Battaglia di Gela

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da Invernomuto, 24 Settembre 2012.

  1. Invernomuto

    Invernomuto -

    Registrato:
    30 Gennaio 2006
    Messaggi:
    6.036
    Località:
    Torino
    Ratings:
    +429
    Buongiorno a tutti,
    qualcuno mi sa consigliare un buon libro / risorsa online, in Italiano/Inglese, sulla battaglia di Gela e, più in generale, sullo sbarco Alleato in Sicilia?
    Vorrei un qualcosa di dettagliato ed incentrato sulle operazioni militari, possibilmente con qualche cartina e mappa topografica (ok, lo so, è pretendere troppo).
    Nel dettaglio mi interesserebbe approfondire, per ora, la controffensiva italo tedesca da Niscemi a Gela. Qualcuno ha la composizione del Gruppo Mobile "E" italiano?

    Mi date una mano?
    Io ho provato a vedere su Amazon (IT) ma in italiano si trova poco e non ho idea se si tratti di libri trattano nel dettaglio gli aspetti militari oppure, come troppo spesso capita, altro (fascisti vs partigiani, occupazione dei vincitori, ecc, ecc).
     
  2. stciaram

    stciaram

    Registrato:
    30 Maggio 2006
    Messaggi:
    1.066
    Ratings:
    +216
  3. Padre_Mariano

    Padre_Mariano Guest

    Ratings:
    +0
    Ecco qui:

    http://www.gelacittadimare.it/La battaglia di gela 2.htm

    http://www.gelacittadimare.it/la battaglia di gela.html

    http://ricerca.repubblica.it/repubb...eti-dello-sbarco-soldati-siciliani-scudi.html

    diversi libri sulla guerra in Italia fra cui la battaglia di Gela

    http://www.vaccari.it/editoria/1x1/..._c64=&_f=&_k=&_m=&_o=&_s=&_u=&_z=&_id=&_all=1
     
  4. rob.bragg

    rob.bragg

    Registrato:
    1 Settembre 2009
    Messaggi:
    3.043
    Ratings:
    +937
    C.D'Este 'Bitter Victory', in italiano '1943 - Lo Sbarco in Sicilia' (Mondadori), 600+ pagine, mappe, tabelle, ecc.
     
  5. Sven_ilVecchio

    Sven_ilVecchio

    Registrato:
    11 Gennaio 2012
    Messaggi:
    278
    Località:
    Tremestieri Etneo
    Ratings:
    +45
    "SICILIA" la storia dell'invasione degli alleati raccontata da Hugh Pond Casa Editrice Longanesi (molto vecchio)
    Carlo d'Este - 1943 Lo sbarco in Sicilia Mondadori (attuale, un bel tomo)
    Poi ci sono i libri di Alfio Caruso e il bellissimo libro fotografico di Ezio Costanzo http://eziocostanzo.blogspot.it/
    poi guarda tra i libri della WWII della libreria di libri usati Bergoglio di Torino.

    Ciao

    PS Chris Fasulo della Grognard Simulation Inc mi ha detto che sta pensando ad un wargame da tavolo proprio sulla piana di Gela.
     
  6. stciaram

    stciaram

    Registrato:
    30 Maggio 2006
    Messaggi:
    1.066
    Ratings:
    +216
    http://www.comandosupremo.com/flesh.html

    la testimonianza di un colonnello italiano....da "comando supremo"



    http://www.modellismopiu.it/modules/news/article.php?item_id=1031
    l'impiego dei carri francesi in sicilia tra cui il gruppo "E"


    Tutti i carri R-35 impiegati in Sicilia dal R.E. appartenevano al 131º reggimento (rgt.) Carri. Questo rgt. fu costituito in Siena il 27 luglio 1941, inizialmente assegnato alla Divisione Corazzata "Centauro" e schierato in Friuli. Successivamente nel gennaio 1942, il reparto, reso autonomo, venne trasferito in Sicilia in previsione di un possibile sbarco alleato nell’isola.

    Al rgt. erano assegnati 102 carri[1] così suddivisi:
    - nucleo comando di rgt.: 2 carri
    - nucleo comando 101º (CI) battaglione (btg.): 2 carri
    - 1ª compagnia (cp.) inquadrata nel 101º (CI) btg. : 16 carri
    - 2ª cp. inquadrata nel 101º (CI) btg. : 16 carri
    - 3ª cp. inquadrata nel 101º (CI) btg. : 16 carri
    - nucleo comando 102º (CII) btg. : 2 carri
    - 4ª cp. inquadrata nel 102º (CII) btg. : 16 carri
    - 5v cp. inquadrata nel 102º (CII) btg. : 16 carri
    - 6ª cp. inquadrata nel 102º (CII) btg. : 16 carri

    Il comando della 6ª Armata, a cui competeva la difesa della Sicilia, aveva deciso la costituzione di 8 gruppi mobili (denominati da “A” ad “H”) al fine di rafforzare le difese degli 8 aeroporti presenti nell’isola. Gli aeroporti, infatti, erano considerati obiettivi primari per la forza d’invasione. I gruppi mobili oltre che da una compagnia carri (R-35 o FIAT 3000) erano costituiti in linea di massima da una cp. di fanteria autotrasportata, da una cp. moto mitraglieri, da una cp. semoventi contro-carro da 47/32, da una batteria di artiglieria motorizzata e da una sezione controaerei da 20mm.
    All’arrivo in Sicilia il 131º rgt. carri cessò di esistere come unità organica e i suoi elementi vennero suddivisi tra i vari gruppi mobili in fase di costituzione, tutti i gruppi mobili impiegati in Sicilia tranne il gruppo mobile “H” ebbero in forza i carri R-35.
    Al XVI Corpo d’Armata incaricato della difesa della parte orientale della Sicilia fu assegnato il 101º btg. che fu suddiviso nei gruppi mobili come segue:

    - 1ª cp., gruppo mobile “E” dislocato a Niscemi;
    - 2ª cp. (tranne il 1º plotone), gruppo mobile “F” dislocato a Rosolini
    - 2ª cp. 1º plotone, gruppo mobile “G” dislocato a Comiso
    - 3ª cp. e nucleo comando 101º btg., gruppo mobile “D” dislocato a Misterbianco
     
  7. Invernomuto

    Invernomuto -

    Registrato:
    30 Gennaio 2006
    Messaggi:
    6.036
    Località:
    Torino
    Ratings:
    +429
    Grazie a tutti per gli interessantissimi suggerimenti.
    Il libro di Carlo d'Este, a giudicare dalle recensioni lette su amazon, sembra IL libro sullo sbarco.
    In inglese peraltro si trova a prezzi abbastanza economici.

    Ultimamente sono preso ad elaborare scenari per Combat Mission, ho già creato due scenari per CMSF (in test, per uno ho anche faticosamente disegnato la mappa) e sto ora mettendo le mani sull'editor di Normandy.
    Purtroppo ho notato che per CMFI il numero di scenari è molto ridotto e vorrei contribuire a crearne qualcuno di nuvo.
    Ho letto il racconto di qualche reduce e mi piacerebbe ambientare il primo nel contrattacco italiano a Ponte Olivo da parte del Gruppo Mobile "E" da Niscemi a Gela contro la testa di ponte USA.
    Sono in fase di raccolta informazioni, mi piacerebbe fare un lavoro da pubblicare, se il tempo libero mi assiste, sul repository della battlefront.
    Sul forum Battlefront alcuni si sono già lamentati della scarsità di scenari, anche user made, per CMFI ed è un peccato, in primo luogo perché il gioco è uno dei pochi ambientati in Italia e che offre la possibilità di usare le truppe italiane, in secondo luogo perché le espansioni per CMFI sono potenzialmente interessantissime, dall'Africa (Tunisia?) alla lenta risalita degli alleati nella penisola italiana.

    Ciao.
     
  8. Sven_ilVecchio

    Sven_ilVecchio

    Registrato:
    11 Gennaio 2012
    Messaggi:
    278
    Località:
    Tremestieri Etneo
    Ratings:
    +45
    Interessante da Ezio Costanzo:

    I SEGRETI dello SBARCO SOLDATI SICILIANI SCUDI UMANI DEI MARINES
    Una comunicazione di poche righe, trasmessa da un colonnello del regio esercito a un suo superiore alle 9,20 del 10 luglio 1943, mentre in Sicilia era appena iniziata l' Operazione Husky e infuriavano i combattimenti subito dopo lo sbarco degli anglo-americana nell' Isola. Svela un inedito, agghiacciante, particolare sul comportamento delle truppe americane nell' area di sbarco di Gela: i primi soldati italiani fatti prigionieri furono utilizzati come scudi umani per coprire l' avanzata del generale Patton nell' entroterra. Un' inedita rivelazione che a distanza di 68 anni riaffiora da un foglio di carta velina ingiallito, posto all' interno di un faldone dell' Archivio dell' Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell' Esercito italiano, ritrovato nei mesi scorsi da uno studioso di storia gelese, Nuccio Mulè, al quale non è sfuggito un particolare del lungo resoconto scritto dal generale Orazio Mariscalco, comandante della XVIII brigata costiera, la sera del 10 luglio 1943, nella cronologia degli avvenimenti delle prime quarantotto ore di scontri nell' area di sbarco della Settima armata Usa tra Licata e Scoglitti: «...Ore 9,20: il Col. Altini comunica che la 49a btr. siè arresa perché il nemico veniva avanti facendosi coprire dai nostri soldati presi prigionieri...» (Aussme, cartella 2124). La quarantanovesima batteria costiera italiana (che faceva parte del gruppo di sei unità di artiglieria antisbarco, a difesa del litorale gelese, collocate tra punta Due Rocche, ad ovest di Gela, e la foce del fiume Dirillo, nella zona di punta Zafaglione, a sud di Niscemi), si arrende, dunque, senza sparare un colpo e lo fa per una scelta ben precisa: evitare di colpire i propri commilitoni prigionieri costretti ad avanzare verso l' entroterra gelese davanti a drappelli di soldati americani e utilizzati come scudi umani. Il col. Altini trasmette la motivazione della resa al suo superiore, il generale Mariscalco, che ne prende atto, l' annota nella relazione la firma e la trasmette allo Stato Maggiore. A Roma nessuno fa caso a quelle poche righe, né viene chiesta una più approfondita relazione. Così, fino ad oggi, questo documento rimane la sola testimonianza di quegli scudi umani. Una semplice annotazione che svela una nuova verità sulla "guerra buona" combattuta dai soldati a stelle e striscie in quella cocente estate del 1943 e getta un' ombra sulla loro condotta militare e umana. «Spesso sui libri leggiamo che durante lo sbarco americano in Sicilia i soldati italiani si arresero per codardia - dice il professore Mulé - ma non risponde a verità. O meglio non fu così per tutti quelli che deposero le armi e questo documento ce lo conferma. E poi vi sono le stragi. Gruppi di soldati americani si abbandonarono a selvaggi comportamenti in sfregio all' etica militare e ai dettami della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra». Come non ricordare l' eccidio a sangue freddo di 73 prigionieri a Biscari (oggi Acate), o di civili inermi a Piano Stella, oppure quello di una ragazza uccisa a colpi di mitra assieme ai suoi due bambini in una viuzza di Gela, o ancora la fucilazione, senza motivo, di quattro carabinieri reali, sempre a Gela, compiuta dai paracadutisti dell' ottantaduesima divisione; questi atti, che comunque non trovano giustificazione, rappresentano forse la conseguenza estrema di una catena di violenza che si scatena durante ogni guerra. Il generale Patton, che guidò la Settima Armata in Sicilia, fu l' artefice di alcuni di questi terribili ordini. Oltrea quello di «non fare prigionieri...» e di «ammazzare subito i soldati nemici, fossero pure a mani alzate», ai suoi uomini amava predicare: «Quando incontreremo il nemico noi lo uccideremo. Noi non dovremo avere nessuna pietà di lui... Dovete avere l' istinto dell' assassino. Avremo la nomea di assassini e gli assassini sono immortali. Noi dobbiamo crearci la fama di assassini». D' altro canto, come ha rivelato lo storico inglese Anthony Beevor, anche durante lo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944 gli Alleati, oltre ad uccidere i prigionieri tedeschi, compresi i feriti, utilizzarono in molti casi i soldati della Wehrmacht e i militari della Waffes-SS come scudi umani e, a volte, li costrinsero ad avanzare in avanscoperta sui campi minati. E così fu anche durante la guerra d' Africa. Uno dei tanti prigionieri italiani, un artigliere salernitano, Andrea Liquori, classe 1917, ha raccontato di recente che dopo essere stato catturato dagli inglesi e trasferito in un campo di prigionia in prossimità del canale di Suez, gli toccò, assieme ad altre migliaia di prigionieri, «l' infame compito di fungere da scudo umanoa difesa delle strutture portuali per evitare bombardamenti da parte delle forze dell' Asse». La battaglia per la conquista di Gela fu una delle più cruente dell' intera campagna di Sicilia. E forse i soldati della 1a divisione americana del generale Terry Allen, sbarcati assieme a due brigate di Ranger sul litorale gelese su un fronte di 41 chilometri, tra punta Due Rocche e Punta Zafaglione, non si aspettavano la dura reazione italo-tedesca. La difesa italiana di Gela era stata schierata lungo i bunker costruiti a difesa della spiaggia e del centro abitato. Ad alcuni reggimenti e battaglioni era toccato il compito di resistere alla prima forza d' urto degli uomini di Patton. Già nella prima giornata di attacchi gli italiani subirono pesanti perdite: circa 180 soldati e 17 ufficiali, ovvero ben la metà dei poco meno dei 400 uomini in servizio effettivo, caddero. Il generale Guzzoni, comandante della Sesta armata in Sicilia, pur cosciente dell' inferiorità di uomini e mezzi, diramò così l' ordine di contrattacco, facendo confluire sull' area di Gela la divisione Livorno assieme ad un gruppo mobile di stanza a Niscemi e alla divisione tedesca Herman Goering, collocata a Caltagirone. Il piano di Guzzoni era quello di ricacciare nel mare il nemico ancora prima che potesse riorganizzarsi dopo lo sbarco; ma fu un tentativo disperato e la controffensiva italotedesca venne schiacciata dall' artiglieria navale alleata. Il 12 luglio sui campi di battaglia attorno a Gela si contarono circa duemila cadaveri di soldati della Livorno, 214 ufficiali, seicentotrenta tedeschi, e circa 2300 americani tra morti e feriti. Furono fatti prigionieri oltre duemila italiani, mentre altri soldati trovarono rifugio nelle case dei contadini nelle campagne di Gela e Niscemi. Dopo la violenta battaglia di Monte Castelluccio fu fatto prigioniero anche il tenente colonnello Ugo Leonardi, comandante del III battaglione del 34° reggimento di fanteria della divisione Livorno. Leonardi, nella sua relazione sui combattimenti di Gela, raccontò un altro particolare sul comportamento dei soldati americani: «Al termine dei combattimenti una numerosa squadra di militari americani si scagliò su di me, sul tenente medico Mario Zocca e sul sottotenente Giuseppe Vitoni, entrambi portanti in maniera visibile il bracciale della croce rossa internazionale. Ancora accesi in volto dall' ardore della lotta, essi ci puntarono i moschetti al petto per immobilizzarci e ci disarmarono strappandoci cinturoni e pistole. Poi ci schiaffeggiarono, pronti anche a finirci con le armi se qualcuno di noi avesse minimamente reagito. Con questo gesto essi hanno voluto umiliarci, anziché riconoscere e cavallerescamente aprezzare il valore del soldato italiano che si battè in sicilia nonostante la sua grave inveriorità in forze e mezzi d' ogni genere».
    EZIO COSTANZO
     
  9. JMass

    JMass Moderator Membro dello Staff

    Registrato:
    19 Marzo 2006
    Messaggi:
    3.069
    Località:
    Trieste
    Ratings:
    +48
    Si potrebbero traslare quelli di CMAK, il problema è che copiare le mappe resta un lavoraccio, c'è la possibilità di tirar giù la schermata della vecchia e usare la funzione map overlay ma si perde comunque parecchio tempo.
     
  10. stciaram

    stciaram

    Registrato:
    30 Maggio 2006
    Messaggi:
    1.066
    Ratings:
    +216
    Io volevo traslare i miei scenari di cmak... Ma non riesco a editare le mappe ..... I rilievi sono molto ostici rispetto a cmx1
     
  11. MrBrightside

    MrBrightside

    Registrato:
    1 Dicembre 2008
    Messaggi:
    2.555
    Località:
    Genova
    Ratings:
    +349
    Faldella Emilio, Lo sbarco e la difesa della Sicilia, Roma, L'Aniene Editrice
    Pedriali Ferdinando, L'Italia nella guerra aerea. Da el-Alamein alle spiagge della Sicilia, Roma, USSMA, 2010
    Pond Ugh, Sicilia!, Milano, Longanesi & C., 1971 (mi sembra che qualche tuo collega moderatore lo conosca particolarmente bene, io l'ho letto in biblioteca molti anni fa)
    Santoni Alberto, Le operazioni in Sicilia e in Calabria, luglio-settembre 1943, Roma, USSME, 1989
    Marcon Tullio, Augusta 1940-43, Augusta, Mendola, 1976 (in realtà parla di mezza la Sicilia)
    Iacono Giovanni, Gela. Le operazioni dei reparti italiani nella battaglia del 10-11 luglio 1943 (questo non l'ho ancora letto, però dicono che sia ben scritto)

    Gela, luglio 1943 (F. Carloni), Storia Militare n° 198-marzo 2010
    Invasione dal Cielo (F. Pedriali), Storia Militare n° 210-marzo 2011
    Gela, la battaglia più lunga (F. Pedriali), Storia Militare n° 214-luglio 2011 (questo è un articolo spettacolare)
     

Condividi questa Pagina