Iran. Proteste contro regime Ayatollah: almeno 2 morti. Due persone sono state uccise in Iran nella notte tra sabato e domenica durante le proteste a Doroud, nel Lorestan: lo ha reso noto all'agenzia stampa semiufficiale Mehr il vice capo della sicurezza del governatore della provincia Habibollah Khojastepour. Ieri sei persone avevano perso la vita nel corso delle dimostrazioni a Doroud. Khojastepour non ha spiegato le cause della morte dei due dimostranti, ma ha sottolineato che «nessun proiettile è stato sparato dalla polizia e dalle forze di sicurezza sulla folla». Nel pomeriggio del 31 dicembre, l'agenzia di stampa iraniana Isna ha annunciato che il presidente iraniano Hassan Rohani intende tenere un discorso che verrà trasmesso in serata in televisione. L'agenzia Mehr scrive che la protesta di Doroud - una città circa 325 chilometri a sudovest di Teheran - non era stata autorizzata. «Il raduno doveva finire in modo pacifico - ha commentato Khojastepour - ma sfortunatamente questo non è successo a causa della presenza di agitatori. Nessuno sparo è stato esploso dalla polizia locale e dalle forze di sicurezza - prosegue - ma abbiamo evidenza della responsabilità dell’accaduto dei nemici della rivoluzione, dei gruppi Tafkiri (termine con cui si identificano i gruppi iraliani filo-Isis) e di agenti stranieri. In alcuni video pubblicati ieri notte sui social media si vede un dimostrante con una ferita da arma da fuoco e manifestanti a terra mentre in sottofondo si sente il rumore di spari. Questa mattina l'agenzia stampa semiufficiale Ilna scrive che le autorità hanno arrestato una ottantina di dimostranti ad Arak, circa 280 chilometri a sud di Teheran. (Nella mappa le località dove sono scoppiati i disordini negli ultimi giorni) Il governo di Tehran ha fatto sapere che i protestanti che da tre giorni manifestano contro le difficoltà economiche e la corruzione nel paese, dovranno pagare un alto prezzo in caso di ulteriori proteste non autorizzate. L’ondata di manifestazioni anti-governative che ha interessato diverse tra le principali città iraniane, è la maggiore sfida alla leadership iraniana dal 2009 , quando la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad venne contestata per mesi dai manifestanti. Nel corso della giornata Instagram e Telegram sono stati bloccati in Iran «per mantenere la pace» durante le proteste. Lo ha annunciato la tv di stato iraniana, dopo che amministratore delegato di Telegram, Pavel Durov aveva denunciato via Twitter il blocco dell'app.
La Casa Bianca avverte l'Iran: "State attenti, tutto il mondo vi sta guardando" Il presidente Donald Trump, ha voluto mettere in guardia Teheran dopo le decine di arresti nelle manifestazioni anti-governative di giovedì e venerdì: «Il mondo vi guarda», ha scritto su Twitter. Trump che ha più volte preso di mira l'Iran, che accusa di alimentare il terrorismo e di aver violato l'accordo internazionale sul programma nucleare. Anche la portavoce del Dipartimento di Stato, Heather Nauert, ha condannato «fermamente l'arresto di manifestanti pacifici». «Esortiamo tutti i Paesi a sostenere pubblicamente il popolo iraniano e le sue richieste di diritti fondamentali e della fine della corruzione». Una presa di posizione che non è certo piaciuta all'Iran. Le parole di sostegno del presidente Trump, sono «opportunistiche e ingannevoli», oltre che una «interferenza» negli affari interni del Paese, ha risposto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Qasemi. «La grande nazione iraniana considera il supporto opportunista e duplice dei funzionari degli Stati Uniti per alcune manifestazioni in alcune città iraniane come nient'altro che l'inganno e l'ipocrisia dell'amministrazione americana», ha detto Qasemi.
Continuano le proteste in Iran, almeno un altra vittima fra i manifestanti Non si placano le proteste in Iran, dove adesso la rivolta assume dei caratteri prettamente anti clericali, con i manifestanti che inneggiano ad un Iran laico e libero dai dogmi religiosi. La polizia iraniana continua ad agire con violenza, si hanno notizie infatti, di un ulteriori vittime tra i cittadini scesi nelle strade per manifestare. Il bilancio degli incidenti di ieri nelle varie manifestazioni è di almeno due morti (accertati) nella città di Dorud e di cento arresti e di almeno 12 feriti tra gli agenti di polizia ad Arak, a sud di Teheran.
Il riformista Saeed Laylaz spiega lo scenario nel quale sono scoppiate le rivolte iraniane. «Non è possibile continuare a governare l’Iran con un sistema politico doppio». È questa la lezione delle manifestazioni che agitano la Repubblica islamica, dice al telefono da Teheran il noto economista riformista Saeed Laylaz: «Ogni volta che il presidente Rouhani cerca di fare riforme, c’è un altro lato che lo ferma. Basta accendere la tv adesso per vedere come la gente viene aizzata alla rivolta contro il governo: si dice ai manifestanti che hanno ragione a protestare contro Rouhani, ma non contro la Guida Suprema Khamenei. Il sistema va cambiato, ci sono varie soluzioni: tenere Khamenei come leader eliminando del tutto la presidenza; oppure un modello come quello britannico o italiano. Il sistema doppio che da noi dura da trent’anni genera problemi politici, economici e sociali». «Un terzo della popolazione vive sotto la soglia di povertà: 30 milioni di persone, in un Paese che vende miliardi di dollari in petrolio. La disoccupazione ufficialmente è al 12-13 per cento, ma in realtà è più del 20 per cento. Le università sfornano 1,5 milioni di laureati l’anno ma vengono creati meno di 600-700 mila impieghi. Va detto che il Pil è cresciuto del 20 per cento in 4 anni: stiamo andando avanti, anche se non alla velocità in cui dovremmo. Il problema è che Rouhani ha enormi responsabilità senza autorità sufficiente. Bisogna decidere chi governa veramente l’Iran».
Opposizione iraniana: "Mobilitazione e sciopero generale dalle 17:00 di oggi" Tensione destinata ad aumentare ancora, si temono altri scontri violenti con le forze di sicurezza iraniane.
Degenera ancora la situazione in Iran, morto un ufficiale di polizia. Difficile riportare notizie certe a causa del blocco dei social network in Iran, ma dalle poche informazioni fuoriuscite, sembra che la situazione sia del tutto degenerata. Si temo altre vittime tra i manifestanti, mentre dovrebbe essere certa la morte di un ufficiale della polizia iraniana. I manifestanti iniziano a compiere azioni coordinate, assaltando caserme e posti di polizia non solo a Teheran ma anche in altre località del paese. Salgono a oltre 1.200 gli arresti compiuti dalle forze dell'ordine, lo slogan più ripetuto dai manifestanti è "a morte il tiranno Khamenei". Reazioni dall'estero: Trump: "L'Iran sta fallendo nonostante l'accordo con Obama, tempo di cambiare!" Portavoce della Federazione Russa: "Inammissibili le interferenze straniere in Iran, per ciò che è un problema esclusivamente interno."
https://twitter.com/IranWireEnglish/status/947897240517005312 Video degli scontri. (Non so come mettere i video da twitter)
Scontri violentissimi a Shadegan, cittadina nella provincia del Khuzestan, regione che confina con l'Iraq. Sembra che in questi istanti gli scontri più violenti si stiano svolgendo nella cittadina di Shadegan, che è il capoluogo della provinca del Khuzestan, nella parte sud-occidentale dell'Iran.I manifestanti stanno attaccando gli agenti di polizia e i centri d'informazione del luogo, si temono molte vittime.
Diverse vittime nella provincia di Esfahan, gli scontri sono ormai al limite della guerra civile, sembra che molti manifestanti siano armati.
Ma pensa te... in the last 24 Hours of IranianProtests , 72,200 tweets , tweeted w/ this hashtag " تظاهرات_سراسرى " that invited Iranian to protest , -74% of them were out of Iran -35% of them were in Arabic Language -Saudis tweets were more than Iranian themselves -UK in 3rd place
L'interessante potere dei social network. Niente di nuovo, ma interessante per come è diventato in poco tempo un metodo consolidato per seminare zizzania.
Credevo fosse più appropriato dell’off topic visto che li si trovano anche i topic sui disordini in libia e yemen. Considerando poi il fatto che ormai la rivolta sta prendendo la piega della guerra civile.
Ma qual è stata la scintilla che ha fatto scoppiare queste proteste? I media, come al solito, ci raccontano il fatto come se fosse avvenuto improvvisamente, dal nulla: ci parlano dei disordini in Iran, ma non ci spiegano le cause che hanno portato a tali disordini. A me sembra di rivivere una Primavera Araba 2.0: proteste di massa, scontri armati, contestazione del dittatore di turno, uso capillare dei social network per diffondere le informazioni, ecc. Resta da vedere a cosa porterà tutto questo: deposizione del dittatore, guerra civile o bolla di sapone?
Il prezzo dei generi alimentari di base e altri problemi economici e il disappunto di parte della popolazione verso il governo, per alcuni troppo conservatore, per altri troppo poco alla Ahmadinejad: http://www.huffingtonpost.it/nicola-pedde/la-scintilla-di-ahmadinejad-e-sfuggita-di-mano_a_23320546/ Non una gran fonte, ma ci sono alcuni antefatti.
Ok, quindi le proteste hanno ragioni economiche, non politiche. Ritratto quanto detto in precedenza: le manifestazioni in Iran hanno in comune con la Primavera Araba solo le modalità e i mezzi, ma non il fine. L'obiettivo non è rovesciare il governo, anche se certamente gruppi laici e anti-governativi stanno cavalcando l'onda delle proteste nel contesto dell'attacco al sistema politico e istituzionale.
Continuano gli scontri con tra forze dell'ordine e rivoltosi, si teme una strage ad Ahwaz. Continuano i violentissimi scontri in Iran, la maggior parte delle violenze sono segnalate nella regione occidentale del paese, in particolare è ancora la provincia del Khuzestan ad essere tristemente protagonista delle vicende. Un furgone della polizia sembra abbia investito una folla di manifestanti causando decine di feriti, si temono anche molte vittime, la situazione sta decisamente per sfuggire di mano. Nel link in basso alcune riprese degli scontri: https://twitter.com/BabakTaghvaee/status/948353313841598464
