Mi chiedevo... il famoso processo di Norimberga dove gli alleati punirono molti generali o gerarchi nazisti per crimini di guerra, è stato usato anche per processare generali o gerarchi fascisti o giapponesi che si sono macchiati (a dire degli alleati) degli stessi crimini? Oppure ci sono stati altri processi simili per le due nazioni che accompagnarono la Germania nella Seconda Guerra Mondiale?
solo tedeschi, austriaci, ex tedeschi, nuovi polacchi... Gli italiani hanno avuto i loro processi e i giapponesi i loro, ma molti processi per crimini di guerra si sono svolti nei paesi in cui sono stati compiuti i crimini o nei paesi il cui popolo ha subito violenze criminali fuori dal suolo nazionale... I russi hanno processato giapponesi coinvolti nell'uso di agenti biologici, i Cinesi idem, gli americani hanno imbastito processi farsa ad un manciata di gerarchi giapponesi, gli inglesi hanno processato giapponesi e tailandesi per crimini in Birmania e Malesia... Insomma... Un circolo vizioso dove i vincitori hanno cercato di punire i vinti mascherati da un'eccezzionale perbenismo, i veri colpevoli di crimini di guerra hanno pagato in minima parte... Alcuni processi sono però tuttora in corso...
Uhm... capisco. Quindi il processo di Norimberga è semplicemente il più famoso! Ad ogni modo hai ragione... molto spesso ci si accanisce su chi non aveva reali colpe dei massacri perpetrati, mentre i veri carnefici vengono lasciati stare impunemente. Penso che la logica sia di punire il soldato/ufficiale che esegue un ordine, piuttosto chi l'ha deciso in primis. E poi voglio proprio vedere se nei Gulag russi non ci siano stati crimini contro l'umanità... voglio proprio vedere...
Processi a criminali di guerra italiani ce ne furono pochissimi, imho le richieste da parte Jugoslava, Greca, Etiopica ecc furono ignorate
Gli jugoslavi e gli etiopici avrebbero fatto meglio a stare zitti, visto il loro grado di viltà e di ferocia contro i prigionieri e la popolazione civile. CRimini che spesso in Italia hanno raccontato come "fantasie" se non addirittura come una sorta di "punizione divina" (se questa "ipotesi" fosse stata vera, l' inflazione delle colpe tra il 1943 e il 1947 è cresciuta in maniera non dissimile a quella della lira nello steso periodo...). Norimberga fu il primo caso nella storia di un processo dei vincitori sui vinti, una prassi che i nostri "amici" d' oltreoceano riprenderanno spesso in seguito e fino ai giorni nostri. A Tokio vi fu un processo di portata simile a Norimberga, ma non Italia (anche perchè al massimo avrebbero dovuti essere gli italiani a processare i loro "liberatori", che venissero da est o da ovest non ha molta importanza).
noi ci accordammo per evitare processi ai nostri e in cambio non facemmo richieste per processare altri. I pochi processati in Italia la scamparano poi con una bella amnistia allargata anche ad alcuni reati comuni in nome della "pacificazione sociale".
Non voglio cadere anche io nell'OT, ma concordo... Ad ogni modo i crimini di guerra dei giapponesi in cosa consistevano? Nel maltrattamente dei prigionieri? Almeno io sapevo che per la loro concezione della guerra, un nemico che si arrende, perde ogni rispetto per un giapponese... questo se non sbaglio lo ricavano dalla filosofia Bushido (tra l'altro anche assai affascinante)...
non ricordo bene dove l'ho letto ma si parla di eccidi di battaglioni interi di soldati passati per le armi, fatti bruciare o roba peggiore... la filosofia del bushido è un'ottima cosa, ma mescolata alle schifezze propinate dall'idea della guerra moderna ( = guerra fatta per annientare il nemico anziché batterlo) dà questi pessimi frutti...
Senza scomodare il massacri in Cina, che con il Bushido da te citato non hanno nulla (ma proprio nulla) a che fare (e in generale tutto il Bushido dell'esercito giapponese nella II guerra mondiale), non si può giustificare tutto in nome della cultura. Sapevano benissimo di fare la guerra con nazioni che ritenevano l'uccisione dei prigionieri un atto di barbarie, se te ne sbatti e perdi devi accettarne le conseguenze. Detto questo, *alcuni* dei processi furono sicuramente più mediatici che altro, detto questo qualche vero criminale, almeno a Norimberga, fece la fine che meritava. Saluti
La filosofia del bushido è stata reintrodotta in Giappone nell'esercito moderno dopo la scomparsa dei samurai con l'ondata nazionalista. Ma se ne è snaturato completamente il messaggio: un conto è il bushido adottato fra i samurai, uomini di cultura oltre che d'arme, un conto il bushido "semplificato" insegnato a dei soldati che erano d'estrazione prevalentemente contadina ed ai quali venivano insegnati solo gli aspetti che miravano all'esaltazione del fanatismo. Gli eccidi di massa non erano contemplati, così come il sacrificio inutile di vite umane.
Trovi la legittimazione di eccidi, stermini etc nel Ojo Senjutsu no Sanko edizione 1936, la discrezionalità e la responsabilità sono da attribuire di volta in volta al più alto ufficiale in grado dell'unità, se si tratta di unità indipendente aggregata la responsabilità è sempre e comunque dell'ufficiale più alto dell'unità indipendente. Quindi, secondo il regolamento, è legittimo, per un tenente, passare per le armi i prigionieri americani che gli rallentano la marcia della sua compagnia.
C'era anche un manualetto che sollevava dalla responsabilità chi giocava a palla con feti di neonati morti o chi ammazzava più civili nel corso di una giornata? Robetta scritta nell'Hagakure insomma...
Non saprei, ammetto la mia ignoranza, non l'ho mai letto l'Hagakure, però Ishi ha avuto la grazia imperiale per qualsiasi crimine di cui si fosse macchiato ai fini della vittoria finale e lui e il suo staff "giocavano" con i feti e facevano a gara a chi riusciva a praticare autopsie su corpi vivi più a lungo possibile... Nonostante la Grazie imperiale però i russi hanno imbastito processi per crimini di guerra e contro l'umanita contro Ishi e il suo staff. Habarovsk 1949.
Ah si si!! E' vero... la cosa dei feti la ricordo anche io... del fatto che bruciassero i prigionieri no. Ad ogni modo non citavo il Bushido per giustificare, ma solo per far comprendere come nella concezione di guerra giapponese il prigioniero contasse poco. In teoria i samurai, quando venivano sconfitti (ossia moriva il loro signore e la loro causa era quindi del tutto persa), solitamente si uccidevano con la pratica dell'Harakiri. E' per questo che per un giapponese un prigioniero perde tutto l'onore che ha, anche se non giustifica il fatto che vengano uccisi... dato che per noi occidentali il prigioniero ha tutta un'altra valenza...
in teoria, esiste addirittura una parola per indicare il samurai senza padrone "ronin" (c'hanno pure chiamato un film). Comunque i massacri deliberati compiuti in Cina non hanno alcuna giustificazione, come non è giustificabile l'uso dello schiavismo sessuale attuato in Cina e Corea
Sì ma attenzione, anche quella parte fu parecchio distorta. Il samurai si uccide per evitare il disonore, ma non butta via la propria vita. Sprecare la propria vita senza arrecare nessun danno al nemico non serve a nulla. Lo stesso Sakai, che proveniva i cui antenati erano dei samurai, si è rifiutato di portare a termine missioni palesemente suicide e senza nessun senso. Il senso del bushido è che la vita è caduca, per un guerriero è preferibile morire in battaglia che subire l'umiliazione della sconfitta e che la tua morte è tanto più utile quanto più danno fa al nemico. Non dice di cercare il suicidio a tutti i costi o di sprecare la propria esistenza. Il bushido in fin dei conti è legato allo shintoismo e al buddismo, per i quali ogni forma di vita è sacra. Saluti
Si questo è certo. Ma infatti dicevo "solitamente"... Ti cito questo esempio: "Il samurai valutava onore in un modo estremo e rigido (meglio morire che mettersi in disgrazia). I samurai che incontravano la morte in battaglia valorizzavano l'onore e la loro fama da guerriero e desideravano che questa fama si tramandasse da generazione a generazione. Cercavano di essere tra i primi a trascinare i loro uomini in battaglia e gridavano il loro nome al nemico per dimostrare la loro audacia. L'onore era veramente molto importante per i samurai e riuscire ad avere una morte onorevole significava assicurare ai propri discendenti di essere trattati bene e remunerati dal loro superiore. Da esempio prendiamo un episodio del 1582 quando le truppe di Uesugi Kagekatsu stavano combattendo contro le forze di Oda Nobunaga. In una situazione critica e mentre uno dei loro castelli stava per essere assediato dalle forze di Oda, i samurai che difendevano tale castello presero la decisione di compiere seppuku (o harakiri - suicidio) perche' si riteneva deplorevole essere catturati dal nemico vivi per poi essere messi in disgrazia. Decisero di compiere seppuku e di lasciare i propri nomi ai posteri. Non solo morirono ma ognuno scrisse il proprio nome su una tavoletta di legno e la legarono ad un orecchio tramite un foro da loro stessi fatto. Fecero cio' per far sapere chi fosse chi. I loro nomi furono registrati e i loro famigliari furono remunerati da Uesugi. Come ci dice questo episodio, il seppuku era la piu' onorevole delle morti per un samurai. L'addome era visto come il luogo in cui l'anima e gli affetti si incontravano e il samurai dimostrava la sua integrita' in questo modo. I samurai dimostravano cosi anche il loro coraggio e avevano una sensazione di soddisfazione nel poter dimostrare totale fede al loro signore in questo gesto, un gesto compiuto con la loro spada, l' oggetto di maggior valore e di assoluta maggior importanza." da Jappone.com Qui si capisce come il suicidio era una pratica comune anche se non si arrecava danno al nemico, ma solo per non essere catturati, cosa considerata deplorevole e quindi probabilmente i giapponesi avevano distorto tale visione, andando a vedere in modo deplorevole anche i loro prigionieri. Per certi versi è difficile decidere se punire o meno, dato che la loro cultura in qualche modo prevedeva questo. Anzi, in molti casi i nemici catturati si facevano aiutare dai vincitori a togliersi la vita.