[AAR] L'orso e la tigre

Discussione in 'Wargames - Generale' iniziata da Luigi Varriale, 19 Aprile 2022.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il 17 marzo l’alto la Stavka pianificò la spallata decisiva per la conquista di Dnipropetrovsk, mantenendo la massima pressione su entrambi i fronti di avvicinamento all’obiettivo. Si trattava di smantellare le rimanenti truppe nemiche che si contrapponevano alla conquista della città. In ballo c’era pur sempre l’accerchiamento di tutte le forze ucraine del distretto militare sud con la conseguente sconfitta del nemico. Non si riusciva ad immaginare a Mosca uno scenario nel quale con un gruppo di armate accerchiato e l’intero est del paese perduto, Kiev avrebbe continuato la resistenza, soprattutto se a proporre il cessate il fuoco sulle posizioni raggiunte fossimo stati noi dopo aver magari minacciato di proseguire le operazioni militari verso ovest in caso di rifiuto.

    Le forze assegnate a questa fase risolutiva furono con mia grande soddisfazione la mia 8a armata ad armi combinate da sudovest e la 1a armata corazzata della guardia da Nord est. Tutti gli altri fronti, anche quelli che erano stati attivi nelle ultimi giorni ricevettero l’ordine di sospendere le operazioni allo scopo di dirottare tutti i rifornimenti possibili a noi ed alla armata del generale Kromakov.

    Per quanto riguardava quindi il fronte della Crimea, sia le operazioni della 58a armata ad armi combinate contro Melitopol che quelle della 49a armata ad armi combinate contro Cherson, sarebbero state sospese. Sarebbero continuate invece le operazioni di evacuazione del 104° reggimento aviotrasportato da Nikolayev, che alla luce della situazione sul campo risultò con nostro grande scorno, intenibile per le nostre forze.

    Il 16 ricevetti l’ordine dal generale Latutin di effettuare un ennesimo lancio di missili balistici su delle coordinate ad ovest di Donetsk dove presumibilmente aveva preso posizione una brigata della difesa aerea nemica. Tale lancio doveva avvenire in contemporanea con quello della brigata missilistica del 22° corpo d’armata del fronte del Donbass, nel quadro delle operazioni per il conseguimento della superiorità aerea. Insieme a questi ordini giunse dal comando di fronte anche la notizia che oltre alla 42a divisione di fucilieri della guardia, ci era stato assegnato quale riserva d’armata anche il reggimento del genio della 58a armata ad armi combinate, probabilmente in previsione dei combattimenti urbani che avremmo dovuto sostenere una volta che fossimo riusciti ad avvicinarci a Dnipropetrovsk. Per il momento la 42a divisione di fucilieri della guardia stazionava sulla riva sud del Dnipro, ed io intendevo utilizzarla come gruppo operativo di manovra per l’ 8a armata ad armi combinate. Stavo inoltre cominciando a meditare anche sulla possibilità di impiegare la 15a divisione fucilieri motorizzati anche se essa non era ancora completamene a posto: il rimpiazzo delle perdite e degli equipaggiamenti andati perduti nei primi due giorni di campagna stava rivelandosi più lungo e gravoso del previsto, ma io di quella divisione avevo bisogno, soprattutto perché il comando di fronte mi metteva enorme pressione circa il raggiungimento dei miei obiettivi.

    “Abbiamo fermato tutte le altre operazioni per darti il massimo supporto Valerii Ludovich, vedi di non deluderci”, aveva proferito torvo il mio diretto superiore generale Latulin, evidentemente anche lui sotto enormi pressioni dall’alto.

    Ci preparammo quindi alle operazioni. Spazio e tempo per manovre sofisticate non ce n'erano. Di fronte a noi gli Ucraini stavano preparando in tutta fretta le loro posizioni difensive. Il battaglione esplorante della 20a divisione di fucilieri della guardia aveva individuato l’equivalente di una divisione di fanteria nemica, probabilmente della riserva in quando sprovvista di veicoli militari, alla quale nelle ultime ore si era aggiunto un reggimento del genio che stava aiutando a costituire gli apprestamenti difensivi. Occorreva darsi una mossa.

    All’alba del 17 marzo dunque i tre reggimenti della 20a divisione di fucilieri della guardia erano pronti sulle loro basi di partenza. Nessun supporto da parte dell’aviazione era previsto per questa azione, né tanto meno si videro velivoli ucraini sul cielo della battaglia. A proposito di questo, il maggiore Lavanik commentò, mentre studiavamo la situazione nell’imminenza dell’attacco che le operazioni in Ucraina sarebbero passate ai posteri come le più anemiche in un conflitto ad alta intensità per partecipazione di forze aeree. Secondo lui il fatto era ascrivibile al mutato equilibrio di forza tra la difesa aerea missilistica e le capacità degli aeropmani di sopravvivere a questa minaccia. Kornil epresse l’interessante considerazione che per vedere di nuovo un consistente uso delle forze aeree in un teatro di guerra ad alta intensità si sarebbe dovuta attendere la massiccia diffusione degli aerei da combattimento di 5a generazione.

    Alle 1300 del giorno 17 scatenammo dunque l’offensiva in concomitanza con quella della 1a armata corazzata della guardia a nord. La prima ad entrare in azione fu la 238a brigata di artiglieria, che riversò una valanga di fuoco sulle posizioni conosciute della fanteria nemica, la quale però come detto aveva già a sua disposizione posizioni di difesa speditive. Fummo presto costretti ad interrompere il tiro però, in quanto come era accaduto anche in passato, il nemico individuò velocemente le posizioni delle nostre batterie e cominciò a bersagliarle con un preciso fuoco di controbatteria guidato da non si sa quale Dio, da parte di mortai ed altri pezzi di piccolo calibro ad alta mobilità. Questo fuoco di disturbo ottenne tosto il suo obiettivo di disorganizzare il mio fuoco indiretto, che evidentemente non riuscì a dispiegare i suoi pieni effetti.

    Senza porre tempo in mezzo, e vista la natura del terreno che ci stava davanti, la 20a divisione mandò all’assalto un reggimento corazzato ed un reggimento di fucilieri della guardia in primo scaglione per sfondare le posizioni nemiche, ma queste truppe furono accolte da un fuoco antiveicolo sostenuto e proveniente da posizioni multiple, molte delle quali la nostra ricognizione non aveva individuato. Non subimmo grandi perdite, e là dove i nostri equipaggi riuscirono ad individuare le posizioni nemiche con ragionevole certezza, risposero al fuoco con ottima precisione, neutralizzandone parecchie ed infliggendo al nemico sensibili perdite.

    Raccolto un primo rapporto sulla situazione un paio d’ore dopo l’inizio dell’offensiva, presi la decisione di fermare la spinta della 20a divisione di fucilieri della guardia che andava culminando, per lasciare la continuazione dell’azione di rottura alla 42a divisione di fucilieri della guardia che stava accorrendo dalla sponda sud del Dnipro a sostegno dell’azione. Da immaginarsi la mia sorpresa quando il comandante della divisione arrivato in posizione per proseguire quello che noi avevamo interrotto, mi chiedeva dove avrebbe potuto rifornire i suoi mezzi di carburante prima dell’inizio dell’attacco. Rimasi a bocca aperta. Naturalmente l’attacco non ebbe luogo e si sarebbe visto quali teste sarebbero cadute per questo; se la mia, quella del generale Broun o addirittura quella del comandante di fronte.

    Non meno deludenti cominciarono in serata ad arrivare le notizie dal fronte di Kharkov, dove dopo un inizio promettente dell’attacco corale da parte della 1a armata corazzata della guardia, appoggiata da alcuni elementi dell’11° corpo d’armata, si era registrata una tanto potente quanto inaspettata controffensiva nel settore centrale da parte del nemico; controffensiva che aveva provocato serie perdite alla 2a divisione di fucilieri della guardia e che era stata arrestata ad una quarantina di chilometri a sud della città, dal provvidenziale intervento di una divisione corazzata russa; la 47a della guardia.

    L’impressione generale fu che cominciavamo a trovarci di fronte ad un generale irrigidimento della difesa ucraina su entrambi i fronti e che le nostre forze, come era stato il caso dell’attacco della mia armata a sud, soffrissero di intermittenti ma seri problemi organizzativi. Non avrei per esempio mai cominciato il mio attacco se avessi saputo di non poter contare sull’appoggio al tempo giusto della mia divisione di riserva, e chissà a nord quale altro guaio si era verificato.

    Quando mi misi in contatto con il generale Latutin per chiedere lumi sull’accaduto, percepii una chiara nota di frustrazione da parte sua. A livello dei comandi di fronte ci era la sensazione che la Stavka premesse per un numero di attacchi ed una loro ampiezza superiore alle nostre capacità logistiche del momento, e questo aveva portato agli insuccessi di quella settimana di guerra.

    Occorreva in quel momento un serio ripensamento del nostro modo di condurre la campagna, anche perché il nemico cominciava a dare segni di avere capacità combattive delle quali noi non sospettavamo alla vigilia dell’inizio delle operazioni.
     
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  2. Prostetnico

    Prostetnico

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    Alla faccia della spallata decisiva :blackeye:
     
  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Si sa che ai Russi piace la retorica ad effetto.
    La spallata decisiva l'anno data, ma la porta si è rivelata inaspettatamente dura, e hanno pure inciampato durante la rincorsa con la logistica. Cominciano ad arrivare al fronte unità ucraine della riserva, che pur essendo della riserva quando si trovano di fronte coscritti russi non sfigurano, come ad esempio nella battaglia contro la 20a divisione fucilieri della guardia dell'8a armata ad armi combinate. Gli Ucraini hanno due nuove divisioni di riservisti pronte a Kiev, ed in più hanno finito di armare ben bene una brigata di volontari stranieri; gente decisa ed addestrata e divisa per nazionalità. C'è pure un intero plotone di Italiani/Spagnoli messi insieme per via della lingua simile.
    Ma non preoccuparti. La Stavka dice che tutto sta andando seondo i piani.
     
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  4. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    che tu sappia, gli ucraini stanno iniziando anche a ricevere armi dall'occidente? o tutta la resistenza offerta finora è frutto solo di armamenti "locali"?
     
  5. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Finora tutta roba locale, e gli occidentali stanno rifornendo di munizioni ex blocco est. Gli Ucraini hanno anche ricevuto mezzi e sistemi in sostituzione di quelli perduti (non tutti). Gli Ucraini hanno subito perdite rilevanti in veicoli da esplorazione, mezzi per il combattimento della fanteria e pochi carri. Questi non sono ancora stati sostituiti. Se le perdite peggiorano si dovrà pensare anche a questo o accettare la sconfitta nel lungo termine. In subordine gli Ucraini dvono anche attivare le loro linee di montaggio di questi sistemi d'arma.

    Di armi occidentali, per ora, solo sistemi portatili per fanteria anticarro ed antiaerei.

    L'aviazione russa ha ricevuto consistenti rinforzi nell'ultima settimana, probabilmente anche superiori a quelli ricevuti dai Russi reali, sia dal distretto di Mosca che dal distretto dell'Estremo Oriente. Per il momento il sistema di difesa aerea ucraino regge; negli ultimi quattro giorni però, specialmene a mezzo SRBM ma anche con aerei pilotati, i Russi stanno cominciando a dare il martello serio ai siti SAM nemici e ne hanno messi fuori uso parecchi. Questo naturalmente renderà la difesa aerea ucraina meno efficiente con un effetto spirale discendente. Ai Russi costa perdite ma a lungo andare funziona. Nella campagna vera i Russi tale livello di perdite aeree non mi pare lo abbiano accettato o lo stiano accettando. Secondo me se lo facessero, la loro aviazione potrebbe essere più incisiva nella campagna vera. Ma naturalemente sui risultati della campagna vera, regna la nebbia fitta di guerra.
     
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    Ultima modifica: 16 Maggio 2022
  6. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il giorno 18 marzo, l’iniziativa ce l’avevamo ancora noi, nonostante le battute d’arresto subite. Gli ordini erano chiarissimi: proseguire l’offensiva in direzione di Dnipropetrovsk e prendere la città.

    Rifornita la 47a divisione di fucilieri della guardia, rinnovammo dunque l’assalto con quest’ultima divisione e con la 20a divisione di fucilieri della guardia. Ancora una volta la 238a brigata di artiglieria si impegnò con il fuoco di spianamento preparatorio. Gli Ucraini si difendevano in profondità a partire da posizioni difensive che la ricognizione aveva definito abbastanza solide. All’inizio del nostro attacco ci fu un’incursione aerea del nemico, ma gli aviogetti nemici non arrivarono mai a contatto con la linea di combattimento. Uno di essi venne sicuramente abbattuto pare da un SA-8 della batteria del mio comando, che identificò i nemici come probabili Sukhoi 24. Subita la perdita di un aereo, l’incursione rinunciò a proseguire e virò per far ritorno alle basi.

    Il nostro attacco progredì molto meglio di quello lanciato il giorno precedente ed il nemico subì perdite rilevanti tra sua fanteria non protetta. Quando la battaglia si affievolì parve che la fanteria ed il genio da combattimento ucraini fossero allo stremo delle forze. Infatti cominciarono una graduale e tatticamente molto riuscita ritirata e vennero sostituiti in linea da quella che pareva essere una unità fresca, probabilmente anche questa della riserva. Quello che rimaneva della prima divisione che avevamo affrontato, riuscì a sgusciare ed a sottrarsi alla completa distruzione. Il nemico per altro non pareva disporre nemmeno di artiglieria di grosso calibro nel settore, e contrastava la nostra avanzata con mortai ed RPG, i quali erano mediamente inefficaci contro i nostri veicoli. Anche se la nostra progressione non fu di più di una decina di chilometri, causammo come ho detto serie perdite al nemico. Saremmo stati in grado di reiterare l’attacco contro la nuova unità nemica già il giorno dopo, ma la disponibilità di riserve ucraine cominciava a preoccuparmi. Per di più in serata filtrò la notizia non confermata che una brigata di professionisti aveva preso posizione a Zaporizzja sul fianco sinistro dello schieramento ucraino, contrapponendosi alla nostra 42a divisione di fucilieri della guardia e sbarrando l’accesso alla città. Dalla parte delle notizie invece positive, il 19 si mise in contatto con me il generale Grocev, il quale mi comunicò che la sua 15a divisione di fucilieri motorizzati era quasi pronta ad entrare nuovamente in azione, dopo aver assorbito rimpiazzi ed equipaggiamenti vari. Vista la piega che gli eventi andavano prendendo sul fronte di Dnipropetrovsk/Zaporizzja, il rientro in linea di quella unità sarebbe stato davvero benvenuto.

    A nord, un ennesimo contrattacco di elementi della 1a armata corazzata della guardia, riconquistò il terreno perduto il giorno prima, al prezzo di una dozzina di MBT della 47a divisione corazzata della guardia. Ma le perdite causate al nemico erano anche peggiori ed esso fu costretto a ridare tutto il terreno conquistato in precedenza. Si trattava ovviamente di azioni lodevoli da parte nostra, ma secondo me ancora non riuscivamo a condurre gli sforzi offensivi con una certa continuità. Sarebbe occorsa a mio parere nei giorni successivi una concentrazione ancora maggiore degli sforzi da parte nostra, dimostrandosi come si erano dimostrati sinora gli Ucraini, ossi ben più duri da rodere di quello che noi avevamo preventivato.

    Su questo è istruttivo a questo punto aprire una parentesi: in tutta la pianificazione anteguerra alla quale io avevo partecipato e nei relativi wargames per i quadri, l’aviazione ucraina non era nemmeno stata considerata come degna di attenzione, mentre le piccole brigate nemiche, e cioè le divisioni ridotte del retaggio dell’ex Unione Sovietica, mai e poi mai avremmo pensato che avrebbero potuto impensierire le nostre poderose formazioni d’urto che avevamo ammassato al confine. Se non che le forze terrestri che ci trovammo di fronte non avevano più nulla a che vedere con quel retaggio ex sovietico; e questo fu il nostro problema e devo dire anche per noi fonte di sorpresa ed incredulità.

    L’aviazione nemica, specialmente nei primi giorni di operazioni, si rivelò efficace, caparbia e molto ben addestrata. Kornil mi rivelò anche che secondo le sue osservazioni, gli Ucraini avevano un rateo di sortite giornaliere ben superiore al nostro, in proporzione agli aeroplani disponibili. Le brigate terrestri che ci trovammo ad affrontare poi, combattevano una battaglia molto dinamica; anche le forze della riserva. Fui ad esempio stupito dalla maestria con cui le truppe di presunti riservisti che ci fronteggiarono nella battaglia che ho descritto nelle righe precedenti, riuscirono a sganciarsi effettuando la manovra di sostituzione in linea con un altro reparto, sotto il naso dei nostro veicoli corazzati prima che noi potessimo intervenire a stroncarli con l’artiglieria, usando tutti i trucchi del mestiere ed un buon appoggio dei genieri che li accompagnavano in combattimento.

    Da alcune informazioni che mi erano pervenute da colleghi sui fronti di Cherson e d Kharkov, era venuto alla luce come le brigate Ucraine combattevano anche in formazioni miste, ad hoc e anche se appartenenti a diversi distretti militari; una modularità e flessibilità di impiego che noi non avevamo. Naturalmente la dottrina nostra riteneva e ritiene inutile una tale flessibilità in operazioni offensive su larga scala quali sono quelle abitualmente assegnate all’armata Russa e pertanto noi non ce n’eravamo mai preoccupati. L’esercito Russo non è strutturato per manovre difensive e quindi ha una struttura piuttosto rigida. Cominciai a chiedermi se la nostra dottrina operazionale fosse ancora completamene valida nel 21° secolo. Sarebbe stato il caso secondo me di porre qualche rimedio sul tamburo e mi riproposi di parlarne al generale Latulin.
     
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  7. Luigi Varriale

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    Alla data del 20 marzo, il fronte della Crimea presentava un’estensione tripla di quella che aveva all’inizio della guerra. Parte di questo fenomeno ce lo eravamo aspettati, ma in generale le cose erano andate ben al di là di quanto avevamo previsto in sede di pianificazione. Quale sorpresa!

    Il nostro fronte si era quindi trasformato in un mostro a tre teste che ingoiava forze nostre e pure ucraine con incredibile voracità. La prima testa, quella principale era costituita dalla spinta della mia armata in direzione di Dnipropetrovsk. Il 20 marzo eravamo ad una settantina di chilometri dalla città e la pressione dal comando di fronte per accelerare le operazioni era considerevole. La seconda testa era la parte occidentale del saliente, fronte a Cherson, che proteggeva le spalle dell’ 8a armata ad armi combinate. La conquista di Cherson non rientrava nei piani strategici dell’autorità politica ed il compito della 49a armata ad armi combinate era quindi solo quello di impedire che forze ucraine provenienti da ovest costituissero un pericolo per la mia armata impegnata nell’attacco principale. La terza testa era costituita dallo sforzo secondario della 58a armata ad armi combinate che mirava all’aggiramento da sud del fiume Dnipro, per giungere a Dnipropetrovsk appunto provenendo da sud. Il problema era che su questa strada c’era la città di Melitopol, un ennesimo osso abbastanza duro da rodere, specialmente quando questa città fosse stata difesa, come le notizie confermavano, da fanteria nemica professionista e fortificata nell’abitato.

    Tutto sommato quindi il compito meno difficile ce l’avevo io, ed avevo quindi il fiato dei miei superiori sul collo molto di più di quanto ce l’avessero i miei colleghi Hrygoriev e Broun. Il problema è che avevo solamente due divisioni, più una terza ancora in fase di ricostituzione dopo le legnate prese nelle prime fasi. Il generale Grochev mi assicurò che la sua unità sarebbe stata pronta al massimo in due giorni, ma io decisi di proseguire l’offensiva prima. Non potevo permettermi di fermarmi; non quando il comando di fronte mi aveva assegnato la priorità dei rifornimenti.

    Dal punto di vista operativo, avevo il problema di affrontare la seconda battaglia di Tomakivka, dal nome della località sulla quale si appoggiava la linea di resistenza nemica.

    L’attacco fu portato con tutte e due le divisioni che schieravamo in prima linea ed il pieno appoggio dell’artiglieria disponibile. La brigata missili aveva contribuito a colpire un sito antiaereo nemico, che aveva poi subito ulteriori danni ad opera di una massiccia incursione di nostri bombardieri. Kornil andava sostenendo ormai da giorni che con i massicci rinforzi che si era avuto il coraggio di distogliere dal distretto militare dell’estremo oriente, era adesso possibile infliggere colpi decisivi alla difesa aerea nemica. Quando sferrammo il nostro attacco, il nemico ne era perfettamente a conoscenza, tanto e vero che un nugolo di elicotteri d’attacco ucraini fecero la loro apparizione per vedere se potevano fermare le nostre divisioni. Lanciammo tutti i SAM che potemmo sparare, sia dalla 77a brigata del colonnello Nachnetin che dalla batteria organica del comando d’armata, ed abbattammo parecchi elicotteri. I sopravvissuti si diedero ad una precipitosa quanto salvifica fuga. Kornil disse che i piloti ucraini erano incredibilmente coraggiosi a venire avanti con quei mezzi contro le nostre difese aeree sofisticate. Evitarono molti missili con la loro abilità nel manovrare le loro macchine; ma non poterono evitarli tutti.

    La 20a divisione fucilieri della guardia, coadiuvata da sud dalla 42a divisione fucilieri della guardia svilupparono il loro attacco con il consueto metodo. I quattro reggimenti di testa si impegnarono a fondo e causarono perdite critiche ai difensori, i quali però a fine giornata occupavano ancora le posizioni difensive e co avevano causato perdite lievi. Fu l’immenso dispendio di munizioni a decretare la pausa nell’offensiva, con il nemico che pur seriamente danneggiato, teneva ancora. Ricevuti i primi rapporti della ricognizione, mi trovai a domandarmi per quanto gli Ucraini avrebbero ancora potuto resistere.

    Il 21 marzo ricevemmo notizie non buone dal comando della 49a armata ad armi combinate: Il nemico aveva rinforzato il settore di Cherson con almeno due brigate di fanteria professionista, mentre in riserva dietro alla divisione di riservisti contro la quale avevamo combattuto noi, andavano ammassandosi altre due divisioni, sempre di riservisti. Se continuava così, saremmo presto giunti ad una situazione di stallo, per lo meno sul fronte sud. Il servizio informazioni dell'armata, comunicò anche che il nemico aveva mobilitato anche una brigata di forze internazionali. Mercenari assoldati ai quattro angoli del mondo, com tentativo estremo di resistere alla nostra invasione. Pareva che questa brigata fosse diretta verso Poltava.
     
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  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Comemnto off story
    Man mano che giungono al fronte le riserve ucraine, ci avviamo rapidamente ad una situazione di stallo, con una paio di differenze significativa dalla campagna reale.
    • L'aviazione Russa sta cominciando a fare sentire il suo peso per lo meno numerico.
    • Il fronte del Donbass se non tampnato in tempo da parte delle riserve potrebbe avere un cadimento.
    Aggiornamenti a seguire. Sono davvero interessato a vedere se le forze ucraine resisteranno alla campagna strategicamente ben condotta dalle forze russe. Gli allarmi del generale Utnikov sul pericolosamento assembramento di forze ucraine a Cherson potrà bilanciare la situazione favorevole nel Donmbass, dove pare che le numerose truppe di Kiev stiano essendo spinte oltre i limiti delle loro possibilità? Vedremo.
     
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  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    L’azione cominciata il 20, la portammo avanti nei due giorni successivi contro la divisione di fanteria della riserva ucraina a nord di Melitopol. Decisi di ordinare una battuta d’arresto alla 20a divisione di fucilieri della guardia allo scopo di limitare il consumo di carburante e munizioni, delle quali comunque abbondanza non ce n'era, e anche per riorientare parte della divisione contro le presunte forze nemiche che stavano ammassandosi a parere della nostra ricognizione all’interno e nei dintorni di Cherson. Se ciò era vero presumibilmente il primo obiettivo di queste forze ucraine sarebbe stato proprio il mio comando d’armata e le altre truppe di supporto che si trovavano proprio immediatamente ad est della città con poche prospettive di ricevere immediati rinforzi. Oltre che arrestare la 20a divisione fucilieri della guardia, contro tale eventualità presi anche due altre misure: in primo luogo ordinai al generale Grochev di cominciare a muovere la sua divisione oltre il canale di Crimea. La 15a divisione di fucilieri motorizzati era ormai in grado di riprendere le operazioni ed io la volevo in linea al più presto possibile, sperando che potesse dare un’immagine migliore di sé stessa di quando non avesse fatto nei primi due giorni di campagna. La seconda misura che presi fu quella di chiedere al mio pari grado generale Hrygoriev di continuare la pressione su Cherson in maniera da distogliere il più possibile delle nuove truppe nemiche entrate in città, da qualunque operazione offensiva. Ricevuta una risposta favorevole dal mio valoroso collega procedetti a stilare gli ordini per il proseguimento dell’offensiva dell’ 8a armata ad armi combinate.

    Nel pomeriggio del 22 marzo il comandante della 15a divisione di fucilieri motorizzati giunse presso il mio comando subito prima che noi proseguissimo con l’attacco verso Dnipropetrovsk. Il generale Grochev mi comunicò che un reggimento di fucilieri motorizzati era già disponibile per prendere posizione tra il comando d’armata e Cherson, mentre i rimanenti reggimenti della sua divisione erano in afflusso, insieme ai supporti.

    La 47a brigata missili balistici fu ancora impegnata in quei giorni in compiti di carattere strategico che esulavano dalle nostre operazioni, e quindi non potemmo averne la disponibilità. Si trattò di ua missione fondamentale che finì di neutralizzare un importante nodo della difesa aerea nemica, già più volte attaccato: quello di Kremenchuk. A questo punto un’incursione di bombardieri, ad alta quota ed operanti fuori dalla gittata dei sistemi SAM portatili degli Ucraini, si infilò nel pertugio aperto dalla distruzione del sito antiaereo nemico, e annientò con un attacco a tappeto, il comando del distretto militare ovest di Kiev rimasto senza copertura aerea e lasciato incautamente allo scoperto. Un colpo devastatore condotto dall’aviazione frontale ed uno degli episodi più eclatanti a favore nostro dal giorno dell’inizio delle ostilità.
    (nota dell'autore: i Russi hanno sovrastimato la portata dell'attacco. Il comando del distretto ovest è stato seriamente menomato, ma non distrutto. Il comandante è ancora vivo, benché scosso).

    Poche ore dopo questo successo, la 42a divisione fucilieri motorizzati, attaccò a fondo le posizioni ucraine davanti a Dnipropetrovsk e con il consueto appoggio dei nostri eroici artiglieri, che mai si erano risparmiati fino a quel momento, riuscirono a finalmente a spazzare le posizioni del nemico; uno sfondamento di vasta portata come fino ad allora era riuscito solo una volta alla 1a armata corazzata della guardia sul fronte di Kharkov. Dopo solo due ore dall’inizio delle operazioni, il generale Velev comandante della 42a divisione di fucilieri della guardia, mi comunicava che i suoi carri armati erano alla periferia della città e che gli Ucraini si davano da fare nel panico per fortificarla.

    In serata mi contattò il generale Latutin che avuta informazione dell’andamento delle operazioni, prima si congratulò personalmente con me e poi mi chiese se potevo fare a meno dell’attacco di alleggerimento dell’armata Hrygoriev su Cherson. La Stavka gli metteva insistente pressione per poter dirottare tutti i rifornimenti al fronte nord e chiedeva a noi di risparmiare. Forte dell’arrivo del reggimento di Grochev comunicai al mio superiore che potevamo per il momento ben fare a meno della puntata su Cherson. Latutin si congratulò ancora con me e mi lasciò in libertà. Purtroppo il giorno dopo appresi che gli attacchi delle armate del nord si erano di nuovo infranti contro le difese nemiche, ma il nostro servizio informazioni, trionfalmente dichiarava che le forze nemiche subivano un enorme attrito e che presto sarebbero state schiantate anche su quel fronte. Io naturalmente ero abituato a credere alle previsioni trionfalistiche solo e non prima di averle viste realizzate.
     
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  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Panico sul fronte sud!
    La difesa aerea collassa sul fronte della Crimea e le divisioni del generale Utnikov si aprono lentamente ma sicuramente la strada verso Dnipropetrovsk, rendendo minacciosa la branca meridionale del gigantesco movimento a tenaglia ideato dalla Stavka.
    Gli Ucraini si danno da fare per rimpianare le perdite subite e farsi sostituire gli equipaggiamenti perduti dai paesi NATO ex blocco sovietico, ma la spinta delle tre armate del fronte Crimeano è poderosa e concentrata. La rinuncia a puntate in direzione di Mariupol e dintorni, dà i suoi frutti strategici in termini di efficacia degli attacchi su un fronte veramente ristretto.
    Truppe ucraine accorrono da ovest e tenteranno di imbastire una controffensiva di alleggerimento alle spalle di Utinikov.
    Da Kiev a marce forzate arrivano due divisioni di riservisti ucrani, le quali potrebbero imbastire un contrattacco sul fianco sinistro dell' 8a armata ad armi combinate. Ma si tratta pur sempre di riservisti armati alla leggera, contro un misto di coscritti e professionisti armati con carri ed IFVs. Un azzardo.
    La "brigata internazionale di difesa della democrazia e dell'ordine internazionale costituito" è giunta a Poltava, anch'essa a marce forzate e facendosi prestare macchine e motorette dai civili per avvicinare in fretta al fronte almeno qualche reparto. Si prepara ad entrare in linea contro la 1a armata corazzata della guardia sul fronte nord. Auguri a lei.
    Nelle cancellerie occidentali si comincia a respirare aria pesante. Fa paura soprattutto la crescita del dominio del cielo da parte dei Russi. Ho portato in teatro più aviazione di quella che le fonti aperte dannno in azione nella campagna vera, ed i risultati cominciano a vedersi. Si comincia a parlare di forniture covert di Mig-29 e Sukhoi-25 da parte di paesi ex Patto di Varsavia. Dove i Mig potrebbero servire a qualcosa in difesa, i Sukhoi sarebbero quasi inutili contro l'ombrello missilistico russo, quindi occorre ben valutare.
    Fondamentale sarebbe la cessione di sistemi antiaerei per contrastare la numerosa aviazione russa ormai operante in teatro. Anche di questo si sta parlando a Buxelles. Sarebbe in ballo la cessione di alcune batterie di S-300 per rimpiazzare le perdite subite.

    La guerra è in bilico e ci troviamo di fronte ai giorni decisivi della campagna. Aspettatevi sviluppi risolutivi nel prossimo futuro. Se gli Ucraini riescono a fare un paio di operazioni che ho in mente, può esserci lo stallo, se no sono dolori. Ma di certo ancora non c'è nulla e la situazione muta di turno in turno.
     
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  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Nel tardo pomeriggio del 23 marzo, la 42a divisione di fucilieri della guardia dovette subire un contrattacco di forze fresche ucraine che attaccarono da nord, provenienti da Kremenchuk. Si trattava evidentemente delle unità della riserva che il nostro servizio informazioni aveva annunciate come appena mobilitate. L’attacco non era deliberatamente preparato e non poté quindi contare su alcun supporto offensivo, eccettuata un’incursione di bombardieri nemici di cui mi diede comunicazione il colonnello Nachnetin, insieme alla notizia che due di quei velivoli erano stati abbattuti dalle sue batterie missilistiche ed il resto si era dato alla fuga. Pensai ricordo, che gli Ucraini dovevano essere alla canna del gas se facevano intervenire i loro bombardieri pesanti per attaccare carri armati e veicoli. Il Generale Grochev tenne testa bene all’attacco nemico, che mai riuscì a scalfire seriamente le nostre posizioni, pur causando qualche perdita al reggimento di fucilieri della guardia del colonnello Gorobov. I nostri fucilieri, coadiuvati dal fuoco dei veicoli, uccisero anche loro una certa quantità di nemici. Non avemmo il tempo di far intervenire l’artiglieria e per la verità, anche se lo avessimo avuto, la 238a brigata era nel bel mezzo dell’approvvigionamento di munizioni e non avrebbe potuto intervenire.

    Ricevetti dunque un’altra chiamata del generale Latulin che era abbastanza preoccupato. Lo tranquillizzai dicendogli che l’attacco ucraino era stato respinto e comunicandogli che avrei investigato sulle intenzioni del nemico lungo la direttrice Kremenchuk-Dnipropetrovsk. Approfittai per chiedere delucidazioni sul fronte nord. Il Generale mi rispose che la 1a armata corazzata della guardia, coadiuvata dall’11° corpo d’armata erano sul punto di spezzare la resistenza nemica nel settore di Luhansk-Kramatorsk e di sfondare nella nostra direzione, ma mi disse anche che era stato sul punto di farlo per un’intera settimana e che a questo punto non sapeva poù come interpretare le informazioni che giungevano. Risposi che per noi andava bene; saremmo arrivati per primi a Dnipropetrovsk ed avremmo bagnato il naso niente popò di meno che al generale Boira ed al suo fronte di Kharkov; il più potente comando dell’intera armata russa. Il generale Latulin mi disse di non stare troppo allegro; se la 1a armata corazzata della guardia avesse fallito la sua missione, non avremmo raggiunto l’obiettivo strategico di distruggere il distretto militare est ucraino e non si poteva dire in cosa la guerra si sarebbe trasformata a quel punto. Ci congedammo e andai a studiare gli ordini di operazione per il giorno successivo.
     
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  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    La mattina presto del 22 marzo arrivo a destinazione: Poltava, dopo una marcia estenuante che ci dà un buon antipasto di com’è questo teatro operativo. Tempo da lupi nonostante la primavera sia appena cominciata, ma mi dicono che qui in Ucraina la primavera non esiste.

    Il mio plotone è formato da Italiani e da Spagnoli. Il tenente è un figuro ex legione straniera di nome Luis Berilla, pronunciato Beriiiiia con cinque i. Dal livello di compagnia in su lo staff è quasi completamente ucraino, a meno che non vi sia qualche valido ufficiale straniero che viene quindi inserito come membro dello stato maggiore in uno dei tre battaglioni che compongono la brigata internazionale. I plotoni sono messi insieme in maniera da formare reparti con lingue similari o comunque di facile comprensione reciproca, come nel nostro caso italo-spagnolo. Le squadre sono dunque miste ed io faccio parte della sezione mitraglieri di plotone nel ruolo di capo pezzo. I miei uomini sono Francisco Ilescas di Barcellona e Mario Dutti, un Nuorese ex Granatiere di Sardegna talmente grosso che rappresenta un ottimo bersaglio anche in posizione prona. Quando si parla capisco meglio Ilsecas di lui. L’armamento della sezione consiste in una mitragliatrice PK, due fucili AK-74, con relative munizioni e la consueta macedonia di granate. L’arma principale viene trasportata separata. La mitragliatrice a me, il treppiede a Ilescas e le munizioni a Dutti, il mulo del reparto. Le due squadre di fanteria del plotone sono armate con fucili d’assalto ed un misto tra Javelin, RPG-16 e Stinger. C’è pure una sezione di mortai leggeri da 60 millimetri, ma non invidio i cinque uomini che devono portarsi i pezzi a spalla. In marcia le munizioni dei mortai sono divise tra tutto il plotone, almeno fino a quando a questo non verrà assegnato uno straccio di veicolo.

    Quando giungiamo a Poltava sotto una fitta pioggia, lo scenario è una bolgia dantesca. La città brulica di reparti militari. Ci sono lanciamissili di vari tipi, sia roba tipo SCUD che missili antiaerei. A soli 30 chilometri da qui si combatte lungo l’autostrada per Charkiv e ci dicono che i combattimenti sono molto duri. Ci sono degli ufficiali ucraini di un battaglione di missili che ci fanno un resoconto sommario delle operazioni sul fronte sud orientale come lo chiamano loro, ed i loro racconti sono da far accapponare la pelle. Combattimenti violenti tra corazzati o combattimenti disperati tra fanteria e corazzati anche in campo aperto; stile seconda guerra mondiale e senza esclusione di colpi, di trincee e di artiglieria. Poi ci sono gli attacchi dell’artiglieria russa a lungo raggio, di missili tattici e l’occasionale attacco aereo. Se si è al fronte si aggiungono anche gli attacchi delle cannoniere volanti russe ad ala rotante. I russi sono incapaci ci dicono per lo meno quelli di leva. Però sono tanti ed armati fino ai denti con ogni tipo di equipaggiamento. Non sempre hanno molte munizioni, ma quando fanno il pieno diventano temibili e fanno un sacco di morti. Gli Ucraini ci dicono di non credere alle panzane della propaganda che i Russi hanno avuto molte più perdite degli Ucraini. Tutti e due i campi hanno avuto perdite molto elevate, perché la guerra si è molto alzata di tono rispetto agli anni precedenti.

    Il “fronte est” dicono gli specialisti ucraini della difesa aerea è un vero incubo. Da Poltava fino a Kramatorsk non un abitato degno di questo nome, ma solo piatta steppa inframezzata da qualche bosco su cui organizzzare un’improvvisata difesa. Dopo Kramatorsk c’è l’anello fortificato come lo chiamano i locali, imperniato sulle località appunto di Kramtorsk, Donetsk e Mariupol giù sulla costa.

    Non avendo informazioni dai nostri comandanti, domandiamo agli ucraini se hanno qualche notizia circa la località dove la nostra brigata dovrebbe essere impiegata. Quelli rispondono che non ne hanno idea, ma uno di loro sa che visto la 54a brigata meccanizzata è ridotta piuttosto male, non esclude che noi siamo destinati a darle il cambio in linea. In questo caso abbiamo solo un paio di giorni di marcia prima di arrivare su quel tratto della linea di contatto. Un sergente ucraino dai capelli rossi mi dice di stare tranquillo, perché i Russi sono scemi e da quando hanno ridotto male la 54a hanno smesso di attaccarla per concentrarsi invece più a sud. Domadiamo che tipo di reparti russi fronteggeremo in quel tratto di fronte.

    “Nulla di preoccupante” mi risponde il sergente facendosi un bel sorso della sua birra: “Si tratta della 1a armata corazzata della guardia, la migliore unità dell’esercito russo”

    Allegria !
     
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  13. StarUGO

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    Ahi ahi , attendo intervento di @GyJeX :asd:
     
  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Nella mattinata del 24 marzo ebbi la sorpresa ed il piacere di ricevere la visita in persona presso il mio posto di comando del comandante del fronte della Crimea. Ormai non era più tecnicamente il fronte della Crimea ma per convenienza noi continuavamo a chiamarlo così. Il generale Latutin mi raggiunse presso il mio comando tattico principale, sulla sponda destra del Dnipro ad est di Cherson. Voleva avere una riunione con me per discutere delle mie intenzioni circa il proseguimento della campagna, dato che la mia armata era quella destinata all’attacco risolutivo su Dnipropetrovsk. Voleva un apprezzamento “realistico” della situazione ed il mio parere su quello che era possibile fare per portare a termine la campagna.

    Esaminammo insieme le carte del fronte. Vi erano annotate tutte le nostre posizioni e quelle conosciute delle forze nemiche; non solo le posizioni di fronte all’ 8a armata della guardia ad armi combinate ma anche le altre di pertinenza del fronte della Crimea.

    Stimavamo di avere di fronte a noi l’equivalente di circa 5 divisioni nemiche di cui 4 di riservisti e almeno 4 brigate professioniste distribuite in prima linea lungo tutto l’arco del fronte da Cherson a Melitopol. Noi potevamo disporre di un totale di 5 divisioni e 4 brigate da contrapporre al nemico. Non sapevamo quante truppe gli Ucraini avessero in secondo scaglione ma stimavamo tale forza in circa 5 ulteriori brigate tutte di professionisti. Ne conseguiva che il nemico contrapponeva un totale approssimativo di 7 divisioni contro le nostre 6 abbondanti. Più o meno la parità numerica. E noi dovevamo attaccare, e dovevamo attaccare aree urbane: in particolare Zaporizzja, senza il possesso della quale un attacco a Dnipropetrovsk era impensabile. Feci presente al generale Lautilin, in maniera che lo comunicasse al comando centrale, che un assalto con questi rapporti di forza ci avrebbe visti perdenti. Era necessaria una pausa nelle operazioni terrestri per dedicarsi completamente allo smantellamento del dispositivo nemico con le forze aeree.

    Qui intervenne il maggiore Lavanik, il quale suggerì l’inizio di metodiche operazioni per distruggere il rimanente dispositivo antiaereo sud del nemico, un attacco continuato e sostenuto dei suoi depositi logistici, seguito dai centri di comando ed infine passare all’attacco vero e proprio sulle forze combattenti schierate di fronte a noi. Avevamo fino a quel momento fatto buoni progressi, ma eravamo vicini al momento di massimo sforzo producibile dal fronte della Crimea. Occorreva adesso dare un saggio al nemico della potenza delle nostre forze armate nel loro insieme, dopo avergli dato una lezione di arte operazionale nella guerra terrestre.

    Il generale Latulin convenne sul fatto che un’offensiva puramente terrestre non sarebbe bastata per avere ragione del nemico. In particolare in quel momento in cui esso si era trincerato in ben munite aree urbane, tale modo di procedere ci avrebbe procurato perdite inaccettabili e risultati scarsi. Invitai il generale a pranzo e quando ci lasciò promise di parlare chiaro all’alto comando.

    Il giorno dopo non ricevetti notizie dal generale Latulin, ma le ricevetti da Kornil che dall’insostituibile centro di comando della 77a brigata antiaerea mi annunciava che erano in corso operazioni aeree importanti. Evidentemente il generale Latulin si era fatto sentire presso il comando centrale.

    Tanto per cominciare ci fu un’incursione di bombardieri Sukhoi 24 su Nikolayev, presumibilmente per prendere di mira il comando nemico di distretto che aveva trovato rifugio nella città. In questa missione che seguivamo dai dati trasmessi dall’aereo Radar Be-50, perdemmo un aviogetto, che fu abbattuto proprio sulla città.

    Una seconda missione di bombardieri Sukhoi 24 andò purtroppo incontro al disastro quando dopo aver colpito un nodo della difesa aerea ucraina nei pressi di Kirovgrad, sulla via del ritorno venne intercettata da una gruppo di 6 caccia nemici levatisi in volo dalla base aerea di Dnipropetrovsk, e che riuscirono ad acciuffare i nostri bombardieri all’ultimo momento. Fu una carneficina che osservammo in tempo reale sugli schermi radar e sulle frequenza radio sulle quali eravamo in ascolto; bruttissima esperienza. Dei 9 bombardieri se ne salvò uno solo, e dalla velocità assunta dopo il combattimento pare pure gravemente danneggiato. Non capimmo come mai il nemico non riuscì ad abbattere questo aereo. Gli Ucraini non registrano alcuna perdita. Kornil bestemmiava nel suo dialetto siberiano, lamentando la stupidità del comando aereo che ancora, dopo settimande di azioni, sottovalutando le capacità della rete radar nemica di coordinare e guidare gli intercettatori sui bersagli mandò l’incursione senza scorta. A riprova della giustezza degli improperi e delle osservazioni del maggiore Lavanik, un reggimento di Sukhoi 27 della 6972a divisione venne spostato dalla base di Anapa a quella di Kerc nei giorni successivi. Si trattò di un’enorme disfatta per la quale il generale comandante della 6988a divisione da bombardamento fu arrestato seduta stante.

    Mentre avvenivano questi incresciosi fatti, il comando di fronte decise per un rimaneggiamento del dispositivo. La 205a divisione costiera della 49a armata ad armi combinate avrebbe dovuto lasciare la periferia sud di Cherson e trasferirsi nella porzione nord del saliente tenuto dalla mia 8a armata della guardia ad armi combinate. Ciò avrebbe liberato la 20a divisione di fucilieri della guardia per l’attacco verso est che l’armata si riproponeva di sferrare. Quale delle tre armate del fronte della Crimea se non la mia avrebbe potuto essere selezionata per quel compito? Quale se non la gloriosa 8a armata della guardia ad armi combinate discendente diretta della 62a armata della guardia che difese Stalingrado ed inseguì successivamente i tedesco-fascisti fino alla loro capitale. Si trattava di indebolire il nemico a sufficienza per poter sferrare con successo il colpo decisivo che ancora una volta avrebbe concesso la vittoria alla Madre Russia.

    Prese queste fondamentali decisioni, per il momento l’intero fronte passò sulla difensiva e la divisione costiera si prese una pausa nelle retrovie per essere riportata a pieno organico. Lo stesso trattamento venne riservato alla 136a brigata separata di fucilieri della guardia della 58a armata ad armi combinate, la quale veniva provvisoriamente sostituita dalla 100a brigata esplorante nella sua originaria posizione alla periferia nord ovest di Melitopol.

    L’aviazione sferrò poi una serie di colpi i profondità a partire da un’incursione di aerei d’attacco sul deposito rifornimenti nemico a nord della città, seguito da quello di vari gruppi di elicotteri che portavano alla distruzione del deposito, come riferirono la nostra ricognizione a terra e le riprese dall’aria. Un Sukhoi 34 venne abbattuto durante una missione SEAD ai danni di un reggimento SAM ucraino sul fronte nord, senza che i suoi compagni di volo ottenessero particolari risultati.

    Quando il comando d’armata ricevette l’ordine di attivare la 47a brigata su un altro reggimento antiaereo ucraino operante nei dintorni di Kramtorsk, capimmo che in quel settore le operazioni aeree non dovevano essere andate molto bene; ed infatti scoprimmo il giorno dopo che il famigerato 208° reggimento SAM ucraino, armato con una versione un po’ vetusta dell’ S-300, aveva abbattuto in quella giornata due Su-24 e due Su-34: un colpo durissimo per l’aviazione frontale che continuava coscientemente a pagare un elevatissimo prezzo per il suo successo. La rete sud della difesa aerea ucraina era stata debellata si cominciò quindi con quella est.



    Qui il diario di bordo del generale Utnikov si interrompe, in quanto gli Ucraini hanno spedito una salva di missili Tochka OTR-21 sul suo posto comando. Uccidendo lui e altri 16 componenti del reparto. In termini di gioco. Ho cliccato su save invece che su load ad un ripristino delle pedine sulla mappa e mi è sparito tutto. (Ho paraticamente ordinato al programma di salvare la mappa vuota)

    Cercherò di ripristinare più o meno una situazione simile a quella che avevo prima della catastrofe. Se e quando ce la farò, la simulazione continuerà.
     
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    Ultima modifica: 26 Maggio 2022
  15. StarUGO

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    :eek:
    non ci credo
     
  16. Prostetnico

    Prostetnico

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    Stai cercando di farci capire con un giro di parole che l'AAR si interrompe qui??? Non t'azzardare eh, guarda ti mando l'Ottonese... :sneaky:
     
  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Sto ricostruendo la situazione un po' alla volta. Non sarà esattamente com'era (ma molto simile) e le perdite parziali delle unità saranno azzerate. Le perdite di unità intere più o meno me le ricordo e le potrò ricostruire. Con i Russi ho finito. Ho approfittato anche per razionalizzare lo schieramento delle varie divisioni aeree che con l'arrivo dei rinforzi dal distretto di Mosca e de quello dell'estremo oriente era diventato alquanto confuso. Ho appena cominciato con gli Ucraini. Penso di finire in un paio di giorni e poi l'AAR riprenderà.
    Però Utnikov ci ha lasciato la pelle e quindi qualcun altro dovrà raccontare cosa accade nella guerra. Magari una Think Tank di fantasia che dia un resoconto degli eventi come fa the Institute for the Study of War.
     
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    Ultima modifica: 27 Maggio 2022
  18. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    questo tra l'altro mi fa venire in mente un'idea per un aar interessante (che non so se sia mai stato fatto): qualcuno gioca, manda alcuni screenshot a qualcun'altro che poi deve scrivere un aar interpretativo, senza però sapere tutti gli obiettivi etc.
     
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  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    24-25 marzo

    I Russi sembrano aver ricostituito le loro forze lungo entrambe le linee di contatto su entrambi i fronti principali di guerra dopo le pesanti operazioni sostenute nei giorni precedenti. Sia sul fronte della Crimea che su quello del Donbass non si sono registrati attacchi russi in questi due giorni. Si sono però intensificate le operazioni aeree che hanno portato a parziali successi. Sembrerebbe infatti che un reggimento della contraerea ucraina sia stato colpito alla periferia sudovest di Kirovgrad ed abbia subito danni consistenti. Ciò contribuisce al progressivo degrado della capacità antiaerea ucraina con riguardo al fronte sud. I Russi rivendicano inoltre la distruzione ad opera di un bombardamento di Sukhoi 24 del comando del distretto militare ucraino ovest che si era portato a Mikolaiv allo scopo di sostenere l'aliquota delle sue truppe dipendenti che sono state trasferite nel settore.

    L’ 8a armata della guardia pare aver sospeso la sua spinta offensiva in direzione di Dnipropetrovsk e sembra che stia rimaneggiando il suo dispositivo, probabilmente per meglio organizzarlo in vista di importanti operazioni in ambiente urbano.

    Nel settore del Donbass I Russi hanno anche intensificato le operazioni aeree nel tentativo di scardinare il sistema di difesa nemico anche in quel settore. Secondo gli osservatori sul posto sarebbero stati impiegati missili anti radar e da crociera lanciati sia da Su-24 che da Su-34. I Russi hanno cercato di sfruttare adeguatamente i rinforzi aerei che l’aviazione frontale ha ricevuto dal distretto militare est e dal distretto di Mosca. Gli obiettivi sono stati costituiti principalmente dai nodi della difesa aerea ucraina nei distretti sud ed est. Secondo le nostre informazioni il prezzo pagato dai Russi in queste operazioni è stato pesante: almeno 3 Su-24 sarebbero stati abbattuti dalla caccia ucraina, ancora caparbiamente attiva. Inoltre altri 4 aviogetti e 3 elicotteri russi, sarebbero stati abbattuti dalla contraerea ucraina.
     
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  20. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Dal punto di vista delle operazioni terrestri la cosa riuscirebbe bene a mio avviso, basandosi sulle posizioni raggiunte dalle varie unità a fine turno; anzi ssarebbe addirittura realistico, perché gli stack di pedine non permetterebbero di vedere tutto e ciò simulerebbe una certa nebbia di guerra per l'osservatore esterno nel valutare esattamene le operazioni. Sarebbe però difficile con gli screenshot dare un resoconto delle operazioni aeree, perché in questo dominio non ci sono posizioni raggiunte, ma solo movimenti, scoperte dei sensori, combattimenti e ritorni alla base.
     
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    Ultima modifica: 28 Maggio 2022

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