Ciò che non condivido è pensare a questa questione come ad una imposizione. Certamente l'Unione Europea e questa nuova condizione di multietnicità del nostro paese stanno facendo pressioni di vario genere su vari aspetti del nostro vivere civile (cosa che ammetto da fastidio, dato che ci sentiamo lesi nella nostra sovranità), però la questione del crocifisso nel dettaglio non è una questione internazionale. È una questione nostra. Io sono italiano e non lo voglio, e come me tanti altri. C'è una enorme differenza tra un crocifisso su un monumento ed uno in tribunale: il monumento ha trasceso il suo significato originale ed è diventato patrimonio unico della nostra memoria. San Pietro non è grandiosa solo per i cattolici, ma lo è per chiunque, dato che ciò che ci si ammira è un mirabile esempio di bellezza e grandiosità, unita ad una importanza storica precisa. Un crocifisso in un tribunale non ha questo valore, ma ha valore confessionale, significa "questa aula di tribunale è cattolica"
Io non capisco, devo avere fatto delle scuole particolari. Ho sempre avuto il crocifisso in classe ma tutta questa cristianità della scuola pubblica non l'ho mai percepita. Se siete così facilmente suggestionabili da un pezzo di legno forse sarebbe il caso di andare a farvi vedere da qualche specialista. P.S. Ricordo che questo Natale, un preside di una scuola elementare lombarda aveva annullato la festa di Natale per rispettate il Credo dell'unico bambino islamico della scuola. Intervistati, i genitori del ragazzo, hanno detto di essere stupiti dal comportamento del preside e che loro non avevano nulla in contrario a celebrare il Natale. P.P.S. Tutti contrari al crocefisso però quando si tratta di fare vacanza a Natale, Pasqua, Ferragosto e all'Immacolata diventano tutti dei chierichetti
io non so in quanti erano i cattolici praticanti di qualche decennio fa. sicuramente si respirava un'altra aria. e ugualmente si riprende la storia degli immigrati offesi. anche se per ora ho sentito solo italiani che parlano di immigrati offesi. e qualche imam estremista. di immigrati ne ho incontrati e nessuno mi si è definito offeso, avrò fortuna allora e la presenza di una croce non ti forma cattolico e non ti rincoglionisce. piuttosto migliorerei l'ora di religione, quella sì che necessita di essere riformulata. e aggiungerei anche educazione civica. Questo potrebbe formare dei buoni cittadini, onesti, tolleranti e conoscitori della legge e della Costituzione. Non l'eliminazione di pezzi di legno.
Da quando la laicità sarebbe un pericolo? Io la trovo invece rispettosa verso le idee della gente. L'unico "pericolo" lo vedo dai media, che lo creano apposta per far parlare e quindi vendere le idee dei propri opinionisti e, naturalmente, dalla Chiesa, per ovvi motivi. Inviato dal mio LG-D320 utilizzando Tapatalk
Boh non saprei. Questa edizione di Sanremo non mi pare così ecclesiale. e nemmeno apolitica. non so quanto i media siano schierati con il pensiero cattolico. forse danno aria all'opinione 'più calda' del momento che gli permette di fare audience
Completamente d'accordo. Mi sono espresso male. Mi riferivo al termine laicismo che generalmente viene utilizzato con una connotazione negativa e in questo senso parlavo di problema laicista.
Non credo esistano i media in generale. Citavo l'ovvio dicendo che la potenza mediatica e politica della Chiesa non è per nulla indifferente in Italia, date le numerosissime riviste, una radio, un canale televisivo, un quotidiano etc... Aggiungo una cosa. Alcune volte si sentono religiosi che lamentano la presenza di media ostili. Ecco, se uno controlla tutto quello che ho scritto e si lamenta della stampa contraria è un ricco che piange miseria.
Prova a parlare male della Chiesa o del Papa in prima serata, su RAI1. Come minimo perdi il lavoro o non ti chiamano più. Inviato dal mio LG-D320 utilizzando Tapatalk
Non penso che oggi, in Italia, ci sia tutta ingerenza della Chiesa Cattolica negli affari di Stato. Durante la Prima Repubblica abbiamo avuto come partito al governo, dal 1948 al 1992 (44 anni), la Democrazia Cristiana, che era l'espressione diretta delle gerarchie ecclesiastiche. I politici democristiani facevano leva sul sentimento cattolico degli Italiani, in quell'epoca ancora profondo, per raccogliere voti e screditare gli avversari. La Chiesa aveva molta più voce in capitolo, ben oltre un semplice richiamo ai valori cristiani che un vescovo può rivolgere oggi alla classe politica. Prima ancora, con i Patti Lateranensi, il Cattolicesimo era stato dichiarato religione di Stato (altro che crocifissi nelle aule) e vennero concessi speciali benefici alle istituzioni ecclesiastiche, in modo che il Fascismo potesse ottenere un ulteriore riconoscimento sociale dalla popolazione, al 99% Cattolica (e sicuramente largamente praticante). Semplicemente non si poteva avviare alcun progetto politico senza il sostegno della Chiesa che, soprattutto nei piccoli Comuni, costituiva l'unico punto di aggregazione sociale (parrocchie, oratori, Azione Cattolica). Oggi non c'è niente di tutto questo. I politici cattolici ci sono ancora, ma sono ormai ridotti a semplici correnti di pensiero nei partiti di appartenenza, con un'influenza più forte nelle destre e con un peso meno incisivo nel centro-sinistra. Quanto alla Chiesa, certo, possiede dei canali di informazione, ma non sono soverchianti rispetto al panorama mediatico nazionale, in cui quasi ogni schieramento ha la possibilità di amplificare la propria voce. La diffusione di internet e dei social media, poi, ha reso il quadro ancora più frammentato, dando la possibilità di esprimersi a persone con idee molto diverse, spesso anche lontane dagli schemi ideologici tradizionali.
La forza del pensiero cattolico oggi non sta nella quantità, come avveniva nell'epoca democristiana, ma piuttosto nella qualità. Coloro che che seguono determinate linee politiche occupano alte sfere dei vari campi di interesse.
@Carlos V La Chiesa non ha bisogno di Diktat, ci pensano quelli che la servono (e non mi riferisco ai preti). Nel caso specifico di mamma RAI è tutto Politically Correct, come minimo. Ma questo va bene: lo Stato, l'Istituzione, è laico, la gente no e la TV Nazionale si rivolge alla gente, che è ancora in maggioranza cattolica. Parlare male della Chiesa o del Papa significa entrare nelle case degli italiani, che sono ancora cattolici, anche se magari non professanti. Tipo non puoi negare l'esistenza di Dio, a Sanremo, perché la TV verrebbe sommersa di critiche, ma puoi (più o meno) farlo in un Talk Show, dove il taglio è diverso. Scusate ma esprimere concetti seri su un telefonino, mentre aspetto un autobus, non è il massimo. Spero si capisca dove voglio andare a parare. Inviato dal mio LG-D320 utilizzando Tapatalk
Screenshot del Corriere della Sera di oggi giovedì 11 febbraio 1016 2016 alle ore 21:10 circa Tempismo perfetto
Esprimere la propria opinione non è ingerenza. Per caritá, un po' ti capisco: la libertà di espressione è una cosa fastidiosa, però abbiamo voluto a tutti i costi la democrazia e adesso ci tocca tenerla. Erano davvero fortunati i nostri nonni a non dovere ascoltare voci contrarie al Governo.
Non trovo scandalose le parole di Bagnasco; è un principe della Chiesa e fa il lavoro da principe della Chiesa, che è sempre stato politico. Oltretutto, come ha detto @ronnybonny , la democrazia è anche questo, ascoltare i pareri di tutti. Però questa È a tutti gli effetti una ingerenza della Chiesa, bisogna prenderne atto. Quando Berlusconi (facciamo esempi famosi) diede mano al cosiddetto "editto bulgaro" non disse a nessuno di fare niente, ma gli bastò dare la sua opinione. Era solo un'opinione? Ovviamente no. Gli uomini di potere e di influenza se fossero anche uomini di correttezza morale dovrebbero saper moderare le loro parole. Questo principio ormai però è disuso, o forse non è proprio mai andato di moda, però così la vedo io.
Un cardinale, meglio se il "capo" dei Cardinali, non può dire "Il voto sulla legge sia segreto", non ha nemmeno detto "Beh, sapete, noi vorremmo che il voto sulla legge sia segreto...", no, sembra quasi una imposizione. Quindi Bagnasco può dire quel che gli pare (come il prete della mia parrocchia, d'altronde) però che non si intrometta. Grazie
imHOLYo state facendo una confusione celestiale. Stato laico significa che le autorità religiose non hanno potere temporale. In italia nessuna autorità religiosa ha potere temporale. Se invece dite che lo stato debba essere senza valori ("crisitiani" nel caso) vuol dire che vi siete persi 200 anni di storia umana almeno... Non è possibile senza valori comuni nemmeno coesistere socialmente! E non lo dico da demente di un forum , parliamo di contratto sociale: IO sono di destra, ma mi posso fidare di un comunista italiano , perchè il 99% dei valori sono identici tra di noi soprattutto quelli più importanti non uccidere , non rubare ecc.... Se non ho la fiducia del prossimo, mi pongo automaticamente in stato di guerra, che rompe il contratto sociale , e la civiltà non è nemmeno possibile. Poi ci combattiamo tra Cristo non Cristo ecc... ma sono valori marginali rispetto agli altri. Parliamo di interpretazione delle leggi: viene fatta attraverso un sistema parzialmente inconscio e non , in cui si legge lo scritto interpretandolo alla luce dei valori storici e culturali di un popolo. Se un giudice non facesse in questo modo (ed è capito che lo facessero) manderebbe a puttane il sistema, perchè nello scritto potrebbe leggere qualsiasi cosa.... Quindi non venitemi a dire che non ci debbono essere valori nello stato e nei suoi organi. Ora è ovvio che alcuni valori collidono con altri , soprattutto alcuni diritti collidono con altri diritti, ma la risoluzione di questi conflitti è politica , nel senso proprio del termine . Il "bilanciamenti di diritti" è un dovere della politica e non c'entra nulla con la forma dello stato o con la sua laicità.
Ragazzi, tutto questo allarmismo per le parole del cardinale Bagnasco è insensato. Egli, in quanto esponente della Chiesa, ha fornito il suo parere sulla questione delle unioni civili, che ovviamente tende verso una direzione più conservatrice. I politici ne tengono atto, così come tengono in considerazione i pareri di un certo peso, cioè quelli provenienti da associazioni LGBT, intellettuali, laici, sociologi e via dicendo. Se fossimo nella Prima Repubblica, con la DC al governo, una legge del genere non sarebbe neppure arrivata alle votazioni. Avremmo visto sui giornali aspri titoli di condanna verso i "rossi" che minacciano la "famiglia tradizionale cristiana"; i cardinali avrebbero incontrato personalmente, o quantomeno telefonato, i loro amici democristiani affinché che la proposta venisse bocciata già alla prima seduta perché contraria ai valori cristiani. E, con le maggioranze che si ritrovavano in parlamento, avrebbero bloccato certamente il disegno di legge. Probabilmente la cosa di sarebbe risolta con un referendum (dagli esiti incerti). Ma lasciamo stare la fantapolitica: il mio era solo un esempio di come le cose, anni fa, andassero diversamente. Bisogna avere, quindi, un atteggiamento più rilassato verso queste esternazioni delle gerarchie ecclesiastiche. Nel 2016 saranno sì e no le correnti cattoliche dei partiti a dare retta a questi discorsi (infatti ci si sta appellando, per il voto, alla libera coscienza di ognuno), ma gran parte degli schieramenti politici prendono le parole di Bagnasco come una qualsiasi altra opinione democratica. L'unica cosa che vi posso concedere è che avrebbe dovuto evitare di suggerire le modalità di voto, visto che si tratta di un compito che spetta alle istituzioni. La coppia di uomini che si è baciata in aula, durante la discussione, poi, è degradante, ma non per il gesto (sono affari loro), quanto per il fatto di averlo compiuto in un luogo istituzionale di alto livello (il Parlamento in cui si discutono a approvano le leggi per tutto il popolo italiano). Lottare per i propri diritti va bene, ostentare il proprio modo di essere, soprattutto nelle sedi meno appropriate, no. Il tuo discorso è perfettamente chiaro, non ti preoccupare.