Come detto in altro topic, la mia idea in merito è semplice e precisa. La natura ti fa nascere uomo o donna e ti dà certe caratteristiche. Poi crescendo assimili come la tua società ha definito quelle differenze già esistenti in natura, in modi molto differenti tra società e società (pensiamo solo all'assenza di pantaloni nell'antico Mediterraneo). Esistono casi dove fin dalla nascita non si è uomini o donne (https://it.wikipedia.org/wiki/Intersessualità) ma sono casi eccezionali che in quanto tali non si possono prendere come norma generale. Nel mondo però c'è chi sostiene la teoria opposta e sostiene che uomo e donna siano costruzioni totalmente artificiali e ognuno dovrebbe essere tenuto al sicuro da ogni influenza 'di genere' (come bambole, palloni, i colori rosa e azzurro) finché non ha deciso quale identità sessuale scegliere dal vasto menù. Io non ho l'arroganza di sostenere di detenere la ragione assoluta e di conseguenza di essere nel torto marcio gli altri. Ma è oggettivo come l'intera popolazione mondiale basi la sua società sull'esistenza di uomo e donna definiti dalla nascita. Questo non pare importare a chi sostiene il genere artificiale, tanto da impostare l'indottrinamento della sua teoria appena arriva nei pressi del potere, come sta succedendo in Francia (per questa e altre notizie http://www.tempi.it/tag/gender#.VE7DvSKG_r0 ) con modalità che sinceramente ricordano l'ingegneria sociale per adattare la realtà all'ideologia già vista in tutti gli orrori del Novecento. Che ne pensate?
Stai veramente chiedendo se l'identità sessuale è innata o meno? Io sarò uno di quei fascisti, razzisti, omofobi, sessisti, retrogradi ma sono convinto che se nasci col pisello sei maschio, se nasci con la patata sei femmina. Senza troppe seghe mentali, è la natura, e la riproduzione è lo scopo ultimo di ogni animale.
ricordo un "esperimento" fatto negli anni '60, in cui un neonato fu usato come "cavia" in seguito ad un intervento di circoncisione andato male, e fu castrato e riempito di ormoni in modo da farlo sembrare una femmina.. I genitori gli diedero un'educazione prettamente femminile (bambole, rossetto, gonna ecc.) ma il bambino inconsapevole di cìò crebbe con i tipici comportamenti da "maschio" (dalla scelta dei giocattoli alla lotta) poi a 14 anni gli fu detta la verità.. Ho trovato un articolo che ne parla http://www.ilfoglio.it/articoli/v/90975/rubriche/il-bambino-cavia.htm
Sì, lo chiedo perché esistono due visioni opposte sulla questione. La mia, come detto, è uguale alla tua. Purtroppo il potere spinge dall'altra parte e mi chiedo perché.
Mah, io credo che nascendo si definisca il genere, maschio se hai il pene, femmina se hai una vagina. Quello che poi lima & affina sono i ruoli, che nella società in generale il maschio DEVE questo, questo & questo; la femmina DEVE quest'altro & quest'altro. Quindi crescendo ci si può auto mettere in discussione. Ma parliamo di ruoli, non di dati di fatto (pene vs vagina). Quindi io credo che un maschio "si sente donna" se si comporta come la società vuole che le donne si comportino, ed è un circolo vizioso (o delizioso, secondo alcuni). Il cambio di sesso secondo me avviene quando la persona è convinta di avere un ruolo nella società, e questo ruolo viene ricoperto da uno dei due generi. Ovviamente con i genitali "sbagliati" si sente fuori posto, ed ecco che per auto realizzarsi come individuo, decide di cambiarseli. In conclusione: secondo me (secondo me) uno nasce con un genere definito, poi potrebbe venire indotto da tutto quello che lo circonda a volere rifiutare il suo sesso di nascita.
Secondo me il rifiutare il proprio genere di nascita è nella maggior parte dei casi un problema psicologico, dovuto anche al mondo esterno. Ponendo ai due estremi di uno schema le caratteristiche femminili e le caratteristiche maschili, i due insiemi degli uomini e delle donne assumono senza mischiarsi una forma a goccia: l'insieme dei maschi, pur rimanendo nella parte principale vicino alle caratteristiche maschili, si allunga fino a che una piccola parte dei suoi componenti giunge a toccare l'estremo delle caratteristiche femminili senza per questo uscire dall'insieme degli uomini, e viceversa. Se la società impedisce l'allungamento verso le caratteristiche opposte al proprio genere, chi sarebbe compreso nella parte allungata si trova costretto a scegliere tra vivere come si sente e vivere come ci si aspetta dal suo genere, senza poter coniugare le due cose, da qui i problemi.
Si ma credo sia un problema psicologico indotto, non innato. Se un bambino gioca con una bambola non è che da grande diventa femmina, ma potrebbe contribuire il fatto che i suoi genitori non approvino e lo colpevolizzino perché "è roba da femmine". I bambini imitano attraverso il gioco i comportamenti degli adulti e magari aveva visto sua madre con sua sorella neonata, e voleva provare a imitarla per vedere che succede ad accudire a un neonato. Nulla di male in tutto ciò, ma se viene colpevolizzato (e magari lui scopre che gli piace giocare con una bambola), potrebbe crescere con la convinzione che lui è sbagliato. In realtà è sanissimo di mente, ma crede che "gioco con le bambole=Femmina=io sono una femmina". Ho fatto un esempio pedestre, lo ammetto, ma non credo che il "problema psicologico" di cui parli sia innato.
Scusate, ma allora non avete letto bene il commento di Mauro92. C'è un esperimento, un test, importantissimo quanto crudele e quindi difficilmente ripetibile, che dimostra che il sentirsi maschio o femmina è più forte dei condizionamenti psicologici ed educativi, se non addirittura ormonali. Per cui è una prova in più del fatto che i transgender o gli omosessuali lo sono per motivi innati o diversi da spiegazioni di condizionamento ambientale e psicologico tipo "carenza di figura materna/paterna" e quindi risolvibili in modo psicologico. Non è una prova che si nasce maschi o femmine e basta, ma l'esatto opposto, a meno di negare l'esistenza dei trans o dei gay. Poi pensatela come volete ma ho la sensazione che abbiate interpretato i risultati di quell'esperimento nel modo sbagliato.
Prima di fare il mugnaio Bandera faceva il chirurgo plastico: Ed è un film molto interessante e legato a questa discussione, vedetevelo
Quell'esperimento, basato su un (1) caso ha poca significatività statistica. Trarre conclusioni è del tutto fuorviante. Saluti Inviato dal mio GT-I9300 utilizzando Tapatalk
Questo è il motivo per cui ho detto "pensatela come volete", perché se ce n'erano già 3-4 di casi del genere cominciava ad esserci una certezza. Ma nemmeno si può ignorare o ribaltare il significato come mi sembrava di vedere.
Il punto è che il significato che sembra uscire dall'esperimento non ha sufficienti basi di oggettività per poter essere considerato valido. Sarebbe come affermare che tutti i cani non sanno nuotare perché si è visto un cane affogare.
Il punto non è che si è suicidato. Il punto è che lo hanno educato come una donna, ha avuto cure ormonali, il tutto seguito da uno studioso che lo ha usato come cavia, ma questo non è bastato perché lui si vedesse donna e non uomo com'era nato. Così come ci sono altri discutibili casi di bambini non cavie, ma che hanno mostrato segni di disforia di genere fin dall'infanzia più tenera, dove le barbie non sanno neanche cosa sono. Poi oh, ripeto, ovvio che non è abbastanza per mettere la parola fine alle discussioni. Però basta dare una guardatina su wikipedia per vedere che le teorie che leggo qua basate solo su traumi psicologici sono quelle più vecchie e con meno basi scientifiche, e che le cure psicologiche ad un problema che dovrebbe essere psicologico non funzionano, e che le ricerche si stanno rivolgendo in massa verso una motivazione neurobiologica, quindi un minimo di considerazione verso questa ipotesi ci vorrebbe.
Non ho mai detto che non considero valida l'ipotesi e neppure che appoggio le teorie psicologiche. Ho semplicemente detto che è solo un'ipotesi buona come qualsiasi altra, in quanto l'esperimento, basato su di un unico esemplare, non è sufficientemente oggettivo da potersi considerare valido. Che c'entra il suicidio? L'esempio del cane non ha nulla a che vedere con la morte, si tratta solo di un banale caso di conclusioni tratte su dati insufficienti. Ho visto solo un cane entrare in acqua durante la mia vita, questo cane dopo che è entrato in acqua è affogato, quindi ne deduco che i cani non sanno nuotare. Tipico caso di deduzione soggettiva e non oggettiva, basato su dati insufficienti.
C'è stata una bella trasmissione su radio24 dedicata alla teoria del gender. È la puntata di Melog del 30 giugno e la potete ascoltare qua: http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/melog/trasmissione-giugno-2015-130332-gSLAFsn1GB Sono circa 20 minuti molto gradevoli. Partecipa il Prof. Emmanuele Jannini, Presidente della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità. Da quanto dice la teoria del gender scientificamente non esiste poichè si basa su i lavori di uno piscologo neozelandese John Money che è stata smentita. Tutta la discussione a riguardo è un po' una discussione sul nulla. Inoltre, cosa che non sapevo e non pensavo, viene detto che la definizione del genere sembra avere una base biologica che si afferma durante la vita fetale. In sostanza si risponde alla domanda del topic affermando che, ad oggi, pare che l'identità di genere sia naturale. Parlando poi dei libri nelle scuole, se sono libri che mirano all'inclusione ed all'evitare le discriminazioni per me ben vengano.
Io penso che se uno nasce col pisello è maschio e sa ha la patata è femmina, come già molti han detto. Poi, se chi ha il pisello dice: "io sono una femmina", lascialo fare, penso che qualunque individuo abbia un minimo di cervello per decidere chi è.
Non ci si capisce più nulla! Sono gli stessi genderisti a dire che la teoria del gender è una paranoia cristiana, ma sono pure gli stessi che pretendono che ogni bambino sia cresciuto sessualmente neutro per poi scegliere da solo di che genere essere...
È il bello delle discussioni ad alto tasso ideologico, non pensi? Comunque anzichè genderisti, non genderisti o preti chiederei ad un medico/psicologo. A me la trasmissione che ho segnalato prima era piaciuta molto e se hai tempo te la consiglio davvero. Riguardo ai libri a scuola penso che dovrebbero essere il centro della discussione e non la fumosa teoria che forse gli sta dietro. Mi piacerebbe vederne degli estratti per capire se sono cose veramente ideologiche o sono semplici testi di educazione civica per evitare il "dagli al culattone" che purtroppo ancora capita.