Sì, ma una cosa, secondo me, vi sfugge e me ne rendo sempre più conto bazzicando su fb. La vostra argomentazione è giusta secondo diverse fonti (scienze politiche e diritto) e mi trova d'accordo. Ma ad una fetta dei cittadini (italiani o non) tutte queste parole risultano nozionistiche e una arrampicata sugli specchi per difendere il cattivo governo, anche se non condividi la gestione governativa. I social network hanno reso tuttologi i naviganti e ora sono dottori anche di democrazia: dato che demo vuol dire popolo, loro possono votare. Votare è democrazia. La votazione è legittima perchè il popolo (?) lo vuole. Se ci sono un po' di problemi nel calcolo è colpa della polizia, ma tutto rimane legittimo. Senza precise argomentazioni logiche secondo il diritto e la scienza politica, o anche di educazione civica di base (capitolo sul funzionamento di una democrazia rappresentativa). Insomma, rigurgiti di Medioevo.
Ma @SkySpace hai fatto giurisprudenza? Hai fatto diritto internazionale? Se no che ne sai di cosa sia giusto o meno? Ti invito a leggerti la sentenza del tribunale internazionale sul kosovo http://www.ilpost.it/2010/07/22/indipendenza-kosovo-onu-corte-aia/
Il 'si' ha ottenuto il 90% dei voti al referendum sull'indipendenza catalano, secondo i dati resi pubblici dal portavoce del governo catalano Jordi Turull. Al voto hanno partecipato 2,2 milioni di elettori, sui 5,3 chiamati alle urne. Il 'no' ha ottenuto il 7,8%. Migliaia di sostenitori dell'indipendenza, radunati in Plaza Catalunya, hanno esultato all'annuncio dei risultati mentre sulla centralissima pizza di Barcellona sventolavano un mare di bandiere 'stellate' dell'indipendenza catalana. Da v v v ansia It
Come sempre,le tue argomentazioni sono piu' che condivisibili,pero' secondo me il danno d'immagine che ne ha tratto il governo spagnolo con la marcata repressione verso i votanti sembra superiore al vantaggio di poter poi rivendicare il non corretto svolgersi (da addursi al governo stesso,come documentato in maniera evidente in tutto il mondo) delle votazioni. Tanto piu' che potevano gia' avvalersi del fatto che fosse comunque anticostituzionale.
Mi spiace ma non ci credo,non per la Catalogna,Veneto o Baviera come citava @Amadeus. La questione culturale sa tanto di paravento ideologico. Queste cose le possono rivendicare gli scozzesi,forse i baschi.
Come volevasi dimostrare. Adesso il governo catalano potrà proclamare l'indipendenza, "forte" del non aver avuto la maggioranza assoluta. Già l'UE si voleva mangiare sia Rajoy sia Puigdemont. Se adesso Barcellona pensa che i tedeschi faranno per loro quello che hanno fatto venticinque anni fa per Slovenia e Croazia stanno freschi...
Sono con te se parliamo di manifestazioni violente ed incivili,con gente incappucciata che lancia sanpietrini e brucia macchine e negozi. Ma in questo caso proprio no. Credo che tra disobbedienza civile e manifestazioni violente ed incivili ce ne corra.
Sono d'accordo sulla questione del paravento ideologico ma non credo che per gli scozzesi le cose siano molto diverse. Anzi, i catalani, avendo una lingua propria che usano comunemente per tutto, sarebbero anche più giustificati degli scozzesi che, nella maggior parte dei casi, hanno l'inglese come lingua madre. Ad ogni modo, come per le questioni degli abbattimenti delle statue, la storia è solo un paravento per lotte di potere estremamente attuali e radicate nel presente. Della storia non frega niente a nessuno e, anche quelli che dicono di considerarla spesso la ignorano. Ricordo ancora quando al mio giuramento la banda suonò Unter dem Doppeladler!
Ammesso che il referendum fosse stato legittimo (e non lo è), non avrebbero comunque raggiunto il numero legale di elettori per approvare l'indipendenza. Su 5,3 milioni di aventi diritto, si sono recati alle urne solo 2,2 milioni di elettori, che sono nemmeno il 50% del totale. Ora, a meno che le leggi sui referendum in Spagna siano diverse, non è stato raggiunto il quorum, per cui il referendum automaticamente viene respinto. Tra l'altro stanno circolando su Facebook foto di elettori che si sono presentati in quattro seggi differenti, moltiplicando così il proprio voto. Non il massimo dei controlli, insomma, e credo che queste "sviste" siano in parte anche una cosa voluta. Per quanto riguarda il governo spagnolo, con le sue azioni repressive sta irritando la popolazione catalana, e gli indipendentisti hanno buon gioco ad additarlo di fronte a tutto il mondo come oppressivo, fascista e franchista. Non so, sinceramente, quale sarebbe la cosa migliore da fare, ma di certo Madrid non poteva restare a guardare: permettere semplicemente che si svolgesse il referendum, senza intoppi e senza alcuna opposizione, sarebbe stato in un certo senso come avvallare la sua legittimità. Penso che limitare le autonomia catalane possa solo peggiorare la situazione. Non sarebbe meglio confermare lo status quo (cioè la autonomie già garantite dallo stato spagnolo) e lasciare che il polverone si calmi? Se la spinta indipendentista in Spagna è stata accentuata dalla crisi economica del 2008, allora si tratta di un momento critico di passaggio. Con una situazione economica migliore, le argomentazioni degli indipendentisti avrebbero scarso seguito. Fossi nel governo spagnolo mi concentrerei su questa questione, senza alterare gli equilibri di potere e istituzionali in termini di autonomia e centralizzazione.
https://en.wikipedia.org/wiki/Lluís_Maria_Xirinacs Ps: dimenticate il concetto di legalità, qui non c'entra nulla
la Scozia ha due lingue ufficiali: il gaelico scozzese e l'inglese. la differenza con la catalogna è che gli inglesi sono stati più efficienti nell'opera di integrazione (o meglio, distruzione della minoranza). e a differenza della catalogna, la Scozia è stata indipendente fino al 1707, quindi quasi 300 anni in più della catalogna. e, a differenza della catalogna, la Scozia ha sempre avuto radici etniche differenti. In europa in questo momento hanno delle buoni ragioni culturali secessioniste (non sto dicendo che sono le uniche ragioni, anzi, probabilmente tutti hanno solo ragioni economiche) i Paesi Baschi, la Vallonia, l'Ulster, la Scozia. Solo in seconda battuta potremmo metterci Galizia e Sudtirolo. In generale però bisogna stare attenti: secondo questo ragionamento anche il sud della Francia potrebbe dichiarare l'indipendenza (eravo indipendenti, culturalmente e religiosamenti diversi, ci avete ammazzato tutti, etc. etc.).
So come funzionano le regole democratiche. Non solo a giurisprudenza si studiano queste cose. Una sentenza non vincolante, è tra le prime cose scritte. E rimane che il Kosovo non è paragonabile alla Catalogna: i catalani non hanno subito alcuna pulizia etnica! Non parliamo di autodeterminazione dei popoli ad cazzum. è una interpretazione decisamente poco utilizzata. Forse in futuro avrà anche una interpretazione diversa, anche grazie agli eventi di questi giorni. Ma non siamo ancora a quel punto. Non avevo scritto che ritengo mal gestita la cosa dal governo? Sicuramente hanno esagerato. Dovevano trovare altre vie, ma l'esecutivo spagnolo non è famoso per la scaltrezza e lungimiranza politica.
L'Ulster, più che l'indipendenza, dovrebbe cercare la riannessione all'Irlanda, cui legittimamente appartiene. Certo, ottenere l'indipendenza sarebbe il primo passo per poi proporre la riunificazione irlandese. Sarebbe una caso molto simile a quanto avvenuto in Crimea, in cui un referendum con maggioranza schiacciante (94% per il Sì) ha decretato l'annessione alla Russia (annessione non riconosciuta dalla comunità internazionale).
1 non c'entrano solo ragioni storiche , 2 non c'entrano solo ragioni economiche, 3 non c'entrano solo ragioni politiche, è un miscuglio di questo e tanto altro. Non c'è una procedura legale prevista di formazione del consenso indipendentista, va bene un referendum, va bene online m va bene una assemblea. Ciò che conta è che i capi della futura nazione dichiarino l'indipendenza verso al vecchia, indipendentemente da come sono giunti a capire che lo vogliono fare, potrebbe anche farlo il governatore per conto suo, perchè da di matto. Poi o è guerra , o la vecchia accetta la separazione.