare con voto pesato sul QI
     
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  11. Maxim Hakim

    Maxim Hakim

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    Sono d'accordo, che cazzo è sto referendum.
    Io comando e tutti gli altri stronzi all'obbedienza.
     
  12. blubasso

    blubasso

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    In realtà il referendum sarebbe una bella cosa: far esprimere la gente su questioni che comunque la riguardano. Il problema è che la maggior parte della gente non è abituata a usare al meglio gli strumenti della democrazia (diretta, in questo caso). Prima di fare referendum secondo me bisognerebbe insegnargli cosa è una democrazia e non darla per scontata, dato che a quanto pare ogni singola persona ha un'idea personale della questione.
    Molti, a parer mio, confondono la democrazia con la libertà o con l'anarchia.
     
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    Ultima modifica: 8 Luglio 2015
  13. Amadeus

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    Il problema è sempre esistito. Non è che stiamo vivendo un periodo di imbarbarimento rispetto alla perfezione della democrazia classica. La cosa che ho capito solo in tarda età è che i mutamenti di pensiero della massa sono la conseguenza delle rivoluzioni, non la causa.

    Chiunque abbia letto un po' Tucidide o sia moderatamente interessato alla storia greca sa benissimo che la democrazia ateniese, idealmente considerata la democrazia diretta per eccellenza, ci ha dato tanti motivi per mettersi le mani nei capelli ed oggi grideremmo allo scandalo se si presentassero nei nostri parlamenti situazioni analoghe.

    la tanto temuta ggente, che votava umoralmente, che preferiva i sofisti ai filosofi, egoista e forcaiola, dotata della lungimiranza di un posacenere, popolava Atene anche duemilacinquecento anni fa.
     
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  14. Rio

    Rio

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    Prima di un referendum bisognerebbe spiegare bene a cosa si va incontro a seconda del voto (cosa che non è stata fatta in grecia ma vabbè). Il problema è che oltre alle fonti ufficiali esistono migliaia di cazzari con la terza media che arringano le folle dalla rete, e un buon 60% delle persone darà retta a questi piuttosto che a persone che parlano con cognizione di causa.
    Ergo, alla domanda del referendum "vuoi tu uscire dall'euro?" avremo un esercito di Vlad che credono nel signoraggio e manco sanno cosa sia l'inflazione che voteranno NO.
    Tanto poi la colpa sarebbe dei rettiliani
     
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  15. cohimbra

    cohimbra

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    Potremmo estendere le perplessità anche al suffragio universale. Però chi decide chi escludere/includere? E chi decide chi decide chi escludere/includere ? E chi decide chi decide chi decide chi escludere/includere? Possiamo ire avanti all'infinito...Renzi? Sallusti? Brunetta? Ibrahimovic? Diprè?
     
  16. Amadeus

    Amadeus

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    Infatti, a mio avviso, il problema maggiore non sta tanto nell'insipienza delle masse (forse inevitabile, comunque gestibile, presumibilmente diminuente) quanto nell'insipienza della classe dirigente.
     
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  17. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Sono d'accordo che il concetto di imbarbarimento sia quantomeno da mettere in discussione, tuttavia rispetto a quell'epoca la politica mi sembra molto più in crisi. Il motivo di ciò è che siamo in un'epoca post-storica, in quanto la storia era il continuo movimento verso il progresso elaborato dalla storiografia illuminista e progressista, che oggi è entrato in crisi per la fine delle rivalità storiche (fascismo-liberismo-comunismo). Con la fine della storia, in un mondo dominato in maniera unilaterale dal capitale, sembra che siamo entrati in un grandissimo stallo in cui niente sembra accadere che possa contrastare questo movimento. In tale situazione, la politica che non sia mera amministrazione burocratica si riduce a spettacolo e a chiasso mediatico, perché il contrasto delle posizioni e delle idee era tipico di un'epoca, come quella ateniese, in cui vi erano posizioni effettivamente diverse sul governo (aristocratici e democratici per esempio), mentre quest'epoca non richiede più contrasti, ma solo amministrazione.
     
  18. ronnybonny

    ronnybonny Moderator Membro dello Staff

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    La democrazia rappresentativa per superare il problema delle masse "stupide" (perdonate il termine) delega a politici professionisti le decisioni. Il problema come dice Amadeus è che la classe politica nostrana fa alquanto pietà
     
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  19. Amadeus

    Amadeus

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    Se mi parli di "fine della storia" nel senso di Fukuyama, credo che la storia si sia già abbondantemente scomodata a mostrare empiricamente che le previsioni di Fukuyama erano infondate. Può darsi che Fukuyama abbia scritto quel che ha scritto in buona fede, ma è chiaro che la spropositata attenzione che è stata data alle sue tesi era solo motivata dall'idea che fosse una sorta di giustificazione teorica di una pax americana che, comunque, non c'è stata.

    Siamo d'accordo sul fatto che il mondo sia dominato dal capitale (anche se non molto più di quanto già lo fosse anche durante la Guerra Fredda, dato che il cosiddetto Secondo Mondo era, comunque, una sorta di capitalismo di stato). Ma è proprio questo dominio a far sì che i conflitti, lungi dall'essere sopiti, si stiano moltiplicando più delle teste dell'idra. Il mondo del capitalismo non è un mondo statico da distopia fantascientifica, è un mondo in cui, come vediamo, i vari attori cercano di farsi le scarpe a vicenda.
    Il fatto che nella lotta di classe sia il capitale ad aver avuto la meglio non significa né che tale lotta sia finita né che i vari attori economico-politici non siano interessati a partecipare in questo bellum omnium contra omnes. Anzi, per citare una frase spesso attribuita a Trockij (ma presumibilmente apocrifa): tu puoi non essere interessato alla guerra ma è la guerra che è interessata a te.

    Certo, molta della "politica" oggi si svolge a livello di chiasso mediatico ma questo non perché non ci sia veramente nulla da discutere ma perché la vittoria (dei capitalisti) nella guerra di classe ha reso più facile il divide et impera culturale nei confronti delle classi subalterne. Non perché oramai non ci sia più nulla da fare nel senso forte del termine (e, se hai letto Kojève, hai capito che cosa intendo dire) e ci si dedica all'ikebana per passare il tempo.
     
  20. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Non intendevo fine della storia nel senso di Fukuyama, le cui tesi sono tra l'altro facilmente confutabili, i conflitti ci sono, ma questi non dimostrano affatto che sia ritornata la storia. Di fatto l'unico movimento che sembra volersi opporre alla mondializzazione, cioè il terrorismo islamico, non è in grado di proporre alcuna alternativa oltre alla contestazione violenta e al terrore reazionario. Qualche attentato terroristico o qualche conflitto di assestamento in Medio Oriente non possono certo dimostrare che sia ritornata la storia, semmai costituiscono conflittualità limitate per il controllo di risorse e di zone di influenza.

    La lotta di classe e il concetto stesso di classe sono concetti marxisti la cui consonanza con la realtà era già in dubbio quando Marx era in vita, figurarsi oggi quando il capitale stesso li utilizza per simulare se' stesso. Non c'è alcun interesse di classe, né una classe oppressa da un'altra: a livello della realtà il potere funziona in maniera molto più complessa, e non può essere certo considerato semplicemente come un meccanismo confiscato da una classe per opprimerne un'altra. Sinceramente sarei ben felice che ci fossero i conflitti o la storia, sarebbe molto consolatorio, ma la verità è che il meccanismo di potere capitalista funziona perché riesce a coinvolgere tutti, altrimenti sarebbe morto da un pezzo.

    Per tornare in topic, se si evita di considerare un referendum in Austria o il caso greco come un evento storico,ma bensì come un atto di ordinaria amministrazione dell'ordine globale, si evita di battersi il petto o di litigare su simili questioni tirando fuori motivi ideologiche. Ma questo non mi pare venga sempre fatto.
     
    Ultima modifica: 8 Luglio 2015

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