In questi giorni mi sono appassionato della campagna o battaglia di Stalingrado. Nell'approfondire l'argomento mi sono incappato in due tesi contrapposte sul reale ruolo giocato nel complesso della campagna di Russia e della WWII più in generale. Ve le espongo brevemente: - Quella ufficiale, o almeno quella più sostenuta dagli storici, vuole che Stalingrado sia stata la chiave di volta della guerra ad Est e addirittura abbia cambiato gli equilibri dell'intero conflitto. Nella distruzione della sesta armata e nella spallata al gruppo armate sud si è visto il giro di boa dove i russi hanno cominciato il loro contrattacco e la loro corsa verso la vittoria finale. Un po' come avvenne alle porte di Mosca a Nord. - La seconda, invece, vede nel sacrificio della sesta armata un vantaggio per le esauste forze dell'Asse che avrebbero ripreso fiato e si sarebbero riorganizzate mentre le armate russe si scornavano contro la sesta armata per annientarla ed esigerne la resa. Addirittura ci si spinge a sostenere che il sacrificio di Von Paulus fu un azzardo strategico voluto non per mera propaganda ma per calcolata lungimiranza da Hitler stesso per salvare il gruppo di armate sud. Se la sesta armata non avesse impegnato le armate sovietiche e si fosse invece ritirata sarebbe stata travolta insieme a tutto il fronte ormai indebolito e con numerose falle. Personalmente ritengo, sulla base delle decisioni di Hitler prima e dopo Stalingrado di resistere sempre ed ovunque ad oltranza senza ripiegare che Stalingrado appartenga a queste e che il sacrificio di Von Paulus ed i suoi uomini non abbia salvato il gruppo armate sud e che forse la sesta armata in fuga rimaneva un dispositivo cmq utile nell'arginare l'avanzata sovietica anche se fortemente provata. Voi cosa ne pensate in merito?
Per me le due tesi si intrecciano. Stalingrado e la perdita della VI armata è stata sicuramente una delle chiavi di volta nella risoluzione del conflitto a est, probabilmente più sotto un profilo morale e di certezza nella vittoria (da parte russa) che sotto un aspetto prettamente militare (è stata una sconfitta pesante, ma non definitiva, e anche la perdita di uomini e materiali è stata ingente, ma non irreparabile; qui bisognerebbe aprire una discussione a se stante sul punto). Su questo, credo, difficilmente si può obiettare. Riguardo la seconda tesi: non credo vi fosse volontarietà e disegno strategico nell'abbandonare a fine certa la VI armata, ma ha sicuramente avuto il risultato di permettere la salvezza del resto del gruppo d'armate Sud, soprattutto la porzione che si era spinta verso il Caucaso. Perciò, secondo me, con la sconfitta di Stalingrado, si è permesso a una buona parte dell'esercito tedesco impegnato più a sud di salvarsi. MA, il tutto finisce qui. Nel senso che il gruppo d'armate sud si è salvato grazie all'abilità del suo comando e alla spossatezza russa. Non grazie agli uomini di Paulus accerchiati a Stalingrado. Spero di essermi spiegato. Sarebbe anche da capire quante forze russe sono state impegnate direttamente nell'assedio della città e quante, invece, hanno continuato a premere sul GDA Sud.
In effetti la spossatezza dei russi era anche dovuta alla resistenza di Paulus a Stalingrado. Personalmente credo che la VI Armata avrebbe potuto fare di più se non fosse rimasta inchiodata a Stalingrado, ma solo a patto di ritirarla immediatamente fin dal primo giorno dell'offensiva Russa, due giorni dopo era già troppo tardi ed è stato meglio tenerla a Stalingrado. IMHO. Silvan
Direi che non sono due "tesi", sono due aspetti della stessa vicenda (al solito fatti col senno di poi); da una parte è innegabile da quel momento la spinta offensiva dell'asse è esaurita, d'altro canto il logoramento a Stalingrado provò duramente entrambe gli schieramenti solo che l'asse a quel punto aveva raschiato il fondo del barile, i russi di barili ne avevano una valanga; ma da qui a dire che il "sacrificio" di VP fu in qualche modo voluto e pianificato è piuttosto inverosimile.
Non era voluto sicuramente nei primi giorni, per la cocciutagine di Hitler e perchè ancora non si era valutata appieno la situazione, ma dopo divenne una dolorosa necessità.
No, non una necessità ma una ineluttabilità: ne avessero avuto i mezzi se la sarebbero svignata "a panzar levati", il tentativo fu anche fatto e si risolse come sappiamo. Altro che resistenza pianificata: quello era il ballo, che finì in una batosta con la quale anche i più "ottimisti" si resero conto con che leviatano avrebbero avuto a che fare nel seguito della guerra. Persa Stalingrado il gruppo d'armate sud semplicemente si trovava in una situazione insostenibile.
Mah sai io non c'ero. Però ho letto che Manstein in persona all'inizio disse a Paulus di ritirarsi, ma lui volle aspetto il permesso di Hitler che non arrivò, poi chiese a Paulus di resistere il tempo necessario per stabilizzare il fronte e tentare un recupero. In quel momento, a sacca appena chiusa, stavano valutando insieme se mandare a cagare Hitler, e si reseco conto che non era più il caso. A tenere a bada le 7 armate sovietiche che stringevano Stalingrado, Manstein proprio non c'è la faceva.
Ho letto, non ricordo dove, che dopo l'accerchiamento era stato anche ipotizzata la possibilità di tentare lo spostamento dell'intera sacca attaccando ad ovest e ripiegando ad est nel tentativo di congiungersi con una puntata offensiva dal fronte appena stabilizzato. In questo scritto sostenevano che l'operazione sarebbe potuta riuscire, visto che la puntata offensiva storicamente eseguita arrivò a poco più di 100 km dal fronte ovest della sacca, salvando così gran parte dell'armata. L'operazione non fù intrapresa perchè Hitler non volle che la VI Armata abbandonasse Stalingrado, che, de facto, era ciò che avrebbero dovuto fare per avere qualche possibilità di ricongiungersi con il resto del gruppo di armate.
La fuga della VI armata, se possibile, era da farsi nei primissimi giorni in cui la sacca venne chiusa, e comunque era certa la perdita di tutto il materiale e della forza combattiva; si sarebbero, forse, salvati gli uomini, ma come forza combattente, per qualche mese, sarebbe stata sicuramente out. Tra le cause della decisione di non fuggire da Stalingrado va annoverata anche l'idea che si aveva di poter rifornire, via cielo, la sacca, risoltasi, poi, come tutti sappiamo...
Winter Storm arrivò a 48km dalla sacca, a questo punto Manstein chiese a Paulus di venirgli incontro, ma la VI armata non aveva sufficiente carburante e Paulus non se la senti' di abbandonare posizioni difensive e protette per ritrovarsi nella steppa ghiacciata in compagnia di 7 armate sovietiche che gli danno la caccia.
Sacrificare la VI armata per guadagnare tempo/spazio? Nel corso dei due anni precedenti era capitato che unità tedesche, anche grandi, fossero accerchiate: la regola era sempre stata quella di resistre sino all'arrivo dei soccorsi, puntando anche sul rifornimento aereo. C'erano dunque dei precedenti. La differenza era che alla fine del 42 i vertici tedeschi sapevano di non avere risorse per fare una cosa simile. Di qui l'ipotesi di una ritirata che,come sappiamo, non fu accettata. Ricorderei che la battaglia per giungere all'accerchiamento comportò la distruzione di due armate romene e di una italiana. Fu proprio la campagna ad essere impostata male.
Indubbiamente tempo, ma dubito si possa definre una scelta, diciamo una scelta molto forzata dalla carenza cronica di carburante. Secondo me il destino di Case Blue era segnato fin dal luglio del '42 quando Paulus dovette fermassi per una settimana appena oltrepassato il Don perchè gli mancava la benzina. Non quindi per opposizione del nemico. Questo secondo me dice tutto su quanto sproporzionati siano stati gli obiettivi di Case Blue rispetto alle risorse disponibili.
Ma poi dovevano decidersi: o Stalingrado o il Caucaso. È lo stesso problema dell'operazione Barbarossa: troppi obiettivi contemporaneamente.
lì il problema era il trasporto della benzina, che bruciava a sua volta benzina per venire trasportata, il ripristino della rete ferroviaria obbligava al trasporto su gomma durante l'avanzata e le strade erano quello che erano, per questo ogni tanto si creavano ritardi.