In effetti è un po una buffonata fatta a metà, ma anche l'unica possibile: 1) Il passeggero viene fatto scendere senza multa. 2) Il passeggero risale sul prossimo treno senza biglietto perchè non ha ricevuto la sanzione in quello prima e quindi rientra in circolo consapevole di averla fatta franca. 3) Qui c'è l'aggravante degli immigrati irregolari che, anche ricevendo la multa, ammesso che avessero qualche documento, non avrebbero mai pagato per forza di cose.
Il prossimo treno ? ne passa solo uno ogni ora. E vuoi che non ci sia stato un fitto scambio tra capitreno ?
Che clima sereno che si respira in Italia (se non hai la pelle di una tonalità troppo scura s’intende) http://www.rainews.it/dl/rainews/ar...iti-e2fddbfb-138c-4e1c-b392-73b2045750c7.html
Non ho idea di cosa sia successo prima ... Ma qualsiasi cosa sia successa mi sembra estremamente esagerata come reazione ... In più sono anche continuative come aggressioni ... Sarebbe interessante chiedere agli altri "paesani bianchi" cosa pensano di sta situazione
Cosa ne pensate invece del nuovo modus operandi degli immigrati sia in America che in Croazia ci stanno spostando in gruppi numerosi sfondando tutte le barriere che incontrano ...
Quando arrivano in Austria e Ungheria vediamo cosa succede... Mi fido di Trump, s'inventerà qualcosa, tipo una pattuglia di texani di frontiera assalita e sterminata, un aereo dirottato dai migranti che si schianta su un grattacielo, una stazione radio presa d'assalto da gente travestita da migrante...
Già vista in walking dead... A parte gli scherzi, sono fenomeni che se non si inizia a respingere con una durezza ancora sconosciuta porteranno al tracollo dei sistemi occidentali, considerate le previsioni di incrementi demografici nei paesi di partenza. Si deve chiudere ogni forma di socialismo o aiuto economico a chi arriva, e deve mettersi in discussione anche i principi di uguaglianza legali come gli stipendi. (sono incentivi a mettersi in viaggio che non possiamo permetterci di offrire) L'america ancora è in grado di assorbire immigrazione, l'europa è satura. Un bambino Pakistano non può sognare il futuro in Europa, è sbagliato, lo deve sognare in un bellissimo pakistan che lui contribuisce a costruire. Si rischia di ripetere l'errore fatto con il sud italia e le immigrazioni a nord del dopoguerra. Difendere i confini è uno spreco insensato di risorse, si deve agire sui motivi alla partenza.
Dalla pagina di Kal'at Mukalama قلعة مكالمة (al secolo Paolo Mossetti) https://www.facebook.com/kaosreporter/posts/2119006481698277?__tn__=K-R (ma tra l'altro esiste il modo di mettere qua un post da FB senza fare lo screen?) Uno dei miei più cari amici è coordinatore locale di una importante ong italiana, e le cose che mi dice sono distanti anni luce dallo stereotipo che la politica e i movimenti costruiscono su queste organizzazioni, in senso reazionario o progressista. Il consenso dei professionisti della cooperazione è questo: l'immigrazione in Italia è gestita malissimo, in un modo assurdo, ed è comprensibile che così sia diventata un problema. Non c'è - non c'è mai stata - l'idea che sarebbe meglio 'abolire i confini' o fare entrare tutti indiscriminatamente. Lungi dall'essere utopista, chi lavora nelle ong di terra e di mare riconosce una serie di problematiche presenti anche nel discorso delle destre: che non tutte le nazioni e culture sono uguali, che un immigrato nigeriano in Italia ha un profilo tendenzialmente diverso da quello di un siriano; che alcuni maschi subsahariani e maghrebini portano con sé un bagaglio di sessismo e patriarcato che va gestito e non negato; che alcune città africane, come Benin City per dirne una, campano principalmente di mafie criminali legati all'espatrio. Anche questo mio amico riconosce senza problemi che solo una minima parte, forse un decimo, degli immigrati irregolari degli ultimi cinque anni meriterebbe lo status di profugo o l'asilo politico per come è comunemente concepito: quasi tutti i subsahariani arrivano in Europa perché illusi da prospettive di arricchimento, perché qualcuno prima di loro gli ha raccontato una bugia, e anche quando ha fallito l'umiliazione e l'investimento delle famiglie è così grande che è meglio sparire piuttosto che ammettere il fallimento. Il conflitto da cui molti scappano è spesso una faida familiare, un parente che ti insegue perché gli hai rubato l'eredità fatta da 4 galline e una baracca, una ex moglie che ti perseguita e ti costringe a vivere in uno slum con altri 100 in una stanza. La guerra propriamente detta non c'entra, o solo in parte. L'Italia non la considerano nemmeno, è un posto sfigato, di passaggio, dove la gente è razzista e i neri stanno peggio degli animali. Questo è quanto. Ah, questo mio amico mi raccontava come spesso e volentieri vedesse giovani africani farsi selfie davanti la foto del collega, fingendo di essersela appena comprata: poi si collegano su Internet per mezz'ora e raccontano balle agli amici rimasti indietro. Altre volte spariscono, finiscono in gabbie criminali dalle quali è impossibile sfuggire, perché così funziona da noi, e lo Stato italiano non li aiuta minimamente a integrarsi. C'è, soprattutto, già un piano attivo da anni e da più parti non solo per riportare a casa quanti cambiano idea, ma addirittura per non farli partire. Contrariamente a quanto si pensa, esistono da tempo programmi orientati alla dissuasione, all'informazione sui rischi che corrono attraversando l'inferno della Libia, il canale di Sicilia e ritrovandosi qui in un paese in crisi. È un sistema assurdo, ingiusto e degradante: lo è - dicono però gli operatori - soprattutto per i migranti. Perché su una cosa convengono tutti: ci sarebbero gli strumenti legislativi per rendere l'immigrazione una opportunità di integrazione e ringiovanimento della nostra economia; ci sarebbero le risorse anche soltanto per gestire il flusso in modo più umano; e non è vero affatto che la presenza di questo corpo di immigrati non specializzati, ingombranti, incongrui nelle nostre città sta arrecando i danni che si dice esso arrechi. È il focus sugli effetti della disumanità ciò che divide, semmai, le ong dal grande pubblico e dalla politica. La politica difende il suo bacino elettorale, l'opinione pubblica si forma sulla percezione di ciò che avviene nel suo raggio di azione, e gli intermediari culturali sono sfasciati più che mai. I numeri dell'immigrazione sono ridicoli, ma sono diventati politicamente ingestibili, più di quando erano davvero impressionanti. Su una cosa non si sfugge: da soli non ce la si fa. Su questo il mio amico non ha dubbi: la pressione africana e asiatica non la fermi piazzando la gente nei Cas. Non è un'invasione, ma nemmeno un fenomeno passeggero: è inesorabile, epocale. Non lo risolvi a livello nazionale chiudendo i porti per un mese, o tenendo chi già c'è in uno status di fantasma senza diritti e cittadinanza. Anche perché - aggiungo ogni volta io - nel frattempo la tua popolazione invecchia, i soldi per le pensioni saranno sempre meno e tu non hai le risorse per stimolare le donne e i giovani a fare più figli, dato che anche dove quelle risorse ce le hanno non sono riusciti a cambiare 40 anni di emancipazione e velleità. Piuttosto, aggiunge il mio amico, ti converrebbe sparare sui barconi, o rendere a questa gente la vita davvero impossibile: un vero e proprio monito dell'orrore per chi non è ancora partito. Ma per farlo devi creare il consenso politico che giustifica l'orrore. Quasi sempre concludiamo queste nostre chiacchierate, io e il mio amico, senza darci una risposta o un piano d'intenti. Finiamo col restare convinti di una cosa: che convenga impegnarsi in una battaglia ideale anche se si è quasi certi della sconfitta, e avendo per lo meno uno stipendio, nel frattempo. Era un po' che non leggevo 2 parole sull'immigrazione che non mi sapessero di trito e ritrito