Aspetta, in entrambi i casi da te descritti i ragazzi non vengono educati “correttamente”. Nel primo caso avranno imparato ad obbedire è basta, ottimo modo per forgiare schiavi insomma. Nel secondo caso hai creato un individuo sfrontato è viziato con tutte i problemi che conseguono. La verità sta nel mezzo.
E si invece i nostri genitori o nonni erano viziati coccolati e facevano quello che gli pareva avevano tutti i giochi le coccole e il cibo che volevano? Ma su andiamo è profondamente sbagliato il modo di pensare a questi ragazzi come "deboli" e da proteggere da tutto e tutti ... Come crescono? ... Torniamo a parlare della generazione dei bambini imperatore in Cina? ...
La nostra società si è gradualmente spostata verso una infantilizzazione perpetua dei figli. Sarà che se ne fanno di meno, sarà che è cambiata la percezione dei figli, sarà il benessere, non è questa la sede per parlarne. La nostra società, tutta, dai genitori alla scuola, non invoglia i ragazzi a prendersi delle responsabilità e li tratta sempre e comunque come bambini, con tutte le implicazioni del caso e sinceramente dubito che fare la guardia a dei silos vuoti per 12 mesi possa cambiare qualcosa. Bisogna recuperare questo aspetto, ma perchè dovremmo farlo? Sarebbe da riformare la società e tante belle cose che non sto ad elencare. Riportando l'esperienza di gente che ha fatto il militare che conosco personalmente, ho estrapolato tre tipologie - Persone positive: gente educata o intelligente o disponibile o buona o combinazioni varie. Quello che mi hanno detto queste persone è che a militare si ANNOIAVANO e l'unica cosa che hanno imparato è stato il valore del tempo perso e che "servire la patria" è una cosa che non rifarebbero mai nella vita Persone medie: il classico italiano medio pasta, calcio, cazzate. Insomma, l'amico scemo che tutti hanno che vive sguazzando e tirando a campare nel suo orticello mediocre. La maggior parte che ho conosciuto appartenevano a questa categoria e della leva ricordano in primis l'alcool, poi le licenze dove potevi andare a puttane in posti lontani, gli scherzi fra i camerati, le giornate alla tv. Insomma, una vacanza. - Persone negative: teppisti, ladri, bulli ecc. che (a detta loro) si sono visti incentivare questi comportamenti durante la leva. Infatti le persecuzioni a gratis contro gente terza non venivano sanzionate ma anzi spesso incentivate, i furti di oggetti (sia dei militari che della caserma) non erano un problema e anzi spesso si creava un fiorente mercato nero a più catene (specialmente per la benzina). L'autorità del comandante o chi per lui sul fatto di "giustizia" era formalmente assente.
Io aggiungerei una quarta categoria, sicuramente minoritaria, ma comunque esistente: quelli che come me si sono trovati in un reparto operativo, dove non stavi mai fermo, tanto di giorno che di notte, ma dove eri trattato come un militare di carriera, ben pagato, in stanze da due letti con bagno e telefono, dove a fronte della massima disponibilità godevi della massima libertà di entrare e uscire quando volevi senza renderne conto a nessuno. Forse sono stato molto fortunato, ma credo che, se per assurdo, si potesse offire questo ai giovani, il periodo di leva sarebbe ben altra cosa rispetto a ciò che è stato nella realtà per quasi tutti. Detto questo sono d'accordo anch'io che oggi come oggi la leva sarebbe qualcosa di anacronistico, inutile sotto il piano della convenienza per le Forze Armate e inutile per i giovani chiamati a farla. Sarebbe preferibile qualcosa come la Guardia Nazionale praticata in alcuni paesi, ma la questione esula dall'argomento dell'utilità per i giovani del servizio militare.
1000 ore di servizio civile obbligatorio servirebbero a qualcosa? Il selciato dei nostri sentieri necessita di manutenzione costante. E prima o poi i fondi FSE-PSR finiranno, purtroppo.
E' proprio il concetto di dover ricorrere allo Stato per avere una soluzione ad un problema che nasce nel privato, in casa, con l'educazione che viene data ai ragazzi. Per quanto possa essere utile, con me lo è stato, anche una soluzione tipo Servizio Civile mi vedrebbe sfavorevole. Non deve esserci nessun obbligo, punto. Già ti pago le tasse, che dovrebbero far funzionare un sistema scolastico che ha il compito formativo più importante, in più dovrei darti anche i figli? Dopo che non si è concluso nulla con la scuola, dovrei affidarti i figli nella speranza che qualche calcio in culo possa cambiare le cose?
Ne consegue quindi che se la famiglia, la scuola e lo stato non possono, il problema è privo di soluzione. E perché no? In alternativa, puoi affidarli a me. Dopo sei ore di arboricoltura con il segaccio, ti garantisco che anche i più scalmanati si danno una regolata, e imparano a non giocare con i fucili aka lame. L'alternativa è trovarsi con una mano devastata da una motosega che ha scatenato, e me dietro che completo l'opera perché hanno dimostrato l'intelligenza di una foca.
La famiglia è la causa del problema, con buona pace del MOIGE i problemi educativi nascono in famiglia. La scuola dovrebbe correggere le anomalie che creano i genitori, spesso in buona fede, ma fallisce miseramente andando persino a peggiorare la situazione. Se a casa ti permettono di mangiare col cellulare in mano, perchè non dovresti tenerlo anche a lezione? E dopo la scuola, quando per miracolo o per raccomandazione certi fenomeni finiscono anche a lavorare, cosa fanno appena hanno un momento morto o anche durante l'attività? Anticipazione (Spoiler): indovina
Fallisce per colpa degli stessi genitori. Hai mie tempi se l'insegnate diceva a mi mamma che ha scuola disturbavo, mia mamma provava a trovare una scusa con l'insegnante, questo però lo scoperto a scuole terminate, ma poi tornata a casa mi, come si dice dalle mie parti, "incantava i vermi", penso che il senso della frase sia intuitivo, ed i colloqui avvenivano sempre in mia assenza, in questo modo si rafforzava l'autorievolezza dell'insegnate. Ora se l'insegnante dice ad una mamma che a scuola suo figlio disturba come minimo la mamma "incanta i vermi" all'insegnate, spesso in presenza del figlio, così da denigrare l'autorità dell'insegnante.
Mi sembra che non venga colto il concetto che c'è modo e modo di dire una cosa, che ne implichi o meno un'altra che non viene detta. Da quello che dicevi tu mi sembrava che l'educazione migliore la potesse impartire una novella gioventù hitleriana o giù di lì, quello che dice lui è piuttosto che viene dato poco peso al rispetto di certi codici di comportamento morali proprio perché le figure di riferimento (spesso, non certo sempre, ma sono le mele marce le più visibili) sono le prime a non mostrare nessun rispetto per le regole o rispetto in generale. Come lo inculchi nella mente di un (nella migliore delle ipotesi) apatico questo intrinseco rispetto? Con delle punizioni? Stancandolo di lavoro? Buttandolo in mezzo alla strada dicendogli di sopravvivere nel liberismo più sfrenato? Non lo so, ma non credo (sottolineo *non credo*, io) inquadrandolo in attività che promuovono comportamenti che vanno all'esatto opposto di quello che vorresti ottenere (vince il più forte invece di siamo i teoria tutti uguali, bisogna rispettare le regole invece di beh vabbé tanto l'ufficiale è parente mio e così via). Edit: Contribuendo invece alla discussione vera e propria, da appartenente agli ultimi millenials o come vi pare di chiamarli, posso dire che secondo me il problema principale delle nuove generazioni è una generale mancanza di intraprendenza, che porta a mancanza di indipendenza. Che sia perché le opportunità proprio non ci sono, perché sono stati cresciuti con l'idea che tanto qualcuno penserà a loro o perché proprio non gli è permesso di essere intraprendenti onestamente non lo so, mi sembra che ci siano tutte queste cose e poi altre ancora.
uff nessuno vuole schiavizzare nessuno e nemmeno spezzargli la schiena a raccogliere cassette di frutta ... ma dargli un carico di responsabilità di doveri di obblighi si ...
Sì beh, i morti non possono contraddirlo. Il ragionamento medio di solito è: se le scuole sono aperte la gente [tutti laureati in fisica teorica, immagino] si lamenta perché avrebbero dovuto essere chiuse, se vengono chiuse si lamenta perché avrebbero dovuto rimanere aperte. E "ai miei tempi" lo dicevano i Giganti, già allora pare che la gioventù facesse schifo, era poco intraprendente, sciocca, imbelle, ignorante, ipocrita, eccetera eccetera. Correva l'anno 1967 (pre-'68, quindi). Forse non è mai cambiato nulla, nel profondo dico, è solo una nostra forma di arroganza nel giudicare gli altri, talmente grande che nemmeno ce ne accorgiamo. Ricorderei anche che nel periodo in esame il PIL italiano cresceva del 5-6% all'anno. Poi certo, oggi ci sono i casi patologici.
Su proprio tu mi prendi in giro ... Dovresti ben conosce la differenza tra strategia tattiche e boiate