Se il Fronte Popolare avesse vinto le elezioni nel 1948.

Wotan Masseblut · 13 Gennaio 2010

Da un interessante articolo apparso sul Corriere della Sera 17 novembre 1994:

1948 se avesse vinto Togliatti

il PCI, per prudenza, avrebbe lasciato Palazzo Chigi a Nenni e occupato i ministeri chiave. l' URSS avrebbe dato subito Trieste all' Italia. secessione di Sicilia e Sardegna. guerra civile appoggiata dal Vaticano

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ RIVELAZIONI Dagli Usa un eccezionale documento, lo scenario previsto dalla Cia in caso di governo del Fronte Popolare dal nostro corrispondente ENNIO CARETTO TITOLO: Se avesse vinto Togliatti Il Pci, per prudenza, avrebbe lasciato Palazzo Chigi a Nenni e occupato i ministeri chiave L' Urss avrebbe dato subito Trieste all' Italia. Secessione di Sicilia e Sardegna. Guerra civile appoggiata dal Vaticano - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - C WASHINGTON he Italia sarebbe nata se i comunisti avessero vinto le elezioni del 18 aprile del ' 48? Che cosa avremmo fatto? Dove saremmo stati, diciamo, all' inizio degli anni Sessanta, in termini politici ed economici? Quale collocazione internazionale avrebbe assunto il nostro Paese? E quali sarebbero state le conseguenze sul resto dell' Europa e la Comunita' Atlantica? Oggi, queste paiono domande di fantapolitica. Ma non lo furono a quell' epoca. Se le posero seriamente non soltanto milioni di italiani, ma anche milioni di americani. In particolare se le pose la madre di tutti i servizi segreti, la Cia, e prima ancora il suo antesignano, il Central Intelligence Group. La Cia che, tanto per stabilire un precedente anticomunista, mando' a sue spese interi aerei carichi di sanmarinesi residenti in America a "votare democratico" a San Marino, dove si svolsero elezioni in qualche maniera propedeutiche a quelle italiane. Fino a che punto l' incubo di un' Italia rossa ossessionasse gli Usa traspare da un documento sepolto tra quelli riservati della Cia . sono alcuni quintali! . che la glasnost di Bill Clinton sta portando alla luce. Intitolato "Conseguenze dell' ingresso al potere dei comunisti in Italia con mezzi legali", esso traccia uno scenario che oggi sembra fantapolitico ma che allora sembro' realistico. Pietro Nenni presidente del Consiglio, per mascherare l' imminente sovietizzazione del Paese. Forti movimenti separatisti in Sicilia e in Sardegna, o addirittura separazione di fatto delle due isole. Trieste subito restituita agli italiani per accrescere la popolarita' e il dominio comunisti. Ma anche grave crisi economica, col dimezzamento del prodotto nazionale lordo e un' elevata disoccupazione. E ripercussioni all' estero: in Francia, ad esempio, caduta di Schuman e ascesa di de Gaulle. Il rapporto del Central Intelligence Group sull' Italia del ' 48 e' di estrema attualita' . Stilato alla vigilia delle elezioni, ne conferma la centralita' per l' Europa e l' America del tempo. Il risultato elettorale italiano fu uno spartiacque nella vicenda postbellica, la chiave del delicatissimo equilibrio Est Ovest. Giulio Andreotti diceva che senza il 18 aprile Tito non si sarebbe staccato dall' Urss, per sottolinearne la funzione storica nella guerra fredda. Forse era soltanto una teoria come un' altra. Ma e' certo che il nostro voto determino' il futuro del fianco sudest della Nato. Il documento della Cia, presentato alla Casa Bianca il 5 marzo ' 48, inizia con un cenno alla concreta possibilita' che i comunisti vincano le elezioni italiane e che, per impedirne l' ingresso al potere, il risultato del voto debba essere falsificato (punto su cui i servizi segreti Usa non mostrano scrupoli). Contempla quindi l' ipotesi di una guerra civile del tipo di quella di Spagna del 1936, "col probabile appoggio clandestino del Vaticano" alle forze anticomuniste. Dopo una serie di vicende alterne, con l' Urss che invoca la neutralita' alle grandi potenze, proprio come nel conflitto spagnolo, "il blocco popolare" vincerebbe la guerra, a meno di un intervento militare americano (sconsigliato dalla Cia). Le forze anticomuniste potrebbero ottenere il controllo della Sicilia e della Sardegna. Per la Cia lo scenario piu' serio, nel caso di un successo comunista alle urne, e' pero' un altro. Ed essa dedica infatti la maggior parte del documento, undici cartelle fitte, "agli sviluppi politici in Italia in assenza di una guerra civile". "I comunisti", scrive, "sarebbero uomini per tutte le stagioni: piu' cattolici del Vaticano piu' solleciti col ceto medio che i partiti borghesi piu' gelosi della sovranita' nazionale che i neofascisti". Palmiro Togliatti, "che si e' gia' dimostrato abile in questi doppi giochi, non formerebbe un governo comunista, bensi' un governo di coalizione dei partiti popolari, ufficialmente votato alla democrazia e alla pace, e nominerebbe un presidente del Consiglio non sospetto, possibilmente Pietro Nenni". Come nell' Est Europeo, i posti cruciali, gli interni, la difesa, la giustizia andrebbero comunque al Pc, arbitro della situazione. Che cosa sarebbe accaduto all' economia italiana sotto il comunismo? Secondo la Cia, "gli aiuti alimentari dall' Est" avrebbero permesso al governo comunista "di mantenere le razioni ai normali livelli" per la popolazione affamata del dopoguerra. Ma gia' entro il ' 48 la produzione industriale si sarebbe dimezzata, con un traumatico incremento dei disoccupati. E dopo una graduale ripresa, non sarebbe arrivata che al 75 per cento di quella prevista dal progetto di ricostruzione europea. Progetto, fa capire la Cia nel rapporto, da cui l' Italia rossa sarebbe stata presto esclusa per consentire una maggiore assistenza ai Paesi liberi. "I comunisti non si rassegnerebbero. Criticano "l' ossequio di De Gasperi all' imperialismo Usa" come lo chiamano, ma rivendicano il diritto ai nostri aiuti". Legata al carro sovietico, l' Italia negli anni Sessanta sarebbe stata in poverta' . Nel documento, l' eventualita' che un' Italia comunista divenga un centro di sovversione per il resto dell' Europa non e' neppure preso in esame. "Le forze armate italiane sono tradizionalmente anticomuniste. Finche' non saranno normalizzate, cosa che richiedera' parecchio tempo, costituiranno un rischio per il regime. E anche piu' tardi, verranno usate quasi esclusivamente a fini interni, come forze di polizia: l' Urss non potrebbe mai fidarsene, il loro riarmo sarebbe limitato". Poi un caustico commento: "Se in 20 anni Mussolini non e' riuscito a farle combattere per l' Impero, i comunisti non riusciranno a farle combattere per il Cremlino". Il pericolo e' diverso: e' che la potente Urss impieghi l' Italia come una base aerea e navale, per trasformare il Mediterraneo in un mare suum e minacciare coi sommergibili e coi bombardieri l' area dalla Francia al Nord Africa. Lo scenario del Central Intelligence Group attribuisce all' Urss l' intenzione di adottare una "linea morbida" in Italia dopo il trionfo elettorale. "L' Urss aiutera' l' industria italiana. Si adoperera' per la modifica del trattato di pace, in modo da restituire Trieste a Roma. Appoggera' l' ingresso dell' Italia all' Onu. Insistera' affinche' ottenga l' amministrazione fiduciaria delle sue ex colonie". In un primo tempo, evitera' provocazioni e antagonismi, dara' spazio ai non comunisti. Ma col passare degli anni, quando avra' infiltrato tutte le istituzioni, e avra' raggiunto un modus vivendi con l' Occidente, fara' esattamente cio' che ha fatto nell' Est europeo: imporra' uno stato di polizia, coi pieni poteri al Pci. L' Italia sara' un' altra Polonia. La Cia sottopone alla Casa Bianca un drammatico interrogativo. Che cosa succederebbe in Europa e nel bacino del Mediterraneo se l' Italia divenisse uno Stato satellite sovietico? Senza dirlo espressamente, ammonisce il presidente (Harry Truman) che gli Stati Uniti non possono permettere ai comunisti di andare legalmente al potere in Italia. "Le ripercussioni psicologiche sarebbero tremende. Sarebbe la prima volta nella storia che un partito comunista ottiene il suffragio popolare. E la prima volta che la Russia s' installa nel Mediterraneo". L' Occidente sarebbe costretto a correre ai ripari: "L' Europa chiederebbe subito la protezione politica e militare dell' America, l' Inghilterra e gli altri Paesi del Commonwealth si unirebbero per presidiare il Nord Africa e il Mediterraneo stesso". La guerra fredda rischierebbe di degenerare in una guerra quasi calda. La nazione piu' esposta al contagio comunista sarebbe la Francia. A parere dei servizi segreti americani, a Parigi il governo di Schuman potrebbe cadere, e venire sostituito da uno di de Gaulle, specie se la situazione economica fosse incerta e l' obiezione al comunismo tiepida. Su ordine di Mosca, il Pc francese si atterrebbe alla strategia del basso profilo. Diverso sarebbe il suo comportamento nel caso, meno probabile, di una guerra civile in Italia. Esso attuerebbe scioperi e sabotaggi per impedire alla Francia, all' Inghilterra e all' America di intervenire a Roma. E il governo francese finirebbe per scioglierlo, un sacrificio che Mosca avrebbe accettato volentieri, pur di tenersi il suo "satellite italiano".
Caretto Ennio
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archita · 13 Gennaio 2010

hanno fatto un servizio simile "la storia siamo noi" e se non erro se ne è parlato pure qui

Mikhail Mengsk · 13 Gennaio 2010

Infatti mi sembra di ricordare qualcosa...

Pandrea · 13 Gennaio 2010

C'era già un topic così...

Wotan Masseblut · 13 Gennaio 2010

Scusatemi allora.

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