Temo che anche qui ci siano dei luoghi comuni, conoscere il funzionamento di un social, saper farsi un selfie o utilizzare snapchat, cose che ogni giovine sa fare ad occhi chiusi, non vogliono dire automaticamente conoscere meglio il mondo contemporaneo, viaggiare di più o essere più adattabile al mondo contemporaneo. Nelle odierne periferie urbane - intese sia come luoghi reali che come luoghi dell'animo- ci sono torme di giovani che non viaggiano, che non si sanno adattare al mondo attuale e che non lo conoscono. Più passa il tempo è più mi convinco che su certi aspetti le differenze fra "vecchi" e "giovini" siano più luoghi comuni che verità incontrovertibili. Vizi e virtù coesistono in egual misura e spesso sono gli stessi fra le due macro generazioni.
Oggidì ci sono dei grossi incentivi per chi vuole studiare ma è molto povero (oppure molto evasore fiscale), fino ad esonero totale della seconda rata e vitto e alloggio pagati da strutture apposite. Rimangono la prima rata (470 euro), la tassa per il diritto allo studio (16 euro), è quasi indispensabile l'abbonamento a treni e bus (circa 250 euro all'anno), più i libri (ma ci sono sconti, e comunque in alcune facoltà non sono indispensabili). Direi che con mille euro all'anno uno se la potrebbe cavare.
Di sicuro non chi deve lavorare per mantenere una famiglia. Io non parlo dei giovani della classe media, ma gli uomini del ceto medio basso (operai, disoccupati, cassa integrati ecc.)
I giovani della classe media hanno diritto a ben poche agevolazioni, non certo all'esonero dalle tasse. Se uno lavora e deve mantenere una famiglia, all'università non ci va comunque, perché non ne ha il tempo.
Nel senso che decidendo di cominciare a lavorare e farsi una famiglia "presto", cioè prima dei 22-23 anni, sarebbe automaticamente tagliato fuori dalla carriera politica anche se poi cambiasse idea? Se ho capito bene il tuo pensiero, in effetti è discriminante, ma non per una questione di soldi.
http://www.linkiesta.it/it/article/...i-liberali-e-togliere-il-voto-alla-gen/31033/ Direi che npn fa una piega...
Considerando che hanno fatto entrare anche Mussolini in parlamento... Ci aveva già pensato lui per loro.
Comunque questo topic non ha senso. Il suffragio universale è l'unico modo di votare, altrimenti è un'oligarchia.
ovviamente l'articolo è di un "comunista" e l'indicazioen ai liberali è da riferirsi alla della destra storica (quelli Blu di Vic2)
Oltretutto serviva l'articolo di un professorone per dire che limitare il voto è una cosa antidemocratica
Ci sarà comunque chi non è d'accordo, e sempre ci sarà. La differenza in fondo è nelle priorità (come sempre del resto) chi mette prima il metodo e chi mette prima il risultato
Anche in alti tempi, la nostra democrazia verrebbe considerata anti democratica. Il significato di cosa è democratico e cosa no cambia nel tempo. Sicuramente il patentino, o non permettere ad un certa fascia d'età di votare, sono da considerarsi anti democratici secondo la lente del nostro tempo. Ma non è detto che sia considerato così nel futuro. E comunque, no non sarebbe una oligarchia.