Quello di Halpern lo possiedo, è un capolavoro. Cercavo qualcosa che parlasse anche del teatro dell'atlantico e magari pacifico.
Scusate la domanda, ma cosa sarà mai successo sul mare nel Mediterraneo durante la 1 gm da riempire due volumi? ( la risposta leggi i libri e lo scoprirai non è valida )
Sicuramente @Daniel Morrison lo sa Immagino che i due tomi trattino con dovizia di particolari qualsivoglia azione,anche minore,svoltasi in quel teatro.
Esattamente,la cura dei particolari in questa opera è quasi maniacale. Tutto quello che c'è da sapere riguardo il tema trattato è nei volumi. Un must per gli appassionati del periodo.
In questi giorni mi sono letto il primo romanzo della trilogia del secolo di K.Follett,la caduta dei giganti. Aldila' del fatto di essere ambientato a cavallo della I guerra mondiale,l'ho trovato assolutamente irresistibile nella narrazione delle vicende di varie famiglie,europee e non,tanto da divorare le 900 e passa pagine in pochi giorni. Le vicende belliche sono ovviamente presenti,ho trovato particolarmente interessante la parte in cui le potenze occidentali cercano di aiutare i bianchi nella controrivoluzione contro i rossi. Ora mi sono tuffato nel secondo libro,L'inverno del mondo, a cavallo della II guerra mondiale.
Ho finito di leggere "I generali delle sciabole" di Correlli Barnett. Il libro presenta un film di alcune fasi della 1^ guerra mondiale sul fronte occidentale attraverso le storie di 3 generali (Von Moltke, Petain, Ludendorff) ed un ammiraglio (Jellicoe) che permettono di esaminare alcune battaglie terrestri (Esecuzione del piano Schileffen e battaglia della Marna, ricostituzione dell'esercito francese dopo l'offensiva Nivelle, Operazione Kaisersclatch) e una battaglia navale (Jutland). Alcuni lati negativi: la traduzione, a tratti piuttosto scadente specie nella terminologia tecnica (non è piacevole continuare a sentire parlare di stazza per navi da guerra ad esempio). La descrizione delle battaglie non è corredata da cartine che esplichino con chiarezza l'evoluzione delle operazioni (in particolare se non avessi avuto ben chiaro l'evoluzione della battaglia dello Jutland e le evoluzioni della flotta tedesca non ci avrei capito nulla). Lati positivi: analisi comparativa di tattiche e strategie sugli opposti fronti, l'analisi degli errori che portarono al fallimento delle strategie. In particolare la mancanza di controllo da parte dell'OHL delle operazioni delle singole armate e l'incapacità di Moltke di incidere nelle operazioni una volta che queste si erano allontanate dalle basi di partenza. La differenza di impostazione tattica di Petain che si contrappone alla filosofia offensiva a tutti i costi imperante nello stato maggiore e nei generali francesi. L'indecisione sugli obiettivi dell'offensiva del 1918 da parte di Ludendorff che pur vincendo tre battaglie alla fine manca l'obiettivo finale che era quello di dividere gli inglesi dai francesi. Interessante il confronto infine tra Jellicoe e Beatty dove viene molto rivalutato il primo che, pur commettendo alcuni errori e mantenendo un atteggiamento troppo prudente, alla fine prende le decisioni meno dannose (per gli inglesi), mentre Beatty rischia più volte di perdere tutte le sue navi lasciando indietro le sue navi migliori (le corazzate veloci). Insomma da rileggere, magari con qualche mappa in più!