Si comincia: "C'è stata anche una marcia unionista, poche centinaia di persone: ma un gruppo di circa 200 ultras, hanno infranto i cristalli a Catalunya Radio e aggredito tre persone, una delle quali aveva gridato al loro indirizzo 'Llibertat".
Il rischio è proprio questo. Anche se non c'è nessuna motivazione seria di carattere economico o sociale per una gesto come l'indipendenza, resta che per molti indipendentisti la cosa ha un carattere fortemente ideale e gli ideali sono una potente motivazione. E poiché dall'altra parte la cosa è presa con altrettanta (immotivata) serietà e sono presenti altrettante idealitù, è facile che qualcuno sia tentato di ricorrere a gesti esemplari, con relativi controgesti. Ci sono politici che hanno costruito la loro carriera su una presa di posizione e non sono certo disposti a perdere tutto: questi (loro sì) hanno tutto l'interesse a infiammare la cosa, da una parte e dall'altra. Ridurre la politica a tifo è una scelta facile e pagante in termini di consenso, ma è anche una scelta che può sfuggire di mano. C'è da sperare che nessuno perda la testa tra i responsabili (e probabilmente i vertici tutti cercheranno di non perderla in nessun senso) ma alcuni gruppi potrebbero diventare ingestibili. E allora amen. Sono davvero preoccupato. Tra l'altro una fesseria lì avrebbe sicuramente conseguenze in tutta Europa.
Analogie magari sì, ma dubito che scatterà la Terza Guerra Mondiale per questo, oltretutto chi prenderà le difese della Catlonia, che pare che conti come il due di coppe con la briscola a bastoni...
Eh, ok, ma era una battuta, dai... Non ci sono più i casus belli ne i false flag di una volta. Ti stanno contaminando con l'humor teutonico
a me veniva da pensare a Ganvilo Prinzip. Barcellona è un porto importante: pensiamo a uno sciopero che lo chiude per un paio di giorni: reazioni e controreaziopni, una nave affondata nel porto...cose simili. E intanto decine di miliardi si bruciano nelle borse avvelenando mezza europa. Soldi che fuggono dalla Catalogna e dalla Spagna, gente che si inqueta fortemente perché i soldi fuggono, altri che pensano non sia male soffiare sul fuoco e finanziano le varie sezioni, altri ancora che ovunque prendono posizione pro o contro, qualche governo che cade (oppure: alle elezioni non si riesce a stabilire una maggioranza certa), altri soldi che volano, disoccupazione iin crescita, grida di governo ladro e rubapensioni... la cosa peggiore è che in questi casi non c'è chi possa controllare le cose e tutto va a ramengo in modo caotico. ... ho amici tedeschi divertentissimi... però forse non è un caso che vivono in Italia
questo è interessante: la Scozia afferma di essere vicina ai catalani (senza riconoscere esplicitamente l'indipendenza catalana), mentre Downing Street ovviamente non riconosce nulla. http://www.bbc.com/news/uk-scotland-scotland-politics-41781241. La cosa interessante è che questa dinamica può ripetersi in moltissimi stati europei: Vallonia, Veneto, Bavaria, sicuramente qualche paeso balcanico...e anche in Spagna, come reagiranno i Paesi Baschi? Staranno lì buoni buoni, o "ne approfitteranno"? E la Galizia? Scozia e Ulster? Tra l'altro Junker ha appena affermato che non vuole un'Europa a 98 stati (http://www.bbc.com/news/world-europe-41610863). Questo potrebbe portare ad un "matrimonio" di convenienza tra i movimenti anti-eu e i movimenti indipendentisti, con risultati catastrofici, considerando il peso che gli euroscettici hanno in giro per l'europa (Francia, Italia, Germania, Austria...).
È un matrimonio che va avanti gia da anni. Durante il voto in catalogna era pieno di veneti sardi bavaresi scozzesi ecc... Ma cosa pensi che non facciano relazioni estere tra movimenti? È la base. Inoltre molti leader indipendentisti vanno a fare conferenze in crimea ...
A costo di distruggerti un sogno... Ma credimi, l'indipendentismo sardo è una questione di soldi per il 90% e di alchool per il 10% Qui siamo a statuto speciale, tutto quello che ti pare, ma siamo con le pezze al culo per colpa di decenni di scelte imposte dall'alto e di governatori con le ginocchia consumate. Il poligono della Nato, il carcere privilegiato e il futuro deposito di scorie nucleari. Il tutto a costo zero.
Interessante la posizione della Scozia. Considerando che non è uno stato indipendente, puo' permettersi di riconoscerne un altro? Tecnicamente la politica estera è materia del premier britannico non di quello scozzese.
i teutonici tripedi non saprei. le teutoniche bipedi in posizione orizzontale hanno il loro perchè che non ci sia nessuna motivazione seria di carattere economico o sociale è discutibile: lo stato nazione è una reazione all' introduzione delle armi da fuoco, nel 1500: da diverse centinaia siamo arrivati a 30 all' inizio del 1900, ma da li in poi, con un intensificarsi negli ultimi anni, hanno continuato ad aumentare: negli ultimi 70 anni il successo o il fallimento di uno stato non si definisce più sulla base del successo in guerra, ma sulla base della capacità di garantire la prosperità agli abitanti: e la dimensione ottimale, in grado di riuscirci meglio, qual'è? è tutto da dimostrare che un grande stato sovranazionale ci riesca meglio di uno stato-città. e comunque le cause sono tutte economiche e sociali. secondo me non tanti: un gruppo umano di qualunque dimensione, diventa instabile quando gli opportunisti superano di numero gli idealisti, che non sono più abbastanza numerosi per tenerli sotto controllo: e uno stato in cui una parte vuole l' indipendenza definirlo stabile........... questo insieme ad altri fattori è una delle principali cause: in estrema sintesi: 1. sovrapproduzione delle elite: troppi aspiranti "nobili" in un contesto di 2. impoverimento popolare di cui la 3. radicalizzazione e la frammentazione attorno a uno o più leader opportunisti, più o meno carismatici, e all' apparenza mossi da grandi ideali, sono solo la conseguenza, con una 4.crescente disparità sociale ed economica che contribuisce a 5. produrre gruppi di giovani o relativamente tali (16-45) che si sentono tagliati fuori dal sistema e 6 non aspettano altro che una scusa, che 7. al 99% è un morto/martire: le dinamiche sono non-lineari. tra 1 e 7 linearmente non c'è collegamento, ma ricostruendo la catena (un evento o fenomeno, che ne provoca un altro, che a sua volta ne provoca un altro ancora) si puo' tranquillamente dire che 1 provoca 7. (ovviamente in estrema sintesi e saltando un qualche passaggio tra 1 e 7) beh questo non è detto che sia un male: un ennesimo shock che contribuisca a cancellare, almeno in parte, le certezze e i mantra derivanti da 70 anni di pace, potrebbe rivelarsi positivo per il resto del continente. Anche se si sgonfia in Catalogna, sarà per la prossima volta da un altra parte: trump-brexit-m5s-Renzi in parte ecc si inseriscono tutti nelle dinamiche di cui sopra: se andiamo a guardare la demografia della Catalogna, e della Spagna, è un perfido sospetto, oggi non ho tempo di farlo, troveremo ad esempio un esplosione del numero di avvocati e laureati e iscritti in giurisprudenza negli ultimi 10 anni (non una causa ma un indicatore di guai in arrivo)
Ho problemi a seguirti: dimensione ottimale? Parli di spazio? Di numeri di abitanti? di Pil? Anche l'espressione "successo di uno stato" non è chiarissima. Successo a garantire il benessere? Tra il benessere contiamo la pace? O valutiamo sul numero di reati? O magari, come va di moda, consideriamo quanta irpef resta nei confini? Nessuna delle regioni che in Europa strillano per l'autonomia, dalla Catalogna, alle Fiandre, alla Scozia, al Veneto... è una colonia. Nessuna, negli ultimi 100 anni, è stata soggetta a sfruttamento devastante. Nessuna è stata impoverita da una coalizione delle altre regioni mirante a sfruttarla. Tutte, proprio tutte, si sono avvantaggiate di un periodo di pace mai sperimentato in precedenza, di una crescita del tenore di vita e di un'apsettativa di vita senza pari in precedenza e sezna rapporto con altre parti del mondo ancora ai giorni d'oggi. In nessuna ci sono state forze di occupazione, in nessuna sono stati deportati oppositori e si sono sospese le garanzie liberali. I settori produttivi di ognuna di queste terre sono integrati profondamente con tutti gli altri e le interazioni economiche hanno portato benefici a tutti. In nessuna di queste regioni una massa di diseredati è stata costretta, negli ultimi 100 anni, a spostarsi in cerca di lavoro. La borghesia catalana ha gli stessi interessi della borghesia della Navarra e la classe operaia veneta sta assumendo caratteri borghesi come avviene a quella umbra. I supermercati sono gli stessi da tutte le parti e i prezzi dipendono da scelte aziendali fuori dal controllo di chiunque appartenga alla classe media. La crisi dal 2007, in congiunzione con le prime migrazioni di massa e con il ridimensionamento (non la crescita!) dei poteri statali (è dagli anni '80 del secolo scorso che alcuni intellettuali parlano di crisi dello stato) hanno prodotto una situazione che, ovunque, ha spostato poteri e denaro riducendo il potere di acquisto delle masse e le capacità di intervento degli stati. Ma questo vale ovunque e bisogna proprio essere nato nelle Fiandre per pensare che trattare l'acquisto del gas algerino o russo sia più vantaggioso per una compagnia che ha per mercato solo le Fiandre rispetto a una che ha per mercato parte dell'Europa; analogamente una grande opera pubblica potrebbe costare somme che nessuna banca locale (ma esistono banche locali?) è in grando di garantire a un governo privo di ampia base di risorse... il Mose tanto per fare un esempio. Ma anche: la Corsica potrebbe garantire da sola ai suoi abitanti gli standard del servizio sanitario francese? Come dici giustamente lo Stato è un'istituzione che ha una sua storia e ha assunto via via funzioni diverse. Proprio per questo utilizzare criteri ottocenteschi per valutare le cose oggi è cadere in una trappola. Volere l'indipendenza dall'Impero austro-ungarico nel '48 non è la stessa cosa che volerla oggi. L'Europa si trova di fronte a sfide enormi, forse ingestibili. Una crisi energetica che potrebbe esplodere in pochi anni; le migrazioni-invasioni di massa; i mutamenti climatici e l'inquinamento; la riduzione delle capacità produttive a fronte di una crescente competizione per le risorse. Sul piano politico una crescente tensione tra interessi alle aree periferiche, che pone grandi potenze in stretto contrasto. Tutto questo senza la possibilità di azione politica unitaria, sia perché le singole elites politiche (e le masse guidate dai media) rifiutano di cedere prerogative, sia perché le potenze reali non accetteranno la costituzione di un polo politico europeo vero. E noi stiamo a parlare delle cause sociali ed economiche della Catalogna? Sarò un timoroso ad oltranza ma a me l'idea di una pace lunga non è che spiaccia molto. Anzi... Così uno shock me lo risparmierei volentieri. E trovo difficile comprendere come ci sia gente che, senza avere nulla da guadagnare, se lo va a cercare a tutti i costi
iniziano i lavori per una cryptocurrency: http://www.express.co.uk/news/world...dependence-new-cryptocurrency-estonia-defy-eu.
potranno proseguire l'attività in carcere: Procura di Madrid chiede l'incriminazione di Puigdemont per ribellione e sedizione. Lui sarebbe a Bruxelles Il delitto di ribellione, previsto dagli articoli 472 e seguenti del Codice penale spagnolo, prevede pene fra i 15 e i 25 anni di reclusione per coloro che "incoraggiando i ribelli, abbiano promosso o sostenuto la ribellione" e per "i capi principali di questa". Coloro che esercitano un ruolo 'subalterno' rischiano fra i 10 e i 15 anni di carcere e per i meri partecipanti sono previste condanne fra i 5 e i dieci anni di detenzione.